In mezzo alla polvere // Char...

De TheNorthStar_03

67.8K 2.3K 1.7K

Una vita perfetta, da ricostruire. Un incontro perfetto che ricostruisce una vita o ne distrugge un'altra. ... Mais

Welcome to the cast
1| 303 days
2| Chi non muore si rivede!
3| Our place
4| Red
5| Brownie
6| Soulmates
7| La quiete prima della tempesta
8| Ri(s)catto
9| Polaroid
11| One good reason to stay
12| Hotel Room
13| Fermo
14| Night in the club
15| Errori
16| Conseguenze
17| The day after
18| Drunk in love
19| Monaco
20| Famiglia
21| Fughe
22| Fantasmi
23| Lacrime e temporali
24| Saint Tropez
25| Tutto al proprio posto
26| Fidati di me
27| Vertigini
28| Viva
29| Dire addio non vuol dire la fine
30| Crepe
31| Dipendenza
32| Il momento giusto
33| Epilogo

10| Mental breakdown

1.7K 75 57
De TheNorthStar_03

4 Aprile, giorno 33
Good years, Zayn

Chiamata da Charles in entrata.

Declina.

Chiamata da Daniel in entrata.

Declina.

Chiamata da Lewis in entrata.

Declina.

Chiamata da Carlos in entrata.

Declina.

Chiamata da Charles in entrata.

Declina.

Quello di Charles è l'ultimo nome che Eva legge sul display prima di scaraventare il telefono contro il muro. Non serve che controlli che il vetro si è spaccato in mille pezzi, né che gli avvisi di chiamata siano ancora lì. Tutto il mondo la sta cercando. I giornali, la gente che ha voglia di sparlare, Daniel, Lewis, Zak, Carlos, Lando, Clara. Ma alcuni hanno desistito subito, altri ci hanno messo più di una decina di chiamate in questi tre giorni. L'unico che non molla è solo il pilota monegasco, proprio l'ultima persona con cui vorrebbe parlare.

Eva si alza dal letto solo per riprendere il telefono con il display in frantumi, ancora fisso sull'ultimo articolo aperto. L'ennesimo che riporta il suo nome.

Eva brown e il suo periodo di disintossicazione, il vero motivo alla base del suo ritiro dal mondo della moda.

Mattia lo ha fatto, ha mandato la sua vita in frantumi, proprio come lei ha fatto con lo schermo del suo cellulare, con una piccola mossa. Ed ora tutti sanno che fine ha fatto nei dieci mesi precedenti, quando il suo ritiro dal mondo della moda era stato giustificato con semplice stanchezza. Ora tutti sanno che era in una clinica di disintossicazione, a depurarsi da alcool e droghe e a tenere sotto controllo le sue crisi nervose. Per la seconda volta. Solo che dopo la prima era stato tutto più facile. Allora non era nessuno, solo una ragazza che provava ad emergere tra sfilate e servizi fotografici. Ora è diverso, ora il suo nome è sulla bocca di tutti.

La risata amara provocata dal fatto che Mattia, oltre a rovinare lei, abbia rovinato anche se stesso con la storia delle corse illegali, si trasforma presto in un urlo disperato.
Il primo a spalancare la porta della sua stanza è Leonardo, appena tornato dagli allenamenti.

Si accovaccia accanto a lei, stringendola forte a sé, cercando in qualche modo di soffocare le sue urla. Suo padre le sta di fronte, mentre Caterina osserva la scena dalla porta, sentendosi dannatamente impotente.

«Mi scoppia la testa, non ce la faccio più!» grida Eva, alzando il viso, rigato dalle lacrime, verso suo padre. Le si squarcia quasi il petto per la sofferenza. Gli occhi sono rossi, gridano pietà.

Ognuno in quella stanza si sente maledettamente inutile, ogni membro della sua famiglia vorrebbe assorbire un po' del suo dolore, se non tutto, per permetterle di tornare a respirare, almeno per un po'. Lei lo percepisce e il suo istinto primordiale è quello di allontanare tutti, come fa sempre, di gestire tutto da sola.

«Andate via» sussurra, per poi ripeterlo urlando, in preda ad una crisi.

É Daniele a trascinare via Leonardo, che guarda la scena immobile, come succede ogni volta. I suoi genitori ormai sanno come comportarsi davanti a questi suoi momenti, suo fratello fa ancora fatica.
Quando la porta si chiude scompare l'unico spiraglio di luce degli ultimi tre giorni e la stanza ripiomba nel buio. Il telefono continua a vibrare. Tutti hanno provato la loro ultima chiamata e al terzo giorno hanno desistito. Charles quando mollerà? Eva tenta di spegnerlo con fare nevrotico, le sue mani non riescono neanche a tenere il dispositivo. L'unica soluzione è gettarlo nel bicchiere dell'acqua poggiato sul comodino, facendolo spegnere per sempre. Ma i rumori nella sua testa rimangono lì.

Lo schermo del pc si illumina per l'ennesima volta, producendo il suono di notifica per le email. Un istinto, forse un po' masochista, la spinge ad andare a controllare. La casella di posta elettronica continua ad aggiornarsi senza sosta, ma sono due i messaggi che attirano la sua attenzione.

Apre il primo, il mittente è il suo avvocato, ovvero sua zia, che con parole delicate cerca di comunicarle che al più presto dovranno dirigersi in commissariato per rispondere dell'accusa riguardante le corse clandestine. Le dice anche che non avendo prove certe e non avendola colta sul fatto non potranno accusarla di niente. É solo semplice prassi, una semplice prassi che dovrà affrontare senza mettere le mani addosso al suo ex, proprio davanti al commissario.

In quel momento Eva vorrebbe non averlo mai incontrato, non essersi mai innamorata di lui o perlomeno non essersi fatta trasportare a tal punto da essere nella situazione in cui si trova in questo momento.

La seconda mail è di gran lunga peggiore, una botta nello stomaco che forse non era pronta a ricevere. Il team McLaren chiede di vederla al più presto per discutere degli eventi degli ultimi giorni. Suo padre l'aveva avvertita, un passo falso e l'avrebbe buttata fuori dal team. Peccato che questa volta il passo non l'abbia compiuto lei. Ma d'altra parte una squadra che sta risorgendo proprio quest'anno non può permettersi di controllare anche una ragazzina come lei. 

Continua a scorrere sulla pagina delle email, mordendosi le unghie in modo frenetico. Molti riguardano i messaggi dei social, altri i brand che disdicono la collaborazione, altri ancora giornalisti fastidiosi che richiedono un'intervista. Uno di loro possiede addirittura una foto di lei e Charles sul monte dei Cappuccini. Resta immobile a fissarla, a pensare a che meravigliosa giornata abbia trascorso prima che il mondo le crollasse addosso, ma anche al monegasco. Non vuole rovinargli la vita, figuriamoci la carriera, eppure sente che oramai è troppo tardi per rimediare, che in un modo o nell'altro lo tirerà giù a fondo con lei ed è per questo che vorrebbe che lui la odiasse, ma a quanto pare non è quello che lui vuole.

Tra loro non ci potrà mai essere alcun tipo di rapporto, neanche amicizia, perché anche se un giorno il mondo dovesse dimenticarsi di questa brutta storia, cosa che probabilmente accadrà nel giro di qualche mese, Charles non potrebbe mai gestire i momenti come questi. Quelli in cui Eva vorrebbe non esistere, dormire per sempre, lasciare il mondo fuori. Tutta la sua instabilità mentale.

D'improvviso dei colpi alla porta la fanno sobbalzare. Per un millesimo di secondo si illude che possa essere Charles e invece è la voce di Clara che le chiede di aprire. La sua migliore amica è sempre stata pronta ad esserci in questi momenti ed Eva vorrebbe esserle infinitamente grata, ma tutto ciò che riesce a provare è rabbia. Se le persone l'abbandonassero, per lei sarebbe più facile piangersi addosso e invece ora si sente solo una stupida. Stupida per aver dato vita a tutto questo quattro anni fa, stupida per continuare ad allontanare le persone che la amano incondizionatamente e per dar loro solo preoccupazioni inutili e stupida per non riuscire a controllare niente. Assolutamente niente. Lei che vorrebbe avere tutto sotto controllo. Una volta era così, era quasi un'ossessione, poi qualcosa è cambiato.

«Ho capito che non mi aprirai né ora né tra due giorni e non serve neanche dire che ti darò un abbraccio non appena ne avrai bisogno, ma sappi che là fuori nessuno ha il diritto di giudicare la tua vita. Nessuno. Escine a testa alta come solo tu sai fare e chiamami quando lo vorrai.»

Clara è l'unica che si comporta diversamente quando Eva ha le sue crisi. Lei non la compatisce, la rimprovera. spesso le dà quello scossone di cui ha bisogno per rialzarsi. Ma ora non è ancora pronta. É vero che le persone non hanno nessun diritto di giudicare la sua vita, ma questo non impedisce loro di farlo. Solo che questa volta non riguarda solo lei, ma tutti quelli che le stanno attorno.

Eva sospira, si avvicina alla porta fredda e vi poggia una mano sola, sa che la sua amica è ancora lì dietro. Vorrebbe ringraziarla, ma le riesce ancora troppo difficile. Dopo pochi secondi sente i passi della bionda che si fanno sempre più lontani. Clara non ci ha rinunciato, ha semplicemente la pazienza per aspettarla.

Presa da un turbinio di emozioni negative, che non riesce minimamente a controllare, si getta sul letto sfatto, incasinato come la situazione che sta vivendo, portandosi le gambe strette al petto e gettandovi pesantemente la testa sopra. Si lascia andare ad un pianto disperato, che non risolverà le cose, né tantomeno il suo stato d'animo, ma forse la stordirà abbastanza per poter continuare a dormire e lasciare il mondo fuori.

Eppure non è così. Le lacrime non la liberano, non le tolgono alcun peso e contribuiscono solo ad aumentare il mal di testa. L'unico modo che conosce per mettere in pausa tutto il resto è la sua solita scorciatoia, la prima cosa che l'ha gettata nella spirale di dipendenza dalla quale sembrava essere uscita due mesi fa. É una boccetta scura, che contiene il sonnifero che ha dato inizio a tutto questo. Eva la osserva per un po', senza pensare a niente di concreto, con lo sguardo perso. E poi d'improvviso con uno scatto veloce si allunga verso il medicinale e se lo riversa in bocca, perdendo il conto di quante gocce abbia assunto.

Dopo pochi minuti si raggomitola tra le coperte, chiude gli occhi e tutto diventa di nuovo nero.







A duecentocinquanta chilometri di distanza Charles esce a prendere una boccata d'aria fresca sul suo balcone, dopo l'ennesimo tentativo di chiamata.
Quando è atterrato a Nizza, Daniel gli ha subito girato l'articolo in cui si parlava del passato di Eva, era persino più preoccupato di quanto lo sia lui adesso. L'australiano è fatto così, si affeziona subito alle persone ed ha un infallibile istinto che gli rivela se esse sono brave o no. Ed Eva non può che rientrare nella prima categoria.

Sono tre giorni che Charles prova ininterrottamente a contattarla, con una chiamata, un messaggio, con i social. Un po' si sente stupido, oppressivo, esagerato, ma d'altra parte non vuole demordere, sente che lei ha bisogno di non essere abbandonata.

È sera tardi e Monaco si tinge di scuro, accendendosi della magia che deriva dalle lucine dei palazzi e dei locali, Charles non saprebbe proprio dire qual è la parte del giorno in cui preferisce la sua città.

La porta alle sue spalle si spalanca lentamente, cigolando leggermente. Da essa sbuca suo fratello Arthur, con la sua chioma chiara e la sua espressione sbarazzina. Eppure l'unico sorriso che riesce a mettere su è uno mezzo storto, segno che è preoccupato per lui.

«Fammi provare un'ultima volta» Charles si volta verso il minore dei Leclerc con aria quasi implorante.

Vorrebbe che Eva rispondesse, ma in realtà sa anche lui che non lo farà. E dopo neanche uno squillo, grazie alla segreteria telefonica, ne ha la conferma.
Aggancia la chiamata, spostando il suo peso sulle braccia poggiate alla balaustra del balcone. Guarda in basso per non affrontare lo sguardo di Arthur da te l'avevo detto.

«È spento.» ammette in fine, accettando la sconfitta non di buon grado.

«Lasciala in pace, è la cosa migliore da fare.» risponde suo fratello, buttandogli un colpetto consolatorio sulla spalla.

Eppure Charles sembra non essere convinto, è tentato di prendere il primo volo e tornare indietro. Ma Eva in questo momento potrebbe essere una mina vagante e accettare un rifiuto telefonico è più facile che accettarne uno dal vivo.

«Lo so che tutti pensate che non sia cosa per me, ma io voglio restarle accanto.» afferma Charles, fissando un punto non definito nel vuoto.

«Perché ci tieni così tanto a lei? La conosci da troppo poco tempo per inseguirla così disperatamente.» protesta il biondo.
Lui arriccia il naso e scuote la testa.

«Arthur, quando l'ho conosciuta ho notato da subito i suoi occhi spenti, aveva l'aria scontrosa di chi vuole solo difendersi. È persa, vive un costante conflitto interiore, ha bisogno di qualcuno che le faccia amare di nuovo la vita.» cerca di spiegarsi il maggiore.

Charles ripensa a quella mattina di Marzo, all'adrenalina delle settimane che precedono l'inizio della stagione. Faceva freschetto, ma c'era un sole accecante. Quel muretto a strapiombo sul mare, in realtà, lo conosce da quando ha iniziato ad allenarsi seriamente, da allora deve aver corso per tutta Monaco. Solitamente ci va davvero presto, quando è sicuro di non trovare nessuno, spesso con l'alba che deve ancora sorgere. Quel mattino è stato proprio suo fratello a fargli perdere tempo. Dovevano correre insieme, ma Arthur non si era sentito particolarmente bene e così Charles si è potuto riservare il privilegio di tenere per sé gli occhi di Eva. La sua aria scontrosa lo ha davvero incuriosito e da allora lei è un punto fisso nella sua testa, qualunque sia il suo ruolo nella sua vita. Ha sempre pensato che lei avesse tanto nascosto dentro di sé e ne ha avuto la conferma nella loro breve giornata a Torino. Eva era spaventata, nonostante avesse l'aria più spensierata del solito e Charles ha capito subito che doveva trattarsi di qualcosa inerente al suo passato.

«E perché dovresti essere proprio tu quel qualcuno?» lo prende quasi in giro Arthur.

«Perché voglio essere io, perché quella mattina ho sentito una strana connessione tra noi. Non so dove mi porterà Eva, ma so che voglio scoprirlo.» ribatte Charles con una forte intensità sia nello sguardo che nella voce.

La verità è che, sin dal giorno in cui l'ha vista di nuovo in Australia, ha capito che lei non sarebbe stata una ragazza facile da decifrare, ma si è sentito vivo quasi come quando sale in macchina. E questo ha scatenato in lui la voglia di andare fino in fondo a qualsiasi cosa possa essere quello che c'è tra loro.

«Secondo me ti farai solo male, le ragazze così non portano mai a niente di buono.» risponde Arthur con una smorfia perplessa.

Charles ride di gusto, colpendo suo fratello con un pugno scherzoso sulla spalla.

«Ma sentilo! Ma da quando ti intendi di ragazze?» lo schernisce.

Arthur ricambia il sorriso, ma scuote la testa, mantenendo un minimo di serietà. Senza rispondere si avvia verso l'interno, ma prima di entrare si volta di nuovo, con un'espressione amara.

«Fa' come vuoi Charles, ma ti prego stai attento. Hai faticato troppo per farti rovinare da stupidi gossip che ruotano intorno ad una ragazza.» esordisce prima di sparire di nuovo dietro la portafinestra.

Il pilota Ferrari ritorna serio, riportando lo sguardo sull'orizzonte e ripensando alle parole di suo fratello. Arthur ha ragione, ma lui è troppo determinato per arrendersi ed è fortemente convinto che quella mattina di marzo lui ed Eva non si siano incontrati per caso.
Così decide di lasciarle un ultimo messaggio. Apre la chat di Instagram e senza pensare troppo scrive ciò che gli passa per la mente.

Non sono spaventato dal tuo passato, almeno non quanto lo sei tu. Quando vuoi chiamami.

Blocca nuovamente lo schermo, infila il cellulare nella tasca dei jeans e rientra, nell'attesa che Eva si senta pronta a parlargli di nuovo.
Eppure dentro di sé sa perfettamente che lei non lo farà ed è forse per questo che, non appena l'aria calda della casa lo avvolge, cambia il suo biglietto di ritorno da Maranello per la settimana prossima. E la destinazione, nonostante la paura di un rifiuto, non può che essere Torino.

⭐️⭐️⭐️

Dovrei prendermi un capitolo per commentare questo capitolo. Anyway proverò ad essere breve e concisa.

Questa volta è stato difficilissimo scrivere. Non perché sia particolarmente complesso, né pieno zeppo di eventi, semplicemente perché ci ho dovuto mettere tutta l'emotività del mondo e spero sia arrivata, anche se fa un po' soffrire.

Se siete arrivate a sopportarmi fin qui davvero non mi resta che dire grazie, anche se in un certo senso siamo solo all'inizio.

Mi fermo qui perché potrei scrivere parole a vuoto per ore.

Ci vediamo nel prossimo capitolo⭐️

Continue lendo

Você também vai gostar

153K 7.3K 47
Il 3 è un numero che mi perseguita. Ce l'ho tatuato sul braccio da prima che tutto iniziasse. Lo vedo ovunque, ci rincorriamo a vicenda. 3 è il nume...
7.9K 689 9
«Mi ha aiutato a scappare dal mio matrimonio.»
18.1K 614 18
Arianna non ne sa nulla di macchine, ma farebbe di tutto pur di far felice la sua migliore amica, anche accompagnarla a vedere una gara di F1. E se u...
2K 102 6
[IN ARRIVO] Andrea ha cresciuto sua figlia da sola dopo che il suo compagno l'ha lasciata quando ha scoperto che lei era incinta. Andrea e Noah, sua...