Presente ~ i Portavoce

Bởi Artemide12

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Irvan e Mirta hanno scelto di unirsi ai Cacciatori, e ora, insieme a loro, dovranno impegnarsi per impedire a... Xem Thêm

Introduzione
2- Il museo (parte prima)
2- Il museo (parte seconda)
3- Villa Luna (parte prima)
3- Villa Luna (parte seconda)
4- Vampiro
5- occultatori (parte prima)
5- occultatori (parte seconda)
6- la Prigione degli Specchi
7- Tre figli del Tempo
8- la Custode dei Segreti
❤USCITOOOO
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Challenge - 13 cose su di me

1- preparativi

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Bởi Artemide12

Stringe forte la mano della sorella.

Raramente si è sentito così agitato, ma vedere i Cacciatori allenarsi mette i brividi.

L'intero ultimo piano di Kalia è adibito a palestra e armeria.

In questo momento si trova vicino alle postazioni di tiro. Alcuni si esercitano con vari tipi di armi da fuoco, altri sfruttano i loro poteri per colpire il bersaglio.

L'uomo più vicino fa levitare una decina di coltelli affilati, poi li scaglia con una forza impressionante. Tutto questo senza neanche sfiorarli.

Irina e Marvin hanno passato gran parte della mattinata ad esercitarsi con le armi, ma con quelle sono sempre stati dei maestri. Il problema, al momento, sono i loro poteri.

–Io ancora non capisco.– ammette Mirta –Perché non riescono ad usarli?–

Miranda è ferma davanti a loro, gli occhi fissi sui figli. Indossa una canottiera e dei pantaloni che dovrebbero essere attillati, ma che le stanno larghi per quanto è magra. Si trattiene dallo sbuffare e sposta lo sguardo su di loro, ma il resto del corpo non si muove di un millimetro.

–Non è così semplice.– spiega spazientita, ma ormai non ci fanno più caso, lei è sempre spazientita –I loro corpi sono rimasti inattivi per troppo tempo e questa è una cosa che neanche le vostrecapacità possono cambiare. La fonte della nostra energia è la nostra anima. Il corpo deve adattarsi agli sforzi a cui è sottoposto.–

Mirta rivolge al fratello un'occhiata confusa. Lei non ha ancora capito.

Lui non può esserle di grande aiuto.

Miranda non è affatto chiara nelle sue spiegazioni.

Sbuffa. –In teoria la tua anima potrebbe apprendere le Arti di tutti gli Elementi contemporaneamente, ma il tuo corpo no, perché ogni Arte richiede un adattamento. Per esempio, se sei del Fuoco ogni tua cellula deve imparare a sdoppiarsi e poi riunirsi, se sei dell'Acqua, invece, devono essere in grado di modificarsi in pochi istanti, devono essere capaci di cambiare composizione. E le cellule del nostro corpo non possono fare entrambe queste due cose perché dovrebbero attingere a fonti di energia diverse.–

–Okay...– la interrompe Mirta, dandosi qualche secondo per elaborare le informazioni –Quindi se provassi ad apprendere Arti di altri Elementi che succederebbe?–

–Se ci andassi leggera ti limiteresti a non riuscirci. Se ti sforzarsi tanto da riuscirci moriresti molto presto.–

Irvan deglutisce. –E questo cosa c'entra con Irina e Marvin?–

–Anima e corpo si devono necessariamente adattare l'una all'altro. E loro sono stati per troppo tempo dentro di voi che siete di Elementi diversi. Devono solo ritrovare il giusto equilibrio.–

Irina avvicina le mani e accumula energia tra di esse. L'aria si comincia ad agitare, forse nel tentativo di accendere una luce, ma poi lei si tira indietro ansimando.

–Dannazione!– grida e sferra un calcio al vuoto. –Non riesco a creare neanche una maledettissima palla di luce!–

Irvan le si avvicina. Si ricorda di come glielo ha insegnato Dafne. Lui ci era riuscito al primo colpo, a differenza degli altri compagni.

Crea una sfera di luce sul palmo della propria mano, poi la fa levitare. Controllarla è straordinariamente semplice, come muovere le dita di una mano.

La fa avvicinare ad Irina.

–Prova a controllare la mia, dovrebbe essere più facile.–

La ragazza dagli occhi dorati fissa la luce che le vortica a pochi centimetri dal viso, alza una mano, poi la riabbassa.

–No, con le tue non funzionerebbe.–

La guarda sorpreso. –E perché mai?–

–Perché tu crei la luce come farebbe un illuminatore, non un allievo della Vita.–

Alza un sopracciglio. Non ha mai sentito una cosa del genere.

–Che differenza c'è?–

–Il risultato è lo stesso, ma il principio no.–

–Spiegami.– la incita.

–Le tue luci sono come una qualsiasi parte di te. Le controlli così come controlleresti un braccio o una gamba. E quando scompaiono la loro energia ritorna a te. I comuni allievi si limitano ad emanare energia e concentrarla. Per noi è esattamente come tirare un sasso, per te come allungare una mano.–

Dafne non aveva mai detto nulla del genere, ma deve ammettere che quello che ha detto Irina è sensato.

Annuisce.

Un gruppo di ragazzi entra schiamazzando. Si volta a guardarli.

Sono tutti piuttosto giovani. C'è persino quello che sembra un bambino di sette anni, ma che ha uno sguardo stranamente sveglio.

Individua Lucy in mezzo al gruppo. La affianca un ragazzo altissimo che dimostra poco meno una ventina d'anni. Ha i capelli di un biondo così intenso da potersi definire arancione dritti sulla testa a formare una cresta piuttosto alta e gli occhi di un blu impressionante.

Sono un gruppo così assortito che Irvan si chiede come possano andare d'accordo.

Fanno così tanto chiasso che sembrano in molti, mentre in realtà sono meno di dieci. Attraversano la sala per arrivare all'armeria, poi le loro voci acute si disperdono.

–Venite qui voi due.– la voce di Miranda lo distrae.

Porge a lui e Mirta delle pistole.

–Stai scherzando? Perché mai dovremmo sparare a qualcuno?– esclama Mirta.

–Per difesa personale.–

–Da chi? Non siamo noi Cacciatori quelli che gli altri dovrebbero temere?–

–Ci temono proprio perché noi siamo armati e loro no.–

Irvan prende la sua pistola senza protestare.

Guarda Marvin.

Ricorda la sua eccitazione ogni volta che si parlava di armi e ne sente un'eco, ma tutto ciò che prova è la sensazione del metallo freddo contro la pelle e del peso nella mano.

Si lascia condurre davanti ad una piattaforma di tiro.

–Quello è il bersaglio.– si limita a dire Miranda.

–Tutto qui?– sbotta –Niente consigli su come si tiene in mano una pistola o come si prende la mira o...–

–Quello è il bersaglio.– risponde Miranda con la sua calma gelida e sfidandolo con lo sguardo a dire qualcos'altro.

Sospira.

Impugna la pistola con entrambe le mani cercando di tenerla il più lontano possibile da sé. Lancia un'occhiata fugace a Mirta che si sta mettendo in posizione con molta più sicurezza di lui.

Forse per orgoglio, forse per gelosia, non vuole che sia lei a sparare per prima.

Guarda avanti e preme il grilletto.

Un dolore sordo gli si irradia per tutta la mano destra.

Ha preso male la pistola.

Usa la propria energia per guarire in anticipo il livido che sicuramente si sarebbe formato.

Guarda verso il bersaglio, ma non vede dove sia finito il proiettile.

Sente tre colpi in sequenza e volta la testa.

Mirta abbassa la sua pistola e aguzza la vista.

Uno dei tre colpi ha colpito il bersaglio, anche se per poco.

Scuote leggermente la testa e riprova. Questa volta non si fa male alle mani, ma manca ugualmente il bersaglio.

Mentre si mette in posizione per la terza volta sente una stretta debole ma salda sulle braccia.

Miranda mette le proprie mani intorno a quelle di Irvan, sulla pistola.

–Guarda dritto davanti a te e mira con l'occhio sinistro.–

–E perché mai?–

–Perché la traiettoria del proiettile viene sempre deviata leggermente verso destra.–

Obbedisce, anche se non del tutto convinto.

Preme il grilletto quando sente le dita della donna esercitare una leggera pressione sulle sue.

Il primo colpo va a vuoto, ma il secondo finalmente colpisce il bersaglio.

Le labbra gli si stendono in un sorriso esultante e sente Miranda dargli una leggera pacca sulla spalla mentre lo lascia andare.

Un suono soffocato lo distrae.

Volta la testa verso destra.

Lo sguardo di Lucy va da lui alla madre e viceversa, sul volto un'espressione ferita. L'attimo dopo la vede stringere i pugni, voltarsi e andarsene.

Si esercita a sparare per tutta la mezz'ora successiva, ma i risultati sono così scarsi da non potersi definire tali.

–Permetti?– la voce di Marvin gli arriva mentre il ragazzo gli prende la pistola dalle mani.

La punta verso il bersaglio e spara tutti i proiettili rimasti che si affollano nel centro.

–Era un secolo che non lo facevo!–

–Veramente hai passato la mattinata a sparare.–

–Sì, be', diciamo che ho perso la cognizione del tempo.–

Irvan scuote la testa divertito.

–Dai, non si impara a sparare in un solo giorno!–

–È l'ora del corpo a corpo.– annuncia Irina, alle spalle del fratello cominciando ad incamminarsi verso quelli che sembrano dei ring.

–Io le chiamo "risse organizzate".– scherza Marvin.

–Chi comincia?– chiede Irina.

–Noi!– ribatte subito il fratello afferrando Irvan per un braccio e correndo verso uno dei ring.

–Stai scherzando? L'unica volta che ho preso a pugni qualcuno è stato nell'Esagono!–

–E, per essere precisi, sono stato io a darle ad Astrid.–

Entrambi si irrigidiscono un momento nel sentire quel nome.

–Intanto pensa a schivare i colpi.–

–È una parola!– replica cominciando ad indietreggiare.

–Insomma Irvan, sei o non sei un illuminatore?–

Ha solo il tempo di sollevare un sopracciglio, poi vede Marvin correre verso di lui. Sguscia di lato appena in tempo, o quasi. La spalla comincia subito a lamentarsi. La guarisce all'istante. Marvin continua ad attaccare. Irvan fa di tutto per scansarsi, ma non sempre ci riesce del tutto. Grazie ai suoi poteri di guaritore, almeno, nessun colpo lo ferma per più di qualche secondo.

–Dai Irvan, puoi fare meglio di così!–

Si concede un istante per guardare Mirta che si sta scontrando con Irina nel ring accanto.

Un colpo alle gambe gli fa perdere l'equilibrio.

–Mai distrarsi.–

Irvan si rimette in piedi con uno scatto rapidissimo.

Marvin si avvicina di nuovo.

Ma è come vederlo al rallentatore, perché può essere molto più veloce di lui. È un Illuminatore infondo, può muoversi alla velocità della luce.

L'istante dopo si è spostato alle spalle di Marvin.

Ogni volta che si trovano di nuovo faccia a faccia Irvan riesce a sfuggirgli. Ora che ha capito come fare, schivare i colpi è diventato incredibilmente facile.

Espande la sua energia, incontra quella di Marvin.

Ora può leggergli nel pensiero e prevedere le sue mosse.

–Vedi che quando vuoi puoi essere bravino!–

Bravino?– ripete spostandosi di lato –È tutto quello che ti viene in mente?–

–Non darti troppe arie lucciola!–

–Lucciola?–

Si guarda.

Il suo corpo ha cominciato a risplendere. E proprio in questo momento di distrazione Marvin lo colpisce alle gambe facendogli perdere l'equilibrio.

Si ritrova a terra.

Rotola di lato. Con la coda dell'occhio vede Marvin venirgli addosso. Fa per scansarsi con la sua solita velocità, ma, prima di quanto ritenesse possibile, si trova bloccato a terra.

–Arrenditi Irvan.–

–Arrenditi tu!–

Sfruttando il peso di entrambi ribalta la situazione, poi si rialza con un movimento fulmineo.

Marvin lo segue, e il loro diventa uno scontro ad alta velocità che cattura l'attenzione di tutti i presenti. I loro occhi, però, sono troppo lenti per cogliere i movimenti e tutto ciò che vedono sono lampi di luce in movimento o brevi immagini dei ragazzi immobili uno difronte all'altro.

Irvan resta fermo mentre riprende fiato, ma non stacca gli occhi da quelli di Marvin. Nell'oro brillante delle sue iridi vede, oltre all'euforia, una confusione che non si aspettava. Ma è solo un attimo, poi il figlio del Tempo sorride di nuovo e torna alla carica.

–Oh, adesso basta voi due.– li interrompe giocosamente Irina salendo sul ring.

–Sempre a rovinare il divertimento tu!– sbotta il fratello.

Irvan mima un "grazie" con le labbra.

–Voi non avete fame?– interviene intanto Mirta affiancando Irina.

–mmm...–

Mentre scendono dal ring, Irvan si guarda intorno.

Individua Lucy che sta combattendo con il ragazzo dai capelli arancioni.

Per qualche istante rimane a guardare, in parte affascinato, in parte turbato.

C'è qualcosa di animalesco nei loro sguardi fissi e nel movimenti fluidi e sgraziati allo stesso tempo.

È uno spettacolo così particolare che per qualche istante ne rimane ipnotizzato.

Seguono schemi di combattimento rudimentali, dove i colpi si basano sul numero e non sulla precisione e la loro efficacia sulla forza e non sul metodo. Muovendosi cercano solo il punto migliore da cui attaccare, non l'equilibrio e la stabilità. I colpi ricevuti vengono respinti, mai schivati e i riflessi incredibilmente pronti non sono adeguatamente sfruttati.

È come guardare due predatori contendersi una preda, per un attimo c'è solo il combattimento, non più il premio.

Non si fermano neanche un attimo per riprendere fiato, vorrebbe dire offrire all'avversario la possibilità di sferrare un buon colpo.

Continuano ad attaccarsi senza sosta. È impressionante.

–Irvan? Ti sei incantato?– la voce di Mirta lo riporta alla realtà.

Si volta e li segue al piano di sotto e poi nella mensa.

I lunghi tavoli una volta disposti in file ordinate sono ora sparpagliati per la stanza.

Puntano ad uno da quattro vuoto in un angolo, ma prima che possano arrivarci Miranda li adocchia da lontano e fa loro segno di raggiungerla. Si ritrovano seduti al tavolo più lungo, difronte a Scarlet, la vampira, e Miranda stessa.

–Cleo ci ha contattati poco fa,– li informa quest'ultima –sta venendo qui con sua madre.–

–Alya non dovrebbe allontanarsi così spesso da Victoria.– si limita a commentare Marvin con una scrollata di spalle.

–A Victoria dovrebbero essere abituati a non trovare una donna che può rendersi invisibile.– gli risponde Jordan, il Portavoce dei Draghi, dall'altro estremo del tavolo.

Accanto a lui Nick, il drago rosso, abbozza una risata.

Irvan si accorge che Mirta non stacca gli occhi da Scarlet.

Cosa c'è?

Mi sembra troppo insensato, Irvan. Ho visto i suoi ricordi. I Cacciatori sono piombati in casa sua all'improvviso, l'hanno rapita e hanno fatto esperimenti su di lei, è morta proprio durante uno di essi e i vampiri conservano le emozioni umane, hanno solo quelle, come può essere una Cacciatrice?–

Magari era caduta nel nostro stesso errore e credeva che loro fossero i cattivi mentre non è così semplice.

Ma è poi un errore?–

Avverte la confusione della sorella come se fosse sua e la sente andare ad alimentare i propri dubbi.

Non pensarci Mirta, non ora almeno.

E quando? Quando sarà tutto finito, quando sarà troppo tardi per non avere che rimpianti? Voglio essere sicura di quello che scelgo, Irvan, tu no?–

Io... al momento mi limito alla salvaguardia personale e al pensiero che in questo momento saremmo già morti se fossimo rimasti con le Custodi.

Mirta sospira e interrompe il contatto mentale. Un po' gli dà fastidio, come sempre, perché non dovrebbe esserne capace, ma si limita a sospirare.

–CE L'HO!– una voce squillante ed euforica sovrasta tutte le altre e le mette a tacere.

Irvan si volta e vede Alya, in versione trentenne, attraversare la mensa a grandi falcate seguita da Cleo. Ha capito che la Custode dell'Aria cambia età a seconda dell'umore.

Miranda si alza in piedi, gli occhi neri che brillano, ma rimane in silenzio.

–Ce l'ho.– ripete Alya andando verso la sorella e cominciando a sventolare un mucchio di fogli che stringe con la mano.

Finalmente arrivata al tavolo li depone con fin troppo slancio.

Miranda fa per afferrarli, ma la sorella la precede.

–Guarda. Centri di collocamento, spartizione del pianeta! Progetti su progetti... per un impero!–

–Io ancora non capisco perché tu non stai dalla loro parte.– le interrompe intanto Mirta.

–Io non sono mai stata a favore neanche della costruzione della scuola. L'apprendimento delle Arti deve essere possibile solo ai ragazzi più dotati, non a tutti quelli che vi capitano per caso! Se il nostro viene chiamato Mondo Nascosto c'è un motivo. Le creature sono parecchie, ma, anche se messe tutte insieme, non arrivano alla metà del numero di umani. Più volte nella storia abbiamo provato a far conoscere loro la verità ed è sempre finita male.–

–La caccia alle streghe.– le fa eco Miranda, ma senza interromperla.

–Le Arti non saranno mai alla portata di tutti. Persino ora nella scuola, sono centinaia i ragazzi che non sono realmente capaci di fare nulla. Possiamo essere potenti, ma saremo sempre e comunque in minoranza. Se ci riveliamo agli umani tenteranno di sopraffarci. E non potremo mai difenderci adeguatamente considerate le faide che ci sono all'interno dello stesso Mondo Nascosto: creature contro altre, mezzosangue in conflitto tra di loro, allievi contro allievi. Senza contare lo sfruttamento delle Custodi nei loro confronti.–

–Ma...– tenta di protestare Mirta.

–Non hai visto le Ombre o i Segugi al servizio di Marta?– guarda Irvan –E le Luci e i fantasmi da Dafne? Ormai non ci sono più stormi liberi di fenici perché Vicky le ha addomesticate tutte.– fa una pausa –Io non sono contraria alle loro idee, ma ai loro metodi.–

–E allora spiegaci,– interviene Marvin –cosa intendi fare di preciso?–

Alya si ricompone. Improvvisamente è invecchiata. Ora dimostra quasi cinquant'anni.

–Questo è quello che ho in mente: le Custodi vogliono creare un loro regno sul pianeta? Bene, lo faremo, ma dobbiamo sfruttare l'occasione per stabilire delle condizioni. Condizioni che siano vantaggiose per tutti.–

–Quali?– insiste Marvin.

Irvan scambia un'occhiata veloce con Irina.

"Ascoltare in silenzio e poi giungere ad una conclusione logica" è questo che ha insegnato loro Dafne, e sono cose che non si cancellano.

–Noi non possiamo decidere per tutte le creature, umani compresi, che cosa è meglio per loro.– continua ad obiettare il figlio del Tempo.

–Non ho mai avuto intenzione di fare una cosa del genere, Marvin. Sono venuta a conoscenza di questi piani solo oggi: Dafne ci ha riunite per discuterne e data la minaccia che rappresentate ci ha proposto di anticipare i "nostri" progetti. Nell'idea originale era un lavoro che avrebbe richiesto anni e anni, lei vuole velocizzare la cosa con... una "terapia d'urto".–

–Vuole... mostrasi?– chiede Miranda stupita.

Alya annuisce. –Non so ancora come, ma sta organizzando qualcosa per rivelare a tutto il mondo la nostra esistenza.–

–E noi cosa dovremmo fare?– Marvin si sta rigirando nervosamente la forchetta tra le mani.

–Riunire tutti i Portavoce Mezzosangue e dei rappresentantiper ogni specie di creatura e andare da lei, parlare chiaramente e stipulare una sorta di accordi che dovremo rispettare.–

Per un po' tutti restano in silenzio.

Quello che dice Alya è perfettamente sensato.

–Loro, però,– osserva Irvan –sono comunque più potenti di noi, come fai a sapere che non si rifiuteranno di ascoltarci?–

–È per questo che dobbiamo avere tutto l'aiuto possibile e che gli accordi devono essere vantaggiosi per tutti.–

Di nuovo cala il silenzio e Irvan si ricorda che si trovano proprio al centro della mensa.

Si guarda intorno.

Sono tutti voltati verso il loro tavolo. Studia le loro espressioni. Sono determinati, perché sanno di combattere per una giusta causa, ma allo stesso tempo sono insicuri, perché è chiaro che convincere le Custodi o addirittura mettersi contro di loro sarà tutt'altro che facile. Si sentono dei bisbigli e dei mormorii incomprensibili, ma il silenzio è ancora il carattere dominante della sala.

A romperlo è Irina, con voce controllata e allo stesso tempo carica di emozioni forti.

–Io ci sto.– annuncia solo, lasciando poi che le sue parole si facciano strada nell'animo degli altri.

Irvan annuisce –Anche io.–

–Anch'io.–

–E anch'io.–

Guarda Mirta. È stata l'ultima a parlare e dal suo tono capisce che è la più insicura di tutti i presenti, quella che ancora non è convinta.

Si guarda di nuovo intorno.

E con un misto di gioia e timore si rende conto di quanta influenza possano avere loro quattro su tutti gli altri. Non c'è da stupirsi che Miranda abbia voluto la loro collaborazione.

Le voci si fanno sempre più forti, fino a trasformarsi in chiare dichiarazioni di assenso.

Le uniche a rimanere in silenzio sono Miranda, Alya e Cleo.

Donne.

Al comando dei Cacciatori ci sono tre donne.

Tutte e sei le Custodi sono donne.

Lo trova profondamente ingiusto.

Un pensiero, quello del Tempo, fa capolino tra gli altri, ma per qualche motivo lo ignora e si lascia coinvolgere dall'atmosfera che lo circonda.

Jordan si alza in piedi facendo segno agli altri di tacere.

–In quando Portavoce dei Draghi, posso già ufficializzare la partecipazione della mia specie!–

Uno scroscio di applausi, poi, così lontano che Irvan lo vede solo quando è ormai salito su un tavolo, il ragazzo dai capelli arancioni e gli occhi blu grida a propria volta:

–Come Portavoce, posso dire che lo stesso vale per noi demoni!–

Dal suo tavolo si alzano urla stridule di acclamazione.

–Incivili– borbotta Miranda seccata –utili, ma incivili.–

La confusione sta rapidamente degenerando e Irvan sospetta che non sia tutta colpa dei demoni.

Alya si alza in piedi.

–Jordan, Blake, venite qui. Voi altri potete continuare a pranzare o tornare ai vostri lavori.–

Il ragazzo dai capelli arancioni, Blake, si siede tra Jordan e Irina.

–Tavolo dei capi?–

–Non darti troppe arie,– lo ammonisce Cleo, ma in tono giocoso –sei stato eletto Portavoce per sorteggio, non per elezione.–

–Certo! Ognuno votava per se stesso.–

Alya aspetta qualche istante, scrutando il viso di ognuno di loro. Quando tutti tacciono riprende a parlare.

–Non so il giorno preciso in cui hanno intenzione di agire, ma da quanto ho capito sarà verso la fine di ottobre perciò abbiamo due mesi per radunare tutti quelli di cui abbiamo bisogno. Per non perdere tempo dobbiamo avere una tabella di marcia.–

–Giusto.– concorda Irina. –Dobbiamo cominciare dai mezzosangue, loro penseranno poi alle rispettive creature: i licantropi ai segugi, gli illuminatori alle Luci e così via.–

Irvan riesce a recuperare un foglio bianco e una penna.

–Da chi cominciano?–

–Abbiamo sei mezzosangue, io direi di mettere per ultime le sirene d'acqua dolce.–

–Non credevo fossero mezzosangue.–

–Be', a dirla tutta non lo sono, lo diventano quelli che affogano nelle acque dolci appunto, ma visto che possono uscire dall'acqua e avere la forma di un vampiro vengono considerate a metà tra questi e le sirene d'acqua salata. Li chiamano incantatori, o incantatrici ovviamente.–

Irvan scrive incantatori al punto 6 della sua lista.

–Credo sia meglio iniziare dai licantropi.– propone Mirta –Visto che quasi tutti i segugi lavorano con le Custodi avranno bisogno di più tempo per rintracciarne di liberi.–

–Giusto, allora per secondi gli occultatori.– interviene Miranda.

–Restano solo gli Illuminatori.–

1- licantropi

2- occultatori

3- illuminatori

4-

5-

6- incantatori

–Quattro e cinque?–

–Siamo noi: draghi e demoni.– risponde Jordan.

–Ah, già.–

–Come facciamo a trovare e portarci dietro una fenice?– osserva Mirta –E come facciamo a sapere che cosa troveranno vantaggioso dall'accordo?–

–Ottima osservazione.– ribatte Jordan –Vale anche per i segugi, a meno che non sia la notte del plenilunio, ma in quel caso ci giocheremmo i licantropi. Comunque, a loro possiamo pensare noi mezzosangue.–

–Bene,– conclude Alya –siamo d'accordo. Ora devo tornare a Victoria.–

–Io invece mi chiedevo,– interviene Mirta guardando Cleo –non si può organizzare un Raduno Mezzosangue e riunire in una sola volta tutti i Portavoce? Infondo abbiamo interrotto l'ultimo, potreste...–

–Proprio perché l'avete interrotto una volta non hanno intenzione di organizzarne un altro a breve. Dopo l'arrivo dei Cacciatori, poi, non lo considerano più un luogo sicuro.–

Mirta grugnisce.

Alya annuisce, una sola volta, poi si allontana.

–Chi è il primo mezzosangue da rintracciare?– domanda Mirta.

–Licantropi.– risponde subito Irvan.

–E dove si trovano?–

Allarga le braccia per dire che non ne ha idea.

–Ne sono rimasti così pochi.– commenta Mirta.

–So di soli tre branchi rimanenti.– afferma Cleo –Uno si è ormai aggregato alle Custodi per avere protezione dopo essere rimasti addirittura senza un alfa. Il secondo è troppo lontano e comunque la scelta migliore è quello che si trova non lontano da qui, a cui appartiene anche Ivan, il portavoce dei licantropi.–

–Ho un'altra domanda.– li interrompe Mirta. –Ogni mezzosangue rintraccerà la sua creatura corrispondente, ma che mi dite di fantasmi e vampiri? I primi sono piuttosto solitari e invisibili, i secondi piuttosto introvabili.–

–Per i vampiri non c'è Scarlet?– chiede svogliatamente Blake. È seduto a cavalcioni sulla sedia, il mento appoggiato allo schienale e l'espressione incredibilmente annoiata.

–Non accetteranno mai una vampira mutata dai Cacciatori.– taglia corto Cleo –Non la considerano nemmeno po' una vampira. Comunque basterà un altro qualunque.–

–Mica tanto!– esclama Jordan –Ce ne vuole uno civile e con la testa sulle spalle. Uno con cui si possa parlare e che non sia scontroso e cupo come la maggior parte di loro.–

–Stai parlando di Lisandro.– dichiara Irvan –Be', forse un po' cupo lo è, ma per il resto è a posto.–

–Lisandro?– ripete Scarlet, della cui presenta si era dimenticato.

–Sì, è un nome strano.–

–Bene, e dov'è?– chiede Jordan.

Scambia un rapido sguardo con la sorella.

–Non ne abbiamo idea.–

–Fantastico.– borbotta Blake ad occhi chiusi.

–Puoi anche andartene se vuoi.– ringhia Jordan.

–Grande!–

Il ragazzo balza in piedi entusiasta e si allontana.

–Per i fantasmi?–

–Anche in quel caso, visto che non hanno un Portavoce né niente del genere, ne basta uno qualsiasi. Li troveremo Mirta, non preoccuparti.– la rassicura Irina.

Al pranzo seguono altri incessanti allenamenti e, prima del previsto, è già sera inoltrata.

Irvan, Mirta, Irina e Marvin condividono la stessa camera, senza un motivo apparente, ma con il consenso di tutti e quattro.

Sono tutti così stanchi che i progetti di Marvin di vedere qualche film interessante vanno in fumo appena si stendono sul letto.

Irvan si sveglia nel cuore della notte.

Il silenzio, a differenza del buio, sembra innaturale per Kalia.

Dopo essersi rigirato più volte nel letto si alza senza fare rumore e arriva alla vetrata. Nel cielo ci sono più stelle di quante ne abbia mai viste. È uno spettacolo incredibile a cui non crede di poter riuscire a farci mai l'abitudine.

Si volta.

Lo sguardo gli cade su Mirta. Tiene gli occhi aperti fissi sul soffitto.

Prova a creare un contatto mentale.

Si sente respinto e lascia perdere.

Irina si è infilata nel letto di Marvin e ora dormono scalciandosi a vicenda, ma senza mai allontanarsi.

Attraversa la stanza a grandi falcate ed esce in corridoio.

Senza pensarci sale al piano di sopra, quello adibito a palestra.

Questo è ancora più silenzioso, per quanto possibile. Vorrebbe sospirare, ma si trattiene, come se emettere un suono potesse spezzare definitivamente la quiete.

Per qualche motivo rimane sulle scale, dove la poca luce esterna non può arrivare.

Solo dopo diversi minuti, quando le sue orecchie si sono abituate tanto al silenzio apparente da poter distinguere suoni più sottili, sente qualcosa provenire dalla stanza accanto.

Si muove con cautela.

Qualcuno sta prendendo a pugni in modo scomposto il sacco da boxe.

Non capisce chi è e deve avvicinarsi.

Lei però lo sente arrivare, si ferma e si volta.

–Irvan!– esclama con voce bassa e acuta allo stesso tempo –Che ci fai qui?–

–Che ci fai tu qui, Lucy?–

–Mi alleno.– risponde evasiva facendo un cenno verso il sacco.

Rimangono a fissarsi a lungo, così a lungo che il silenzio diventa imbarazzante.

Irvan si chiede cosa fare. Andarsene e lasciarla fare? O farle notare che la sua tecnica nel prendere a pugni è a dir poco scadente?

–Be' ...io– cominciano entrambi.

Cala di nuovo il silenzio.

Irvan si volta e fa per andarsene, forse è il caso di tornare a dormire visto quanto sono stancanti le giornate con i Cacciatori.

–Puoi restare.– si affretta a precisare Lucy –Se vuoi.– aggiunge poi.

Si rigira e va a mettersi con le spalle al muro.

Lucy torna al suo sacco, ma è chiaro che ora che non è solo non ha alcuna voglia di continuare.

–Dovresti chiedere a tua madre di insegnarti a combattere decentemente. Lei ha tutta l'aria di essere un'esperta in materia.–

Lucy sferra un pugno rabbioso, ma decisamente male assestato.

–No grazie.– soffia a denti stretti.

–Dico sul serio, potrebbe darti un paio di dritte utili.–

I colpi di Lucy sembrano quelli di un bambino. Ce la mette tutta, ma non ottiene nessun risultato.

Irvan si porta alle sue spalle e le afferra i pugni.

–Così finirai solo per farti male.– dice. Le guarda le mani, sulle nocche c'è qualche livido. Sfrutta il contatto per inviarle la propria energia e curarla. –Lo hai già fatto. Non sarai autolesionista?–

–No!– esclama lei tentando di divincolarsi. –Sto solo imparando. E anche tu, siamo allo stesso livello.–

–Io almeno ho tenuto testa a Marvin, anche se lui non ha dato certo il meglio di sé. Da come combattevate tu e Blake non sembravate al nostro stesso livello.–

Finalmente Lucy si ferma.

Scioglie i pugni e Irvan la lascia andare.

Lei si volta a guardarlo.

Sospira pesantemente.

–Non siamo un bello spettacolo, eh?–

–È qualcosa di... strano.–

Lucy distoglie lo sguardo, poi si incammina lentamente fin fuori dalla stanza, lungo il corridoio. Irvan la segue senza esitare, come se lei lo avesse invitato a farlo.

Arrivano al centro del terzo piano dove Lucy entra in una stanza circolare che ha sia il soffitto che il pavimento di vetro spesso.

Irvan guarda in basso.

Si trovano proprio sopra Gabriel, l'angelo che ha separato l'anima di Marvin dal suo corpo.

Lucy, invece, sta guardando in alto, verso le stelle.

–Blake è migliore di quanto sembri. Quando eravamo piccoli mi portava qui e scherzavamo sulle costellazioni. Ne immaginavamo di nuove.–

–Non ha l'aria di uno che conosce le costellazioni.–

–Ha l'aria di un demone.– lo corregge Lucy.

–Ah..– fa Irvan, che ancora non ha molto chiara la situazione dei demoni e degli angeli.

Lucy si siede a terra e lo invita con lo sguardo a fare altrettanto.

Lui getta uno sguardo in basso, ad un Gabriel ovviamente immobile.

–Passi molto tempo con i demoni.–

–Certo!– risponde lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo –E tu passi molto tempo con Mirta, Irina e Marvin.–

–Non è la stessa cosa!– ribatte lui –Mirta è mia sorella e con Irina e Marvin... ne abbiamo passate di tutti i colori e poi siamo amici,–

–Irvan...–

–questo non vuol dire che passiamo il tempo con tutti i figli del Tempo che incontriamo. Be', non è che ne abbiamo incontrati molti, ma...–

–Irvan?–

–Sì?–

–Volevo solo dire che è normale che io trascorra tempo con i demoni.–

–E io intendevo dire che non puoi generalizzare e parlare di tutti i demoni.–

–No, non...–

Nessuno dei due sa bene che dire.

Lo sguardo di Lucy esprime confusione, poi sorpresa, comprensione e infine divertimento.

–Credo che ti sia sfuggito qualcosa.– afferma infine.

–Cosa?–

–Anche io sono un demone.–


__________

spazio mee

sono ufficialmente tornata!

Ho finalmente corretto come si deve questo capitolo ed eccolo qui, nonostante continui a sembrarmi corto. Sarò matta?

La risposta è sì, si capisce.

Spero che vi sia piaciuto e... che mi dite di Lucy? xD

Artemide

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