Non Farmi Male

De psych0patich

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Dove Harry maltratta Louis, ma Louis lo ama lo stesso. Grazie @LaTuaOmbra003 per la copertina. È una ff gay e... Mai multe

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Ringraziamenti

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De psych0patich

"Louis passa l'aspirapolvere."

"Louis spolvera i quadri."

"Louis, pulisci le finestre."

Basta, per la miseria.
Harry era diventato una sorta di collonnello/casalinga mancato e comandava Louis a bacchetta.

Una parola. Natale.

Natale equivale a parenti.

E parenti equivale a pulizie.

Louis si buttò suo divano stremato da tutte quelle pulizie ed iniziò a pensare all'ultimo mese passato col padre.

Esattamente un mese fa, Diana era partita dopo aver trascorso alcune settimane a casa nostra.

Esattamente un mese fa Louis ed Harry si erano baciati per la prima volta,sì, per la prima volta, perchè per Harry le labbra di Louis erano diventate una sorta di droga potentissima e le aveva assaggiate molte altre volte.

Non avevano ancora messo bene in chiaro il loro rapporto, ma stavano bene insieme, ed ogni volta che Louis aveva qualche dubbio sulla correttezza delle loro azioni, Harry lo abbracciava stretto giurandogli che non c'era niente di scorretto fra di loro.

Harry fremeva dalla voglia di toccarlo, di stringere quei fianchi così delicati, voleva graffiare quel culo perfetto che lo aveva lasciato con un erezione parecchie volte, voleva farlo suo, suo e solo suo.

Era quasi mezzoggiorno e tra un po' sarebbero arrivati i genitori di Harry, sua sorella ed  forse anche altri cugini.

Louis era figlio unico.
Figlio di chi? Non lo sapeva.
E non voleva saperlo.

Sua madre era un pezzo di carta, un biglietto.

"Si chiama Louis, rendetelo felice come io non sarei riuscita a fare."

Il campanello suonò.
Louis andò ad aprire sotto ordine del padre e si ritrovò davanti i suoi nonni, Anne e Robin.

Anne era la nonna che tutti i bambini avrebbero voluto, era dolce e comprensiva, ma cucinava davvero troppo e troppo bene.

Robin invece, non sapeva cucinare, ma adorava lo sport e Louis da piccolo, nel periodo di conoscenza con la famiglia, aveva visto decine e decine di partite di calcio e si era divertito un mondo, soprattutto quando la squadra del nonno perdeva e lui si arrabbiava con i giocatori.

"Ciao Louis, non ci vediamo da tanto tempo, come sei cresciuto, mi sei mancato così tanto." Disse la donna mentre strangolava tra le sue braccia il nipote.

"Mi sei mancata tanto anche tu nonna."

"Ciao nipote."

"Ciao nonno." I due si salutarono con una semplice stretta di mano.

Dalla porta sbucò Gemma, la sorella di Harry, era più grande di suo padre, ma era un po' più bassa, aveva gli occhi vivaci e i capelli biondo chiaro.

"Stavo parcheggiando la macchina, ciao Louis." Lo strinse affettuosamente a sè.

"Ciao zia."

Gemma lo guardò male.

"Ciao Gemma."

"Molto meglio." Sorrise la donna.

Harry scese dalle scale e non appena vide i suoi genitori, corse tra le loro braccia e dopo i vari saluti e una tirata di capelli da parte di Gemma, si accomodarono in salotto.

Dopo un po' il campanello suonò e Louis andò ad aprire la porta con una certa perplessità.

Oltre quel composto di legno, c'era un uomo alto, con i capelli bianchi e gli occhi scuri. Neri.

Occhi già conosciuti, gli occhi di quell' uomo erano freddi e distaccati, invece gli occhi che vagavano per la mente di Louis erano più dolci ed amorevoli.

L'uomo appena lo vide sorrise, era un sorriso sincero, lo osservò e quasi con possessione, lo strinse forte a sè, Louis un po' titubante ricambiò l'abbraccio e sussurrò al suo orecchio:"Ciao nonno."

E sì, quell'uomo era Peter Holmes.
Padre di sua madre.

Harry era stato sorpreso dalla visita di Peter, l'ultima volta che lo vide fu al funerale di sua figlia, ma questo era normale per Peter, è sempre stato un uomo freddo come il ghiaccio, ma sapeva sciogliersi soltanto con le persone a cui voleva bene.

"Cosa fate qui tutti impalati, forza, tutti a tavola gente." Urlò Anne dalla cucina, quella donna era una vera e propria forza della natura.

Il pranzo fu lunghissimo e Louis si era stancato persino di masticare, ma per fortuna Harry era un ottimo cuoco.

Il pomeriggiò passò velocemente.

C'era chi guardava le vecchie foto di Harry solo per prenderlo in giro.

C'era chi discuteva sull'ultima partita di calcio alla tv.

E c'era chi, come Harry e Louis, si stava coccolando in cucina.

Era partito tutto con un:"Papà, ti aiuto a pulire." E poi Louis si era ritrovato col sedere sul ripiano della cucina, con le gambe a stringere possessivamente quelle di Harry e con la lingua infilata nella sua bocca.

Harry poteva sentire l'erezione del liscio premere sulla sua gamba, e ne andava fiero, il suo piccolo era così eccitato e ansimante, solo per lui.

"Prendetevi una stanza." Sbucò Gemna dal salotto, con tutto il resto della famiglia dietro, tutti erano a conoscenza della loro storia, anche Peter, erano riusciti a rintracciarlo grazie al numero che aveva esclusivamente sua figlia e gli avevano raccontato i vari cambiamenti subiti.

Perchè non invitarlo a pranzare da noi il giorno di Natale? Vi starete chiedendo.

Semplice. Peter odia il caos e viene solo se lo desidera e se si sente a suo agio.

"Simpatica sorellina." Rispose il riccio facendole la linguaccia.

Quella sera, come da tradizione, i presenti scartarono i propri regali, chi commentava le sciarpe ricevute,chi come Gemma era contentissima per la nuova trousse di trucchi ricevuta, chi come Anne ringraziava suo marito per averle regalato un anello meraviglioso con un bacio,c'era chi come Peter, non si aspettava di ricevere niente perchè l'amore ricevuto era già sufficiente e c'era chi come Louis, attendeva il suo regalo da parte di Harry pazientemente.

Harry gli aveva detto che glielo avrebbe dato dopo che tutti se ne fossero andati.

Era eccitatissimo, per il riccio aveva optato per un anello bellissimo,con una frase incisa al suo interno.

All the love L.

Sperava gli piacesse.

Ci sperava davvero tanto.

Erano le 11, era tardi, così Anne, Robin e Gemma lasciarono la casa di Harry dopo essersi sorbiti tutte le raccomandazioni di quest'ultimo.

Peter se ne era andato un po' più tardi.

Harry tese la mano a Louis e insieme salirono le scale per arrivare in camera da letto.
Harry lo spinse sul letto e lo guardò con lussuria e sotto quello sguardo Louis si sentì come nudo, era in soggezione e quegli occhi così mistici non miglioravano la situazione.

Harry si tolse i pantaloni e la maglia e fece lo stesso a Louis, non seppe per quanto tempo restò lì a fissare inebetito il corpicino del più piccolo.

Era così caldo e morbido e alla vista dei suoi fianchi Harry non resistette e lo assaggiò, lambì un punto indeterminato di quel corpo, lo leccò forte ed alternò le leccate a dei dolci morsi e le sue orecchie furono invase dai gemiti di Louis.

Harry si spostò e prese tra i denti un capezzolo del liscio, lo lecco e con le mani, tolse i boxer e liberò l'erezione pulsante del liscio.

"Sei così ansimante ed eccitato, solo per me."

Louis a quelle parole gemette forte.

"Fa qualcosa, muoviti." Disse allo stremo.

Harry lo guardò e prese la sua erezione fra le mani e iniziò a muovere le dita, all'inzio piano, poi, sentendo i gemiti del liscio mosse la mano più velocemente, facendo raggiungere l'apice del piacere a Louis.

Vennero insieme, uno tra le dita dell'altro e l'altro nei suoi boxer.

"Non mi dirai che questo era il regalo."

"No, molto meglio."

Harry scese dal letto ed andò nel suo ufficio per prendere dei fogli.

"Cosa sono?"

"Ci ho messo un po' di tempo, ma alla fine ci sono riuscito."

"A fare cosa? Non capisco." Domandò confuso Louis.

"Non sei più mio figlio, potremmo stare finalmete insieme anche alla luce del sole, amore mio."

"Davvero? Oddio Harry, sono così felice." Dopo aver pronunciato quellw parole lo strinse forte a se.

"Anche io ho un regalo per te."

Louis aprì il cassetto del suo comodino ed estrasse un cofanetto nero.

"Aprilo."

Harry lo aprì e vide un bellissimo anello d'argento.

Spalancò la bocca e:"Grazie mille Louis, è bellissimo."

"All the love L." Continuò poi.

"Credo sia stato il Natale migliore della mia vita." Disse Harry e a quella frase, Louis non potè fare a meno che sorridere.

Si tennero stretti.

Stretti.

Quasi a scaldarsi.

Abbracciati.

Respiravano all'unisono.

Erano una cosa sola.

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