Oggi, domani, sempre

By itsonlyforme

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Oggi, domani, sempre e in ogni universo i Simuel. Raccolta di OS More

Telefonami tra vent'anni
L'alienante vita di un pendolare senza immaginazione (finché non ti conobbi)
9 maggio

Bon Ton

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By itsonlyforme

«Oh, eccolo!»

Manuel viene accolto dal suo gruppo di amici mentre, con un sorriso sornione e soddisfatto, si fa strada all'interno del bar dove lo stanno aspettando a fare la colazione di rito post serata.

«Manuè, com'è annata?» domanda Matteo, malizioso, alzando le sopracciglia in modo buffo.

«Eh, com'è annata...» fa Manuel misterioso, mentre si accomoda sull'unica sedia lasciata libera «discreta, dai. Ma ha del potenziale».

L'unica ragazza presente al tavolo, Chicca, butta giù l'ultimo sorso del suo cappuccino di soia e mette su una smorfia schifata. «La dovete pianta' de parla' delle vostre scopate 'n presenza mia».

«Oh, Chì, non fa' la puritana» la rimbecca Manuel.

«Anche perché proprio puritana non sei...» aggiunge Matteo, allusivo «ieri sera co' quella rossa c'hai dato dentro pure te».

Chicca alza gli occhi al cielo, poi liquida i suoi due amici con un gesto della mano. «Io però non ve racconto i dettagli delle scopate mie».

«E meno male!».

«Vabbè, comunque ieri sera so' l'unico ad essere rimasto a bocca asciutta» borbotta Matteo, imbronciato «non è mica giusto».

Manuel gli dà una pacca sulla spalla, forte abbastanza da far gemere Matteo di dolore, prima di prenderlo in giro: «La vita è ingiusta, fraté».

Matteo sbuffa, procedendo poi a riempirsi la bocca del cornetto al cioccolato che si è ordinato, per tappare il buco - la voragine, più propriamente - che gli si è aperta nello stomaco dopo ore passate a dimenarsi come un pazzo in pista e a trincare qualsiasi forma di alcolico.

Poi, anche se nessuno gliel'ha chiesto, Manuel sciorina il racconto della sua conquista, cominciando dal momento in cui l'ha abbordata al bancone del locale nel quale i tre stavano trascorrendo la serata, alle moine che le ha fatto per abbindolarla, al modo in cui lei sia ceduta all'istante e l'abbia condotto a casa sua per una scopata, a detta di Manuel, breve ma intensa.

«... e poi m'ha lasciato pure er numero» conclude soddisfatto.

«E te hai intenzione de chiamalla?» chiede Chicca curiosa, un sopracciglio alzato.

Manuel fa spallucce. «È 'n po' scema, ve devo di' la verità. Non la richiamerei de certo per 'na dissertazione filosofica» - Manuel è uno studente di filosofia, comunque - «ma 'n altro giro me lo faccio volentieri».

«Ah, è stupida?» domanda Chicca, delusa dai pessimi gusti in fatto di ragazze (e, in caso di Manuel, pure di ragazzi) che i due migliori amici paiono avere.

«Eh» si limita a dire Manuel, rassegnato.

«Te sfido a scrivelle» lo provoca Matteo, con tono pungente «tutte le cose più sconce del tuo repertorio, fratè. Vediamo se te cade comunque ai piedi».

«Non è 'na roba 'n po' sessista?» domanda Chicca dubbiosa, aggrottando la fronte.

«Bah» borbotta Manuel «la testa vuota si ha indifferentemente dal sesso».

Chicca sembra pensarci su, poi annuisce. «In effetti...» parlotta tra sé e sé. «Beh, poi dicce se ce casca».

Manuel, sicuro di sé stesso, accoglie la sfida: «Me sottovalutate. Stasera verrà a casa mia, io v'o dico».

***

È ormai domenica sera quando Manuel si infila a letto con indosso il suo pigiama, il cellulare in mano e un biglietto di carta tutto stropicciato nell'altra. Sopra albergano dieci cifre scarabocchiate con una penna glitter rosa, il cui inchiostro si è sbavato in più punti. Come firma, solo una S puntata. Il che può essere un problema, considerato il fatto che Manuel non ricorda assolutamente come si chiami: Simona, Susanna, Stefania? Sì, forse Stefania...

Manuel si salva il cellulare in rubrica e poi apre l'app di messaggistica, andando dritto dritto su quella S. di cui non ricorda nulla se non il corpo sinuoso, i capelli corti biondi ossigenati, la voce squillante e fastidiosa (ma, in fondo, non la sta mica contattando per parlare, no?).

Ciao, so' Manuel

Non faccio altro che pensa' alla notte scorsa

È un falso, ché per lui la notte precedente aveva a stento raggiunto la sufficienza. Ma comunque. Cosa non si fa per un caffè - premio messo in palio per la scommessa.

Io e te in quer letto abbiamo fatto scintille

Me sento 'n po' solo in 'sto letto stasera... che, non vieni a farme compagnia?

In contemporanea, dall'altra parte di Roma si sta tenendo un pigiama party. Un ragazzo è impegnato a darsi una mano di smalto nero sulle unghie fresche di manicure, una ragazza sta intrecciando i lunghi capelli castani di un'altra che si è auto proclamata addetta alla musica, che si occupa di scegliere dallo smartphone che ha tra le dita.

«Ahi, Lau, fai piano» si lamenta la ragazza seduta a terra a gambe, quando l'altra accomodata sul letto nel pettinarle i lunghi capelli incontra un nodo e lo forza per scioglierlo.

«Scusa, Lulu» si scusa lei in risposta.

Il ragazzo, appollaiato sulla sedia della scrivania con le mani aperte sulla superficie del tavolo per far asciugare lo smalto, le guarda divertito dal modo tutto loro, complice, che hanno di battibeccare.

«La piantate?» le rimbecca.

«Oh, Simo, non rompe' il cazzo» lo rimprovera una «fatte tira' te i capelli da 'sta sadica, poi ne riparliamo».

Laura fa apposta a tirare una ciocca di capelli con forza. «Non ti lamentare» le impone «e, piuttosto, cambia canzone che questa è una lagna».

Luna sbuffa ma esegue. «Simo, me ricordi il pin?» domanda all'amico, l'unico che ha Spotify a pagamento e può permettersi di selezionare le canzoni che vuole.

«3003» le risponde esasperato, come uno che ripete sempre le stesse cose, una cantilena.

Luna comincia a curiosare tra le playlist che Simone ha creato con fare concentrato, lo si nota dalla ruga al centro della fronte, tra le sopracciglia. D'improvviso, prima ancora di aver scelto una nuova canzone, la sua espressione muta. Si riempie di sorpresa, curiosità... eccitazione?

Scoppia a ridere, incredula.

«Simo?» lo chiama, per porgergli indietro il cellulare «Mi sa che qualcuno te sta' a cerca'».

Simone recupera il cellulare confuso, non capendo a cosa Luna possa starsi riferendo. Non ha segreti nel suo telefono, nessuno scheletro nell'armadio da rivelare né contatto da nascondere. Non gli scrive nessuno se non l'operatore telefonico, sua madre per dargli la buonanotte da Glasgow e il gruppo dell'università. La chat che però Luna ha aperto e per la quale, giustamente, ha riso a crepelle è con un numero sconosciuto che gli scrive cose... particolari. Piccanti?

«Chi cazzo è questo?!» sbotta sgomento.

La risata di Luna si fa più sguaiata e ad essa si aggiunge quella di Laura, che ha intravisto qualche messaggio prima che il telefono finisse nelle mani di Simone.

«Oh, ma guarda che fregno che è!» è la risposta che gli offre Luna, esortandolo a guardare la foto profilo. In effetti è proprio un bel ragazzo, con quei capelli ricci castani, gli occhi del medesimo colore, le labbra piene, l'orecchino... Dio, è esattamente il tipo di Simone.

«Beh, bono è bono» si lascia scappare Simone, prendendosi del tempo per zoomare sulla foto pixelata che gli viene offerta. Poi però si riprende e torna serio: «Ma chi è?».

«Se non lo sai tu» scherza Luna «che ci hai passato la notte».

«Non è affatto vero!» esclama Simone, scattando in piedi. Le raggiunge ai piedi del letto e si siede a gambe incrociate di fronte a Luna, accigliato.

«Perché, non sei il tipo?» lo provoca Laura, con un sopracciglio inarcato.

«Non è quello il punto» la liquida Simone, che sa di essere (o meglio, di essere diventato, da quando l'università è cominciata ed è andato a vivere da solo) esattamente il tipo che potrebbe andare con uno a caso durante una serata. Il punto è che non lo ha fatto, diamine. Se lo ricorderebbe uno come quel Manuel, giusto?

Simone si concentra a leggere i messaggi della chat che continuano a sopraggiungere a raffica, uno dopo l'altro, con un cipiglio in volto. «Sarà anche un bono da paura, ma è un rozzo» si lamenta, poi gira il telefono «guardate!».

«Vabbè, Simo, avrà sbagliato numero» propone Laura.

«Sicuro. Ora lo blocco».

«No!» si oppone Luna «Daje, Simo, godite 'n po' 'sto divertimento gratuito».

«E cosa dovrei fare, Luna, stare al gioco?» chiede Simone ironico, alzando gli occhi al cielo.

«Boh, rispondigli» Luna fa spallucce.

Simone soffia una risata divertita. «E cosa dovrei dirgli?».

Luna si drizza con la schiena, proprio come se avesse qualcosa di solenne da dire, e alza una mano col dito indice sollevato. Laura la fissa dall'alto, con occhio divertito. «La prima opzione è quella di rispondere a tono».

«Cioè dovrei farci sexting?» domanda Simone scioccato, strabuzzando gli occhi. «Ma che cazzo. Magari è un maniaco. Non se ne parla».

Luna sbuffa annoiata. Procede ad alzare il medio, per indicare la seconda opzione. «Oppure lo provochi e lo insulti».

«Terza opzione: lo segnalo e lo blocco».

«Daje, Simo, ce meritiamo 'n po' de divertimento in 'sta serata de merda».

Simone fissa le sue amiche, prima una e poi l'altra, soppesando i pro e i contro delle varie proposte. Gli ingranaggi del suo cervello ruotano in attesa di venir investiti da un colpo di fulmine, una genialata che risolva tutti i suoi dubbi e gli presenti su un piatto d'argento la soluzione ai suoi crucci. Non arriva, dunque...

«Va bene» si arrende, incurvando le spalle come piegato dal peso delle aspettative trepidanti delle amiche «che gli rispondo?».

«Non so» risponde dubbiosa Laura «sii creativo».

Simone recupera il cellulare, apre la chat e scorre tra i messaggi che gli sono stati inviati a raffica senza ottenere risposta. Apre la tastiera per picchiettare qualcosa, poi però la richiude e domanda: «Secondo voi vede la mia foto profilo?».

«Gesù, Simone, rispondi e basta!».

«Vabbè, però magari è un etero omofobo e si prende male ad aver detto 'ste porcate a un ragazzo gay...».

«Nel caso sarebbero problemi suoi» sentenzia brutalmente seria Laura.

«Io comunque salvo il numero in rubrica» borbotta tra sé e sé «così vede chi sono e magari smette da solo».

Salva il numero sotto il nome di Manuel Maniaco e poi torna sulla chat, dove una foto ad una sola riproduzione è appena stata inviata.

«Dio» invoca Simone, esasperato «quanto ci scommettete che mi ha mandato una foto del cazzo?».

«Questo Manuel è un po' un cretino, se permetti».

«Più che cretino è uno sprovveduto» aggiunge Laura.

«Vabbè, ma 'sta foto la apriamo o no?».

«Se è una cosa che mi genererà traumi, pagherete la parcella della mia psicologa...» si lamenta Simone.

«Sì, sì, tutto quello che vuoi» lo liquida Luna, insistendo per fargli aprire quella foto.

Non è una foto del cazzo.

È ancora meglio, a detta di Simone, che ora può confermare al cento per cento che quel Manuel è il suo prototipo di ragazzo ideale. Lo schermo mostra un ragazzo a petto nudo, un fisico asciutto e scolpito, sul quale si arrampicano una serie di tatuaggi fino al collo. Accattata al collo, una mascella spigolosa e pronunciata - probabilmente, e Simone non può fare a meno di ridacchiare al pensiero, ha digrignato i denti apposta per tendere la mascella ancor di più.

Simone rimane qualche secondo a bocca aperta, sbalordito dalla bellezza peccaminosa e proibita di quel Manuel. Lo sguardo poi gli cade sulla didascalia della fotografia e lì... gli cade anche Manuel, per Dio.

So' pronto a letto per te... te aspetto... emoji del fuocherello.

«Sembra uno di quei bot che rispondono ai post su Instagram» commenta Simone «gli servirebbe un corso di buone maniere, per la miseria».

E così gli risponde.

Non lo sai che non si mandano messaggi sconci a degli sconosciuti? La mamma non te l'ha insegnato?

E parla in italiano, che questo romanaccio così stretto non lo capisco manco io che sono di Roma

Ti servirebbe un corso di bon ton

Nel frattempo, Manuel ha abbandonato il cellulare sul comodino ed è andato in bagno a lavarsi i denti. Passa lo spazzolino sui suoi incisivi con soddisfazione, contento di come abbia ad hoc interpretato il personaggio che quella S. sicuramente voleva che fosse. Secondo i suoi calcoli, in un'oretta massimo lo raggiungerà. E a quel punto Manuel sarà lì, pronto ad accoglierla, con l'alito che saprà di menta e tra le narici già l'aroma del caffè della vittoria.

Torna in camera subito dopo, si rinfila a letto e recupera il cellulare, dove sono giunte della nuove notifiche.

Letti quei tre messaggi, non può fare a meno che sentire il sangue gelarsi nelle vene. Il cuore salta un battito, si inceppa, prima di cominciare a pompare con violenza. Brividi di freddo, di terrore, gli percorrono l'epidermide nuda fino alla vita. Nella testa un solo pensiero...

«Perché tutte a me, porca puttana!».

Ecco.

Scorre insù tra i vecchi messaggi per capire se qualcuno di essi può essere passabile per una denuncia per molestie. Ed è solo mentre rilegge la vecchia chat che viene attratto dalla foto profilo, che prima d'allora non aveva avuto l'onore di vedere.

Oh.

La foto in bianco e nero di un ragazzo stupendo, meraviglioso, divino con dei ricci scuri, occhi altrettanto profondi, un sorriso bianchissimo. Sta fumando, una sigaretta tra le dita inanellate e il fumo che fuoriesce da quelle labbra perfette. Nella bio - perché sì, se uno stalkera lo deve fare bene - lampeggia una bandiera lgbt.

«Serata svoltata?» si domanda.

Si concentra sulle sue risposte. Finisce per trascorrere interi minuti a leggerle, rileggerle, analizzarle in tutte le loro possibili interpretazioni.

È incazzato? È solo uno snob di merda che non sa parlare come mangia? O lo sta provocando?

Manuel ha fatto tante scelte sbagliate durante le sue serate brave. Tra di esse, probabilmente quella che sta per fare svetterà all'istante prima in classifica.

Non me serve un cazzo

O meglio... me servi te, se te va

«Oh cazzo, mi ha risposto!».

Luna gli ruba il telefono dalle mani, avida di risposte, e scoppia a ridere incredula di fronte a quel tentativo palese di approccio. «Ti sta proponendo una scopata».

«Okay, ora lo blocco» sancisce Simone deciso, riprendendo possesso del suo cellulare.

«Ci sputi sopra così?» replica Luna delusa, con un broncio in viso.

«Non sarebbe molto diverso da quando esci coi tuoi Tinder Date...» aggiunge Laura, con tono innocente, e Luna si accoda con un «lui almeno è 'n fregno da paura!».

Simone ha imparato nel corso degli anni a fare tante cose for the plot, giusto per il gusto di dare brio alla sua noiosa vita universitaria. Che questo Manuel gli stia offrendo l'occasione per spuntare un'altra voce alla sua lista?

Sulla sua faccia si fa strada un ghigno malizioso, quello di chi ha palesemente ceduto ai suoi istinti primordiali e ai suoi pensieri intrusivi.

Anche se sei un rozzo e avresti bisogno di un corso di buone maniere... mi va.

***

Os un po' silly, non prendetela troppo sul serio (e voi bloccate e denunciate i maniaci, mi raccomando!!!). Non so scrivere cose spinte, non sono il mio genere, ma spero apprezziate questo tentativo misero. Ispirata a un prompt su Twitter che DonaSo78 mi ha chiesto (ops, costretto) a scrivere.
Spero sia di vostro gradimento <3

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