Da nessuno al mio Tutto || Ba...

بواسطة KatakuBakugou

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(T/N) (T/C) è una ragazza riservata, con alle spalle un'infanzia dura e ricca di brutti ricordi. Ha pochi ami... المزيد

Introduzione
Capitolo 1: Il mio passato
Capitolo 2: Todoroki Shouto (Il mio passato)
Capitolo 3: Todoroki Shouto (Il mio passato) pt.2
Oddioooo😍😍😍
Capitolo 4: La U.A. (il Presente)
È UNA PRESA PER I FONDELLI?!
Capitolo 5: Prima Prova
AVVISO
Capitolo 6: Nuove Sfide
Capitolo 7: Villains
Capitolo 8: Programmi
Capitolo 9: Ritrovamenti e Nuove Sensazioni
Capitolo 10: Allenamenti
Capitolo 11: Allenamenti pt.2
Capitolo 12: Il Festival Sportivo - Prima Prova
Capitolo 13: Il Festival Sportivo - Seconda Prova
Capitolo 14: Il Festival Sportivo - Terza Prova
Capitolo 15: Il Festival Sportivo - Terza Prova pt.2
Capitolo 16: A Casa Bakugou
Capitolo 17: A Casa Bakugou pt.2
Capitolo 18: Il Nome da Hero
Capitolo 19: Lo Stermina-eroi
Capitolo 20: Dichiarazione
Capitolo 21: Gli Esami Finali
Capitolo 22: Shopping!
Capitolo 23: Al Mare
Capitolo 24: Wild Wild Pussycats
Capitolo 25: Pericolo
Capitolo 26: Rapimento
Capitolo 27: Salvataggio
Capitolo 28: Salvataggio pt.2
Capitolo 29: Salvataggio pt.3
Capitolo 30: Ti Amo
Capitolo 31: Dormitori
Capitolo 32: La Licenza Provvisoria
AVVISO IMPORTANTE
Capitolo 33: I Big Three
Capitolo 34: Il Tirocinio
Capitolo 35: Incontro
Capitolo 36: Eroi vs Bambini
Capitolo 37: Il Festival Della Cultura
Capitolo 38: I'm So Sorry...
Capitolo 39: Confusione
Capitolo 40: Ti Amo...e Scusami
Epilogo
RINGRAZIAMENTI
AVVISO (eh eh)
Speciale 2: Quirk
Speciale 3: Primo Amore
COPYRIGHT!!
ANCORA RINGRAZIAMENTI

Speciale 1: Primi Passi

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بواسطة KatakuBakugou

Il tempo fuori non era dei migliori. Dal giorno prima il cielo non faceva altro che piangere e le strade di tutto il Giappone si erano allagate. Era stata indetta l'allerta meteo in tutto il Paese e il timore più fondato in tutti i cittadini era la possibilità di frane e smottamenti che, dalle montagne, potessero giungere fino a valle e devastare le città più piccole e di campagna. Per non parlare dei piccoli e grandi fiumi straripati.

Uscire di casa era praticamente impossibile. O si possedeva una macchina o non si poteva uscire. Gli stessi mezzi di trasporto pubblici avevano sospeso le corse fino a data da determinarsi.

(T/n) guardò fuori dalla finestra di casa sua, osservando le goccioline che correvano veloci e fuori. La pioggia non le dispiaceva troppo e, per tal ragione, si era appostata lì con una sedia.

Era oramai pomeriggio inoltrato e la donna attendeva il ritorno del marito. In quei giorni non doveva solo prestare il solito soccorso in città come erano soliti fare prima della sua gravidanza, ma doveva essere anche reperibile nel caso fosse stato necessario aiuto nelle regioni vicine. Tutto ciò non gli piaceva molto, ma lo stesso valeva per lei. Aveva voglia di poter trascorrere del tempo con il compagno e sperava di poter prendersi una piccola pausa dal suo curarsi dei figli.

Voltò la testa dalla finestra fino a posare il suo sguardo sui due bambini stesi a dormire nei lettini.

Erano passati nove mesi dal parto, ma lei sentiva come se fosse passato molto più tempo. Tutto il suo corpo erano attanagliano dalla stanchezza tutte le ore, il sonno notturno era diventato qualcosa di inesistente (non poteva mandare nemmeno il marito dal momento che il mattino lavorava) e lei ne risentiva molto. Era qualcosa di palese e ben visibile. Ma lo avrebbe rifatto.

Sorrise nel vedere come i due gemelli stessero dormendo beatamente nella stessa esatta posizione, con una gamba piegata e una tesa e le braccia piegate verso l'alto, a incorniciare i due volti paffutelli.

Lei era ancora in maternità, ma quando avrebbero compiuto un anno e mezzo, sarebbe ritornata in carreggiata. Intanto tutto ciò che poteva fare era restare in forma, per quanto la cartilagine dell'addome potesse permettere. Di tanto in tanto si portava i piccoli nella piccola palestra della loro casa e faceva esercizi mentre li controllava. Altre volte, invece, faceva uno squillo a Mitsuki.

Lei e Masaru si divertivano un sacco a coccolare i due piccoli fagottini ed erano sempre disposti ad aiutarla. Aizawa, al contrario, era ancora un insegnante e un Pro Hero e, di conseguenza, poche volte poteva trascorrere un del tempo con i nipoti. Ma quando accadeva, si illuminava.

(T/n) si prese tra le mani la pancia e la osservò, sospirando sconsolata. Tante volte si guardava allo specchio e notava quella pancetta da post gravidanza. Non le piaceva affatto, ma tutte le volte che Bakugou la trovava specchiarsi nella loro camera, la abbracciava e le diceva che era bellissima. Per lui, infatti, lei non aveva mai smesso di essere bella, nemmeno con tutte quelle occhiaie, borse e con la pelle flaccida. Lei era e sarebbe sempre stata la più bella per lui. E non lo pensava solo perché era la madre dei suoi figli. Era la sua donna e anche la persona che amava dal profondo del suo cuore. Ma, nonostante gli anni, non era cambiato di una virgola.

I 'ti amo' erano presenti, ma lui non si sarebbe mai sognato di dirle cose così dolci, proprio come il giorno del matrimonio. Prediligeva i gesti e i momenti per loro due soli per poterle dimostrare questo grande amore.

La Hero dei quattro elementi, ancora a contemplare l'esterno, si era persa in pensieri e ricordi lontani. Si rammentava perfettamente degli anni del liceo, dal primo al terzo, e ringraziava sempre tutte le divinità della sua religione per ciò successo, per la piega che la sua vita aveva preso e per tutte le belle persone che ne facevano parte.

I suoi genitori erano ancora in carcere e ci sarebbero rimasti per molti anni. Era andata una volta a vederli per dire loro dei piccoli, ma nel momento in cui si era resa conto che non voleva che loro sapessero di avere dei nipoti (quasi come ripicca per ciò da lei passato), se ne tornò indietro e si richiuse in camera a sfogare la sua frustrazione attraverso dei pianti. I due piccoli la guardavano e, quando le sorrisero, si sentì già meglio. Anche senza quei due criminali di cui era figlia, la sua vita sarebbe stata perfetta. Anzi, sarebbe stata ancor più perfetta di prima.

Un lampo si fece spazio nel cielo e fu subito seguito da un potente tuono. I due bambini, ambedue addormentati, si svegliarono di colpo, ma solo uno dei due iniziò a piangere, ossia Akio.

In velocità (T/n) si alzò dalla sedia e si avvicinò al piccolo lettino. Prese in braccio il figlio mentre la bambina si stropicciava gli occhietti assonnati con le manine piccole e osservava la madre.

Fece posare al piccolo la testa contro la sua spalla e iniziò ad accarezzarlo mentre gli canticchiava una melodia non ben definita che lo fece calmare.

Lo allontanò un po' da sé e, con le dita, rimosse le piccole lacrime ancora appostate sulle sue guance paffutelle. Lo guardò e gli sorrise, sperando di infondergli un minimo in più di coraggio e serenità. Ma i suoi piani furono mandati in fumo dall'ennesimo forte rumore esterno. Il piccolo riprese con il suo pianto disperato mentre la bambina si poneva in piedi con le mani sul bordo del lettino e fissava il genitore, muovendo le gambe su e giù di tanto in tanto.

Costei decise di prendere in braccio anche l'altra e si sedette per terra con i due piccoli fagottini sulle gambe. Sperava che, in compagnia, si sarebbero potuti calmare. O meglio, lui si sarebbe potuto calmare.

Ci volle più del previsto, ma alla fine i suoi piani si confermarono. Quando la piccola prese per mano il fratellino, lui si tranquillizzò e riprese pian piano il suo sorriso. Tale scena la fece commuove e dovette stare attenta a non piangere o i figli sarebbero spaventati.

Controllandoli con un occhio, si alzò e andò a prendere la scatola in salotto dove erano riposti alcuni giochetti. Ne versò alcuni sul pavimento e poi tornò a sedersi accanto a loro per controllare con occhi vigili qualsiasi loro mossa.

Akio, non appena adocchiò una macchinina blu, la prese e iniziò a gattonare per la stanza facendo correre il giocattolo. Mei, invece, scelse delle grandi costruzioni di plastica che, purtroppo, tendeva fin troppo a mettere in bocca. Era sempre da guardare e, in quel momento, (T/n) sperava che il marito potesse tornare presto dall'agenzia. Tra la figlia che ingeriva tutto e il figlio che andava per casa rischiando di rompere tutto, aveva proprio bisogno di un paio di occhi in più. Ciliegina sulla torta, doveva iniziare a preparare la cena per loro, ma in quelle condizioni non era affatto possibile.

Con un sospiro di disperazione, prese in braccio la bambina e andò a chiudere a chiave tutte le porte che collegavano la stanza in cui stavano con quelle adiacenti, prendendo le chiavi e ponendole in punti dove non sarebbero potuti arrivare.

'Almeno così Akio non sparisce e posso tenere più sotto controllo Mei' si disse.

Beh fu comunque un'impresa difficile, ma almeno il maschietto non prestava più attenzione ai rumori esterni e alla pioggia che continuava a venire giù senza sosta.

<<Katsuki, sbrigati a tornare a casa>> disse la donna, guardando in direzione della finestra

Per sua fortuna, dieci minuti dopo tale affermazione, sentì le chiavi entrare nella serratura e girare. La porta di casa si aprì e sulla soglia apparve suo marito, fradicio da capo a piedi, mentre imprecava contro quel diluvio in corso.

Appena videro il padre, Mei e Akio lasciarono cadere i giochi e iniziarono a gattonare verso di lui con un enorme sorriso in volto, favorito dai piccoli dentini apparsi.

Le urla di Bakugou subito si attenuarono quando vide i suoi figli venirgli in contro con dei sorrisi così radiosi. Lasciò le scarpe e la borsa all'ingresso e si abbassò per aspettare e prendere poi in braccio i due gemelli.

Li sollevò e diede un bacio sul capo a entrambi come segno di saluto. Gli bastava davvero poco per migliorare il suo umore e quei due piccoli facevano molto al proposito.

Mei posò la testa contro la spalla del suo supereroe e decise anche di dare lui un piccolo bacio bavoso. L'espressione dell'uomo si fece un po' schifata, ma non si lamentò quando vide l'espressione della moglie. Lui, a differenza sua, non era abituato a tutte quelle bave ma erano i baci della sua piccola e non poteva rifiutarli. Akio, invece, dopo averlo salutato ed essere salito in braccio, fece segno di voler tornare in braccio della mamma e allora Katsuki colse l'occasione al volo.

Si avvicinò alla moglie e le scoccò un dolce bacio sulle labbra, per poi passarle il figlio come se fosse il testimone nelle gare di corsa. Lei ricambiò il suo sguardo felice e colmo d'amore e posò il capo sul suo petto, sul lato non già occupato da Mei.

<<Com'è andato il lavoro oggi?>>
<<Una merda. Siamo stati a sbloccare strade tutto il tempo. Tutta colpa di questo tempo del c->>
<<Ah ah, abbiamo detto una parolaccia l'ora>> lo riprese lei, ricordandogli il loro accordo
<<Sei una str->>
<<Katsuki!>>
<<Vaffanculo allora oh! Sto cercando di rispondere alla tua stupida domanda!>>
<<Lo so, ma se dici solo parolacce i bambini le impareranno>>

Tale affermazione fece sbuffare molto l'uomo, ma per sua esperienza sapeva che era così e, oltretutto, sapeva che sua moglie voleva dei figli ben educati. Anche perché quale modo migliore di dimostrare alla sua vecchia che era un genitore migliore di lei se non quella di non far imparare loro questi termini dispregiativi?

<<Ricomincia>> sorrise lei, baciandolo
<<Siamo stati a giocare con il fango come i porci, praticamente. Mezzo Giappone è diventato un fiume con l'acqua dello stesso colore dello schifo. Di certo non era questo che volevo fare come hero!>> esclamò, del tutto contrario a quello che era il suo attuale compito
<<Però anche questo è un modo per aiutare e salvare le persone. E non dire che il tuo unico obbiettivo è essere il numero uno!>> bloccò la sua nascente lamentela, guadagnandosi un'espressione contrariata e arrabbiata
<<Beh è vero>>
<<No che non è vero. Tu sei un tenerone sotto sotto e ti importa molto aiutare gli altri>> disse, prendedogli una guancia e tirandola un po'

Questa azione fece ridere i due bambini e subito la figlia prese con le sue piccole manine la guancia del papà e provò a tirarla, ma la pelle le scivolò da esse e mise il broncio.
Con la perseveranza che aveva ereditato tutta dal padre, provò più di qualche altra volta a replicare l'azione della madre e, quando ebbe successo, battè le mani tutta felice e contenta. Bakugou dovette molto trattenersi dal dirle parole visti i pizzicotti e i dolori alla sua guancia, ma la gioia di sua figlia poteva essere definita un buon motivo per stare zitto.

<<Io vado a preparare la cena. Te li lascio qui tutti e due>> e posò a terra Akio
<<Cosa c'è nel menù?>>
<<Riso al curry>>
<<Fammelo piccante questa volta>>
<<Col cavolo. Ti aggiungi te dopo tutte le spezie che vuoi!>> e concluse il discorso, chiudendo la porta a chiave e abbandonando il marito a una nuova dura impresa eroica
<<Dannata donna...>> disse piano, ma senza nascondere l'accenno di sorriso che stava nascendo sulle sue labbra

Cosa poteva desiderare di più? Aveva una bella famiglia con due figli stupendi e una moglie che amava più di se stesso. Se avesse avuto la possibilità di tornare indietro del passato, l'avrebbe declinata e passata a qualcun altro. Lui stava benissimo così e tutto ciò che avevano passato non era altro che un insieme di tasselli. Se fosse tornato indietro, a quell'ora, forse, non sarebbero stati assieme. Quindi perché cambiare qualcosa che andava già bene così?

Si sedette per terra e lasciò che i due bambini scegliessero con cosa intrattenersi. Come prima Akio fece correre la macchinina per il salotto, ma Mei non ne volle sapere di scrollarsi dal genitore e finì per farsi coccolare e coccolare lei il padre. Di tanto in tanto gli prendeva un dito in bocca e iniziava a mordicchiarlo. Le stavano uscendo dei nuovi dentini e aveva bisogno di un piccolo giocattolo. In sostanza, andava tutto a sfavore di Bakugou.

Fuori la pioggia non accennava a smettere di scendere in maniera copiosa, ma sembrava quasi fosse addirittura aumentata la sua intensità. I tuoni e i lampi, fortunatamente, si erano attenuati e non provocavano più alcun tipo di spavento nei due bambini piccoli. Vedendo il cielo farsi più scuro, Katsuki si preoccupò di accendere la luce.

<<Mei, mi stai mordendo la maglia. Così me la rompi. Hai forse fame?>> parlò alla piccola, sollevandola in modo da avere il suo volto paffutello in linea con il suo

Avvicinò la sua faccia e fece scontrare il suo naso con quello suo piccolino, iniziando a far sfregarle i due insieme, procurando una risa genuina in lei.

<<Resisti, piccola, tra poco la mamma viene a darti da mangiare. Akio>> chiamò, alzandosi e avvicinandosi al figlio <<Hai anche te fame?>>

Il piccolo lo guardò un po' imbronciato per essere stato interrotto durante la sua sessione giochi, ma alla parola 'fame' iniziò ad aprire e chiudere la bocca velocemente, facendo comprendere al padre che fosse nella medesima situazione della gemella.

<<(T/n)!>> urlò dal soggiorno <<Hanno fame! >>
<<Intanto preparo per noi! Così poi riscaldiamo!>>
<<Aspettate ancora un po'>> disse ai piccoli, lasciandoli di nuovo giocare.

In cucina (T/n) si trovava a maneggiare una grande quantità di pentole e padelle, tra quelle che servivano per la loro cena e quelle per la pappa dei bambini. Notando stesse per finire, urlò al compagno dalla cucina di andare a prenderne un po' l'indomani o si sarebbero ritrovati senza cibo.

Intanto Katsuki osservava con attenzione le mosse dei due, pronto a intervenire nel caso si avvicinassero a dei punti più pericolosi come le prese. Non voleva di certo che i suoi figli divenissero fulminati come Kaminari.

A interrompere la sua sorveglianza fu il campanello d'ingresso, il quale suonò. I tre di sangue Bakugou in quella casa si girarono verso l'ingresso, tutti e tre curiosi di sapere chi fosse e, all'urlo della moglie di andare ad aprire la porta, lo fece.

Quando vide l'esterno, si trovò davanti il padrino dei due bimbi, ossia il loro amico rosso, considerato come uno zio. Teneva l'ombrello sopra la testa mentre indossava un completo nero e bianco elegante e i suoi capelli rossi, con della ricrescita nera, cadevano sulle sue spalle. Nell'ultimo anno se li era lasciati crescere molto e ora superavano di poco le spalle.

<<Capelli di merda? Che ci fai qui?>>
<<Passavo di qui e ho pensato di venire a dare un saluto. Tu sei sempre in agenzia e (T/n) è perennemente in casa! A proposito, dov'è?>>
<<È in->>
<<Katsuki, chi c'è alla porta?!>> urlò, apparendo sull'uscio della cucina

Quando notò il suo migliore amico rosso, corse a spegnere i fornelli e si recò in soggiorno. Fece accomodare in casa quello che era quasi un fratello per lei e lo strinse forte in un caldo abbraccio.

<<Kirishima! Come stai? Come mai da queste parti?>>
<<Un semplice saluto>> disse con il sorriso, grattandosi il retro del capo
<<Macché! Fermati a cena con noi!>>

Il rosso si trovò molto in difficoltà a rispondere a tale quesito. Gli sarebbe piaciuto molto poter trascorrere del tempo con i suoi migliori amici e i suoi nipotini, ma il fastidio nell'espressione di Bakugou era più che palese. Chiaro che avesse altri programmi in mente e, soprattutto, volesse passare del tempo in famiglia.

<<Ehm no, tranquilla, tolgo il disturbo>>
<<Insisto! Resta con noi! Katsuki, puoi chiudere la porta?>>

Il marito sbuffò e, con un colpo secco, la chiuse. Il suo disappunto non era passato inosservato alla moglie e, sperando di potergli sollevare l'umore, lo baciò dolcemente.

<<Piccoli!>> richiamò poi la loro attenzione <<Avete visto chi è venuto a trovarci? Lo zio Kiri!>>

Mei subito iniziò a gattonare verso il rosso, facendo rumore ogni volta che schiaffeggiava le manine contro il pavimento. Andava talmente veloce che i genitori temevano potesse farsi male alle ginocchia. Quando stava per arrivare, Kirishima si abbassò e accolse a braccia aperte la sua piccola nipotina. Se la strinse contro e poi sorrise con i suoi denti affilati a squalo.

<<Akio, come mai non vieni anche te?>> chiese (T/n) al figlio, notandolo in piedi a reggersi su un mobile mentre osservava lo zio

Non appena la madre gli chiese ciò, lui si staccò dal sostegno e iniziò, con passi veloci e pesanti, a raggiungere Kirishima. Era una camminata un po' incerta, ma era una caminata a tutti gli effetti. Le gambe cicciottelle, inoltre, conferivano ai passi incerti un quasi senso di difficoltà nel compierli.

<<Wow! Hai imparato a camminare, piccolino! Da quanto tutto ciò?>> chiese l'amico di famiglia ai due, ma non ottenne alcuna risposta

Girandosi a guardare i genitori del bimbo, li trovò entrambi con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. Si chiese in automatico cosa potesse essere successo, ma ottenne le sue risposte ben presto.

<<K-katsuki...prendi subito il telefono. Akio sta camminando per la prima volta. O mio dio! Akio sta camminando! Forza! Dobbiamo filmare questo momento!>>

In velocità prese il suo cellulare ed entrò nella fotocamera. Iniziò a scattare qualche foto e poi iniziò un video. Seguiva ogni mossa con grande attenzione, seguendo i movimenti in avanti e ben deciso a non perdersi alcun momento.

Quando giunse tra le braccia dello zio, un fragoroso applauso da parte dei genitori lo accolse e, ciliegina sulla torta, lo zio gli scoccò un bacio sulla guancia.

<<Ometto! Sei stato super virile!>>

Il bimbo rise divertito e battè le mani. Aveva tutte quelle attenzioni per lui e, per un bimbo piccolo, era il meglio potesse avere dai genitori.

<<Akio, piccolo mio!>> esclamò la madre, baciandolo su entrambe le guance
<<Birbo! Tu accogli lui così e non vieni in contro al tuo papà in questo modo? Mi sento deluso da te>> disse Bakugou, mettendo un finto broncio come i bambini piccoli

Il maschietto si sporse vero Katsuki e lo baciò, sperando di poter rialzare l'umore al genitore. Solo che lui non poteva sapere che stessero scherzando.

A parere di tutti, quella era una sera memorabile e ricca di emozioni.
Terminati quei piccoli festeggiamenti, la donna tornò in cucina per preparare la cena ai due bambini e riprendere quella per loro tre adulti.

Quando la minestrina fu pronta, si fece aiutare anche dal migliore amico per imboccare uno dei due gemelli, ma data la mano inesperta, finì solo per sporcarsi e sporcare il piccolo.

Bakugou gli strappò il cucchiaio di mano e, in forte imbarazzo, andò a sedersi a tavola, osservando mentre il padre dava la pappa in maniera alterna ai figli.

Notava chiaramente i segni della stanchezza, soprattutto in lei, ma allo stesso tempo non poteva non ammettere quanto fossero felici. Se la meritavano tutti e due questa felicità e lui era sempre stato il loro più grande sostenitore e in prima fila per aiutarli. Di certo non era un caso che lo avessero presentato come zio.

A cena si fece raccontare un po' di tutto dai giovani genitori e lui si limitò a poche parole. Voleva fare tante domande perché la sua vita non era così movimentata e diverrà dalla precedente come la loro. Viveva in agenzia praticamente. Di tanto in tanto collaborava con Mina, o Pinky. Per il resto basta. Per quanto le vecchie amiche stessero anche provando a sistemarlo con una donna, lui non era interessato alla cosa e aspettava quella giusta, sperando di poter avere anche lui una relazione come quella dei suoi migliori amici.

Finita la cena, la pioggia continuava a scendere in maniera copiosa e salutò l'intera famiglia Bakugou per poi prendere l'ombrello ed entrare in macchina, diretto verso la sua piccola casa.

La coppia, invece, si sedette in divano a guardare qualche programma qua e là in televisione e a giocare con i più piccoli. Akio li deliziò ancora con i suoi piccoli passetti e, trovandolo infinitamente dolce, la madre lo prese in braccio e iniziò a fargli il solletico sul pancino. La risata sua, che aumentava ad ogni tocco, era qualcosa di super carino e divertente. Però Mei non sembrava altrettanto divertita. Giocava con qualche costruzione di plastica mentre lanciava delle occhiate resto della famiglia.

Fattosi tardi, (T/n) e Katsuki misero a dormire i due figli sui rispettivi lettini, dovendo però fare uso di tante carezze sul capo e sulle guance. Rilassati, infatti, poterono anche loro addormentarsi e lasciarono i genitori tornare in salotto.

Il biondo si stese sul fianco in divano e la moglie si pose sullo spazio che le lasciava. Le cinse la vita con un braccio e resse il capo con l'altro. Solo così poteva vedere lo schermo luminoso.

Le lasciò un bacio sul collo e lei si accoccolò meglio contro il suo corpo muscoloso e allenato. Era caldo come sempre e, con quel clima, era il posto perfetto in cui stare.

Rimasero su un'altra oretta, nella quale guardarono lo schermo e si coccolarono un po' e, notando come gli occhi della compagna si stessero chiudendo, decise di andare a letto a sua volta.

Non poteva non biasimarla. Stava tutti i giorni a prendersi cura di due piccoli bambini e sapeva fosse molto stancante.

La svegliò dolcemente dal suo stato di sonno e la accompagnò fino alla camera. Quando furono entrambi sotto le coperte, (T/n) posò le mani sul petto fasciato del marito e si addormentò mentre lui le accarezzava la schiena in maniera lenta.

Sperava vivamente di poter dormire di più dei giorni precedenti, ma non ci credeva troppo. Aveva già capito quali erano le sveglie dei due e, in maniera del tutto automatica, apriva gli occhi quando si facevano quelle ore. Quando Katsuki si proponeva di andare lui a far addormentare di nuovo colui o colei in piedi, lei gli intimava di stare a riposare. Era lui a dover lavorare durante il giorno, salvando persone, bloccando rapine, aiutando la gente o, come in quel periodo, andando a liberare strade e posti allagati.

A entrambi bastò ben poco per cadere tra le braccia di Morfeo e vi rimasero per molto tempo. A farla svegliare nel bel mezzo della notte non fu la sua sveglia interna, ma furono un paio di calci assestati sulle sue gambe.

<<Chi cazzo è che mi sta tirando calci?>> parlò con voce impastata dal sonno Bakugou <<Stai ferma, (T/n), è notte fonda>>
<<Katsuki, cosa stai dicendo? Smettila te>> gli risposi, mettendomi a pancia in su
<<Hai voglia di prendermi per il culo?>>

La moglie stava per rispondere quando un versetto ad alta voce e un movimento delle coperte non fece mettere a sedere i due. Nel buio della camera non riuscivano a identificare quella strana cosa sul loro letto e allora la donna decise di accendere l'abat jour sul suo comodino.

Con somma sorpresa di tutti e due, a invadere il loro lettone era proprio Mei, la quale stava gattonando sul letto in direzione dei cuscini.

<<E tu come ci sei arrivata qui?>> chiese Bakugou alla figlia, prendendola in braccio e portandosela vicina a sé <<Non dirmi che hai scavalcato il lettino>>
<<Se lei l'ha fatto>> iniziò la compagna <<non credi che->>

Un forte colpo, seguito da un pianto, bloccò le parole di lei. Si allarmarono molto e, gettate in aria le coperte, corsero verso la cameretta.

La madre precedette il padre e, giunta nel luogo, accese la luce e andò a prendere in braccio il figlio piangente vicino al lettino.

<<Akio, non dovevi anche te provare a scavalcare il lettino come tua sorella...>> gli disse, cullandolo dolcemente e provando a tranquillizzarlo con dei baci sul capo dolorante

Guardò in direzione della porta e aspettava il compagno, il quale, però, non arrivava.

<<Katsuki?>>

Con in braccio il figlio, uscì dalla stanza e percorse il tragitto al contrario, incontrando l'altro a metà strada, solo che c'era qualcosa di diverso in lui. I suoi occhi erano sbarrati mentre alternava lo sguardi tra lei e la figlia che gli teneva la mano e camminava in maniera autonoma.

<<Mei...? Anche tu?>> chiese (T/N), guardando del tutto stupita la figlia

Questa si staccò dalla mano del papà e venne verso di lei. Le tirò i pantaloni del pigiama e, quando si abbassò, prese per mano il fratellino, calmando il suo pianto. Lo guardò e lo baciò sulla guancia mentre i genitori si gustavano questo dolce attimo.

Akio asciugò le sue lacrime e poi guardarono in direzione dei genitori per capire il da farsi.

I due, a loro volta, si guardarono e, con una semplice scrollata di spalle, concordarono per il farli dormire con loro nel lettone. Potevano considerarlo una sorta di premi pe tutto ciò fatto in quel giorno. Avevano entrambi camminato per la prima volta e sentivano entrambi che sarebbe stato solo l'inizio di una serie di casini nuovi. Però era segno che stavano crescendo e ciò causava un grande malessere in entrambi. Sembrava fossero passati solo pochi giorni da quando li avevano portati a casa e invece erano quasi passati ben dieci mesi.

Tenendo ciascuno per mano un figlio, tornarono in camera e si avvolsero nuovamente tra le coperte, tenendoli vicino a loro e dando loro un bel bacio. Occupavano tutto il centro del materasso e, limitati dai corpi dei due grandi, si addormentarono senza grandi pianti.

Si osservarono per l'ennesima volta e poi sorrisero, accarezzando le loro fronti e scoccando loro dei baci delicati.

ANGOLO AUTRICE
Buonasera a tutti!!! So che stavate aspettando da molto questo momento e ora ecco a voi il primo speciale! Ho deciso di scegliere questo momento perché credo sia uno dei più significativi di tutti. E carini.

È un po' tardi, ma l'ho appena terminato e volevo subito pubblicare hahha.

Detto ciò, vi auguro una buona notte e anche un buon fine settimana!!

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