Soukoku - The Anchor

Od en_pathy

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AU SOUKOKU "L'ultimo dettaglio di questo ricordo che Dazai esplorava -amava infatti tenersi il meglio per ult... Více

Prologo
1 - Brutte lettere per lo zio
2 - Allegra maratona in salotto
First fall
3 - Due lagne al porto
4 - Alto un metro e un chiuaua
5 - Quando senti le voci
Second fall
18 years ago
6 - Il mondo è pieno di lenzuola deludenti
7 - L'ansia fa tutti prodigi
8 - Hotel a gratis
9 - I primi segni di follia: parlare con la carta
10 - Akutagawa nella bibbia
Third fall
17 years ago
12 - Abiti da sposa, pigiami e grembiulini di pizzo
13 - Poco alcool per Chuuya
14 - 193º tentativo di suicidio fallito
Fourth fall
15 - Flirt sulla carta
16 - Medici inquietanti
17 - Dubbi sulla propria eterosessualità
Extra
18 - Buono e delizioso come un procione
14 years ago
19 - Corrompo un dottore per la disperazione
Fifth falling
20 - Qui
10 years ago
21 - Niente mucche, solo gatti ciccioni
8 years ago
22 - Chuuya è più interessante della pioggia
23 - Un veterinario per Chuuya-Kun
24 - Detectiv ficcanaso e stivali gialli
25 - Chuuya best principe azzurro
26 - Passeggiattina romantica al cimitero
27 - Lieto fine per la bella addormentata in manicomio
Epilogo
Addio amici addio

11 - Indicazioni da una vecchietta malefica

662 86 53
Od en_pathy

Uscito dalla biblioteca Chuuya si incamminò per le strade con sguardo perso, alla ricerca di una cabina telefonica dove verificare se il numero di telefono recuperato dalla "Bibbia" degli indirizzi di Yokohama fosse effettivamente giusto.

Non l'avrebbe mai ammesso, ma un fastidioso senso di ansia e agitazione gli stava mettendo in subbuglio lo stomaco. Come faceva a non sentirsi un idiota a chiamare uno sconosciuto e chiedergli se sapesse per caso dove si trovasse un tipo morto? Per alcuni forse questa cosa potrà sembrare normale, di routine, ma non per il povero Chuuya.

Vagava con le mani in tasca che stringevano il libriccino di poesie e il naso che pizzicava per l'odore di pioggia imminente che alleggiava in aria.

Non aveva la più pallida idea di che tipo fosse Akutagawa, forse avrebbe dovuto chiedere qualche informazione in più a Kunikida, sempre che i due si conoscessero bene. Avrebbe preferito a tutta quella caccia al tesoro un'indicazione semplice chiara ed esplicita e ovviamente la possibilità di ignorarla.

Perché ora, da quella situazione, non poteva più tirarsi indietro, la curiosità lo stava divorando e... E tutte le persone che aveva incontrato fino a quel momento l'avevano pregato di riportargli indietro Dazai. Per quale motivo quel ragazzo molesto fosse caro a così tante persone Chuuya non lo sapeva. Ma ora si sentiva responsabile in parte.

E in più se Dazai fosse morto sul serio lui si sarebbe sentito un pochino in colpa. Odiava sentirsi in colpa.

E poi tutta quella situazione gli stava riportando alla mente ricordi felici della sua infanzia e adolescenza sui quali non si soffermava da un po' e stava suscitando in lui emozioni che credeva dimenticate da tempo.

Mentre rimuginava su queste cose e sul fatto che pensare gli era strano dato che di norma la sua mente era occupata principalmente da massacri e dal cibo trovò una cabina telefonica.

Ci si sistemò all'interno e compose il numero.

Rimase lì ad aspettare un po', con le mani che stringevano il telefono sporco in attesa di qualcosa.

Non rispose nessuno. Nessun suono nemmeno il tu-tu del telefono si fece sentire dopo che Chuuya ebbe infilato il gettone e composto il numero.

Come era possibile?

Forse aveva sbagliato a digitare qualche cifra. Il numero l'aveva copiato giusto, di questo ne era sicuro, in biblioteca aveva controllato infatti almeno dodici volte.

Infilò un altro gettone e riprovò, stessa scena di prima. Il numero sembrava inesistente.

Cazzo. Che faccio ora?

Chuuya osservò il biglietto che stringeva tra le mani. Sotto le cifre del numero di telefono, si era appuntato anche l'indirizzo di Akutagawa... Forse avrebbe dovuto andare direttamente a casa sua. Così, se l'indirizzo era giusto lo avrebbe trovato di sicuro.

Sospirò.

Stava per prendere una decisione quando il suo stomaco brontolò facendogli notare che in quel momento la priorità era un'altra. Chuuya uscì dalla cabina telefonica e si incamminò verso la direzione dove immaginava essere l'hotel dove alloggiava.

Decise che a pancia in piena il cervello lavora meglio e un'ora passata a mangiare non sarebbe stata di certo fatale per Dazai.

|~~~|

Si era perso.

Era da un'ora che vagava tra le case cercando l'indirizzo scritto sul foglietto. Dove dannazione doveva andare?

Aveva persino, preso dal nervoso, chiesto informazioni ad una vecchietta dall'aria molto inquietante a causa di un barboncino impagliato che si portava appresso dentro una borsetta di pizzo, che dopo averlo guardato male per molto tempo gli aveva dato le indicazioni per raggiungere una piccola boutique "la boutique del porto" che in vetrina aveva soltanto eleganti abiti da sera.

Si sedette su una panchina frustato quasi sperando che fosse la casa ad andare da lui, ovviamente non successe.

- Chuuya-San?

Qualcuno lo chiamò titubante da un punto indefinito alla sua destra, Chuuya si voltò.

- Atsushi?

Il ragazzo gli sorrise, aveva in mano un sacchetto di carta marrone dal quale spuntavano delle verdure e altri sacchetti sotto braccio.

- Che ci fai qui?

Chiese Chuuya spostandosi un po' di lato per fargli spazio accanto a lui sulla panchina, Atsushi si sedette e in risposta indicò i sacchetti che aveva in mano.

- Lucy mi ha mandato a fare compere. Lei?

- Dammi pure del tu, Atsushi. Io stavo cercando la casa di un certo Ryonosuke Akutagawa. Lo conosci per caso?

A quel nome Atsushi impallidì e distolse lo sguardo.

- Perché lo stai cercando, Chuuya-San?

Chuuya sospirò e spiegò anche a lui la storia del libro, decise di tralasciare però il particolare della data di scadenza per non mandarlo eccessivamente nel panico, dato che non sembrava già molto contento di parlare di Akutagawa.

- Capisco...

Sussurrò Atsushi guardando dritto davanti a sè con sguardo un po' vuoto.

- So dove abita. Se questo aiuterà Dazai-San ti portò da lui... Non è molto lontano.

Chuuya sorrise, non lo avrebbe mai ammesso ma sapere che Atsushi sarebbe stato con lui e lo avrebbe accompagnato fino alla porta di Akutagawa lo tranquillizzava. Almeno avrebbero fatto la figura degli idioti in due.

Atsushi si alzò barcollando appena sotto il peso delle borse.

Chuuya lo guardò preoccupato poi indicò la moto:

-  Vuoi che prima ti do uno strappo a casa così metti giù le borse?

Atsushi balbettò un ringraziamento imbarazzato e accettò l'offerta.
Chuuya non ebbe difficoltà a trovare la strada per raggiungere l'enorme casa dove era stato soltanto il giorno prima, aspettò Atsushi davanti alla porticina dal quale era entrato.

- Eccomi.

Atsushi salì dietro di lui e gli si aggrappò forte, evidentemente era ancora traumatizzato dalla precedente corsa. A Chuuya quel gesto fece un po' tenerezza, gli ricordò i suoi fratellini e i figli di Eri.

- Vai dimmi dove devo andare.

Chuuya partì seguendo le indicazioni di Atsushi, ad un certo punto passarono davanti ad un cimitero.

- Ecco è qui che si trova di Dazai-San.

Mormorò Atsushi stringendosi a lui. Chuuya non lo vedeva in viso ma immaginò i suoi occhi farsi tristi.
Chuuya accelerò e in breve tempo si lasciarono il cimitero alle spalle. Il ragazzo però pensò che un giorno avrebbe dovuto fare un salto a trovare là Dazai o almeno a trovare la sua tomba.

- Ora gira a destra e siamo arrivati.

Chuuya eseguì e si ritrovò davanti allo stesso negozio di vestiti che gli aveva indicato quella vecchietta con il cane impagliato nella borsetta quella mattina.

- Ah.

Atsushi scese dalla moto ed entrò nel negozio, Chuuya lo seguì titubante ringraziando internamente gli dei del mare che pregavano gli anziani del suo villaggio che quel ragazzino fosse con lui.

A. A.

Eccoci qui con un capitolo vero come promesso :3

Se sopravvivo alla prossima settimana di scuola riuscirò a postare più frequentemente. Credete in me gente

Alla prossima.

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