4. Come Ombre

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Capitolo 4: Come ombre.





"Grande Harry! Bella partita!" Ron gli venne incontro con un grosso sorriso, dandogli qualche pacca sulla spalla, prima di scappare da Hermione.

Anche il resto della squadra andò a complimentarsi con lui per aver preso il boccino, facendo così vincere la partita ai Grifondoro, fino a quando arrivò il turno di Ginny, che gli si fiondò tra le braccia e lo baciò sulle labbra.

"Vado a cambiarmi, ci vediamo in sala comune?"

"Va bene"

"Gli altri avranno già organizzato una festa, ma noi, be'..." Ginny si avvicinò al suo orecchio, "potremmo festeggiare in un altro modo" sussurrò con un sorriso malizioso.

Harry arrossì leggermente e balbettò una risposta che fece sorridere contenta la rossa. "Vado a farmi una doccia" si congedò poi il corvino, correndo verso gli spogliatoi.

Una volta sotto al getto caldo dell'acqua poté rilassarsi e riflettere sulla partita appena giocata. Si ritrovò a pensare che il Quidditch gli era mancato molto più di quel che pensasse, in quell'ultimo anno. La libertà che gli dava volare su una scopa, con il vento che gli si infrangeva contro era una sensazione impossibile da replicare. Quella era stata la partita di apertura della stagione, contro i Serpeverde, come al solito.

La squadra dei grigio-verdi aveva subito un cambiamento radicale nei giocatori: non c'erano più quei due scimmioni di Tiger e Goyle a lanciare bolidi ovunque, e anche Blaise Zabini aveva rinunciato al suo ruolo da cacciatore.

Ma soprattutto, mancava Malfoy. Harry non l'aveva mai ammesso, ma il biondo era un ottimo cercatore, e l'unico che rendesse la partita degna di essere giocata.

Sulla strada per il castello, Harry vide proprio l'oggetto dei suoi pensieri tornare dalla Guferia e dirigersi verso il Lago Nero. Non lo vedeva da poco meno di una settimana, se non si contavano le lezioni in comune e i pasti.

Una voce dentro di lui gli disse di seguire il biondo, nonostante sapesse che Ginny lo stava aspettando alla torre di Grifondoro. E così fece: "Malfoy!" chiamò, accelerando il passo.

Il biondo roteò gli occhi quando si rese conto di chi fosse; "Potter" disse secco, una volta che Harry gli fu accanto. "Che sorpresa..."

Harry fece una risatina, poi domandò: "piaciuta la partita?"

Lo aveva notato negli spalti, un po' in disparte, a guardare con interesse la partita. Alcune volte si era anche accorto dello sguardo del biondo su di sé, a ricordargli come gli stava sempre appresso durate tutte le loro partite fatte in quegli anni.

"Abbastanza" rispose Draco, conducendolo sotto un albero.

"Era più divertente giocare contro di te" ammise di getto Harry, mentre seguiva Draco, sedendosi alle radici dell'albero.

Malfoy ghignò. "Davvero?" domandò mentre manteneva lo sguardo fisso sul paesaggio.

Harry sorrise e si ritrovò a sua volta ad osservare la grande distesa d'acqua.
C'era qualcosa di magnetizzante in quel paesaggio, grigio e nebbioso, che induceva una totale tranquillità fisica e mentale. Harry non ci si era mai soffermato troppo per farci realmente caso.

"Davvero," rispose "tu sì che mi davi filo da torcere, ma non quanto te ne davo io".

Harry sbirciò con la coda dell'occhio Malfoy cercare di nascondere la mezza risata che gli nacque. "Tu credi? Vincevi sempre perché io ti lasciavo vincere", il Serpeverde girò il volto verso Harry. "Sono alquanto magnanimo, in realtà" disse, e sollevò il mento in modo altezzoso che fece ridere Harry.

Ombre | drarryحيث تعيش القصص. اكتشف الآن