Sapevo che se se James avesse continuato a parlare di Emily, Harry avrebbe perso il controllo. Voleva già uccidere James, ma sradicare questo argomento era stata una pessima idea. Mi avvicinai a lui e strinsi forte il suo braccio, cercando di farmi ascoltare. "Non ascoltarlo, Harry. È il figlio della Signora Hellman, se fai qualcosa, lei sarà furiosa." Gli sussurrai.

Fu impossibile dire se mi avesse sentita o meno; tutto ciò che potei fare era sperare e pregare che lo avesse fatto, mentre James continuava a metteva pressione. Sapeva esattamente ciò che stava facendo. Non sapevo perché, ma per qualche strana ragione, voleva fare arrabbiare Harry.

"Non penso le farebbe piacere."

Harry rimase in silenzio. Sperai riuscisse a controllarsi, a mantenere la calma. Solo fino a quando James non avesse finito il suo piccolo gioco. Ma riuscivo quasi vedere il vortice nella sua mente, i brutti ricordi delle azioni di James stavano probabilmente alimentando il suo odio; non si sarebbe trattenuto ancora per molto.

E ovviamente, James continuò. "Scommetto non le piacerebbe essere abbandonata di nuovo."

E dopo, fu Harry a parlare. "Di cosa stai parlando?"

James ridacchiò, scuotendo la sua testa. Harry aspettò una risposta ma non arrivò.

"James, di che cazzo stai parlando?" domandò, spingendo James per le spalle. Uno spintone; gli era concesso almeno uno spintone, giusto?

James ridacchiò più profondamente e più a lungo di prima. "È stata colpa tua, Harry. Ti sei dimenticato di lei e aveva urlato il tuo nome, Dio, se lo aveva urlato, ma tu non sei mai venuto. Aveva pianto ed urlato, domandandosi ogni secondo perché non fossi lì a salvarla."

"Harry, non ascoltarlo," dissi immediatamente, scavando le mie dita nel suo braccio, cercando di farlo guardare nella mia direzione; ma niente. I suoi occhi erano fissi su James. La sua mascella divenne prominente e i suoi pugni si serrarono, i suoi muscoli divennero tesi sotto la mia stretta. Questo era già successo prima, avevo visto Harry arrabbiarsi più di una volta. Ma questa volta era diversa, questa volta superava quelle precedenti. Il suo corpo iniziò a tremare e gli occhi si chiusero, mentre cercava di fare dei respiri profondi. C'era una battaglia in corso dentro la sua mente che stava cercando di fermare quella che stava per iniziare nel corridoio.

Anche in questo momento, anche con Harry sul punto di esplodere con una rabbia che mi metteva paura, James non sembrava aver finito. "Era una ragazza carina, Harry. Era una delle mie vittime preferite, e per questo mi sento in dovere di ringraziarti. Sono così contento che tu sia stato così crudele ad abbandonare Emily mentre io la violentavo e dopo spellavo viva."

E a questo punto, non provai nemmeno a fermarlo. Non c'era assolutamente nulla che io avessi potuto fare.

Harry gridò e si lanciò su James, afferrandolo dalla vita e spingendolo sulla parete con una forza così potente che fece tremare il pavimento sotto di me. Indietreggiò solo per afferrare velocemente il colletto di James con entrambe le mani, sbattendolo di nuovo contro la parete.

"Io ti ammazzo, cazzo!" Urlò Harry, la sua voce rombante riecheggiò nel corridoio.

La gente avrebbe sentito, le persone sarebbero arrivate ed Harry sarebbe stato punito intensamente. Ma, mentre lo vedevo picchiare James, capii che nessuno sarebbe stato in grado di fermarlo. Lui era lo stesso uomo che aveva bruciato vivo suo padre e che aveva mandato in coma una persona. Lui era lo stesso uomo circondato da un'oscurità che io non sarei mai riuscita a vedere del tutto. Lui era anche lo stesso uomo capace di amare, ma in questo momento, era stato proprio l'amore ad aver alimentato il suo odio.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα