Capitolo 6 Susan

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"Ecco qui la nostra ragazza" esclama Edd accogliendomi. Cora mi sorride incoraggiante e mi fa segno di sedermi su un divanetto davanti a cui hanno sistemato parecchi book di tatuaggi. Ma non ho voglia di guardarli.

"Allora" mi dice Cora. "Allora" rispondo, un pò in imbarazzo. Tiro fuori il mio schizzo migliore, ma mi ferma la mano. "Aspetta, non voglio vederlo. Voglio prima sapere se c'è una storia dietro?" dice mentre Edd mi sorride. Resto un pò indecisa, titubante, ma alla fine decido di raccontare per sommi capi la storia. Tutta. Mentre racconto Edd disegna, ma non riesco a vedere cosa.

"Ecco" sospiro "questa è tutta la storia". Mi sento abbattuta, come ogni volta in cui penso a come sono andate le cose. "Wow" commenta Cora, espirando lentamente. "Adesso mi puoi far vedere a cosa avevi pensato" dice. Tiro fuori il foglio e glielo spiego davanti. "Minimale" è l'unica parola che le esce.

Edd dà un'occhiata al mio schizzo, borbottando qualcosa. Quando chiedo: "Cosa?" mi porge il foglio su cui stava disegnando. Mi si spezza il cuore. Una penna stilografica sta scrivendo, calcando tanto da farlo sanguinare, una Emme maiuscola sulla parete di un cuore umano. Anatomico, intendo. Sembra calcare sul serio sulla parete morbida della sua superficie, tanto che alla fine della lettera alcune gocce di sangue scuro escono fuori. E' talmente bello e straziante che mi metto a piangere. "Deduco che ti piace" dicono, mentre Cora mi passa un fazzoletto. Per un pò non riesco a parlare, mi escono solo singhiozzi e lacrime silenziose.

"E' bellissimo" riesco finalmente a dire "però.. forse è un pò troppo per me..." rabbrividisco all'idea di portare per sempre il segno del male che mi sta facendo. "Non volevo tirar fuori il dolore.. volevo solo... ehm.. scrivere sulla mia pelle che lui mi è entrato nel cuore. Oddio non so come spiegarlo" mi copro la faccia con le mani. Che imbarazzo.

Cora guarda il disegno che avevo fatto io. "Dove volevi farti, questo?" chiede gentile. "Sul cuore" dico poi indicando la zona che intendo. "Perché lui ha scritto il suo nome sul tuo cuore, è questo che intendevi?" Annuisco, rossa in viso come una perfetta sfigata.

"Credo sia fantastico" dice. "Anche quello di Edd è meraviglioso però" "Sì ma simboleggiano due cose diverse. Edd potresti farci qualcosa con questo?" chiede porgendogli lo schizzo. "Certo, dammi un paio di minuti" e si alza per andare al tavolo vicino alla sua postazione. Di minuti ce ne mette quasi cinque, il tempo di ascoltare una canzone degli AC/DC e poi torna. Ha rimaneggiato il disegno che avevo fatto, dandogli spessore e rendendolo meraviglioso. Quando alzo gli occhi, sento le lacrime che premono di muovo per uscire. "Direi che ti piace" sorride. "Tantissimo" riesco a dire. "Allora forza, sul lettino! Ma ti avviso, dove lo vuoi fare, fa veramente male" "Fa sempre dannatamente male" gli rispondo.

Mezz'ora dopo, con Cora che mi sta intrattenendo, Edd ha finito il lavoro. Sotto al seno sinistro, più o meno in corrispondenza del cuore, e seguendo la curva morbida delle mie rotondità, una piuma imbevuta d'inchiostro, ha appena finito di tracciare una Emme in corsivo, nera, con tre puntini di sospensione. E resterà congelata lì per sempre. E' molto semplice, l'idea della piuma e della lettera, ma la zona è piccola e non volevo troppi dettagli. Lui resterà sempre nel mio cuore e ora un piccolo tatuaggio lo ricorderà.

"Però anche il tatuaggio di Edd era fantastico" dico per l'ennesima volta. "Ho un'idea" inizia Cora "Ti facciamo uno stencil e poi lo facciamo con l'henné. Durerà al massimo venti giorni. Se in quel lasso di tempo deciderai che lo vuoi, potremo farlo sul serio". Beh, sembra davvero ragionevole. "Va bene" acconsento "dove dovrei farlo?" E mi preoccupo quando si guardano sorridendo.

La cosa che non avevo calcolato, riguardo alla mia idea di farmi tatuare, è che mi fa malissimo mettermi un reggiseno, perché il ferretto  batte proprio lì. Vestirmi per andare al lavoro quindi è un'agonia, ma per nulla al mondo passerei una serata a servire ai tavoli senza reggiseno, quindi stringo i denti e aggiungo un paio di strati extra di garza.

La serata è tranquilla, almeno fino a mezzanotte  e un quarto, cosa rara, ma mi hanno detto che c'era una partita di basket in un palazzetto qui vicino, quindi immagino che parecchi ragazzi saranno andati a vederla invece di venire qui a bere ed ammirare le "bellezze locali". 

All'una il proprietario mi chiama e mi dice che posso andare a casa, tanto stasera è morta. Mi chiede però se posso venire martedì sera, dato che hanno organizzato una specie di serata a tema e una delle cameriere ha chiamato dicendo che non può andare perché ha un impegno. Ci penso un momento, dato che mercoledì avrei lezione, ma pensando che inizierà alle dieci mi dico che posso farcela, e acconsento.

Al ritorno il mio appartamento è silenzioso, così come il condominio in generale, e cerco di fare meno rumore possibile. Mi libero dei vestiti e osservo i due nuovi tatuaggi, quello vero e quello "finto". Sono due aspetti della mia storia con Michael, che esternano come mi sento al riguardo. Spero che un giorno, quando starà meglio, magari riproveremo ad avere almeno un rapporto civile, perché l'idea che l'ultimo ricordo che avrò di lui sarà quello di un ragazzo con il viso tumefatto, il corpo messo ingessato e una miriade di tubicini che entrano nel corpo mi devasta l'anima.

Stella mi ha detto che si è ripreso, chiaramente, ma sto ostinatamente evitando i social quindi non so niente altro. Non so se il suo viso porta ancora i segni dell'incidente, non ho idea di quali cicatrici abbia lasciato. E ho una paura fottuta che se andassi a sbirciare sulla sua pagina Facebook troverei messaggi sgradevoli rivolti al mondo, oppure direttamente a me. Quindi ho rimosso gli account Facebook e Twitter. Ho tenuto solo Instagram, anche se in effetti al momento non lo sto usando molto. Sto meditando di eliminare anche quello, comunque.

Il fine settimana lo passo di nuovo da sola, Stella e Davide andavano a cena a casa di James. Per vedere Michael e Luca. Quindi di sabato mi metto gli abiti peggiori che ho e inizio a tinteggiare. Mi limito a dare il bianco, perché rifiuto di personalizzarlo. Però va decisamente rinfrescato, quindi mi concentro per fare un buon lavoro. Il risvolto positivo è che concentrarmi su questa cosa mi permette di non concentrarmi su ciò che non va nella mia vita. Passo di stanza in stanza, meticolosamente, spostando i mobili al centro del locale e pitturando le pareti. Verso le tre di pomeriggio mi rendo conto di non aver nemmeno mangiato, ma mi consolo pensando che mi rifarò stasera e continuo. Ho iniziato dalla camera, così almeno stasera potrò dormirci. Ho freddo, adesso che sono tutta sudata, ma almeno lasciare aperte le finestre ha fatto asciugare la pittura. Ieri ho anche sistemato il soffione della doccia, così almeno quando ci entro, riesco a farmi una doccia decente. Per la caldaia non c'è niente da fare invece, quindi mentre si scalda l'acqua, ho tempo di togliere i teli sopra i mobili delle stanze e sedermi sul wc chiuso a pensare. Decido di provare a rilassarmi, pensando al biondo con gli occhi azzurri che tanto mi manca, concentrandomi solo sulle parti piacevoli della nostra storia.

Inizio il mio tour di ricordi da quella volta al Chaos, quando dei ragazzi ci avevano abbordato e quando mi ero girata l'avevo beccato a guardarmi infuriato. Tempo dopo mi ha confessato che già allora mi considerava sua. Penso a quando siamo stati a letto la prima volta, nel mio vecchio appartamento. Cazzo, pensavo davvero che se ne fossero andati tutti. E invece lui era lì, in camera mia, e io ero nuda e bagnata sotto l'asciugamano. Quello è stato un azzardo fortunato, mi dico sorridendo. Immagini di lui che mi tocca e mi morde e mi lecca iniziano a riempire i miei pensieri, lui che mi stringe forte i fianchi, affondando le dita nella carne, mentre facciamo l'amore. Io con lui ho sempre fatto l'amore. Lui probabilmente no, ma io si. Maledizione, forse ha ragione Maria, la cameriera con cui di solito sono in turno, ho bisogno di scopare.

E magari di smettere di pensare per un pò. Scrollo le brutte sensazioni, concentrandomi su quelle belle, mentre mi infilo sotto il getto della doccia. Alzo un braccio e bacio il cuore trafitto che Edd mi ha disegnato all'interno del braccio destro, appena sopra il retro del gomito.

Occhi color cioccolato 3Where stories live. Discover now