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POV's DYLAN .
Finalmente arrivo a casa.
Non potevo più reggere le continue prese in giro di Jack , ancora un po' e gli avrei tirato un pugno su quel sorrisetto pervertito che non si leva dalla faccia neanche quando dorme.
Continuava a prendermi in giro.
Ovviamente quando è lui a scherzare devi stare al gioco ma se solo provi a trovarli un difetto lui si offende e tiene il broncio. Peggio di un bambino.
Meno male che c'è Christian, sennò lo avrei già strozzato.
Però anche se è un cretino è il mio migliore amico e gli voglio bene.
Varco la soglia della porta e le urla di mia sorella giungono alle mie orecchie.
Casa dolce casa.
Nessuno mi ha sentito entrare perché le urla non sono cessate.
Meglio se vado dritto in camera mia perché poi mia sorella mi mette in mezzo nella discussione e va a finire che mettono in punizione anche me.
In punta di piedi attraverso il corridoio e con una mossa da ninja riesco a passare la porta del salotto senza farmi vedere. Sono a ormai pochi passi dalla mia camera, ce l'ho fatta!
<<Dylan! Vieni un attimo>>
O forse no...
Come diamine ha fatto Jessica a sentirmi entrare se stava urlando come un oca che viene sgozzata?
Sbuffo scocciato e la raggiungo.
Papà è seduto sul divano, la mamma e Jessica sono in piedi e entrambe rosse in volto mentre papà ha la mia stessa espressione, i nostri sguardi trasudano disperazione.
<<Dylan a quanti anni hai iniziato a uscire?>> mi sorella mi guarda in un modo che incute terrore.
<<a 15>> rispondo tranquillo sedendomi vicino a papà.
Un sorriso soddisfatto si crea sul volto di Jessica.
<<15>> ride amaramente, sembra una povera disperata <<lui ha iniziato a uscire a 15 anni e io che ne ho 17>> la mamma la interrompere subito. <<16 cara,ne hai 16>>
<<tra sette mesi 17!>> sbotta.
<<sette mesi sono tanti>> mia mamma è calmissima è questa cosa fa arrabbiare ancora di più Jessica.
<<fatto sta che lui a 15 anni ha iniziato ad andare alle feste e uscire la sera>>
<< ma tu cara puoi uscire quando vuoi, però la sera stai a casa>> mio padre interviene nella discussione. Che uomo coraggioso.
Io decido di aspettare ancora un po' prima di gettarmi di mia spontanea volontà tra le braccia della morte.
<<perché lui può?>>
<<lui è il maschio>> mia madre mi punta un dito contro.
Oh no.
So cosa sta facendo. Sta cercando di mettermi ancora più in mezzo in modo che Jessica sfoghi la sua rabbia contro di me.
Che donna malvagia...
Ha tutta la mia stima.
<<e cosa c'entra?>>
<<Jessica, tu sei una ragazza carina ed è molto pericoloso per una ragazza girare per Londra di notte! Londra è enorme! Se sparisci qui non ti troviamo più!>>
<<ma tutte le mie amiche escono!>>
<<non mi interessa! Tu starai qui e fine della storia!>>
<<ma mamma...>>
<<niente ma!>>
I suoi occhi azzurri cominciano a luccicare sotto la luce del lampadario e poco a poco le lacrime cominciano a uscire, le guance arrossiscono e il labbro inferiore trema.
<<sapete una cosa? Vi odio!>>
La osservo uscire dalla stanza.
Ha la schiena un po' curva,cammina spedita e le mani sono strette in due piccoli pugni.
È propio arrabbiata.
Papà lascia andare un sospiro e la mamma torna in cucina.
<<che tipetto.. >> commenta.
Io continuo a pensare che sia una viziata del cavolo. Ha sempre avuto quello che voleva mentre io dovevo guadagnarlo  però io ora sono indipendente mentre lei non può accettare quando le dicono no. Non l'hanno educata prima perché era la principessa di casa però ora sua maestà sta sbattendo la faccia.
Mi sento un verme a sentirmi felice perché anche se è una strega è pur sempre mia sorella però era ora che tornasse coi piedi per terra.
La mamma suono il campanello per avvisarci che la cena è pronta.
È un abitudine che ha preso dalla nonna, infatti entrambe quando hanno finito di cucinare avvisano la famiglia con un semplice suono. È una cosa carina che un po' ci differenzia dalle altre famiglie di questo quartiere.
Come sempre mi siedo al mio posto a sinistra del capotavola. Difronte a me dovrebbero esserci sia la mamma che Jessica ma in questo momento vedo solo la mamma.
Sono sicuro che Jessica stia protestando.
La mamma però è più furba di lei e non la calcola e questo la fa risentire ancora di più.
<<Dylan, vai a chiamare tua sorella per Favore>> mio padre mi guarda supplichevole.
Ha sempre odiato certe situazioni. Forse perché non è cresciuto in una famiglia molto unita e non vuole che le cose si ripetano.
<<lo sa che è pronto, se non ha fame non possiamo obbligarla>> interviene la mamma.
Papà capisce che è il caso di lasciare perdere sennò sta sera rimarremo solo io e lui.
Mangio velocemente la pasta perché il silenzio che si è creato a tavola è davvero imbarazzante e non vedo l'ora di andare in camera mia e sparire con gli auricolari alle orecchie.
Metto il piatto nel lavandino. È un'abitudine che mia mamma mi ha fatto prendere quando ero ragazzino. Ricordo che diceva continuamente che se volevo uscire con i miei amici dovevo aiutarla anche solo con piccole cose e poggiare il piatto nel lavandino è una di quelle piccole cose. Sono ormai anni che lo faccio a ogni pasto eppure ogni volta sul suo viso compare quel famigliare sorriso che vedo sempre da diciotto anni e che non mi stancherò mai di ammirare.
Saluto la mamma con un bacio sulla guancia come piace a lei e papà con un cenno del capo.
Attraverso il corridoio illuminato dalla luce del lampadario. Non posso fare a meno di non ignorare la porta della camera di Jessica propio affianco alla mia.
Quasi quasi la saluto prima di andare a dormire. Anche se non lo ammetterà mai io lo so che le piace quando le do la buona notte.
Busso.
Nessuna risposta.
Busso nuovamente.
Silenzio.
Probabilmente pensa che sia la mamma quindi non risponde per dispetto.
Io entro lo stesso.
La camera è vuota e la finestra è aperta.
Oh no.




Cosa ne pensate? È scritto abbastanza bene?

Adesso vi lascio al terzo capitolo.

~Ele🦋~

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⏰ Last updated: Mar 29, 2021 ⏰

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