Capitolo 2

175 5 4
                                    

*Con un po' di attesa, ecco il secondo capitolo. Spero vi piaccia! ☺️*

"Finiscimi
Fammi sentire quanto sono pessimo
Quanto ti ho mancato di rispetto, di rispetto
Non dicendoti la verità
Capiscimi
A mia discolpa dico che ero perso
Ho dato comunque tutto me stesso, tutto me stesso
Ancora adesso, ancora adesso"

Queste parole risuonavano nella testa di Giulia, mentre fissava il soffitto senza riuscire a dormire.
La stanza era buia e c'era silenzio intorno a lei.  L'unico rumore era il ticchettio del suo orologio che le ricordava quanto fosse tardi.
La notte trascorse lentamente per lei, che costringeva i suoi occhi ad essere chiusi e la sua testa a non pensare.
Sogni tormentati le fecero visita lasciandola confusa e stanca la mattina dopo.
Il sole le colpì gli occhi, facendoli strizzare per il fastidio della luce improvvisa.
"È già mattina" pensò sbuffando.
Si alzò lasciando le lenzuola in un grande intreccio, prova del suo sonno tormentato.
Il telefono iniziò a squillare, facendola trasalire mentre preparava la colazione.
<<Pronto>>
<<Giuli.. >> rispose sua mamma.
<<Mamma..come mai sei già sveglia?>>
<<Volevo sapere come stavi..>> disse.
Sicuramente anche sua madre aveva ascoltato quella canzone e voleva assicurarsi che sua figlia stesse bene.
<<Io...sto bene. Sono un po' stanca. Ho dormito poco>>
<<Sicura? Sai che puoi dirmi tutto..>>
<<Certo mamma, lo so. Stai tranquilla.. >> rispose con un tono non del tutto sincero.
<<Va bene. Se lo dici tu.. sappi che capisco che tu ora possa sentirti confusa..>>
<< ok.. ora devo andare. Ci sentiamo più tardi>> tagliò a corto, mettendo giù la chiamata.
Al lavoro tutta la mattina ogni persona le aveva chiesto se stesse bene. Evidentemente ogni persona sulla faccia della terra aveva ascoltato quella dannata canzone e ora le stavano addosso.
Erano le 17:00 del pomeriggio e Giulia dopo ore di allenamenti e prove per le varie cose in programma, si era seduta fuori all'aria aperta a riposarsi e a godersi un po' d'aria fresca. All'ennesima stessa domanda della giornata, la sua pazienza era ormai finita.
<<SMETTETELA DI CHIEDERMI COME STO!!>> gridò.
Rimasero tutti in silenzio a guardarla, anche chi era più in lontananza si voltò con curiosità.
<<Scusaci, noi..volevamo solo starti vicino..capiamo cosa stai provando..>>tentò di dire un'altra ballerina.
<<NO! NON CAPITE! , non potete capirlo. Non potete capire come mi sento..a dover ascoltare una canzone del genere. Non potete capire come ci si sente a vedere  la persona che amavo...dire quelle cose, su di me, su di noi.. e sui suoi sbagli>> continuò tutto d'un fiato con le lacrime agli occhi, stremati dalla continuo tirare indietro le emozioni.
Nessuno disse niente.
Scoppiò in un pianto isterico e crollò sul prato con la testa bassa.
Si avvicinarono i suoi colleghi più stretti e l' abbracciarono stretta.
<<Va tutto bene. Non devi per forza essere forte. È comprensibile che tu ti senta così>>
<< Come ha potuto dire quelle cose? Non può scusarsi, non ci sono scuse. Come può farmi questo?, quando sto cercando con tutta me stessa di andare avanti. PERCHÉ? PERCHÉ ???>> urlò tra i singhiozzi.
Non c'era risposta a quelle domande, o comunque nessuno di loro avrebbe potuto rispondere se non lui, il diretto interessato.
Il cielo si fece grigio, e il sole sparì sotto una nuvola, portando via la luce, quasi come si abbinasse al momento difficile.
<< Giulia, Rientriamo..potrebbe piovere tra poco>> disse Francesca, provando a sollevarla da terra, aiutata dagli altri che erano rimasti in silenzio.
<<Perché? Perché mi ha fatto questo? Perché mi ha dovuto mentire? Ero felice. Se lui non lo era più, poteva parlarne con me! Dirmelo in faccia! E non...mentire, e fare le cose di nascosto....mi sono sentita..così...umiliata>> continuò sussurrando.
Non disse più niente per il resto della giornata e nessuno più gli chiese niente.
Forse quel pianto l'aveva aiutata a sfogarsi, ma forse, quella canzone aveva fatto oscillare il suo controllo. Prima o poi ogni cosa va affrontata, nel bene o nel male. Tirarsi indietro non è mai la soluzione, bisogna essere coraggiosi in amore, perché per amare ci vuole coraggio, sempre.

Vicenza, ore 3:18 di notte.

La città era spenta, poche luci si vedevano da lontano, e in quella calma, abbracciato dal buio e coperto dalle cuffie, Sangiovanni si aggirava per i vicoli.
Il suo respiro è affannato, e il suo cuore batteva troppo velocemente, perciò si fermò davanti a un mini market, quelli aperti h24. Entrò.
<<Buonasera>> disse il commesso, non aspettandosi di vedere qualcuno a quell'ora della notte.
<<Salve>> rispose spostando una cuffia.
Camminando per le piccole corsie del market, si soffermò su alcuni sushi congelati, e accennò un sorriso.
Il sushi gli faceva pensare a lei, a quando lui l'aveva obbligata ad assaggiarlo, riuscendo a trasformare anche lei in una sua fan. Ogni cosa gli faceva pensare a lei, ma come aveva detto a sua madre, era ora di andare avanti e accettare di aver sbagliato. Non poteva fare nulla, gli restava solo andare avanti.
Dopo la finale si Sanremo, aveva spento il telefono. Non voleva sentire o leggere niente.
Afferrò una birra, pagò e uscì in silenzio.
Il tempo prometteva pioggia il giorno seguente, perciò seduto su un muretto, finì velocemente la sua birra e rientrò in casa accompagnato dal suo fidato cappello di lana.
Entrò piano, salì le scale e chiuse la porta della sua stanza, sdraiandosi subito dopo sul letto ancora vestito.
Quella sera fece uno sbaglio, si lasciò prendere dall'abitudine e accese il telefono, che iniziò a vibrare a non finire, per tutte le notifiche rimaste in sospeso.
Sangio iniziò a leggere alcuni commenti e quello bastò a farlo sentire sopraffatto.
Era tutta la giornata che stava  provando a capire cosa fosse quella sensazione che aveva addosso, e forse leggendo tutto capì cosa fare, o meglio, di cosa aveva bisogno quel momento.

Roma
Era mattina e Giulia era già in piedi a prepararsi per gli eventi che aveva in programma per la giornata. L'aria era frizzantina a Roma, ma questo non la disturbava affatto, perché a disturbarla erano le continue notifiche.
<<Mannaggia!! Devo togliere la suoneria a queste notifiche! Potrei uscire matta se ne sento un'altra>> disse.
In quello stesso istante arrivò un messaggio dalla sua migliore amica, era un link.
<<Mi avrà mandato un'altra coreo da fare insieme! Sicuro! >> disse ad alta voce cliccando.

Si aprì in caratteri giganti

SANGIOVANNI, SI PRENDE UNA PAUSA DALLA MUSICA. <NON STO BENE MENTALMENTE, HO BISOGNO DI FERMARMI>

Giulia spalancò gli occhi.

Ritorna da meUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum