Sembra assurdo, ne sono pienamente consapevole, ma è la realtà. Io e lui ci somigliamo troppo e, proprio per questo, dovremmo andare d'accordo ma purtroppo non è così.

Diverse volte, ho provato a parlare con lui ma ha sempre eretto muri.

Non oso neanche immaginare come si dev'essere sentito, decidendo di venire da me a chiedere aiuto, ma una cosa è sicura: io per mio fratello farei qualsiasi cosa e può stare certo che troverà sempre la porta di casa mia aperta.

È da tutta la vita che il problema persiste ma ora la domanda sorge spontanea... perché?

Mia madre è rimasta incinta di me quando andava ancora all'università e così ha deciso di abbandonarla per me.

Mio padre pensava che fosse troppo da sopportare a quell'età, quindi non l'ha aiutata con la gravidanza e se n'è andato, lasciandola sola.

Si è rifatto vivo quando avevo ormai diciassette anni e mia madre mi ha pregato di dargli un'altra possibilità; inutile dire che così ho fatto perché amavo e amo troppo mia madre per dirle di no.

Ma... Mason? Ecco qui il tallone d'Achille di tutta la famiglia.

Mia madre, prima che ritornasse mio padre nelle nostre vite, è rimasta incinta, di nuovo.

Anche qui, lei sa chi è il padre ma ha preferito tenerselo per sé e noi l'abbiamo accettato.

Mason, ci ha messo un po' di più ma si è messo l'anima in pace e questo mi ha fatto davvero male.

Mio padre ha accettato la cosa perché, essendo conosciuti come famiglia, sia per il mio volto sia per il suo, ha pensato che sarebbe stato uno scandalo di cui non avevamo bisogno.

Mason Lewis, quindi, per la legge, è figlio di mio padre ma biologicamente no.

Questa è la storia della mia famiglia trasandata che trabocca acqua da tutti i lati.

Questa è la storia di un padre che non ha saputo fare il padre, di un figlio che, per amore della mamma, ha deciso di rovinarsi ancora di più e di un altro figlio che si ritiene la pecora nera della famiglia.

Mia mamma non lo so.

Non so cosa pensa perché ha sempre amato sia me che Mason allo stesso modo, cercando di non farci mancare niente.

Ma, alla storiella della famiglia unita e felice, ho smesso di crederci anni fa.

Abbiamo tutti fatto degli errori ma i miei genitori sono i più colpevoli, tra noi.

«Buongiorno.» Esordisco, non appena vedo mio fratello entrare in salotto con i capelli spettinati e una felpa grigia addosso.

«Caffè?» Domando, cercando di smorzare la tensione.

Fa cenno di no, con la testa.

Coraggio Travis, pensa a qualcosa da dire, coraggio.

«Devo andare in università ma, se ti fa piacere, potrei accompagnarti io a scuola. Non mi costa nulla.» Mi guarda per un lungo attimo, con i suoi grandi occhi verdi che, per un momento, mi illudo abbia accettato.

«No, vado con l'autobus.» Come non detto.

«Va bene... allora, potremmo pranzare insieme e....» Mi blocca sul momento, prima che possa formulare qualunque altra ipotesi.

«Se sono qui, Travis, è solo per non dover stare nella stessa casa in cui è presente anche quel pezzo di merda. Questo, però, non significa che dobbiamo per forza parlare o stare insieme.» Il suo sguardo e la sua postura glaciale non ammettono repliche, quindi decido di non aggiungere altro.

MagneticWhere stories live. Discover now