𝐕𝐈 - 𝐔𝐧𝐬𝐞𝐞𝐧 𝐒𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐩𝐢𝐭𝐲

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Il campus universitario pulsava di energia giovanile mentre mi dirigevo verso l'aula, immersa nel flusso degli studenti universitari che riempivano l'aria di risate e chiacchiere. Mentre attraversavo il corridoio affollato, il mio sguardo fu improvvisamente attratto da un ragazzo che camminava con passo sicuro tra la folla. Era lui, Aiden Turner. Un brivido di emozione mi attraversò la spina dorsale mentre lo osservavo da lontano.

Aiden sembrava concentrato, il volto rivolto verso l'orizzonte come se cercasse qualcosa. La sua presenza, anche a distanza, emanava un'aura enigmatica. Provai una strana mescolanza di felicità e timidezza. Volevo avvicinarmi, ma il coraggio mi mancava.

Il primo periodo universitario lo trascorsi immersa in un vortice di lezioni e incontri con vecchi e nuovi amici. Cercavo di concentrarmi sulle lezioni, ma la presenza di Aiden continuava a sfiorarmi la mente come una promessa non detta. La campanella annunciò la fine delle lezioni, e mi diressi verso l'uscita con il cuore che batteva all'unisono con l'anticipazione.

Fu quando stavo attraversando un corridoio affollato che il destino decise di giocare la mia carta. In mezzo alla folla, incrociai di nuovo lo sguardo di Aiden. Un istante di riconoscimento reciproco, ma nessuno di noi due osò rompere il silenzio. Lui, uno studente del triennale, sembrava essere ignaro della mia presenza. La timidezza mi avvolse come un mantello, ma un'energia sconosciuta mi spinse a continuare. In un impulso, decisi di avvicinarmi a lui. Attraversai il mare di studenti, cercando di superare l'ostacolo della mia insicurezza.

Poi, improvvisamente, il destino prese il controllo. Mentre cercavo di raggiungere Aiden, i nostri percorsi si scontrarono in un inevitabile incidente. Io, imbarazzata e arrossita, mi ritrovai a sbattere contro di lui, un'altra volta, come se il destino avesse orchestrato il nostro incontro.

Aiden, sorpreso, mi guardò con uno sguardo che rivelava un misto di curiosità e riconoscimento. La nostra collisione accidentale ci fece fermare, e per un attimo, il tempo sembrò dilatarsi. L'università continuava la sua attività intorno a noi, ma il nostro mondo era sospeso in uno spazio indefinito.

«S- scusa,» balbettai, cercando di raccogliere le mie emozioni. «Non volevo...»

Il corridoio dell'università sembrava riecheggiare di risate e voci, mentre io, ancora timida e un po' imbarazzata, sorridevo dolcemente a Aiden. Il mio cuore batteva come il ritmo incerto di una melodia appena iniziata. La risposta di Aiden, con quel sorriso che sembrava catturare la luce stessa, mi fece arrossire ancor di più.

Aiden sorrise gentilmente, interrompendomi. «Nessun problema. È un modo piuttosto originale di salutarsi.» Disse Aiden, come se quel momento di scontro fosse diventato un'entrata scenica inaspettata.

La leggerezza delle sue parole sciolse parte della tensione nell'aria. Con gli occhi abbassati per nascondere il rossore, risposi con un sorriso grazioso. «Beh, spero di non averti ferito in questo originale saluto.»

«No, assolutamente no,» rispose Aiden, e la sua voce trasmetteva calma e comprensione. «In effetti, credo che questo sia uno dei modi più interessanti per fare nuove conoscenze.»

Una risata spontanea ci sfuggì ad entrambi, e per un istante sembrò che il mondo attorno a noi si dissolvesse. Tuttavia, la realtà ci riportò presto alla consapevolezza del contesto scolastico.

Avevamo lezioni diverse, amici da incontrare, e il flusso quotidiano dell'università riprese il suo corso.

«Guarda, ho dimenticato un libro in classe. Mi scuso, devo tornare a prenderlo,» disse Aiden con un sorriso imbarazzato, e se ne andò in direzioni opposte.

Con il cuore che mi batteva ancora veloce, mi guardai intorno, riconoscendo l'emozione di qualcosa di straordinario.

Tornai a casa con il cuore pieno di emozioni contrastanti. Mentre attraversavo le strade familiari del mio quartiere, il calore del sole al tramonto creava un'atmosfera magica, quasi come se anche la natura stesse celebrando la sua giornata straordinaria.

Arrivata a casa, mi concessi un momento di tranquillità nella mia camera. Seduta alla scrivania, estrassi il telefono per sfogliare distrattamente Instagram. Mentre scorrevo le storie di amici, un cerchio rosso attirò la mia attenzione sulla storia di Lucille.

Lucille, con uno sfondo sfocato del "Melody Haven", aveva condiviso l'entusiasmante notizia di un concerto imperdibile la prossima serata. La band in questione era una band di quattro tre ragazzi e una ragazza dell'università che frequentavamo, ne avevo sentito parlare da alcune persone in giro per il campus, ma non avevo assolutamente idea di chi fossero i componenti.

Risposi rapidamente alla storia di Lucille: «Assolutamente da non perdere! Siamo dentro!» La risposta di Lucille non tardò ad arrivare, un esclamativo «Yesss!» seguito da emoticon di note musicali e cuori. Da quel momento, nacque un piano spontaneo per godersi insieme la serata musicale.

La conversazione si sviluppò in modo naturale, mentre discutevamo dettagli pratici e ci scambiavamo entusiasmo. Lucille condivise ulteriori dettagli sul "Melody Haven" e il suo desiderio di vivere la magia della musica dal vivo.

In quel momento condividevo l'entusiasmo di Lucille e la gratitudine per la fortuna di avere un'amicizia così speciale. Tra risate e progetti, mi accorsi di quanto la vita potesse riservare sorprese inaspettate e connessioni straordinarie.

La serata successiva, io e Lucille ci preparammo con cura per l'evento al Melody Heaven. Condividemmo la felicità nel truccarci e scegliere l'abbigliamento perfetto per l'occasione. Mentre ci dirigevamo verso il locale, le strade illuminate della città sembravano promettere un'altra serata memorabile.

Il Melody Heaven, avvolto in luci soffuse e carico di anticipazione, accoglieva il pubblico nella sua atmosfera coinvolgente. Noi eravamo sedute in un angolo riservato, ci lasciammo avvolgere dalla musica che riempiva l'aria.

La band iniziò a suonare, e il ritmo coinvolgente creò un legame tra le miei emozioni. 

Ad un certo punto mi resi conto che il cantante della band al "Melody Haven" era Aiden quando, durante una coinvolgente performance, notai dettagli familiari nella voce e nello sguardo unico del cantante. Un lampo di riconoscimento illuminò il suo volto e vidi Aiden. Colpita dall'inaspettato incontro, rimasi incantata, non solo da lui, ma anche dalla sua splendida voce, riscoprendo la mia passione per la musica.

 Colpita dall'inaspettato incontro, rimasi incantata, non solo da lui, ma anche dalla sua splendida voce, riscoprendo la mia passione per la musica

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