« È molto bella» continuo, mentre la porta si apre.

Vengo investita da un buonissimo profumo di... camelie.

Faccio scivolare lo sguardo sul tappeto rosso ai nostri piedi, i mobili in legno, l'attaccapanni nero e il lungo corridoio.

« Vieni» mi prende per mano, sussultando l'attimo dopo.

« Che ti è successo?» domanda guardando i miei palmi graffiati e con ferite fresche.

« Reagisco male al freddo» ammetto
« Ma poi si formano le crosticine».

« Devi metterci una crema, Irlanda» mi rimprovera, riprendendomi per mano e raggiungendo delle scale.

Come sa il mio nome?
Non mi sembra di averglielo detto...

I miei dubbi si dissolvono appena varchiamo la porta di una stanza al piano superiore.

« Aspetta, dovrei aver qualcosa...» borbotta, aprendo un cassetto del comodino.

La stanza è ben arredata, con i muri di un leggerissimo azzurro e gli armadi in legno bianco.

A sinistra c'è un letto con le coperte nere, mentre dalla parte opposta un altro letto, stavolta bianco.

« Questa è la tua camera?» domando.

« Mhm...» annuisce, tirando fuori dal cassetto un barattolo.

« Cos'è?» chiedo perplessa.

« Un'arnica speciale» afferma.

« Posso?» indico il letto nero, quello più vicino.

« Certo, siediti pure» sorride.

Appoggio lo zaino sul cuscino, sedendomi facendo ben attenzione a non rovinare le pieghe.

Io odio quando la gente stropiccia le coperte del mio letto.

Si inginocchia davanti a me, prendendomi delicatamente la mano destra.

« Potrebbe bruciare un po', ma ti cicatrizza i tagli» spiega, prendendo un po' di crema color ocra.

Al contatto con la crema fredda sussulto, rilassandomi subito dopo, sentendo la mia pelle abituarsi alla temperatura dell'arnica.

« Fa male?» domanda alzando lo sguardo su di me.

« No, tranquillo» sorrido.

Finisce di spalmarmela con una delicatezza così dolce che fa quasi male.

Nessuno mi ha mai trattata così.

« Irlanda?» mi richiama dolcemente
« Nessuno ti ha mai messo una crema sui tagli?».

Scuoto la testa in segno di negazione, ricevendo in cambio un sorriso storto.

« Ecco fatto» irrompe dopo un po', rimettendo la crema al proprio posto.

Scendiamo di sotto in silenzio, mentre lo vedo armeggiare con dei padellini in cucina.

« Ti piace la cioccolata calda?» mi chiede, mentre mi siedo su una coperta a gambe incrociate davanti al camino.

« Molto!» affermo.

Mette a scaldare il latte e il cacao, e nell'attesa viene a sedersi accanto a me.

« C'è qualche materia che proprio non capisci? Potremmo partire da quella» propongo.

« Fisica» risponde con decisione.

Mi sfugge una risatina involontaria.

« Che c'è?» si finge offeso.

« È che fisica è l'unica materia che non capisco neppure io» ridacchio.

IRLANDA e il segreto dell'ametista Место, где живут истории. Откройте их для себя