Ad un certo punto, lontana da occhi indiscreti, mi diressi verso la camera ,sorvegliata da Niragi, dell'ormai ex numero uno.

Volevo fare da esca.

Camminai velocemente fra i vari corridoi,tenendomi la spalla in modo saldo per evitare di sentire ulteriore dolore. Cercai di non destare sospetti o risultare strana agli occhi degli altri mentre percorrevo le scale, nonostante passassero davvero poche persone, quando ad un certo punto fui colta di sorpresa.

-Bella mossa, ochetta.-

Davanti a me, sbucato da un angolo di un corridoio, mi prese alla sprovvista Chishiya.
-Peccato che io conosca molte scorciatoie all'interno di questo edificio, il ché mi ha permesso di essere molto più veloce di te...- cominciò così il suo discorso per rimproverare le mie cattive intenzioni, avvicinandosi sempre di più.
-...E che io abbia questo infallibile sesto senso nel riconoscere le bugie.- concluse, bloccandomi fra il suo corpo ed il muro, non lasciandomi alcuna via di scampo.

Era inutile fingere, mi aveva beccata, quindi rimasi semplicemente in silenzio, sentendomi vulnerabile al di sotto del suo sguardo.

-Te lo dirò solo una volta: scendi al piano di sotto ed aspetta il segnale. Non so quale fosse la tua intenzione ma, a prescindere, non la condivido.- affermò in modo serio.

La mia vulnerabilità,in quel momento, tramutò.
Mi avvicinai ancora di più al suo viso e finalmente riuscii a guardarlo negli occhi.

-Ricevuto, capo. Ho solo una richiesta...- dissi, avvolgendo parte del suo collo con il braccio non ferito, in modo da ridurre ancora di più la distanza fra noi.
Quasi mi parve che, fra i due, quello vulnerabile ora fosse lui.

-Non ordinarmi mai più cosa fare o cosa non fare.- affermai, tirandogli velocemente una ginocchiata nello stomaco per poter correre via, nonostante il dolore al braccio.
Si piegò su sé stesso per qualche secondo per poi rincorrermi.

Mancava davvero poco alla camera del Cappellaio, e cercai di arrivarci prima di Chishiya.

E ci riuscii.
Appena svoltai l'angolo, abbastanza distante da me, ecco Niragi palesemente annoiato con la sua solita mitragliatrice fra le mani.
Con la coda dell'occhio vidi il biondo nascondersi dietro alla parete del corridoio da me precedentemente percorso. In quella posizione sarebbe riuscito solo a sentirci ma non a vederci.

-Di nuovo tu...per caso vuoi che ti perfori l'altra spalla?- domandò Niragi, puntandomi già l'arma contro.
Alzai le mani, in segno di resa.

-No, ti sbagli. Sono qui perché...- ci pensai frettolosamente su: dalle sue parole capii che il colpo era proprio diretto a me, quindi a quanto pare lo avevo fatto arrabbiare e non poco.
-Volevo scusarmi per ciò che ho fatto.-
mi inventai.

La distanza fra noi era ancora troppa, dovevo avvicinarmi in qualche modo.

-Non mi interessano le tue scuse ragazzina, ora va via o non mi lasci altra scelta che accontentare il mio bisogno di farti a pezzi.- minacciò.

-Davvero? Il tuo unico bisogno è quello di farmi a pezzi?- domandai ironicamente, sfilandomi il pareo che copriva metà del mio corpo,dallo stomaco alle cosce, lasciandolo cadere per terra.

-Hai compreso il tipo di scuse che volevo offrirti, Niragi?- domandai con fare ingenuo, avvicinandomi molto di più.

Finalmente il suo sguardo, prima disinteressato, si posò su di me.

-Con grande sorpresa stai attirando la mia attenzione, ragazzina.- ghignò il ragazzo di fronte a me, che non si fece alcuno scrupolo nel guardarmi da capo a piedi.

-Non sai quanto mi faccia piacere...- giocai al suo gioco, appoggiando delicatamente le mie mani sul suo petto,annullando quasi del tutto la distanza fra noi.

Cominciai a sbottonare di poco la sua camicia, per fargli intendere ancora di più le mie intenzioni.

-Eppure la scorsa volta mi dicesti che nessuna verrebbe a letto con me di sua spontanea volontà.-

Oh, ecco cosa è successo.

-Ero completamente accecata dalla gelosia, non lo capisci?- domandai, prendendogli la mano non occupata dall'arma per posizionarla sul mio corpo, che lui non esitò a muovere a suo piacimento.

-Ti desidero da quando sono entrata in questa maledetta Spiaggia.- gli sussurrai, accarezzondogli leggermente una piccola parte del collo con le labbra.

Finalmente lasciò cadere l'arma per terra, prendendomi di forza con entrambe le mani.
Mi ritrovai sospesa a mezz'aria, sostenuta dallo stipite della porta e dalle sue braccia.
Le nostre intimità si toccarono e, da quel contatto, capii di aver fatto centro.
Cominciò a passare la sua lingua, accompagnata da quel suo odioso piercing, sulle parti del mio corpo che più gradiva.

-Finalmente potrai dire in giro di esserti fatta una scopata come si deve.- affermò, e capii il riferimento a Chishiya, nonostante lui non sapesse che fra noi non c'era mai stato nulla.
Ma in quel caso era necessario che ne fosse convinto.

Finsi una risatina divertita, per compiacerlo.

-Ti prego...- sussurrai ad una distanza minina dalle sue labbra.
Al vedermi e sentirmi "così disperata" per lui, si lasciò scappare un gemito misto fra eccitazione e divertimento.

-Perché non entriamo qui?- domandai ghigando, indicando la camera da lui sorvegliata.
-Cazzo, è la camera del Cappellaio, devo sorvegliarla.- ammise contrariato.

-Da quanto rispetti gli ordini?- gli chiesi con tono persuasivo, sfilandogli del tutto la camicia e facendo girovagare le mie mani per tutto il suo corpo.

-Non li rispetto infatti.- affermò, tirando un calcio alla porta per aprirla definitivamente.

Questo era il momento più delicato, così, a malincuore, per sorprenderlo ancora di più, lo baciai.
Dopo gli attimi di incertezza, approfondì quel bacio rude e superficiale, entrando nella camera e posizionandomi sul primo ripiano trovato.

-Chiudi la porta, qualcuno potrebbe vederci.- lo avvertii.

-Sono tutti di sotto ad ascoltare Aguni. Ed anche se fosse, sarebbe ancora più eccitante.- asclamò euforico, senza rivolgere nemmeno uno sguardo veloce alle sue spalle.

-Proprio tutti, eh?- domandò Chishiya con il suo solito pizzico di ironia, proprio dietro al ragazzo moro, per poi colpirlo pesamente alla testa con il retro di una pistola.


𝑪𝑯𝑰𝑺𝑯𝑰𝒀𝑨 - 𝑮𝑨𝑴𝑬 𝑶𝑽𝑬𝑹 Where stories live. Discover now