il ritratto di Dorian Gray

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-Dal primo momento che ti ho incontrato, Dorian, la tua personalità ha avuto una straordinaria influenza su di me. La mia anima, la mia mente, ogni mia energia sono stati dominati da te. Eri diventato l’incarnazione concreta di quell’ideale invisibile la cui memoria ossessiona noi artisti come un sogno prezioso. Ero ai tuoi piedi.

-sono diverso ma tu non devi amarmi di meno .

-Ancora adesso sono convinto che è uno sbaglio che la passione che si prova nell’atto del creare si manifesti nell’opera creata. L’arte è sempre più astratta di quanto noi immaginiamo.

-Forse no bisognerebbe mai dare parole alla propria adorazione.

-Gli pareva che ci fosse qualcosa di tragico in un’amicizia  tanto colorata da sentimento amoroso.

-L’uomo,  impassibile, era in attesa dei suoi ordini. Dorian accese una sigaretta, si avvicinò allo specchio e guardò. Il volto di victor, una placida maschera di servilismo.

-L’amore di basil per lui, perché di amore si trattava, non aveva in se niente che non fosse nobile o intellettuale. Non era l’ammirazione esclusivamente fisica, nata dai senti, per la bellezza che muore quando i sensi si stancano. Era l’amore che avevano conosciuto Michelangelo, Montaigne, Winckelmann, lo stesso Shakespeare.

-E forse in ogni gioia, così come in ogni piacere, la crudeltà ha la sua parte.

-C’era qualcosa nella purezza del suo volto che agiva come un rimprovero, e la sua sola presenza rivelava una innocenza offesa.

-Si p138 innamorava sempre più della sua bellezza, e sempre più era affascinato dal corrompersi della sua anima.

-Curiosità per la vita che pareva aumentare quanto più veniva soddisfatta. Più sapeva, più desiderava conoscere. Aveva appetiti folli che quanto più saziati tanto più si facevano ingordi.

- A loro Dorian sembrava come quelli che secondo dante “si rendon perfetti con l’adorazione della bellezza “.

-A quasi tutti noi è accaduto di svegliarsi prima dell’alba, dopo una notte senza sogni che ci fa quasi innamorare della morte.

-Amava inginocchiarsi sul freddo marmo e contemplare il sacerdote, che nei suoi rigidi parametri fiorati, che con bianche mani e movimenti lenti scostava il velo dal tabernacolo, o sollevava l’ostensorio ingemmato a forma di lanterna con quella pallida ostia che avvolte è davvero il pane degli angeli.

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