Capitolo Tre

1.3K 100 27
                                    


Tra le cose più sgradevoli che Manuel ha provato in vita sua, c'è senza dubbio il beccarsi un temporale mentre è in moto.

Ricorda piuttosto chiaramente una volta in cui, quando aveva circa 13 anni, lui e sua madre sono stati sorpresi da un temporale estivo mentre tornavano a casa da una gita al mare.

Per cercare di ripararsi sua madre si era fermata al primo distributore di benzina che aveva trovato lungo la strada, ma non era stato sufficiente. Manuel aveva già i vestiti completamente bagnati e appiccicati al corpo.

Da quel giorno, Manuel aveva accuratamente evitato di guidare con la pioggia.

Ma quel pomeriggio di metà luglio non ha potuto evitarlo.

La vespa di Simone si era danneggiata irreparabilmente nell'incidente, al punto che sarebbe stato ovvio anche a un occhio poco esperto che il costo delle riparazioni avrebbe superato il valore del mezzo.

Quindi Simone si era messo l'anima in pace e l'aveva fatta rottamare, sperando di riuscire a mettere da parte qualche spicciolo per comprare un motorino di seconda mano entro la fine dell'estate.

Dante gli aveva concesso di usare la sua moto quando ne aveva bisogno, ma nella maggior parte dei casi era Manuel a fargli da autista.

Era successo anche quel giorno. Manuel era andato a prenderlo a casa dopo pranzo per accompagnarlo alla sua seduta con lo psicologo, nonostante Simone gli avesse ripetuto più volte che non era il caso di accompagnarlo e che non voleva che Manuel perdesse tutto il pomeriggio per lui.

Ma per Manuel quella non era una perdita di tempo. Anzi, era felice di essere presente per Simone.

Così Manuel lo aveva accompagnato fino allo studio dello psicologo e poi lo aveva aspettato al bar in fondo alla strada. Avevano preso un caffè insieme e poi si erano nuovamente diretti verso casa.

Le previsioni meteo segnavano bel tempo per tutta la settimana, ma evidentemente non era stato così perché sulla via del ritorno un violento temporale si era abbattuto su di loro e li aveva accompagnati per tutta la strada.

Al loro arrivo a casa di Simone, sta ancora diluviando.

Scendono velocemente dalla moto e si rifugiano in casa, con i vestiti talmente zuppi che gocciolano sul pavimento.

"Il bagno sai dov'è, gli asciugamani sono nel primo ripiano dell'armadio. Io vado a prenderti qualcosa di asciutto da metterti" dice Simone dirigendosi verso la sua camera.

"Non la maglia a righe, per favore. La odio!" replica Manuel.

Sa benissimo che Simone non gli darà quella maglia. Nonostante il temporale, fuori fa troppo caldo per mettere una maglia con le maniche lunghe. Ma Manuel ci tiene a ripetere che quella maglia - che Simone gli ha già prestato in passato - è una delle cose più orrende che siano uscite dal suo armadio.

Quando Simone lo raggiunge in bagno, gli mostra una t-shirt con il logo della sua squadra di rugby e dice: "Questa va bene?"

Manuel la afferra e se la rigira tra le mani. Poi con espressione soddisfatta dice: "Può andare."

Simone scuote la testa fingendo un'espressione indignata e Manuel, per vendicarsi, gli lancia addosso l'asciugamano ormai fradicio con cui ha tentato di asciugarsi i capelli.

Simone lo afferra appena prima che lo colpisca in faccia e lo appoggia sul bordo del lavandino, dove un attimo dopo finisce anche la sua maglietta bagnata.

Manuel lo fissa attraverso il riflesso dello specchio sopra al lavandino, cercando di non farsi notare.

Non è la prima volta che lo vede senza maglia dall'incidente. Ci sono stati i pomeriggi in piscina, i primi giorni dopo il rientro a casa in cui Manuel lo aiutava a vestirsi, ma vedere che dopo quattro mesi alcune ferite dell'incidente sono ancora lì gli fa sentire un peso sullo stomaco.

Viaggi e stazioniWhere stories live. Discover now