4. Gianna ♬

282 65 56
                                    

Damiano ›

M'è passato un camion addosso?

Apro gli occhi lentamente, sono ancora stanco e vorrei dormire almeno per altre dieci ore, ma non si può. A Sanremo mancano pochi giorni e dobbiamo andare in studio per le prove. Siamo tutti a casa mia, non ci vorrà molto per arrivare, purché Thomas e Victoria si sbrighino.

Mi guardo intorno e con grande stupore vedo che Ethan è già in piedi, si è anche lavato e vestito ed è seduto con il telefono in mano e gli auricolari nelle orecchie.

«Buongiovno» ci saluta, di buon umore.

Mi stropiccio gli occhi, mi stiracchio e allungo una mano sul comodino per vedere che ore sono: le 9:30.

Pensavo peggio.

«Pecché avemo fatto così tardi ieri sera?» chiede Victoria, con la voce ancora impastata dal sonno.

«Pecché il King se doveva divertì. Te ricordi?» questa frase annuncia che anche Thomas si è svegliato.

Sorrido. «Invece di fa lo spiritoso, vedi de d'atte na mossa. Ce rallenti sempre tutti. Neanche Vic è così moscia.»

Thomas mugugna e si gira dall'altra parte. Ci pensa Ethan a svegliarlo per bene: con scatto felino prende la bottiglia d'acqua che è accanto a lui e gliene versa un po' sul viso. Thomas salta in aria e si mette in piedi, mentre tutti ridiamo.

«Oh, davvero maturo», dice con tono stizzito, ma con un sorrisetto velato.

«Io c'ho vent'anni, perciò non ti stupire se dal niente faccio drammi...» canticchio.

Ethan e Victoria continuano a ridere, mentre Thomas sbuffando prende i vestiti puliti dalla borsa e va in bagno.

Mi butto giù dal letto anche io e vado in cucina per preparare il caffè. Victoria mi raggiunge poco dopo.

«Allora?» mi chiede.

«Allora che?»

Alza gli occhi al cielo e sbuffa. «Che hai intenzione di fare? Con Simona intendo.»

Le sorrido. Victoria è la mia migliore amica, anzi di più, è una sorella. Per questo siamo sempre molto protettivi l'uno nei riguardi dell'altra. «Non lo so, ma mi interessa, non lo nego. Per il momento voglio solo limitarmi a conoscerla. Il fatto è che non vorrei crearle troppi problemi e poi c'è Sanremo...»

Annuisce, comprensiva, ma non nasconde la sua preoccupazione. «Vorrei che evitassi di distrarti in questo periodo, abbiamo troppi impegni l'uno dietro l'altro. D'altra parte, però, voglio vederti felice, è da tempo che non ti interessi davvero a qualcuna, quindi niente, le darò una possibilità. Ma al primo errore è fuori», dice, sollevando un sopracciglio.

La tiro a me e la abbraccio. «Grazie tante sorellì per il permesso!» esclamo ironico, mentre lei affonda la sua testa nel mio petto e io appoggio la mia testa sulla sua.

«Oh, te lo chiedo pe' piacere, cantate pure, ma nun ve fate venì in mente di aggiungere un nuovo membro alla band. Qua la Queen so io, sia chiaro», afferma, guardandomi con aria minacciosa.

Scuoto la testa e le sorrido. «Non c'avevo manco pensato, in verità. Magari qualche collaborazione...» le rispondo, guardandola di sottecchi per valutare la sua reazione.

«Nun ce devi pensà proprio pe' gnente!»

Scioglie l'abbraccio con impeto e mi dà un colpo nello stomaco.

Rido, mentre mi piego in due per riflesso. «Comunque le devi delle scuse.»

Sbuffa.

«Ti vorrei ricordare che è quasi caduta sul palco, per colpa tua. Inoltre, non è stato particolarmente complicato per lei intuire che eri molto infastidita dalla sua presenza.»

Soltanto un sorriso. // MåneskinKde žijí příběhy. Začni objevovat