Che di occhi ne vede tanti.

Di voci ne sente altrettante.

E lo stesso numero di persone che lui vede, vedono lui.

Lo vedono in tutta la sua spensieratezza che gli anni migliori prima dell'età adulta gli stanno concedendo.

Fermo in quella sorta di tranquillità e felicità che non tutti possono vantarsi di avere.

Parlando a cuor leggero di tanti argomenti diversi che, più o meno, conosce o gli appartengono.

E tu altro non hai fatto che sederti davanti a lui e guardarlo parlare.

Non tanto sentirlo, anche se le sue parole le ricordi e i lunghi discorsi li hai seguiti.

Ma proprio osservarlo.

Osservare come distoglie lo sguardo quando si rende conto che le attenzioni che vorrebbe le sta ricevendo tutte; come le sue guance si tingano di rosso, anche se la luce necessaria per notarlo chiaramente non era sufficiente.

Poi ride, si passa la lingua sulle labbra secche, prende un bicchiere e si versa da bere, offrendotelo educatamente.

E tu lo accetti, che tu sia astemio o meno, che tu abbia sete o no.

Allunghi il bicchiere e gli dici di versare quanto desidera.

E ancora sorride e continua a parlare, mentre gira la bottiglia il necessario per fare in modo che il liquido abbandoni la bottiglia con la giusta lentezza, senza rovinare quell'atmosfera.

Riprende a parlare mentre chiude la bottiglia con il suo tappo, premendoci sopra due dita anche se la chiusura è per avvitamento e non per pressione, perché è emozionato di poter parlare a cuor leggero e ha bisogno di concentrare i movimenti su altro, sennò finirebbe per gesticolare.

Non smette di essere felice quando riprende a guardarti, mentre è il tuo sguardo a distrarsi, tracciando con gli occhi i tatuaggi che gli riempiono un braccio.

Uno solo.

L'altro è pulito, almeno fino al gomito, quanto la manica arrotolata della camicia permette di vedere.

Sali passando dalle spalle larghe, fino al collo ben definito, osservando la mascella delineata che apre un viso maturo, ma non abbastanza per l'età anagrafica che gli appartiene.

Sei tu a sorridere quando le sue dita, abbandonata la bottiglia che viene portata via da una terza persona, finiscono a giocare nervosamente con l'orecchino destro, toccando il pendente a forma di piuma, mentre la sua voce non si abbassa, continuando a raccontarti delle sue speranze interrotte e dei sogni lasciati nel cassetto.

È ironico come il tema si sia fatto più triste, ma la sua felicità non sia diminuita.

I suoi occhi brillano di una luce tutta loro e riconquistano la tua attenzione quando, con la mano libera, si stropiccia uno dei due e tu non capisci se sia il sonno a giocare con lui o un ricordo più triste degli altri ad averlo reso debole.

Lo stai ascoltando.

Stava parlando della sua infanzia, ma quando l'argomento si è spostato sulla sua adolescenza qualcosa nella sua voce si è incrinato.

È stato un secondo, poi è tornato pieno di vita, ma lo hai notato.

Il tuo sorriso si è spento sentendolo perdere la sua positività.

E il suo anche, tacendo completamente.

Lui ti guarda, la sua mano abbandona l'orecchino e ritorna riposata sul tavolo che condividete:

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