Capitolo 12

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Tre giorni dopo.

Miriana esitò un attimo prima di premere il campanello, ma poi dopo aver tirato un profondo respiro, lo pigiò in tutta fretta, prima che il coraggio l'abbandonasse del tutto. Marco in ospedale le aveva chiesto di andare a casa sua a fargli visita, poiché una volta uscito da lì, sarebbe stato costretto a una quarantena forzata per via dell'ingessatura.

Dopo lo squillo seguì quasi un minuto di silenzio, poi Miriana sentì i colpi di passi scoordinati dietro la soglia.

Quando finalmente la porta si aprì, quell'interminabile attesa cessò: Marco era davanti a lei in piedi, si reggeva su due lunghe stampelle e aveva l'aria molto stanca.

Non aveva più la fasciatura alla testa, ma soltanto un buffo cerotto sulla fronte.

- Davvero non pensavo che saresti venuta! - le disse lui.

- Se ti disturbo me ne vado... non immaginavo che... - ma lui subito la interruppe.

- No, non volevo dire questo. Ti aspettavo, ma a essere sincero dubitavo che saresti venuta... insomma... ma entra! Non restiamo qui sulla porta...

Lei così entrò e, quando fu nel mezzo della stanza, si guardò intorno ed ebbe una stretta al cuore.

In quella casa aveva un mucchio di ricordi e nonostante tutto, anche se per poco tempo, in quel periodo era stata felice.

- Non sai per quanto tempo ho desiderato che arrivasse questo momento... cioè, ora non sono più un tuo professore... - le disse lui con un tono esitante, mentre lei si voltava a guardarlo.

- Da quando ci siamo lasciati non ho fatto che pensare a te ininterrottamente. Non ti ho mai dimenticata... - continuò poi riacquistando sicurezza.

Nel pronunciare quelle parole la sua voce tremava, ma lei non gli lasciò il tempo di finire.

Miriana tutto si aspettava fuorché quella dichiarazione d'amore che stonava del tutto con una realtà diversa che finora si era creata nella sua testa.

- Sei uno sporco bugiardo! - lo aggredì.

Lui spalancò gli occhi dalla sorpresa: non si aspettava una reazione simile.

- Miriana io ti ho amato davvero e ti amo ancora. Perché non mi credi?

Disse quelle parole quasi con tono disperato.

- No, non ti credo. Ormai so chi sei. Chissà a quante altre come me avrai detto le stesse identiche cose...

Seguirono dei tonfi e delle scosse sul pavimento. Marco aveva lasciato cadere le stampelle per terra e senza fare alcun passo, allungò una mano verso di lei per attirarla a sé. Aveva paura che andasse via e lui non avrebbe potuto rincorrerla.

Lei cercò di divincolarsi, ma visto che lui l'aveva imprigionata tra le sue braccia e la stringeva con forza, prima che quel corpo a corpo la facesse capitolare in una resa appassionata, iniziò a colpirlo con dei pugni e dei calci.

Quando notò la faccia contratta di Marco, si ricordò della sua dolorosa frattura alla gamba.

Abbandonò la sua difesa mentre lui la stringeva ancora. Le era completamente uscito di testa che qualche giorno prima aveva subito un grave incidente e stava per chiedergli scusa per la sua violenta reazione.

Lui però le sussurrò: - Come hai potuto pensare queste cose di me?

- Ti ho visto! Ti ho visto con i miei stessi occhi mentre baciavi quella bionda qui sotto casa tua!

Lui la lasciò libera di scatto e per un attimo lei vacillò all'indietro.

- Scommetto che è per questo che hai baciato Giorgio Melli!

- È stata una cosa stupida, ma questo non giustifica quello che hai fatto tu! - gli rispose subito lei.

- Certo che sei stata stupida. Manuela è mia nipote! Le stavo dando solo delle ripetizioni. Quando mi ha detto di aver avuto un ottimo voto, era così entusiasta che l'ho abbracciata e le ho dato un bacio sulla guancia per complimentarmi con lei. Sei stata sciocca a credere che avessimo una relazione!

Miriana lo guardava ancora incredula, ma quella spiegazione le era sembrata più che sincera.

Oh Dio, che ingenua che era stata a ingannarsi così! Come aveva potuto perdere così presto la fiducia in lui e lasciarsi fuorviare dalle apparenze?

Se non fosse stato per quell'incidente, non si sarebbero mai più ritrovati e chiariti.

Lo abbracciò con tutta la forza che poté e pronunciò per la prima volta delle parole che per le sue labbra erano del tutto nuove: - Oh, Marco. Ti amo! Potrai perdonarmi? Sono davvero una stupida ragazzina!

- No, non sei stupida. Ti amo così come sei!

Le chiuse la bocca con un bacio, ma si separò da lei con una fretta che lei non riuscì a capire.

- Non ti rendi conto che non mi reggo più in piedi? - le bisbigliò in un orecchio.

Lei gli sorrise e l'aiutò a sedersi sul divano, per poi subito piombargli accanto per abbracciarlo.

- Se non fosse per questa gamba di gesso ti farei vedere io, mia cara ex-scolaretta! - le disse lui ricambiando l'abbraccio.

Lestamente lei rispose: - Quando succederà voglio che non lo dimenticherai più per tutta la vita, perciò fai presto a guarire e a toglierti questa bianca corazza.

Lui la guardò con gli occhi pieni d'amore: - Se è così non vedo l'ora di togliermi questa ingessatura...

Lei però scosse appena la testa e con dolcezza gli disse: - Ma dovrà passare ancora molto tempo finché tu possa camminare di nuovo, figuriamoci finché tu sia in grado di corrermi dietro...

Pronunciò le ultime parole dandogli un piccolo buffetto sulla guancia e regalandogli uno dei suoi stupendi sorrisi.

Lui fece finta di sbuffare.

- Mi sa tanto che dovrò correrti dietro fin sopra l'altare - disse cercando di stringerla ancora più forte in un abbraccio carico di promesse.

A loro solo quello bastava: avrebbero potuto rimanere così per l'eternità senza chiedere nulla di più.

Quando succederàWhere stories live. Discover now