Capitolo 9

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Il mattino dopo Marco si svegliò per il freddo.

Si era addormentato accanto a Miriana sul suo letto: lui sul bordo sopra le coperte, lei sotto, come la prima volta a casa sua, solo che questa volta lei non era sbronza, ma al contrario era stata lei a chiedergli di rimanere lì vicino a lei.

Non appena la sua vista si abituò alla penombra, cercò di capire se piovesse ancora e poi si guardò velocemente in giro nella stanza: c'erano tanti libri sugli scaffali e foto appese alla parete.

Era riuscito con decisione a non avvicinarsi a lei fisicamente, ma essere nella sua stanza gli sembrava comunque una violazione di quei confini che si era imposto di non oltrepassare. Il fatto che si sentisse troppo protettivo nei confronti di Miriana non era una giustificazione: forse in questo caso aveva davvero esagerato ed era stato troppo invadente. Dopotutto non era ancora nessuno per lei.

Per un attimo pensò di andarsene, ma non voleva lasciarla sola come era successo la volta precedente.

In questo caso voleva essere lì con lei quando si sarebbe svegliata.

Senza volerlo s'immaginò una vita futura in cui si sarebbe svegliato sempre accanto a lei. Quando si rese conto della piega che stavano prendendo i suoi pensieri, si sorprese divertito e al tempo stesso incredulo.

Guardò la sveglia sul comodino che lampeggiava: la corrente elettrica era tornata.

- Marco – la sentì sussurrare dolcemente.

- Non andartene. Ti prego... resta!

Il suo cuore fece un balzo, ma si accorse che dormiva ancora: lo stava sognando e in quel sogno lei non voleva che andasse via.

Rimase a contemplare il suo viso in silenzio. Paradossalmente, era rimasto sedotto dalla sua innocenza e tutti i suoi sentimenti nei suoi confronti s'inondarono della sua purezza.

Fu grazie a questo che riuscì a trovare la forza per trattenersi dallo svegliarla con un bacio... Oh dio! La desiderava da impazzire!

Ciò che provava per lei si era intensificato a tal punto da riuscire ad aspettare che lei fosse del tutto sicura di aprirgli il suo cuore.

Non si era mai sentito così in vita sua.

Quando gli aveva chiesto di rimanere con lei quella notte, si era sentito emozionato fino all'inverosimile per la fiducia che aveva riposto in lui.

Non aveva equivocato nemmeno per un secondo il motivo di quella richiesta: era certo che Miriana avesse agito senza nessuna malizia.

Aveva capito che tipo di ragazza fosse fin dal primo giorno di scuola: lei non aveva nulla a che vedere con la civetteria di tutte le sue coetanee.

Poi ripensò alla prima volta che si erano baciati. Si perse nel ricordo di quel bacio che le aveva dato nella foga del momento. Non si aspettava che lo ricambiasse: era bastato qualche bicchiere per farle venire fuori la sua anima passionale che era certo si nascondesse sotto la sua timidezza.

E pensare che lui quel giorno non avrebbe voluto nemmeno uscire.

Invece se non fosse stato per quella coincidenza, niente di tutto questo sarebbe successo. Forse non avrebbe mai avuto la possibilità di avvicinarsi così tanto a lei e a quest'ora sarebbe stato ancora lì in classe a osservarla di nascosto.

Quando Miriana si svegliò, si guardarono negli occhi cercando di capire ognuno i pensieri dell'altro, ma non c'era imbarazzo.

Al contrario quella loro intimità li aveva legati in qualche modo.

- Ciao – le disse lei con un sorriso. – Sei qui!

- Mi hai sognato? – le chiese lui curioso.

- Non ricordo – mentì lei facendo finta di pensarci un attimo.

- Ho come un déjà-vu – continuò lui scherzando.

- Spero di non aver fatto nulla nel tuo sogno, perché è un vero peccato che tu non lo ricorda.

"Quando succederà voglio che non lo dimenticherai più per tutta la vita!".

Miriana si ricordò di quella frase e capì a cosa si stesse riferendo: come aveva fatto a capire cosa stesse sognando?

Poi lui le disse che sarebbe andato via e la salutò dicendole di non alzarsi dal letto perché era ancora presto.

Dopo aver sentito la porta di casa chiudersi, Miriana guardò la parte della coperta dove lui si era steso e si spostò per sentire il calore che ci aveva lasciato.

Dopo pochi minuti, si riaddormentò serena.


Al mattino si alzò in anticipo per andare a scuola: non vedeva l'ora di arrivare.

Aveva preso la sua decisione e voleva dirglielo al più presto.

Prese il cellulare per scrivergli un messaggio, ma giusto in quel momento cominciò a squillare.

- Papà! – rispose direttamente.

- Tesoro, tutto bene? Ho sentito del nubifragio... - le disse suo padre con un tono un po' preoccupato.

- Tutto bene, ero a casa! – gli rispose lei.

- Non mi hai chiamato però... So bene quanto ti terrorizzino i temporali – continuò suo padre perplesso.

- Mi sono addormentata – mentì lei con titubanza.

Suo padre, nonostante fosse a chilometri di distanza, riusciva sempre a capire se gli nascondesse qualcosa.

- Miriana, devi dirmi niente? Voglio che mi avvisi quando porti amici in casa.

- Niente, papà! – ribadì lei sperando di essere più convincente.

- A Pasqua vieni a stare con me? – continuò suo padre.

- Non lo so, papà: devo studiare... gli esami si avvicinano.

- E per via di un ragazzo?

- Ma che dici? Non ho proprio tempo: quest'anno la scuola m'impegna più del solito.

- Va bene, ma pensaci, ok?

Dopo aver chiuso la chiamata, si sentì di nuovo piena di dubbi: non gli piaceva mentire.


Durante la lezione di matematica, quando Marco le aveva sorriso con gli occhi, lei si era sentita ancora più confusa.

Da quel momento lui la evitò e per tutto il tempo successivo, le parve un po' rabbuiato.

Quando suonò la campanella dell'ultima ora, si precipitò verso l'uscita.

Varcò il cancello della scuola e lo vide già in fondo alla strada.

Cercò di raggiungerlo più in fretta possibile, ma la sua amica Lorenza la fermò per farle alcune domande sulle variabili aleatorie continue che Marco aveva spiegato quel giorno a lezione.

Mentre nella sua mente pensava alla "probabilità certa" di non riuscire più a raggiungerlo, cercò di liquidarla più in fretta possibile.

Appena salutò Lorenza, corse a perdifiato per paura che Marco fosse già andato via.

Svoltò l'angolo e per fortuna lo vide che percorreva il marciapiede in direzione della sua macchina.

Non c'era nessuno in quella via, così senza pensarci lo chiamò a voce alta per farsi sentire.

Lo vide voltarsi e rimanere immobile in mezzo alla strada.

Rimanevano pochi metri da percorrere, così li fece correndo per finire tra le sue braccia. Senza esitare gli mise le mani dietro il collo per attirarlo alla sua altezza e premette le sue labbra sulle sue con tutta la passione finora trattenuta.

Quando Marco si riebbe dalla sorpresa, la prese per i fianchi e la strinse forte, sicuro che non l'avrebbe lasciata più.

Percorsa da un brivido lungo la schiena mai provato prima, Miriana si abbandonò senza più freni e indugi.

Quando succederàWhere stories live. Discover now