Capitolo Sette

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CapitoloSette

«Siete forse impazziti? Che vi dice il cervello?» rimarca Aster, per nulla propenso ad accettare docilmente quella situazione.

Jack è appeso con una gamba al lampadario e, decisamente annoiato, passa il tempo creando graziosi pendagli ghiacciati fra i bracci che sorreggono le luminarie. Sanderson galleggia sulla sua nuvoletta e nei momenti che ritiene adatti propone allo spirito dell'inverno nuove idee per dar forma alle decorazioni. Toothiana cammina nervosamente lungo le pareti del salotto, fermandosi di tanto in tanto a lanciare occhiate di disapprovazione ora ai due aspiranti arredatori ora ai guardiani ancora impegnati in quell'inutile discussione. Nicholas ha rischiato innumerevoli volte di far andare in mille pezzi le sue sculture di ghiaccio e anche le decorazioni di Jack. Aster batte nervosamente il piede a terra e rizza il pelo a ogni nuova uscita buonista di North.

«Senti, non è poi la fine del mondo. Ti comporti come se stessimo tradendo i nostri principi, ma non è affatto così».

«Certo che sì!» sbotta il pooka, inviperito. «Non puoi ospitare in casa tua una creatura malvagia come quella e aspettarti che i tuoi colleghi ti diano la loro benedizione. Abbiamo ancora dei doveri verso i bambini, se per caso l'avessi scordato».

«Niente affatto! Ma sembra invece che tu hai scordato che, in fondo, è stato proprio Manny a suggerirci di chiedere la sua collaborazione» esclama North, esasperato.

«Ah, certo. Come se le idee dell'Uomo nella Luna fossero poi così geniali. Personalmente non avrei mai preso in considerazione di coinvolgere Jack Frost e nominarlo addirittura guardiano» ringhia, indicando lo spirito appeso al lampadario. «Dovremmo essere responsabili e giudiziosi, attenti alle sorti dei piccoli umani» rincara, spalancando gli occhi fissi su Jack. «Ti sembra forse che lui lo sia?».

Nicholas adocchia fuggevolmente il guardiano del divertimento e serra le labbra, seccato.

«È stato scelto per le sue qualità» insiste.

«Oh, sicuramente. Ti dirò: io, di certo, ne avrei fatto volentieri a meno» lo informa il pooka.

«Io pure» assicura Jack, mentre osserva distrattamente i due colleghi a testa in giù.

«Jack!» esclama North, attonito e oltraggiato.

«Cosa?» replica, per nulla impressionato. «Ti ricordo che nessuno mi ha convocato per questo grande onore. Sono stato sequestrato dai tuoi yeti» obbietta, con aria disinteressata.

«Visto?» esclama Bunnymund, vittorioso.

«Ma... ma...» balbetta Nicholas, sconcertato. «Insomma, questa è tutta un'altra faccenda. Qui non si parla di Jack e della sua nomina a guardiano, ma del fatto che forse c'è davvero bisogno di aiuto per risolvere il mistero di cui ci ha parlato Manny» replica frustrato.

«Prima di tutto bisognerebbe stabilire se l'Uomo nella Luna sia realmente una guida affidabile. E poi c'è da capire quanto possiamo stare tranquilli con l'Uomo Nero in mezzo ai piedi» insinua Aster.

«Non è nemmeno cosciente!» protesta Nicholas, turbato dal fatto che il collega stia mettendo in discussione anche le loro poche certezze. «E di qualcuno dobbiamo pur fidarci».

«Ah sì? Beh, io mi fido di me stesso, al momento» lo avverte con tono affilato.

Nicholas spalanca gli occhi, sbigottito, e dà un altro pugno alla mensola del camino, facendo crollare diversi cristalli di ghiaccio dal lampadario e rischiando di mandare Jack gambe all'aria.

«Ehi!» protesta questi.

«Zitto, tu!» lo aggredisce North, frustrato.

Così il guardiano del divertimento, imbronciato, si sposta sul davanzale della finestra, preferendo ammirare il paesaggio innevato all'esterno della fabbrica, piuttosto che tollerare altre parole velenose.

CháosWhere stories live. Discover now