giorno 1.1

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Jaemin non era il tipo di persona che ignorava le cose, ma quando si accorse di essere innamorato del suo migliore amico, durante il loro primo anno di scuola superiore, perse questa sua capacitá. Non si sarebbe mai aspettato di innamorarsi di lui, essendo convinto di essere etero.

Tuttavia, continuava ad essere attratto dalle ragazze, e Jeno era l'unico che lo faceva sentire allo stesso modo. Jaemin lo trovava strano: aveva osservato qualsiasi ragazzo vedesse, ma poteva solo dire che fosse carino o bello. Non cosí tanto, peró, da fargli battere il cuore velocemente. Solo Jeno ne era capace.

"Sanha, hai visto Jeno?" Chiese al suo amico e coetaneo, avendolo scontrato lungo il corridoio. Il biondo scosse la testa, guardandolo con occhi innocenti. "L'ultima volta che l'ho visto era ... ehm," aggrottó le sopracciglia, pensando, "andava di lá." disse, indicando la grande porta d'ingresso dell'edificio.

Il cuore di Jaemin inizió ad accelerare. "Era con qualcuno?"

Sanha sogghignó, "controlla tu stesso. Credo abbiano girato a destra per andare nella foresta dietro la scuola. Le labbra di Jaemin si serrarono. Sapeva che il ragazzo era a conoscenza di qualcosa che non voleva dirgli.
"Sei fastidioso. Cercavi Rocky sunbae?" Lo provocó di rimando.

Sentire il nome di quest'ultimo fece arrossire Sanha, "silenzio." disse. Jaemin sogghignó "grazie per le informazioni, comunque. Salutami Rocky sunbae!"

Sanha piagnucoló "smettila di provocarmi!" Jaemin rise e gli arruffó i capelli prima di correre via.

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Jaemin non andava nella foresta della scuola da molto tempo, la prima volta che era andato alla SIAL aveva trovato strano che ci fosse. Inoltre, la foresta non era visitabile prima della riforma scolastica in cui veniva permesso agli studenti di entrarci a patto di non superare un determinato limite. 

La foresta era a seguito diventata una sorta di rifugio per Jaemin quando si sentiva stressato, ma in quel periodo non l'aveva frequentata.

Una volta arrivato, si guardó attorno e cercando di immaginare dove i due potessero essere.  Delle scene iniziarono a insinuarsi fra i pensieri di Jaemin, e nessuna di esse gli piaceva. Una delle peggiore ipotesi era che Eunseo stesse approfittando della situazione per baciare Jeno. Erano soli, ed Eunseo era una piccola troia disperata---

Jaemin sospiró.

Devi calmarti, non é tuo.
Si disse. La realtá faceva male, ma doveva sopportare per il bene di Jeno.

"Jeno!" echeggió una voce alta e stridula. Il ragazzo si grattó la testa, riconoscendo la proprietaria di quella voce. Corse seguendo la direzione da cui essa era venuta.

Non aveva mai corso cosí velocemente in tutta la sua vita. Jaemin si rallentó ansimante non appena vide due figure in lontananza. Avvicinandosi, peró, si bloccó. Fece qualche passo indietro e si mise ad osservare la scena davanti a lui. Emise una debole risata. É una piccola troia disperata. Pensó, guardandoli.

Davanti a lui, Eunseo aveva afferrato la cravatta di Jeno e lo aveva avvicinato a sé, facendo scontrare prepotentemente le loro labbra. "É passato solo un giorno e stai giá baciando il mio- tsk," si fermó Jaemin, chi sono io per chiamare Jeno "Mio"? Questo é falso, Jaemin, falso, falso! ripeté, per ricordarsi che era tutta recitazione. Giró sui tacchi e si allontanó dai due.

Ancora una volta, il ragazzo non capiva. Aveva cercato piú e piú volte di dirsi che Jeno non sarebbe mai stato suo, che a Jeno non sarebbe mai piaciuto come a lui invece piaceva, che tutta la loro storia era solo frutto di un inganno, ma perché non funzionava? Si presupponeva dovesse recitare anche Jaemin, ma il ragazzo non riusciva a controllare sé stesso e i suoi sentimenti.

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