10. If this is the stuff dreams are made of...

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Passo i giorni successivi in mezzo alle scartoffie della sala prove. E' veramente messa male, un sacco di debiti che saldo il più rapidamente possibile. La notizia del mio acquisto, unita a quella del concerto imminente, fa scalpore e il mio nome appare su tutti i tabloid inglesi. Le interviste si quintuplicano, arrivano offerte da case discografiche prima ancora che mi abbiano sentito suonare un solo pezzo.

Sono perplesso.

Non ho mai saputo come muovermi in questo mondo. E adesso men che meno. Dopo i due mesi più crudeli e intensi della mia vita, i più veri, mi ritrovo nuovamente catapultato nel mio antico regno luccicante, capriccioso e volubile.

Qui non si tratta più di musica, si tratta di spettacolo, tutto qui.

Per adesso mi adeguo. Voglio arrivare al concerto. Quel dannatissimo concerto rimandato per troppo tempo. Per fortuna sta organizzando tutto Dawson, che si sta rivelando un gran pezzo di manager. Non solo ha fatto in modo di diffondere la notizia in tutta l'Inghilterra, ha chiamato tutti i critici delle più famose riviste di musica e ha promesso di far entrare gratis quelli che avevano preso il biglietto per il mio precedente (e inesistente) concerto, ma ha anche fatto in modo che l'intera serata venga registrata in presa diretta.

Mi chiedo però se in tutto questo abbia contattato Nereide, per cui sicuramente nutre ancora un'antipatia innata.

Senza di lei non posso combinare niente, la mia mano è ancora conciata abbastanza male.

Non ho più avuto sue notizie. D'altronde, non le ho chieste. Ma so che se la cava. Una come lei sopravvivrebbe anche a una bomba atomica.

So anche che non abbiamo bisogno di prove. Ci ritroveremo sul palco.

E poi, se anche volessi provare, non ne avrei il tempo... Riordinare la mia (nuova?) vita è più difficile di quanto pensassi. Però piano piano sto risolvendo praticamente tutto.

Certo, c'è ancora una piccola questione in sospeso che non ho le palle di risolvere... Sì, parlo proprio di Debbie.

Il rumore stridente di un amplificatore appena acceso mi frantuma i timpani e mi riscuote dai miei pensieri. Esatto. Questa sera è la sera. E' arrivata prima ancora che me ne rendessi conto e sono coperto di sudore. Dawson ne approfitta per svolazzare intorno a me e detergermi la fronte.

- Andrà tutto bene, Alex, vedrai. Fuori dall'Interzone c'è una coda chilometrica. Tutte quelle persone impazziranno per te -

Queste parole, invece di rincuorarmi, mi fanno venire voglia di vomitare.

Butto giù un whisky liscio come se fosse acqua. Poi guardo l'ora e ne butto giù un altro.

Sono le dieci, e le porte dell'Interzone si apriranno fra mezz'ora esatta.

Finalmente, guardandomi intorno, mi rendo conto di una disastrosa, catastrofica, apocalittica assenza.

- Dawson...- farfuglio spasmodicamente, - Nereide. Lei non c'è. Tu... Cos'è successo? Non l'hai chiamata? -

Per un attimo temo una sfuriata del mio amico, che invece sorride bonariamente davanti al mio panico totale.

-... Tu mi sottovaluti, Alex -.

- E sottovaluti anche me - dice una voce alle mie spalle, affilata come un rasoio.

Mi volto. Con un gesto da epilettico mi ritrovo a chiedere il terzo whisky.

Nereide è qui, o meglio, una sua versione altamente potenziata, pornograficamente parlando. Con un vestitino nero, lucente, cortissimo e senza maniche, che lascia intravedere il reggiseno di pizzo. Di pizzo sono, ovviamente, anche le calze, che aderiscono con grazia tentatrice alle gambe esili, infilate negli inseparabili anfibi.

We Love Thighs! Una storia di rock, di losers e di cosceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora