Capitolo 41

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“Hey, Bo.”

Mi voltai per trovare Dan in piedi dietro di me. Accettò il mio sorriso mentre mi voltavo verso il mio armadietto. Il suo corpo si poggiò contro la porta di metallo dello scompartimento successivo alla mia sinistra mentre rovistavo, sistemando varie cose nella mia borsa per tornare a casa.

“E’ tutto a posto?” Gli chiesi.

“Si, volevo solo parlare con te.”

Lo guardai mentre spostava all'indietro alcune ciocche dei suoi capelli castano chiaro dalla fronte, liberando gli occhi blu dal loro intralcio. La sua altezza mi sovrastava; tutti sembravamo essere più alti di me. Dan si schiarì la gola mentre io aspettavo pazientemente, guardando l’orario sullo schermo del mio cellulare. Harry sarebbe arrivato qui fuori per prendermi.

“Guarda, lo so che io e il tuo ragazzo non andiamo esattamente d’accordo…Ma io e te potremmo essere ancora amici qui, giusto? Lo so che lui non vuole che tu mi veda al di fuori del lavoro, ma…”

Scossi la testa, accigliata. La mia azione mise un freno alle parole di Dan, la preoccupazione si dipinse sul suo viso.

“Io..”

“Harry può essere prepotente a volte, ma lui non ha il controllo su di me. Io sono me stessa. Nessuno può dirmi cosa fare. Solo non voglio farlo agitare, questo potrebbe causare ancora più problemi e io non voglio vedere altre discussioni tra voi due.”

Dan sembrò considerare le mie parole prima di accennarmi un piccolo sorriso, annuendo. Sembrava un po’ deluso.

“Per me va bene, fin quando potremo vederci ancora al lavoro.”

“Certo.” Sorrido.

Indugiò alcuni secondi prima di aprire sue braccia.

“Posso avere un abbraccio?”

Mi fermai un attimo, chiudendo il mio armadietto prima di annuire timidamente avvicinandomi a Dan per permettergli di avvolgere le braccia intorno a me. Una risatina mi travolse, la sua presa si stringe scherzosamente.

“Devo andare, Harry mi starà aspettando.”

Dan prese un respiro profondo, come se stesse inalando l’essenza del mio shampoo. Le sue braccia mi liberarono con riluttanza, il mio corpo fece qualche passo indietro da lui. Occhi di un blu scuro mantennero il contatto su di me, posandosi giù sulle mie labbra prima di sorridere.

“Ci vediamo, Bo.”

“Buona serata.”

Il mio corpo si voltò con “eleganza”, sbattendo contro lo stipite della porta. Sentii Dan ridere dietro di me prima di intraprendere la strada fuori dal negozio. Le mie DMs scivolarono lungo le piastrelle grigie mentre cercavo il cellulare che avevo gettato nella borsa. I miei occhi cercarono Poppy per salutarla, ma doveva essere impegnata con qualche cliente dal momento che non c’erano segni della sua chioma bionda. Ripresi a camminare dirigendomi verso la grande porta d’ingresso, aggrottando le sopracciglia quando rivolsi lo sguardo verso il lontano angolo del negozio. C’era un uomo, mi dava le spalle mentre rimaneva a capo chino. Non avevo idea del perché avesse catturato la mia attenzione. Avevamo clienti dentro e fuori il negozio di musica tutto il tempo. Forse furono i vortici di inchiostro scuro che brulicavano sulla pelle delle sue braccia a catturare l’attenzione del mio sguardo tremolante. Ma non ebbi tempo per focalizzare i familiari disegni nella mia mente, il mio corpo si scontrò con qualcosa si duro.

“Mi scusi.” Dissi.

La mia goffa azione venne dimenticata velocemente, invece una rauca risata mi forzò ad alzare lo sguardo per incontrare un paio di scintillanti occhi color smeraldo.

“Ciao, bellissima.”

Il segno sulla sua guancia sinistra divenne prominente quando mi rivolse un ghigno, il suo divertimento vi risplendeva attraverso. Harry riconobbe la mia sorpresa, non mi aspettavo di vederlo dentro il negozio, di solito si sedeva e aspettava nella sua Range Rover. Steve provava ancora diffidenza verso l’alto ragazzo che gli aveva fatto sanguinare il naso.

“Sei più o meno in orario.” Harry guardò l’orologio che confermava il ritardo di pochi minuti. 

Afferrai il suo polso, ricci sporgevano da sotto il suo beanie mentre mi guardava. La sua natura protettiva era più forte che mai. A volte poteva essere opprimente, ma non potevo negare la sensazione di protezione che provavo sapendo che Harry si preoccupava per me. O il fatto che era incredibilmente sexy quando i suoi lineamenti si indurivano, la mascella si tendeva, le sopracciglia si aggrottavano. Tutto quello che volevo era baciare il suo viso, facendogli dimenticare tutto ciò che permetteva all'oscurità di insinuarsi nei suoi splendidi occhi. Era una tecnica che si era dimostrata molto efficace nell'incoraggiare Harry a trovare una sorta di equilibrio.

“Andiamo, piccola.”

La mia mano venne presa dalla sua mentre mi conduceva verso l’uscita. Ammirai la grandezza del suo palmo quando Harry lo premette contro il vetro, tenendolo aperto per farmi uscire. Ricevette il mio silenzioso silenzioso “grazie” mentre mi infilavo sotto il suo braccio.

Presi un profondo respiro, assorbendo l’odore della pioggia sull'asfalto. Era uno dei miei aromi preferiti, questo e il profumo di Harry. Avevo guardato fuori dalla finestra durante il giorno mentre il cielo si apriva, bagnando tutto ciò che non era riparato. Ma il tempo si era schiarito nelle ultime ore, ancora scuro ma senza pioggia.

“I tuoi stivali sono slacciati.” Commentò Harry guardando casualmente le mie DMs. “Potresti cadere.”

“Oh.”

Comincia a piegarmi in avanti ma una calda mano fermò il mio movimento.

“Faccio io.”

Un timido sorriso affiorò sulle mie labbra quando Harry si mise in ginocchio prima di me. La sua adorabile espressione accelerò i battiti del mio cuore mentre mi scrutava. Sembrava quasi innocente con delle piene, rosee, labbra socchiuse, le pupille dilatate. Le ciglia batterono quando gentilmente spostai alcuni ricci sfuggiti dal cappello, le mie dita seguirono il profilo della sua guancia quando lui piegò la testa, lavorando per legare i miei lacci. Harry mormorò soffusamente mentre io giocavo distrattamente con i piccoli ricci alla base del suo collo, l’azione ci confortò entrambi.

Il suono della pesante porta del negozio mi distasse, facendomi girare giusto in tempo per vederla chiudersi, ma non c’era nessuno in vista. Le mie labbra si contrassero mentre osservavo il parcheggio, individuando l’uomo la cui presenza non mi era passata inosservata nel negozio dove lavoravo. Il mio respiro accelerò, le labbra divennero asciutte quando la sua testa si girò leggermente, dandomi l’opportunità di imprimere il suo aspetto nella mia mente. Un secondo dopo sparì dietro l’angolo.

“Bo?”

La mia testa guizzò verso il basso, aspettandomi di vedere Harry giù sul pavimento ma adesso si era alzato, le mie scarpe allacciate.

“Bo, ti ho chiesto se stai bene?” Aggrottò le sopracciglia.

“I-io..si, sto bene.” Balbettai. “Grazie.”

Sembrò non essere convinto ma continuò comunque a guidarmi verso la sua macchina. Mi sentivo al sicuro con Harry. La mia mano si strinse nella sua stretta calda, lui non avrebbe lasciato che qualcuno mi facesse del male. La porta del passeggero venne tenuta aperta, la presenza di Harry era persistente mentre aspettava che salissi. Non notai che lo stavo fissando finché non mi richiamò.

“Cosa succede?” Harry sorrise.

Una grande mano manteneva ancora il bordo della porta del veicolo, i muscoli erano tesi sotto la stoffa della camicia scura che indossava. L’indumento era sbottonato per rivelare una maglietta bianca, l’orlo copriva leggermente la cintura nera dei suoi jeans. Mentre mi beavo dell'immagine di fronte a me, le labbra di Harry si piegarono in un ghigno. Amavo i suoi capelli ricci, quelle spirali gli davano un aria più giovane fin quando non si passava ad osservare il suo spettacolare fisico muscoloso. Le fossette sulle sue guance creavano ancora più contrasto, ma in qualche modo Harry riusciva a far distogliere lo sguardo, incredibilmente carino, ed innegabilmente sexy.

“Sei davvero carino.” Sorrisi.

Trovavo difficile comprendere come riuscisse ad apparire così attraente senza fare alcuno sforzo.

“Carino?” Harry rise.

“Credo che sia per via del tuo beanie o delle fossette…sei adorabile.”

Le mie dita giocarono con un piccolo riccio che era fuoriuscito dal berretto.

“Bo, non dovrei essere adorabile, sono un ragazzo.”

Guardai mentre Harry fletteva giocosamente i suoi muscoli.

“Bene, io credo tu lo sia.”

La sua presa scivolò via dalla porta, sbattendola forte. L’azione improvvisa mi fece saltare. Il mio sguardo tornò su Harry, il suo sorrisetto apparve ancora una volta. Lo sguardo nei suoi occhi mi fece pensare ad un predatore che inseguiva la sua preda, avvicinandosi lentamente per ucciderla. Mi lasciai sfuggire un gridolino quando la mia testa si scontrò di lato con quella di Harry mentre delle promettenti parole erano in cerca del mio orecchio.

“Ti faccio vedere come sono adorabile.” Mormorò sottovoce.

Non un secondo di più ed Harry mi prese di peso, sollevandomi mentre le mie gambe fasciavano i suoi fianchi. La mia espressione sorpresa lo fece ridere profondamente. Le sue grandi mani si chiusero sul mio sedere, stringendolo. L’azione mi distrasse mentre Harry approfittò dell’occasione per attaccare il mio collo, dove delle calde labbra lasciarono piccoli morsi. Sospirai di piacere, aggrappandomi alla sua nuca e premendo le unghie nella sua pelle abbronzata provocando un profondo gemito dalla bocca di Harry. Mi premette contro la fiancata della sua macchina, dominandomi mentre io sussurravo il suo nome in uno stato di vulnerabilità.

Fu in quel momento che sentii una goccia di pioggia colpire la mia guancia, una seconda cadere sul mio naso. Iniziai a ridere sommessamente mentre Harry continuava a provare a dimostrare la sua idea, i nostri vestiti punteggiati dall'umidità.

“Harry.” Dissi affannosamente.

La mia schiena si arcuò contro il suo forte torace, delle labbra piene tracciarono la mia mandibola.

“Smettila di ridere. Stai rovinando il mio momento di mascolinità.” Harry borbottò.

“Sta piovendo.” Lo informai, piuttosto divertita.

Il mio corpo sfiorò il suo mentre Harry mi teneva vicina il più possibile, lasciandomi scivolare dalla sua presa.

“Continueremo.” La sua voce roca sembrò quasi minacciosa.

La porta del passeggero fu aperta con uno strattone ancora una volta, stavolta con un po' più di fretta, le gocce d’acqua caddero a ritmo più veloce dalle nubi scure.


***


Il viaggio in macchina fu accompagnato da sguardi persistenti, l’ardore della situazione di poco prima non si era ancora dissolto. L’attenzione di Harry si spostò dalla strada quando poggiai la mano sul suo ginocchio. I suoi occhi accennavano lussuria, il mio tocco tracciò il profilo della sua coscia sinistra mentre lui si spostava leggermente sul suo posto. Quando ci fermammo alla seconda serie di semafori, la mia mano risalì un po’ più verso l’alto. Il petto di Harry si alzava e abbassava in modo irregolare, si leccava le labbra carnose mentre cercava disperatamente di ritrovare la concentrazione. Non potei evitare il piccolo sorriso affiorato sul mio viso, la mia stretta attenta fece bloccare il respiro di Harry, le converse bianche scivolarono dal pedale mentre i muscoli delle sue cosce si tendevano.

“Stai cercando di ucciderci?” La sua voce si trasformò in risata.

Non credevo di averlo mai visto arrossire prima, ma un leggero rosa apparve sulle sue guance mentre continuavo col mio intenso tocco. Questo rappresentava un nuovo cambiamento, normalmente ero io ero ad aver difficoltà a mantenere un contegno. La luce cambiò da rossa ad ambrata, le miei dita sfiorarono leggermente il cavallo dei pantaloni. La sorpresa di Harry eruppe dalle sue labbra in imprecazioni, la macchina scattò in avanti prima di bloccarsi di colpo. La mia risata echeggiò all'interno del veicolo, i suoni dietro di noi erano il segnale degli automobilisti impazienti che aspettavano che noi ci muovessimo.

Passò qualche secondo prima che la macchina accelerasse lungo la strada.

“Penso sia meglio se tieni ferme le mani mentre guido.” Scherzò Harry.

Io risi, annuendo con la testa. Non passò molto tempo prima che arrivassimo al marciapiede di fronte a casa mia. Il mio sguardo timido incontrò quello di Harry mentre catturava il suo labbro inferiore tra i denti.

“V-vuoi entrare?” Chiesi con calma.

“Si.” Replicò bruscamente.

La sua eccitazione era ironicamente divertente, spinto dal pensiero di cosa avrei potuto fargli dato che la mia piccola esibizione in macchina era ancora da terminare. Harry sfilò la mia cintura e la sua in un attimo, corse verso il mio lato e prese la mia mando per aiutarmi a scendere. Forti braccia si chiusero intorno alle mie spalle, attirandomi al fianco di Harry mentre attraversavamo la strada. Litigai con le mie chiavi, il suo respiro caldo soffiò nella piega del mio collo mentre mi circondava da dietro con le braccia.

La porta si chiuse dietro Harry mentre frettolosamente calciava via le sue scarpe. Sapevo che con molta probabilità mia madre era fuori, ma era comunque meglio controllare. Spinsi con la mano la porta del soggiorno, improvvisamente confusa nell'udire un leggero chiacchiericcio. I miei occhi si spalancarono vedendo le mie amiche salutarmi dalle loro comode posizioni sul divano. Rivolsi loro un sorriso prima di richiudere la porta e voltarmi di nuovo verso Harry. Mi attirò a se, ancora del tutto ignaro del fatto che il rapporto uomo donna era appena aumentato di tre a mio favore.

“Ricordi quando ti dissi che le mie amiche volevano conoscerti?”

Labbra premettero sulle mie mentre lui mormorava in conferma contro la mia bocca. Le mie dita scivolarono sotto il suo beanie, liberando i suoi soffici ricci.

“Bene, sono sedute nel soggiorno in questo momento.”

Le mie parole vennero soffocate in un bacio. Sorrisi cautamente quando Harry prese le mie spalle spingendomi all'indietro e fissandomi con occhi spalancati.

“Cosa?” le sue sopracciglia si alzarono.

“Potrebbero essere sedute sul divano ad aspettare.” Gli sorrisi innocentemente.

“Proprio adesso?” Disse Harry, confuso.

Annuii.

Il suo sguardo si spostò verso la porta del salotto. Un secondo dopo il cellulare di Harry fu estratto dalla tasca posteriore. Lo guardai mentre le sue lunghe dita scivolavano sullo schermo.

“Cosa stai facendo, chiami i rinforzi?” Squittii.

“Non proprio.”

Il sorriso che ostentò mi fece sentire un po’ a disagio. Il suo cellulare era vicino al suo orecchio, gli occhi su di me mentre sorrideva consapevolmente. Quando il suono di conferma fu udibile mi diede velocemente il cellulare. Guardai in giù, un po’ confusa per ciò stava accadendo. Imprecai quando lessi il nome.

“Sto chiamando Jess.” Lampeggiava sullo schermo.

“Harry.” Lo avvertii.

Ma lui aveva già quasi raggiunto la porta del soggiorno quando si voltò per guardarmi.

“Buona fortuna con mia sorella.” Rise.

Non sapevo bene cosa fare, non potevo annullare la chiamata adesso. Riuscivo a sentire le mie amiche salutarlo attraverso le mura sottili.

“Quindi Harry, cosa fai per vivere?” Fu la prima domanda che Zoe pose.

Provai soddisfazione nel sapere che le mie amiche avrebbero reso quell'incontro un inferno. Se lo meritava dopo la situazione in cui mi aveva cacciata. Una voce catturò la mia attenzione verso il telefono che stringevo nella mia mano destra.

“Harry? Ci sei?”

Portai l’apparecchio al mio orecchio.

“Oh um, ciao, sono Bo…la ragazza di Harry.” Balbettai.

“Oh mio Dio, oh mio Dio..MAMMA!”

Sussultai leggermente, spostando il cellulare dal lato della mia testa mentre Jess continuava a chiamare sua madre. Lo riposi alla mia sinistra quando lei si rivolse di nuovo a me.

“Pronto, Bo, ci sei ancora?”

“Si, sono qui.” Sorrisi.

“Mia madre non c'è, quindi hai solo me. E‘ così emozionante; sto assillando Harry da una vita per incontrarti. Credo che questo non sia un vero e proprio incontro, ma è comunque una cosa fantastica. Lui è lì adesso, quindi posso parlare con entrambi?”

“Oh no, al momento è impegnato ad essere interrogato dalle mie amiche.” Scherzai.

Jess rise. Ricordai che Harry mi disse quanto Jess fosse chiacchierona. Non c’era mai silenzio imbarazzante quando eri in sua presenza.

“Ci sono così tante cose che volevo dirti e chiederti, ma adesso mi sono dimenticata tutto.” Ammise.

“Sei esattamente come Harry ti ha descritta.” Sorrisi.

Ero stata informata delle maniere eccentriche di sua sorella, anche per quanto riguardava le cose più semplici.


***


Il sollievo sulla faccia di Harry quando mi vide entrare nel soggiorno era piuttosto evidente. Si alzò immediatamente, camminando verso di me. Posò un bacio sulla mia guancia prima di spostarsi velocemente dietro di me. Notai i suoi ricci scompigliati, un’ovvia indicazione di quanto fosse nervoso e del fatto che si fosse passato più volte le dita tra di essi.

Un braccio circondò la mia vita, la schiena premuta contro di lui, usandomi come scudo umano. Girai la testa, poggiando un bacio sul collo di Harry.

“Tua sorella mi ha parlato della Spagna.” Sussurrai.

I suoi occhi si spalancarono, la sua stretta si serrò. Soffocai una risata prima di rivolgermi alle mie amiche.

“Qualcuno vuole qualcosa da bere?”

Ci furono alcuni cenni di assenso, le mie dita spinsero via il braccio di Harry prima di dirigermi verso la porta. Lui era proprio dietro di me, seguendomi in cucina.

“Non si tiene niente per sé.” Sussurrò a sé stesso.

Ridacchiai, prendendo alcuni bicchieri dalla credenza mentre lui si appoggiava al bancone.

“Trovo che sia piuttosto divertente. Comunque perché nuotavi nudo?”

“Era piene notte e stavo morendo di caldo.”

Io e Jess avevamo avuto una conversazione che mi aveva aperto gli occhi, costituita principalmente da lei che mi raccontava tutte le storie imbarazzanti su Harry. Una delle mie preferite era la loro vacanza in Spagna con la madre.

“Non l‘ho ancora perdonata per avermi rubato il costume e l‘asciugamano.”

Avevo saputo che la sorella lo aveva seguito di nascosto giù alla piscina, prendendo gli unici vestiti di Harry e portandoli nella sua stanza, lasciandolo con il delicato compito di affrontare il viaggio fino al diciassettesimo piano nudo.

“Sarebbe andato tutto bene se non fosse stato per l‘imbarazzante episodio in ascensore.”

Si lamentò al solo pensiero.

“Oh mio Dio, raccontamelo.” Risi.

“No, non esiste.” Scosse la testa vigorosamente. Iniziò a giocare nervosamente con uno dei bottoni della sua camicia prima che la sua testa ritornasse su. “C’è una festa la prossima settimana a casa di Hayley.” Sbottò Harry, cercando di cambiare argomento. “Beh, chiamarla casa è un eufemismo.”

“Ci andrai?” Sorrisi, versando del succo nei bicchieri.

Colsi il suo cenno di assenso con la coda dell’occhio.

“Anche tu.” Fece una pausa. “Um, sei vuoi.”

Voltai la testa per vedere che mi scrutava, occhi curiosi guardavano verso di me.

“Mi piacerebbe molto.”

Il sorriso che comparve gli illuminò il viso, delle profonde fossette solcarono le sue guance.

“Ottimo… oh e.. non lasciarmi mai più da solo con le tue amiche.” Disse con cautela.

Harry si spostò sui suoi piedi, guardando verso la porta. Se non lo avessi conosciuto bene avrei pensato che sembrava un po’ spaventato.

“Perché?” Chiesi, poggiando la bottiglia di lato.

“Mi hanno chiesto di togliermi la maglietta per dimostrare che ero un allenatore di boxe.”

“Oh mio Dio.” Risi.

Dark (storia di H28, traduzione)Where stories live. Discover now