10 Effetti Collaterali

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Stefan:

Era successo tutto dannatamente troppo in fretta, e non bastavano i sensi ibridi a riportare tutto su una percezione da definire credibile.

Era comparso lì in camera, l'avevamo trovato comodamente seduto sul bordo del letto, le gambe incrociate, le braccia tese indietro a sorreggere il busto e il solito sorriso sornione e scaltro, il sorriso da re della foresta colui che è il primo predatore e mai una preda.

Klaus era tornato.

Io e Kath, eravamo stati scaltri e non avevamo lasciato trapelare sbalordimento o paura.

Ma ne avevamo e molta, per noi ma soprattutto per lui, traspariva in modo sottile e inconscio dalle nostre posture, leggermente raccolte e a proteggere la fonte della nostra istintiva preoccupazione: il bambino.

Eravamo esseri governati dagli istinti più che mai, ma questi adesso includevano altri bisogni primari di conservazione. E poi fatalmente non eravamo neanche solo questo, ma anche due ragazzi e anche due adulti: un uomo e una donna che erano insieme, e insieme adesso avevano una famiglia.

Insieme, amavano, soffrivano, sentivano tutto in maniera tragicamente e tremendamente amplificata.

Bastava riflettere solo un secondo su tutto questo, e la maschera sarebbe crollata, e avremmo attaccato Klaus facendoci uccidere, e con noi nostro figlio e poi c'era la ragione, l'astuzia, e la freddezza del predatore, e anche noi adesso eravamo in cima, forse non potenti quanto Klaus, ma eravamo in due...

Dopotutto quindi, eccoci entrare nella stanza apparentemente rilassati e guardinghi, sorridere ferinamente al nostro ospite e apostrofarlo:

"E, Buongiorno anche a te Klaus, ma prego, viola pure la nostra intimità, socio... la cosa è utilissima ai tuoi scopi immagino"

Mi scosto dal fianco di Kath un secondo, e non stacco gli occhi da quelli di Klaus mentre inizio a considerare il fatto che Damon ed Elena sono usciti da pochissimo...

Un panico sottile mi invade, spero che non li abbia intercettati, non posso esserne certo, ma il cuore non so come mi dice che mio fratello è vivo e lei anche.

Mi concedo un respiro corto fuori dalle labbra che dissimulo per non farlo sembrare sollievo, aggiro Klaus e mi servo da bere dalla brocca di sangue posata sul comodino.

Ma prima di portare il bicchiere alle labbra, indugio negli occhi castani del nostro ospite non invitato, e accenno un sorriso mentre Kath si siede in poltrona, con fare da gatta languida.

"Ci hai portato altro sangue? Be' sai che ti dico Klaus?! Non è male, scatena l'istinto..." Mi concedo una risata sconcia, ma controllata. Altre scorte, deve funzionare... prego mentalmente fremendo.

Klaus, fa ballare un luccichio diabolico nello sguardo poi con gli occhi divenuti giallo dorati si morde il palmo della mano come se stesse addentando una mela, stringe il pugno, lo protende oltre le lenzuola sopra la brocca, un rivolo di sangue scende dentro ad essa. Stringe di più e il sangue si fa una piccola cascata oltre le sue dita e poi le apre e la ferita si richiude immediatamente sotto i miei occhi, ha il palmo sporco, se lo porta alle labbra e lo pulisce con la lingua. Tutto in silenzio.

Poi sorride. E io ringrazio il Signore, della preziosissima vita che ho strappato per la mia famiglia.

Poi parla apparentemente tranquillo: "Interessanti... sviluppi, e altrettanto solleticanti scelte" mi fissa ancora, attento. Annusa l'aria anche se non dà a vederlo.

Stefan Odyssey||Steferine/DelenaWhere stories live. Discover now