38 (Bree: Remembering lightning)

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- Come ti senti? -

- Nettamente meglio. -

Sono passate parecchie ore. Ormai sono le sette. Steve mi ha abbracciato per tutto il tempo, coccolandomi e cercando di non farmi pensare a questa mattina.

- Io avrei un po' di fame. Che ne dici se andiamo in cucina e preparo la cena? -

- Vuoi avvelenarmi? -

- Non ti fidi di me? -

- Di te si. Della tua cucina meno. - Ridacchio.

Mi prende le guance tra le dita e scuote piano. - Ti rimangerai quello che hai detto. -

Andiamo in cucina e Steve si mette subito ai fornelli mentre io mi appallottolo sul divano.

- Trovi la dispensa nuda e cruda! Dopo più di due mesi che sto da sola ho spazzolato tutto quello che mi aveva lasciato mamma e compro le cose giornalmente quando sono sicura di mangiare a casa. Dovrebbe esserci della carne in frigo. -

- Hai anche delle uova? -

- Controlla tu. Dovrebbero essere nel primo ripiano dello sportello nel frigo. -

Si avvia verso il frigo. Prima di aprirlo si volta verso di me sorridendo. - E' ancora appesa qui? -

- Cosa? -

- La carta col mio numero. Potrebbe prenderlo chiunque! -

- Per tutta la folla di ragazze che invade casa mia ogni giorno ti preoccupi? Gigì, Cristina e Debby non credo che siano interessate a te. Senza offesa, eh! -

- Intanto Gigì ieri mi squadrava bene mentre ero senza maglietta. -

Alzo il sopracciglio con aria minacciosa. - E la cosa ti interessa? -

Ignorandomi, inizia a controllare il frigo. Esce la carne e preleva tre uova. Mi alzo e vado verso di lui, arrivandogli alle spalle. Lo blocco appena posa il cibo sul bancone della cucina. Gli schiaccio i polsi per tenerlo fermo e avvicino il mio viso, ancora minaccioso, al suo, che ride sotto i baffi.

- E allora? Ti interessa o no? -

- Se mi interessasse? - Dice lui sfidandomi.

- Bene. - Lo lascio libero. - La invito subito a cena, così potrai dirglielo. - Cammino verso il salottino d'entrata.

Sento i suoi passi rapidi e poi le sue braccia strette intorno alla mia vita. - Dove vai scema? -

- A chiamare Gigì. -

- La piccola è gelosa, eh! - Mi scompiglia i capelli tenendomi saldamente ferma con un solo braccio.

- Di cosa dovrei essere gelosa? - Dico riuscendomi a liberare. - Non stiamo neanche insieme! -

Vedo il suo viso farsi improvvisamente serio e lui tornare silenziosamente in cucina. Lo raggiungo.

- Ehi, cos'hai? -

- Niente. Preparo la cena. -

Torno ad appallottolarmi sul divano e lo guardo zitta, zitta mentre taglia la carne a straccetti e sbatte le uova insieme.

- Credevo che avesse significato qualcosa. - Dice improvvisamente mentre apre lo sportello che gli ho indicato e preleva una padella.

Mi avvicino a lui. - Di cosa stai parlando Steve? -

Bree: Remembering lightningWhere stories live. Discover now