Lo guardai, confusa.
Ero sicura che Desmond fosse andato via con Joey, e invece era immobile a pochi passi da me. Non riuscivo a capire.
<<Desmond>> dissi, con voce incerta.
<<Rose..>> rispose lui, avvicinandosi.
<<Cosa... Pensavo che fossi andato via con Joey.>>Lui annuì, poi si avvicinò ancora un po'.
<<Stavo per farlo, quando ti ho vista correre verso il bosco.>>
<<E Joey?>> chiesi, continuando a non capire il perché del suo comportamento.
<<Ho detto a lei e ai suoi genitori che volevo assicurarmi che anche tu stessi bene.>>
<<Avresti dovuto andare con lei invece di venire qui da me.>>Lui mi guardò negli occhi, ed io ricambiai. Erano scuri, intensi.
<<Avrei voluto farlo, Rose. Ma Joey era con i suoi genitori in una macchina, mentre tu eri qui da sola. Con tutto quello che sta succedendo.>>
Abbassai lo sguardo a terra, scossi la testa.
<<Non avresti dovuto preoccuparti per me, Desmond. Io... Sto bene.>>Lui fece ancora alcuni passi verso di me, poi mi prese una mano e la strinse.
Io rabbrividii. Non so per quale motivo. C'era qualcosa in lui.. Qualcosa di diverso. Qualcosa che, nonostante le circostanze in cui mi trovavo avrebbero dovuto allarmarmi, invece mi tranquillizzava.Si avvicinò ancora di qualche centimetro a me, e adesso il suo viso era davvero quasi contro il mio. Continuava a tenere gli occhi incollati ai miei, ed io non sapevo più che cosa stessi provando.
<<Sei sicura, Rose? Sei davvero sicura di stare bene?>>
<<Perché?>> gli chiesi, facendo un passo indietro.Mi sembrava che mi mancasse l'aria.
<<Perché ti ho sentita urlare. Ti ho sentita parlare da sola, e muoverti intorno al bosco senza una meta. Che cosa stavi facendo? Con chi parlavi? Qui non c'è nessuno.>>
Mi voltai, mi guardai intorno. Non sapevo che cosa dirgli. Non avrei mai potuto parlargli dello Sconosciuto, perché mi avrebbe presa per pazza. Forse già lo stava facendo.
<<Io... Sto bene, Desmond. Davvero. Sono solo stati due giorni intensi. Tutta la storia di quelle ragazze scomparse... Non lo so. Sono venuta qui perché avevo voglia di stare un po' da sola. Volevo...>>
Lui mi guardò, poi prese di nuovo la mia mano nella sua. Sentii i battiti del cuore andare fuori controllo.
<<Volevi sfogarti, l'ho capito. Ed io..>>
<<E tu?>> gli chiesi, ed ero certa di essere diventata rossa in viso.La mia mano nella sua, lui così vicino a me. Quelle sue attenzioni. Nulla cui la mia precedente vita mi avesse abituata.
<<Ed io volevo solo essere certo che stessi bene>> mi disse, accennando un sorriso.
Lo guardai; avrei voluto rispondere qualcosa ma le parole adesso non volevano uscire e il cuore non voleva saperne di rallentare i battiti.
Erano tutte sensazioni alle quali non riuscivo ad adattarmi.<<Io... >> dissi; poi mi fermai.
Desmond forse intuì il mio imbarazzo e così mi regalò un sorriso.
<<Non mi devi ringraziare, Rose. Mi sembrava semplicemente la cosa giusta da fare. Come abbiamo avuto modo di vedere entrambi, da queste parti sta succedendo qualcosa di terribile. E tu non dovresti più venire in questo bosco da sola. Dico sul serio.>>
Lo guardai, e sembrava sincero. Aveva ragione, ero stata una stupida incosciente ad andare lì da sola per la seconda volta. Ma non avrei mai potuto dirgli la verità. In fondo Desmond era la prima persona "normale" che avevo incontrato da quando io e mia madre ci eravamo trasferite a Saint Claire. Se gli avessi parlato dello Sconosciuto, forse avrebbe smesso di considerarmi.
Per qualche ragione, quella prospettiva mi metteva tristezza.
<<Hai ragione, Desmond. Grazie per aver pensato a me. Dico sul serio.>>
Annuì, e ancora la sua mano teneva la mia.
Abbassai gli occhi, lui fece lo stesso. Forse, come me, si stupì di ciò che stava facendo, perché dopo che ebbe posato lo sguardo sulle nostre mani intrecciate, lasciò la presa.<<Andiamo>> mi disse <<ti riaccompagno a casa. È già la seconda volta in due giorni, signorina. Merito un premio.>>
Scoppiai a ridere, per la prima volta da quando ero arrivata a Saint Claire.
Pensandoci bene, era la prima volta da molto, molto tempo.
Anche Desmond rise, ed io, in quel momento, mi dimenticai per un attimo di tutto.Camminammo fianco a fianco fino a casa, e lui mi raccontò diverse cose su di sé. Però parlammo principalmente di Joey, e mi disse quanto felice fosse del fatto che era tornata, ed era viva.
Quando arrivammo davanti alla mia nuova casa, vidi mia mamma fuori intenta a sistemare dei fiori che probabilmente aveva appena comprato.
Si accorse di noi e mi fece un cenno di saluto con la mano.
Io le sorrisi.<<Grazie per avermi accompagnata e per esserti preoccupato per me, Desmond>> gli dissi, pronta a salutarlo.
Lui mi si avvicinò, infilò una mano nella tasca sinistra dei miei jeans e prese il mio cellulare.
Lo guardai, sorpresa.
Digitò un numero sulla tastiera e poi me lo restituì.
Presi il telefono, e posso dire con certezza che per la seconda volta in pochi minuti arrossii di nuovo.
<<Se mai tu dovessi avere bisogno di me, Rose. >>
Poi, in silenzio, si allontanò ed io sentii una sensazione forte, nuova e intensa diventare all'improvviso parte di me.
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Rose e lo Sconosciuto
Mystery / ThrillerRose Dwight Anderson, diciotto anni e tante insicurezze, si trasferisce insieme alla madre nella piccola cittadina di Saint Claire: tremila abitanti, un grande bosco e un lago al confine tra Canada e Stati Uniti. Inizialmente felice e piena di sper...