Capitolo 7

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Altri tre messaggi e due chiamate da Cristina ma questa volta dovrà essere lei ad aspettare, sarà una giornata impegnativa a lavoro e devo rimanere concentrata.

Arrivo in ufficio un po' in anticipo rispetto al solito per concludere quello che avevo lasciato correndo ieri sera. Martina non è ancora arrivata, quindi dal forte profumo capisco che anche ieri alla fine è passato il fioraio e non mi ha trovata. "Begonie. Ne esistono migliaia di tipi e molti vengono dal Brasile, da dove sono tornato solo qualche mese fa. A sabato. Marco"

Oggi non mi fa il minimo effetto, ho la testa talmente piena di pensieri che dovrei svuotare la memoria per reagire a nuove informazioni da immagazzinare!

La prima telefonata della giornata, puntuale, a qualsiasi ora io arrivi in ufficio.

Un nostro fornitore, una piccola azienda scovata tra gli scaffali di un negozio, uno di quelli dove trovi soprattutto ciò che non ti aspetteresti.

Questa mattina devo dedicarmi alla scrittura, ho troppi progetti arretrati.

Oggi ho pensato io al pranzo: pasta fredda con pomodori e mozzarella. E' tra le cose più semplici, ma so anche che è tra le preferite di Martina.

Suona il campanello e pensano gli altri ad aprire come al solito. Entra qualcuno che sembra quasi stia urlando e la voce non mi è nuova. Un attimo di silenzio mentre i passi raggiungono la mia porta che Cristina apre facendola sbattere contro il muro.

"Adesso con tuo fratello ci parli tu!"

La continuo a fissare. Si accorge almeno che non sono da sola.

"Ciao Martina. Scusa"

"Di nulla figurati. Vi lascio sole"

"Almeno l'educazione non la perdi. Non del tutto. Scusa Martina"

La porta questa volta si chiude senza fragore.

"Cosa pensi di fare ora?"

Continua con quel tono acuto di rimprovero, che personalmente ha ben superato il mio limite di sopportazione.

"Innanzi tutto penso di ricordarti che siamo in un ufficio! Dopo di che se ti calmi potrei chiederti di spiegarmi cosa è successo, altrimenti ti chiedo di andare a fare una passeggiata per calmarti e poi magari tornare a parlare"

Rimane un attimo in silenzio e questa volta almeno ha un tono umano.

"Valerio ha deciso di regalare Milù"

"Mi dispiace, ma io cosa c'entro?"

"Non ti dispiace! Altrimenti ora avresti già preso il telefono!"

"Ti stai facendo troppi problemi Cristina! Mi dispiace ma è il suo gatto e ne fa ciò che vuole"

"E' il gatto di mamma!"

Ha gli occhi pieni di lacrime e i pugni serrati.

"Milù era il gatto di mamma. L'ha lasciata a Valerio."

"Lei l'ha lasciata a noi"

"Quindi è un problema di eredità?"

"Non essere sciocca! E' l'unica cosa che ci rimane di lei."

"E' l'unica cosa che vi ha lasciato, è diverso"

Inizia a camminare nervosamente su e giù per l'ufficio, con il respiro affannato e cercando di trattenere le lacrime.

"Cris non puoi continuare ad essere attaccata disperatamente ad ogni minima cosa. Se vuoi tenere Milù prendila a casa con te e occupati tu di lei perché Valerio non vuole farlo. Altrimenti affronta il passato e cerca di andare avanti davvero"

"Come fai ad essere così calma? Dov'è tutta la sensibilità di cui parlavi quando dicevi di aver bisogno di allontanare tutti noi?"

"Non mi sembra di essere un mostro solo perché non mi oppongo a far stare Milù con qualcuno che se ne possa davvero occupare. Che tu la voglia tenere così disperatamente...quella che fa psicologia sei tu, non ti devo spiegare io il tuo atteggiamento. E neanche il mio, se ti ricordi bene tutta la storia"

"La storia me la ricordo bene e speravo solo non si ripetesse, speravo di avere una sorella"

Se ne va, sbattendo di nuovo la porta. Il passato non lo archivi mai, c'è sempre e continuerà ad essere la base di tutti i giorni che si succederanno, migliori o no, nuovi, diversi, ma nati sempre dallo stesso passato.

Bussano alla porta, è Martina.

"Tutto ok?"

"Entra. Scusa per prima! Finiamo di pranzare e torniamo a lavoro"


La giornata è quasi finita e io ho fatto la metà di tutto quello che avevo in programma. Era scontato andasse così. In alcuni casi neanch'io riesco ad essere abbastanza forte, almeno non quanto vorrei.

Entra Martina con un nuovo vaso, dei nuovi fiori. Dei colori che rispetto alla giornata sembrano provare a dare un po' di luce.

"Dai, leggi il biglietto di oggi"

Sorrido divertita. E' la prima volta, dalle Strelizie...ricordo anche il nome.

"Amarillide. Forse risulterei un po' scontato se sottolineassi che il nome effettivo è Amaryllis belladonna...Marco"

"La fantasia non gli manca! E questa volta ho visto addirittura un sorriso!"

"Si, sono talmente nervosa che anche un gesto così invadente e ridondante è riuscito a divertirmi oggi!"

"Immagino avrai ancora tanto lavoro, ma se uscissimo ora a prenderci qualcosa?"

"Qualcosa tipo un mal di testa da alcool?"

"Quando sei arrabbiata mi fai ancora più ridere!!! Comunque, anche se pensavo ad una cosa più tranquilla, appoggio completamente la tua idea!"

"Scherzavo, non preoccuparti. Ma non devi tornare a casa dal tuo promesso sposo?"

"Si, ma lui vorrà vedere la partita, io gli cucinerò l'hamburger e le patatine fritte perché so che è la sua cena preferita in questi casi e l'unico bacio che mi meriterò sarà quando si accorgerà del ketchup a forma di cuore sul piatto. Tutto il resto del tempo lo passerei abbracciata al computer, quindi non mi perderò molto e la mia dolce metà sarà anche contento di avere meno distrazioni."

"Veramente gli fai i cuoricini con il ketchup? Tenera!"

"Una volta ho provato a tagliare a forma di cuore anche le patatine, ma alla seconda avevo già esaurito tutta la pazienza!"

"Quindi un tubero è riuscito dove io non ancora arrivo...per fortuna!"

"Esatto! Allora prendo le mie cose e andiamo! Ti porto ad un super aperitivo"

"Si mangia tanto?"

"Tantissimo"

"Presa! Andiamo!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 16, 2016 ⏰

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