Capitolo XX

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Odio il lunedì.

È passata poco più di una settimana da quando mi sono svegliata nella sfarzosa villa di Sean. Durante questi otto giorni ho studiato, dormito, studiato, mangiato e parlato con Andrew.

I rapporti tra me ed il transfer sono più che ottimi, lo reputo il mio migliore amico, anche se in teoria ne avrei già uno...Thomas. Ormai non lo sento da circa un mese.

Parliamo di tutto e di più, dalle nostre vite prima dell'Accademia ai nostri ragionamenti riguardo i tipo buio.

Ho scoperto, inoltre, che tutti sapevano che il padre di Andrew era il prof assassinato. Ovvio, loro frequentavano la scuola già dall'anno scorso.

Sebbene abbia passato la maggior parte del tempo sepolta sotto tonnellate di libri (la settimana era piena zeppa di test), ho riflettuto anche sul mio rapporto con Sean.

Inutile dire che non sono arrivata a nessuna conclusione, anche perché ci siamo parlati a stento.

Forse è meglio così.

Oggi i miei capelli sono davvero annodati. Cerco di pettinarli decentemente ed osservo il mio viso allo specchio. Mi soffermo sui miei zigomi alti, per poi guardare le mie labbra rosee e non particolarmente piene ed infine fisso le mie lunghe e folte ciglia.

Dopo essermi infilata un maglione color crema, passo davanti alla camera di Abbey.

Una melodia cattura la mia attenzione, è Abbey che suona con passione il violino. Le note si alternano tra gravi ed acute, sembra un motivo triste.

Sospiro, vorrei entrare e chiederle se sta bene, ma so che invaderei la sua privacy.

• ••• • ••• •

Bower oggi è assente, sarà andato dal parrucchiere. Sfoggio un sorriso e mi stiracchio sulla sedia.

"Ehi sfigata, cos'hai da sorridere?" mi chiede Jessica con il suo insopportabile sorrisetto.

La squadro freddamente, da quando ho fatto quell'incubo su di lei e Sean, il mio odio è aumentato a dismisura.

Non rispondo e tento di svegliare Beth, è peggio di un ghiro.

Trascorro le due ore a disegnare figure geometriche su un foglio, alcune volte mi giro per buttare l'occhio sulla figura statuaria e annoiata di Sean, oggi indossa una maglia a maniche lunghe nera.

Zzz bbzzz zzzz.

Una mosca mi sfreccia vicino all'orecchio e comincia a girare in circolo affianco alla finestra situata a sinistra del mio banco. Non tollero le mosche, assomigliano a dei punti neri volanti. Che. Nervoso.

Agguanto un quaderno e mi alzo per spiaccicarla. Dopo averla spappolata con un sonoro tonfo, in seguito al quale i mormorii nella classe cessano, fisso la foresta del giardino posteriore.

C'è una figura che sta uscendo dal bosco, è incappucciata ed indossa un lungo mantello nero, dalla forma del corpo e dai movimenti sembra una donna.

Aguzzo lo sguardo e noto che ha in mano qualcosa, è un oggetto appuntito e dal colore metallico, sembra un coltello. Spalanco gli occhi. Devo riuscire ad intercettare quella figura.

Mi dirigo a passi svelti verso la porta.

"Hai visto un fantasma?" mi chiede Jessica sghignazzando.

"Peggio." mormoro e mi avvicino alla porta, lei si para davanti ed i suoi occhi si infiammano.

Ma porca vacca, cosa vuole?

"Vai di fretta?" domanda schioccando le dita e creando una fiamma. Forse è una mia impressione, ma sento che Sean mi sta fissando.

The Mirror of the SoulTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon