Io

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Mi vergogno
di sentire quello che sento.
Di rendere
un piccolo fiore di campo
tra semplici foglie d'erba,
un grande giardino fiorito.

Un piccolo e unico "nontiscordardime"
in un pergolato d'edera e glicine,
calle bianche e perfette,
gelsomini profumati
e fiordalisi di tanti colori

Tra le rose gialle,
pallide e nuove
nella novella buona stagione,
l' unica rosa rossa,
rossa,
ed ancora tanto rossa
di questo mio delirio.

Il turbinio di sentimenti
che confonde la mia mente
malata di cose terrene
così come terribilmente umano
eri tu.

Io,
che sono spirito d'aria,
che mi dileguo nello sfiorare
di mani e di anime,
nelle margherite danzanti,
nei girasoli inviati dal Sole.

Maledetta me
perché nella tua passione
ti ho visto
anche l'anima.
Non posso fare a meno
di baciarla
alla mia.

Maledetta me
perché vedo tutto questo,
in questo mio piccolo
e povero
"Nontiscordardimé",
senza compagnia d'altri fiori.

Mi vergogno
di sentire quello che sento,
di non vederti
tra i petali di questo fiore.




La grotta del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora