Eros 5 (parte 2)

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Mi avvicinai a lui, circondandolo con lo sguardo mentre esaminavo ogni segno lasciato dalle fiamme. I segni rossi, i tratti di fumo incisi sulla sua pelle, attirarono la mia attenzione. Posai il dito su una delle ustioni più vistose sulla sua schiena, esercitando una lieve pressione. All'istante, Luke si irrigidì, piegando leggermente la schiena e trattenendo a stento un gemito di dolore nel momento in cui il mio dito entrò in contatto con la ferita.

Tornai alla mia posizione iniziale di fronte a lui. <Di chi è Diamond?> chiesi, con le mani nelle tasche, fissandolo intensamente mentre lui non osava alzare lo sguardo. <Rispondi.> ribadii, facendo cenno a uno dei miei uomini di avvicinarsi. Quest'ultimo si mosse lentamente verso Luke che alzò lo sguardo nella sua direzione. <TUA. TUA. NON FARLO AVVICINARE, È TUA!> rispose con un tono impregnato di paura e le lacrime a solcare il suo viso mentre implorava con terrore di non permettere l'avvicinamento dell'uomo. 

Sorrisi di fronte alla sua reazione. <Ricordi cosa ti dissi mentre stringevi tremante la pistola contro il mio cuore? Ricordi cosa ti promisi?> chiesi, consapevole del fatto che ogni mia parola fosse rimasta incisa nella sua memoria.

Lui non sollevò lo sguardo neanche per un istante. <Quando prometto, mantengo. E io ti prometto che questo orrore non rimarrà impunito.> rispose con voce tremante, ricordando le mie esatte parole.

<Alza la testa e guardami, Luke. Affronta il tuo destino con dignità.> affermai con serietà, e lui obbedì, incrociando il mio sguardo con occhi colmi di lacrime.

<Ricordo che mi dicesti che l'avresti amata nel modo in cui io mai provai, che l'avresti posseduta e costretta a ricambiare il tuo stesso sentimento.> continuai, citando le sue parole, rievocando l'odio che lui riservò nei miei confronti e che desiderava riversare sulla mia Helianthus.

Luke negò con la testa. <No, no, sono stato uno stupido, lo ammetto. Non avrei dovuto e mi pento di tutto.> dichiarò, posando lo sguardo sul mio uomo al suo fianco, in attesa del mio segnale per agire. <Sono pronto a inginocchiarmi, sono pronto a chiedere perdono a Diamond, sono pronto a fare tutto ciò che mi chiederai.> continuò, implorandomi con lo sguardo di risparmiarlo.

<Una possibilità l'hai avuta. Quando Charles morì, ti considerai al suo livello, ti considerai come lui. Ma hai sprecato quell'occasione e non ne avrai un'altra.> il mio uomo si avvicinò, estraendo una bottiglietta contenente dell'acido.

<König, ho eseguito il rituale, ho fatto il giuramento. Faccio parte della tua fazione.> affermò, alternando lo sguardo dall'acido a Ivan ancora appeso al soffitto.

<Fazione che hai tradito.>

<Non l'ho mai tradita.>

<Hai causato la morte di molti tuoi compagni.>

<Ho cercato di spargere meno sangue possibile.>

<Hai iniziato una sparatoria.>

<Il mio obiettivo non è mai stato tradire la mia famiglia!>

<Ma hai tradito me, e se tradisci me tradisci tutta la fazione.> dissi, facendo cenno al mio uomo di procedere. Lentamente si avvicinò aprendo la bottiglietta.

<Stringevi la pistola con la mano destra?> chiesi ironicamente. Due uomini si avvicinarono, slegando la mano destra e trattenendolo saldamente.

Gli impedirono di muoversi, immobilizzando completamente la mano. <No! Non puoi farlo, per rispetto del tuo migliore amico.> esclamò con un grido, sull'orlo delle lacrime.

<Tu hai seppellito quel rispetto. Procedete.> ordinai con impazienza, desideroso di udire anche le sue grida.

Roman si avvicinò a me. <Ne sei sicuro?> domandò, guardando Luke immobilizzato, con la mano distesa, pronto a subire la sua fine. <Torna al tuo posto.> ordinai, consapevole che nemmeno un briciolo di pietà avrebbe soppresso la voglia irrefrenabile di vederlo implorare perdono, ai miei piedi, con il corpo coperto di sangue e la vita appena appesa a un filo.

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora