Chapter 2: Il romanticismo di Lord Byron

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[Paradise Circus dei Massive Attack, se scorri]

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Chapter 2: Il romanticismo di Lord Byron

Adele

Attraverso l'obiettivo della mia macchina fotografica, il mondo mi si svelava davanti con un volto diverso, un'essenza che i miei occhi scuri come la pece non riuscivano a cogliere a nudo. Attimi umani, momenti di gioia, sequenze di una vita che a volte ti scivola dai polpastrelli e quando cade non puoi più riprenderla. C'è sempre stato qualcosa di magico per me nell'arte della fotografia, era una delle pochissime cose che mi pacava l'animo e mi addormentava l'irrequietezza che da sempre mi seguiva. La mia amatissima macchina analogica mi accompagnava ovunque, e con un po' di persuasione, avevo convinto i miei genitori a trasformare un angolo di casa in una camera oscura, un luogo dove potevo allontanarmi da me stessa per dare vita alle mie foto. So che oggi non è più così comune ma, tutto ciò che ho appreso, mi è stato spiegato da mio nonno materno, è stato lui a farmi scoprire la magia di catturare ogni momento per non farlo morire mai. Mantenere viva questa tradizione era un modo per onorarlo e sentirlo sempre vicino. Nel corso della mia vita, alcune delle mie foto hanno anche trovato un piccolo spazio in alcune mostre a Londra. I miei genitori, con misto di orgoglio e forse anche di compassione, ne parlavano spesso con amici e conoscenti, ma forse lo facevano solo perché era l'unico hobby "artistico" che avevo, e in fondo, forse, lo vedevano come un modo per poter dire: "Si vede che è nostra figlia".

Sin da piccola, avevo sempre dimostrato una predisposizione eccezionale per un vasto spettro di discipline: dalla letteratura alla filosofia, dalla storia all'arte... Tuttavia, la mia abilità non era semplicemente il risultato di un talento innato, ma piuttosto dell'incessante sete di conoscenza che mi aveva animata fin dall'infanzia. Sebbene brillassi negli studi, non trascorrevo ore e ore sui libri... direi che tutto scorreva dentro di me in modo naturale. Ho imparato a leggere prima dei miei coetanei, facevo calcoli senza sforzo, e parlavo tre lingue con una facilità disarmante: entrare ad Oxford non era stato poi così difficile per me, solo una persona su otto riesce ad avere l'accesso al Master in Filosofia delle Relazioni Internazionali e io ce l'avevo fatta. La scelta del mio percorso di studi è stata guidata da un motivo semplice ma profondamente radicato in me: una passione innata per il coinvolgimento sociale. Ho sempre fatto del mio meglio per essere presente in ogni contesto, dedicando il mio tempo al volontariato, partecipando attivamente a diversi club e manifestando per le cause in cui credevo profondamente. Non avevo paura di parlare, di metterci la faccia: ho sempre cercato di portare chiarezza e logica, qualità che a volte sembravano mancare nella mia famiglia.

Ora, potreste pensare: "Adele, sei davvero una persona brillante, per te sarà sicuramente stato facile" Ma, per favore, non cadete in questa mera illusione e non fermatevi all'apparenza delle cose. Sì, è vero che ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia prestigiosa, ma la mia strada è stata tutt'altro che perfetta. Da bambina, gli insegnanti spesso si rivolgevano ai miei genitori con queste parole: "Vostra figlia possiede una sensibilità fuori dal comune, Adelaide è un'oscillazione costante tra il sogno e quella forma di crudeltà che spesso caratterizza gli adulti". Io capivo tutto, capivo gli adulti, le loro emozioni e soprattutto quando cercavano di nascondermi qualcosa. Mi hanno portata da diversi pedagogisti per diversi anni, cercando di dare un significato ad alcuni dei miei tic nervosi, dati dal mio carattere incline all'ansia, e questo mi si manifestava davanti attraverso piccoli gesti involontari: le gambe nervosamente agitate in classe, graffi sottili che mi infliggevo con le unghie, e l'evitare lo sguardo dei miei coetanei. E poi c'era quella strana paura della morte, a otto anni, già facevo incubi sulla perdita dei miei genitori. Ciò per cui voglio aprirvi gli occhi è che, anche nascendo in un castello e abbracciando la bellezza del mondo, alcune anime portano con sé una sensibilità innata che le rende fragili, vulnerabili, pronte a spezzarsi al minimo sussurro del destino. Non voglio che vi lasciate ingannare, pensando a me come a un'anima sempre avvolta nell'ombra, silenziosa e fatta di enigmi perché non lo sono mai stata. Ho sempre combattuto, ho lasciato che la mia sensibilità diventasse un'arma: la spada per difendere me stessa e lo scudo per chi amavo.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Where stories live. Discover now