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Dedico questo capitolo a Elmilau e OneD_HarryP_PercyJ perché mi hanno aiutato moltissimo. 

Quella mattina l’aria era quasi irrespirabile nella classe di biologia.
Le rondini volavano libere fuori dalla finestra e del sole non ce n’era traccia. Harry spostò  il suo sguardo dal cielo alla sedia vuota a fianco a se.
Jade mancava, gli aveva detto che avrebbe fatto tardi.
Senza la sua compagna di chiacchiere, la sua mente era libera di pensare a quel ragazzo. A Louis.
Non poteva  ancora crederci che quel pomeriggio sarebbe stato 3 ore con lui da solo. Al sol pensiero la sua mano cominciò a tremare, facendogli fare strane righe sul quaderno.
 “Maledizione..” borbottò guardando quei segni.
 “Tutto a posto signorino Styles?” chiese il professore, interrompendo la sua spiegazione.
 “Sì, sì” rispose imbarazzato.
Lui lo guardò con un po’ di incertezza e riiniziò a spiegare.
Le ore passarono lentamente e quando la campanella suonò  il ragazzo era indeciso se rimanere rinchiuso in classe tutto il giorno o uscire; optò per la seconda, così mise le ultime cose nello zaino e si diresse verso il suo armadietto.
 “Harry?” quella voce così famigliare ed amica  lo sorprese.
 “Ciao” mormorò incredulo di vedere Jade.
 “Ciao” sorrise.
 “Come mai non sei venuta a lezione?” chiese chiudendo l’armadietto.
 “Così, avevo voglia di saltare biologia” ammise con noncuranza
 Harry rise di gusto; adoravo la schiettezza di quella ragazza, Jade diceva esattamente le cose come le pensava.
Sembrava una bambina, senza peli sulla lingua.
 “Comunque non pensare che sia stata a casa a fare niente” alzò un sopracciglio “Ho fatto una piccola indagine sul mio Tomlinson”
‘Sul mio Tomlinson’ quella semplice e innocua frase lo fece sussultare e innervosire senza motivo ma si limitò a sorridere lievemente
 “Come mai?” chiese facendo il finto interessato.
 Jade fece spallucce per poi tirare fuori dalla borsa una cartellina rossa.
 “E quella?”
Lei non rispose, si limitò a tirare fuori dalla cartellina dei fogli bianchi stampati di nero e pinzati tra loro e glieli porse.
Harry esaminò il primo foglio con curiosità e timore, timore di scoprire che i suoi sospetti inconsci erano in realtà fondati; era il foglio dell’anagrafe di Louis.
 “Guarda la data di nascita, 24 Dicembre 1991” disse indicandogliela con l’indice.
Il riccio non ci trovò nulla di strano, poi fece scorrere lo sguardo più giù:
Nome dei genitori adottivi: Julie Thompson e Andrew Tomlinson.
Nome dei genitori biologici: Sconosciuto.
“Non si sa niente di questo ragazzo prima del suo arrivo qui.
L’unica cosa che sono riuscita a trovare è la sua data di nascita e un incidente increscioso che pare aver ucciso i suoi genitori adottivi.” spiegò con fare esperto.
Jade lo portò ad andare nel secondo foglio dove campeggiava un rapporto della polizia fotocopiato e la foto di un Louis Tomlinson identico a quello che conosceva.
Fissò la foto per qualche secondo, ignorando chi nel corridoio si scontrava contro di loro.
Gli occhi azzurri e penetranti fissavano l’obiettivo leggermente socchiusi, le labbra sottili erano leggermente piegate in un sorriso evidentemente forzato e i capelli lisci erano solo leggermente più corti di ora.
Nonostante la foto fosse una fotocopia in bianco e nero, riusciva a mettergli paura comunque.
 “Pare che due anni fa, in una giornata estiva molto calda, la sua casa in campagna prese fuoco. Nel rogo morirono i suoi genitori adottivi, gli unici assieme a lui in casa. Lui si salvò, non aveva neppure un graffio, i vigili del fuoco lo considerarono un miracolato visto che la casa era completamente crollata.” aggiunse
 “Poi che gli è successo?” chiese il ragazzo, senza staccare gli occhi dal foglio.
 “Beh, poiché non aveva altri parenti e non aveva ancora l’età per la quale legalmente si può abitare da soli, la polizia lo spedì qui in una comunità di ragazzi orfani.
La storia poi la sanno un po’ tutti. In comunità conobbe Perrie, Liam, Niall e gli altri del gruppo -stranamente anche loro orfani- e andarono a vivere insieme.” spiegò.
Harry stava per chiedergli dove abitavano ma la campanella suonò.
 “Senti, devo andare a Scienze; ci vediamo per la mensa.” Gli disse Jade, dandogli un leggero bacio sulla guancia.
 “Ciao.” Rispose, guardandola sparire fra la folla di ragazzi diretti alle proprie classi.
Ripose in fretta i fogli nella sua cartella e si diressi verso l’aula d’Inglese.

Believer or Sinner?Where stories live. Discover now