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Dopo alcuni minuti arrivammo a casa. Parcheggiò la macchina nel garage e scendemmo. Mi abbassai per allacciare la scarpa e quando mi alzai sentii le sue braccia abbracciarmi da dietro. Mi baciò il collo, mise le mani sui mei fianchi e mi girò verso di lui. Circondai il collo con le braccia e ci guardammo nei occhi per diversi secondi.
«Sei bellissima. La creatura più bella che io abbia mai visto.» disse vicino alle mie labbra.
Lo guardai infastidita.
«Che c'è? È la verità.» disse sorridendo.
«Non so come reagire quando mi fanno i complimenti.» confessai.
Mi baciò, lentamente, mi strinse i glutei e mi avvicinò a se.
«Dovremmo-» dissi staccandomi ma lui mi baciò di nuovo. Mi staccai ancora una volta e dissi: «Dovremmo andare. Ada ci aspetta.»
Alzò gli occhi al cielo e sbuffo dicendo: «Va bene, ma cosa vuoi fare con lei. Vuoi raccontarle tutto?»
«Prima o poi dobbiamo dirglielo ma non oggi.» dissi abbassando lo sguardo. «Ho... ho paura della sua reazione in verità. Mi odierà e non mi rivolgerà più la parola.» dissi infine.
«Si probabile ma ricorda che odierà anche me.»
«Possiamo dirglielo domani, non riesco a mentirle, non su una cosa così.»
«Va bene» disse.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime e respirai a fatica.
«Hey, hey, hey... tranquilla, shhh, va tutto bene.» disse prendendomi il viso tra le mani.
«Scusa... è che ho sempre avuto attacchi di questo genere, io non... non riesco più a controllarmi ultimamente.» dissi in difficoltà.
«Hai parlato con tua madre, potrebbe portarti da un specialista.» disse.
«Mia madre... lei, lei non la vedo quasi mai. Lavora sempre. Ogni volta che finisce il lavoro comincia ad urlarmi contro. N-non si è mai preoccupata come un genitore dovrebbe preoccuparsi di suo figlio.» dissi con voce bassa.
«Ti prometto che io sarò sempre al tuo fianco Faelynn. Sempre» disse abbracciandomi. «Grazie Nigel.» dissi godendomi quell'abbraccio.

Salimmo le scale e ci avviammo verso la stanza si Ada. Aprii la porta e la vidi ballare con la musica al massimo volume.
Appena ci vide la spense e disse: «Finalmente ragazzi, ne avete messo di tempo»
«Come ti senti Girasole...» dissi abbracciandola. «Non mi vedi, sto alla grande.» disse sorridendo. Quella ragazza era di un'energia incredibile. La chiamavo girasole perché quei fiori mi portavano felicità. Ci siamo sempre state l'una per l'altra. Abbiamo riso e pianto insieme, quando il suo primo ragazzo l'aveva tradita ero andata da lui e gli avevo tirato un pugno in faccia in mezzo a tutta la scuola. Mi sospesero per una settimana. Quando rientrai a scuola vidi che tutti mi guardavano impauriti, mi parlavano alle spalle e così decisi di diventare agli occhi degli altri 'la persona malvagia'. Ada mi rimproverò per quello che avevo fatto, ma non per il fatto che avessi tirato un pugno al suo ex ma perché facendo in questo modo avevo peggiorato il mio curriculum e le persone mi vedevano per quella che non ero realmente. Dopo qualche giorno mi ringraziò per aver rotto il naso a quell'idiota, mi chiese che visto che ormai c'ero dento potevo anche tirargli un calcio sui gioielli di famiglia.
Le piaceva molto cantare, aveva una voce splendida. Ogni volta d'estate ci mettevamo sotto il sole e lei cantava con la sua voce angelica.
La persona migliore che una persona possa desiderare al proprio fianco e il pensiero di dire quello che c'era tra me e suo padre mi faceva morire dentro.

«Papà ciao ciao, non vedi che sei l'unico maschio qui.»
Lui sorrise e se ne andò.
«Allora che ne dici di andare giù a farci un tuffo in piscina?» chiese sorridendo. «Hai una piscina? E quando aspettavi di dirmelo? Andiamo subito.» dissi ridendo poi improvvisamente mi fermai e dissi: «Non ho il costume!»
«Pff tranquilla io ne ho moltissimi, ma ti dovrò dare quello che mi sta grande perché le tue tette sono enormi amica» disse avviandosi verso l'armadio. Mi misi a ridere dopodiché andai a cambiarmi.
Era un costume nero, il pezzo sotto era leggermente a vita alta, invece il pezzo sopra faceva evidenziare il mio seno in un modo incredibile. Quando uscì feci un giro intorno a me stessa e dissi: «allora che ne pensi?»
Quando la vidi rimase in silenzio poi disse: «Porca miseria ragazza, sei una figa assurda»
«Neanche tu sei niente male eh» dossi dandole una gomitata per scherzare.

L'acqua era calda, avrei voluto rimanere lì per sempre. Amavo le piscine e il mare, amavo l'estate in generale.
Ballammo e ci divertimmo tutta la sera.
«É stato bellissimo, ma ora ho sonno, tu vieni?» disse mettendosi l'accappatoio. «Vorrei restare ancora un po', tu vai a dormire. Notte Girasole» dissi rilassata. «Notte, notte.» disse saltellando mentre si avviava verso l'uscita.

Dopo una decina di minuti sentii dietro di me un tuffo. «Ada perché sei ritornata?» dissi guardano la sagoma sott'acqua. Arrivò verso di me, mi prese per i fianchi e mi lanciò in mezzo alla piscina. Lanciai un piccolo urlo e mi tappai il naso in tempo. Quando salii in superficie dissi: «Ma che cavolo...»
Sentii una risata roca e mi girai. «Sei tu... dovevo immaginarmelo. Ada non ha tutta quella forza di sollevarmi.» dissi ridendo. Venne verso di me e ci mettemmo al bordo della piscina. Mi prese i fianchi, circondai il suo bacino con le gambe e misi le mani intorno al collo. «Questo costume di sta da favola.» disse lasciandomi una scia di basci sul collo. «Neanche tu non sei niente male.» dissi ansimando. Salì su baciandomi la guancia poi le labbra. Mi prese per i glutei e mi avvicinò a se. «Vorrei tanto farti mia in questo momento» disse mordendomi leggermente il labbro inferiore. Sorrisi e gli strinsi i capelli dietro la nuca. Con le sue potenti braccia mi sollevò e mi fece sedere sul marmo della piscina. Le sue morbide labbra, che a ogni tocco mi bruciavano la pelle, andò sempre più in basso arrivando al seno. Abbassò il pezzo sopra del costume e cominciò a divorare il mio seno. Inarcai la schiena e mandai all'indietro la testa ansimando. Con movimenti lenti e allo stesso tempo felini andò sempre più giù, arrivando nella pancia poi il ventre... alzò gli occhi e mi fissò. Annuii e tolse il pezzo sotto. Quando la sua lingua tocco il clitoride gemetti dal piacere. «O m-mio...» non riuscì a finire la frase. Riusciva a trovare punti che io non sapevo nemmeno l'esistenza. Era qualcosa di incredibile. Dopo qualche minuto dissi: «Sto per-» gemetti ancora, questa volta più forte. Mi mise una mano sulla bocca tappandomela. Il mio corpo vibrava ovunque e i gemiti diventarono sempre più forti.«Ah... Nigel i-io...»
Dopo essere arrivata all'apice del piacere si sollevò e disse: «Mi piacerebbe molto sentirti urlare dal piacere ma non qui.»
Sorrisi. Ci sdraiammo entrambi sul marmo e misi la testa sul suo petto. «È stato incredibile.»
«È meglio di quando ti tocchi da sola vero?» disse sorridendo. Rimasi in silenzio. Ci tirammo su e mi guardò confuso con un sorriso sulle labbra. «Non ti sei mai toccata?» chiese.
Non risposi, mi guardò dopodiché mi accarezzò la guancia con la sua mano enorme e calda. «Sei così pura Faelynn. Ti farò provare ogni cosa per provare quel piacere.»
Lo guardai e poi dissi: «una volta ho provato... ma non ci sono riuscita. Non so perché... nessuno mi aveva mai toccata prima...»
«Il fatto di essere il primo uomo ad averti toccata mi fa morire di gioia. Sarò il tuo primo e ultimo uomo Faelynn, non dimenticarlo.» disse vicino alle mie labbra. «Faremo l'amore con così tanta passione che non camminerai per un mese intero.» aggiunse per poi baciarmi con foga. Mi prese in braccio e mi portò in camera sua. «Stanotte dormi qua»

Il padre della mia amicaWhere stories live. Discover now