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TIED TO YOU - 05



TIED TO YOU - 05

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Avete mai provato a scalare un edificio con dei tacchi vertiginosi e una gonna striminzita? Be', vi auguro di non doverlo mai fare. 

Io, invece, sono stata costretta; o meglio, mi sono costretta di non dire nulla della festa ad Aaron e ora mi ritrovo sulle scale d'emergenza del palazzo intenta a scappare – nuovamente – dall'arrogante poliziotto che se ne stava beato nella sua stanza ispezionando dei fogli. 

Può considerarsi bravo quanto vuole, ma io lo metterò sempre alla prova per il semplice gusto di infastidirlo. È quello che ha voluto lui. 

Tiro un sospiro di sollievo quando finalmente appoggio il piede sulla terra ferma del marciapiede e riprendo fiato respirando frettolosamente. 

«Bea!», sussurra in un grido Daniel, il quale è nascosto dietro un piccolo albero. 

Mi fa cenno di raggiungerlo e io, in punta di piedi, mi avvicino a lui che mi prende per mano trascinandomi verso l'auto parcheggiata. La cosa che mi spiazza è dove l'ha parcheggiata. 

Un isolato dopo...

So com'è fatto Daniel, so che è un tipo molto prudente eppure le parole di Aaron mi tornano in mente. 

"Come uomo dico che è una schiappa", "Quando gli hai detto chi fossi ha iniziato a tremare come una foglia."

Sono consapevole che le sue sono solo cattiverie, anche se lievemente non è poi così lontano dalla realtà. Ed è per questo che quasi mi scappa una risata, ma la trattengo. Non voglio che Daniel pensi che mi prendi gioco di lui; anzi, non so nemmeno perché ci sto pensando. Assurdo: riesce a rovinare i momenti anche quando non è presente. 

Nel tragitto verso la festa, sento una lieve agitazione. Ho visto cos'è stato capace di fare oggi pomeriggio e non so come diavolo abbia fatto a rintracciarmi, ma so per certo che appena si renderà conto che gli sono sfuggita di nuovo da sotto il naso, non la passerò liscia. Ma questa è una guerra a sangue freddo, non posso già deporre le armi senza prima macchiarmi un po'. 

«Non ci posso credere!», mi viene incontro Anne a braccia aperte. «Non dirmi che hai convinto il tuo agente a lasciarti venire a questa festa da sola!», esclama mentre mi stringe in un abbraccio. 

Io ridacchio e ricambio la stretta. «Quello sarebbe un miracolo e ti assicuro che non ne ho mai visti accadere», rido. 

La mia migliore amica saluta anche Daniel, il quale si guarda in giro alla ricerca di Luke che ci affianca subito dopo. 

«Puntuali come degli orologi svizzeri!», esordisce soddisfatto. 

«In realtà sono già le dieci in punto e siamo tutti in ritardo di un quarto d'ora da quanto stabilito. Anche tu, il che è alquanto strano», afferma Anne con l'intento di punzecchiarlo. Invece, questa volta, Luke non battibecca; piuttosto scrolla le spalle e inspira pensieroso. 

𝐆𝐮𝐧𝐬 '𝐧 𝐓𝐢𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora