Capitolo 6

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Mi sveglio con un nome in testa: Leo.
Cazzo, ma che ore sono? Le 12.00. Fantastico ho dormito fino a tardi anche oggi. Yay.
Cerco di alzarmi dal letto e mi dirigo verso la cucina. Mia mamma e mio fratello stanno pranzando. Mmh bene.
-Ben svegliata.- mi saluta calorosamente mia madre.
Io mugugno qualcosa di incomprensibile anche a me stessa e prendo uno yogurt dal frigo. Questo sarà il mio pranzo.
Torno in camera con la mia vaschetta di yogurt e chiamo Karen. Devo dirle cosa mi sta succedendo.
Digito il suo numero, che ormai so a memoria e, dopo tre squilli, mi risponde con voce squillante, come sempre. Le racconto tutto e sento che lei non parla un granché. Strano, di solito non la finisce più di parlare.
-Karen, qualcosa che non va?-
-È solo che non mi fido molto di questo ragazzo Mari, ho paura che ti voglia usare solo per portarti letto.-
-Parla quella che si stava limonando con uno sconosciuto alla festa.- mi scappa di bocca. Cazzo non avrei dovuto dirlo. Merda merda merda.
C'è un grande silenzio tra noi e alla fine lei attacca senza dire una parola. Fantastico. Ora la mia unica amica è incazzata con me. Sono un idiota. È questo il problema delle persone impulsive. E si io sono fottutamente impulsiva.
Decido di staccare un po la testa da 'sto mondo e mi collego a YouTube con il computer. Almeno li avrò un po di svago. Metto a palla "smell like a teen spirit" dei nirvana e comincio a cantare a squarciagola, finché non entra mio fratello per dirmi di tacere. Io, di rimando, gli butto un cuscino addosso e lui se ne va.
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-Leo?-
-Ciao! Uhm, come stai?-
-Bene dai, e te?-
-Solito.-
Restammo con la cornetta attaccata all'orecchio per un'ora finché lui se ne uscí dicendo: -Mari, ehm, non è che ti andrebbe di vederci oggi? Magari per bere qualcosa o andare al parco. Quello che vuoi.-
Rimango un attimo immobilizzata. Okay, non me lo aspettavo. Senza pensare rispondo: -Certo. Mi farebbe piacere.-
-Alle quattro in piazza Dante, okay?-
-Okay.-
-Dio, non siamo su Colpa delle stelle eh!- ride
Mi metto inevitabilmente a ridere anche io.
-A dopo mio Augustus.-
-Non vedo l'ora.-
Chiudo la chiamata sorridendo come una scema.
Ora sono nel panico. Cosa mi metto? Ma da quando sono così superficiale?
Tra l'altro non posso nemmeno contare sull'aiuto di Karen.
Alla fine opto per un jeans nero con una t'shirt, anch'essa nera. Si amo il nero.
Mi metto un po di mascara e un velo di lucidalabbra. Okay sono accettabile.
Esco di casa con un ansia inimmaginabile. Cazzo. Perché mi fa quest'effetto?
Prendo l'autobus e in 10 minuti sono in piazza Dante. Okay, merda, l'ansia è aumentata.
Lo vedo seduto su una panchina con in mano il cellulare. Sembra nervoso. È semplicemente bellissimo, semplice e bellissimo. Bellissimo nella sua semplicità. Quando mi sto avvicinando lui alza lo sguardo dal cellulare e mi offre un sorriso a trentadue denti. Dio, così mi fai morire.
-Hei!-
-Ciao.-
-Allora.. Eccoci qua.-
-Eccoci qua.- ripeto. Ma quanto sono stupida?
Il pomeriggio trascorre abbastanza bene, a parte un po di imbarazzo in certi momenti, ma direi che come primo appuntamento sia stato bello.
Guardo l'orologio: sono le 19.00. Devo tornare a casa o mia madre potrebbe uccidermi.
-Leo, devo andare adesso. Sono stata bene.-
-Lo dici solo per cortesia.-
-No, dico davvero.-
Si sporge verso di me e so quello che sta per succedere, mi vuole baciare. Ma io lo voglio? Oh diamine si!
Il contatto con le nostre labbra è strano ma sublime. Caldo e intenso. Le sue labbra sono morbide e soffici. Sanno come baciare, sono labbra esperte. Io invece sono totalmente inesperta. Infatti mi sto facendo guidare da lui. Speriamo non se ne accorga. Sento la sua lingua che mi chiede accesso alla mia bocca. Gli do il permesso e le nostre lingue si intrecciano con passione. Una passione coinvolgente, che mi fa dimenticare tutto il mondo intorno a noi. All'improvviso non sento più i rumori della città: le macchine che strombazzano, i passanti che urlano, le persone che parlano ai cellulari, i bambini che piangono.
Le nostre bocche sono una danza di felicità e amore.
Amore? L'ho detto davvero? Oh.
Dopo un periodo di tempo che sembra infinito, ci stacchiamo.
Ci guardiamo, sorrido imbarazzata. Lui si avvicina a me e quando penso che voglia un'altro bacio mi si avvicina all'orecchio e mi sussurra: -Grazie per avermi donato il tuo primo bacio.-
Rimango basita. Se ne è accorto? Cazzo.
Lui mi dona un lieve bacio a stampo e sale sul suo autobus.
Oh dio. Il bacio più bello della mia vita.

Amore inconscioWhere stories live. Discover now