The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

Bởi Swetty_Kookie

106K 9.7K 2.3K

[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... Xem Thêm

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 9

2.1K 241 43
Bởi Swetty_Kookie

Quando aveva posto quella domanda al capitano della Esmavros non avrebbe mai immaginato di ricevere una risposta simile. Era imbarazzante, oltre che umiliante, fare ciò che gli aveva detto.

«Potrai aiutare nelle pulizie. Ogni componente di questa nave ha passato quella fase, fino a quando delle nuove reclute non si sono unite a noi ed hanno preso il loro posto.» il suo sguardo era stato serio dall'inizio alla fine, segno che non lo stesse prendendo in giro e che realmente pensava ciò che aveva detto. E Taehyung aveva dovuto ingoiare quel fiume di parole che avrebbe tanto voluto riversargli addosso e con un semplice sopracciglio alzato – che alludeva a quanto fuori dal comune fosse quella richiesta – e un grande sospiro, aveva annuito e se n'era andato.

Insomma... Taehyung non aveva mai fatto parte di un vero equipaggio e né tanto meno avrebbe voluto essere trattato come tale da dei pirati che seguivano la via della violenza e dell'illegalità per vivere, ma sapeva che se voleva mantenere calme le acque tra lui e i componenti della Esmavros avrebbe dovuto sopportare.

Inspira ed espira. Gli suggeriva la sua coscienza ogni qual volta, sollevando il busto – poggiato con le ginocchia al pavimento – buttava la spugna nell'acqua sporca nel piccolo secchio, per poi tirarla fuori, cercando di nascondere un'espressione di disgusto, e strizzarla nella mano per tornare a pulire il pavimento del ponte del castello di prora.

«Resisti Taehyung.» si disse tra sé e sé, conscio degli innumerevoli sguardi che gli alfa gli stavano rivolgendo da ogni dove, muovendo il braccio con ancora più forza immaginando che sotto quella spugna ci fosse il sorrisino arrogante del capitano, che tanto avrebbe voluto toglierli dal volto.

«Un re deve essere capace di affrontare queste difficoltà.» continuò soffermandosi su un punto particolarmente sporco del pavimento, aumentando la velocità del suo braccio mentre delle goccioline di sudore caddero al suolo, segno del sole cocente sulla sua testa e dello sforzo che stava facendo.

Quando sentì i muscoli del braccio andare a fuoco lanciò la spugna all'aria e lasciò che il suo fondoschiena toccasse terra, rivolgendo lo sguardo al cielo fin troppo chiaro e soleggiato. Le labbra socchiuse e le spalle che si alzavano ed abbassavano velocemente erano il segno di quanto fosse senza fiato.

«Non posso farlo.» disse lagnoso subito dopo contrastando con il suo monologo di incoraggiamento di qualche minuto prima. Stava trattenendo con tutto sé stesso la voglia di alzarsi da terra e dirigersi nella stanza del capitano per urlare ai quattro venti quanto tutto quello non fosse giusto! Era stato rapito, era stato venduto in un bordello per delle sacche di denaro, aveva rischiato la vita per poter fuggire e tornare – forse un po' stupidamente, ma sapeva non avrebbe potuto fare altrimenti – sulla nave dei suoi rapitori, per essere di fatto costretto ad allearsi con loro per tener salva la vita del capitano e la sua stessa, ed adesso avrebbe dovuto anche fare le pulizie come se fosse una recluta di quella dannata nave pirata! No, non lo avrebbe accettato per—

«Lavora omega! Qui non si batte la fiacca!» alcuni borbottii lo distrassero dalla rabbia repressa che stava sempre più accumulando e mandando giù per non finire con lo sbottare e afferrare una delle lame – che proprio uno di quei pirati che rideva di lui stava pulendo – per infilzarla con precisione nella carotide!

La sua pazienza stava raggiungendo il limite massimo, ma ancora una volta la consapevolezza di essere in evidente difetto – anche le sue tecniche da spadaccino non sarebbero bastate contro una cinquantina di pirati alfa – lo fece tacere e, sotto sguardo divertito di tutti i presenti, rimettere le ginocchia per terra pronto ad afferrare nuovamente la pezza e continuare il suo dannato lavoro.

Come un angelo però, l'unica persona che gli aveva mostrato un minimo di rispetto su quella nave lo richiamò dal ponte di coperta con un «Vostra Altezza!». Il cuoco era il solo a chiamarlo con quel titolo, come se ancora gli appartenesse e lo rispettasse davvero.

Si alzò di scatto dalla sua posizione e si affacciò dalla ringhiera in legno per poter vedere il viso imperlato dal sudore di Yoongi, mentre una bandana bianca gli teneva fermi i capelli corvini sopra la sua testa. «Venga con me.» fece un gesto veloce con la mano, prima di dirigersi nuovamente verso la cucina.

Taehyung lo seguì leggermente titubante, scendendo sul ponte di coperta e lanciando qualche sguardo agli stessi alfa che lo avevano spronato – umiliato – qualche minuto fa, guardarlo adesso con una nota infastidita negli occhi. Fece finta di nulla ma li osservò comunque con la coda dell'occhio, fino a quando gli fu possibile.

Se c'era una cosa che aveva notato e che era palese anche senza nessuna prova, era che tutti coloro che lo infastidivano con parole scomode e lo trattavano come se fosse un oggetto utile solo per copulare, erano in stretto contatto con Chanwook... Era qualcosa che avrebbe potuto giocare a suo vantaggio in un ipotetica disputa perché ciò significava solo che l'equipaggio era solo all'apparenza compatto, ma che in realtà all'interno ci fossero delle falle che gli avrebbero fatti affondare fino alla fine se queste ultime non venissero riparate. Taehyung doveva solo trovare un modo per romperle definitivamente.

Quando raggiunse con quei pensieri la porta dalla cucina, un odorino invitante che gli fece gorgogliare lo stomaco gli passò sotto al naso, e quando vide il beta pronto con un mestolo a riempire ciotole su ciotole una aria di confusione prese posto sul volto dell'omega, resa ancora più accentuata dalle parole de cuoco «Gli orari del pasto sono quando il sole raggiunge il punto più alto e prima del tramonto.» non lo guardò nemmeno in volto, concentrato ad aggiungere un altro pizzico di sale nella grande pentola, sbattendo le mani tra loro poi come per togliersi dei residui dalle dita e posare subito dopo quelle ultime sui fianchi, rivolgendosi a lui girandosi completamente nella sua direzione.

«Cos'è quella faccia?» chiese facendo un mezzo sorrisino divertito.

«Perché mi stai dicendo tutto questo?» chiese con ancora un sopracciglio alzato per la confusione e con un leggero presentimento all'altezza del petto. Forse voleva semplicemente comunicargli quando avrebbe dovuto recarsi in cucina per poter consumare il suo pasto.

«Non è ovvio? Per poter servire i piatti a quel branco di idioti là fuori.» disse come se nulla fosse ma quando gli occhi sgranati e la bocca spalancata del biondo entrarono nella sua visuale dopo le sue frasi, corrucciò la fronte e disse un basso – rivolto più a sé stesso che all'omega di fronte a lui – «Forse Jungkook non vi ha ancora detto nulla?»

Taehyung sentì la rabbia ribollire e fargli stringere i pungi fino a farsi diventare bianche le nocche. «Cosa?» fu solo in grado di dire a denti stretti.

Il cuoco sembrò improvvisamente a disagio, mugugnando poi un «No, evidentemente no.», si schiarì la voce per poi assumere un tono più coinvolgente, come se volesse convincerlo che quello di dover servire un intero equipaggio di alfa non fosse qualcosa poi di così umiliante. «Vi darò una mano anch'io, non sarete solo.» ridacchiò, ma quella voce di affievolì quando sul volto dell'omega non spuntò nessun sorriso o ombra di cambiamento.

«Non solo devo pulire ciò che è vostro, ma devo anche servire i miei rapinatori?!» indurì il tono di voce nei confronti del beta, non volendo realmente reagire in quel modo nei suoi confronti – non aveva nessuna colpa –, ma sapeva che non avrebbe potuto comportarsi in quel modo di fronte a quella ciurma o di fronte al capitano.

Il cuoco tossicchiò leggermente a disagio, prima di dire un «Questi sono gli ordini del capitano.», mettendo fine a quella piccola ribellione da parte dell'omega. I minuti successivi furono contornati da un silenzio piatto. Taehyung guardava solo quelle ciotole riempirsi di cibo man mano che il tempo passava, fino a dover rivolgere nuovamente lo sguardo nel beta – che gli rivolse un sorrisino misto tra il dispiaciuto e il comprensivo –, prima che quest'ultimo uscisse con una campana arrugginita e la facesse risuonare nell'aria, comunicando così anche al più lontano che stavano per essere serviti i pranzi.

«Cerca di prenderne quante più possibile, anche se sono due per volta non importa.» consigliò il beta e Taehyung si ritrovò a sospirare rassegnato da quest'ultimo compito che avrebbe segnato il suo orgoglio nel profondo, oltre ad umiliarlo più di quanto il chinarsi per pulire il pavimento non avesse già fatto.

«Se una ciotola di cade non preoccuparti, è rimasto cibo a sufficienza e— Ah!» si bloccò il cuoco prima di uscire dalla porta «Lì c'è il liquore da portare, assicurati però che non bevano più di una bottiglia per barile.» lo assicurò, prendendo poi ad uscire con passo svelto verso l'equipaggio seduto a gruppi di quattro su degli sgabelli, e posando sui barili che avevano sollevato per utilizzargli come tavolini le ciotole piene.

Versi di apprezzamento uscirono dalle bocche degli alfa e quando si trovò sull'uscio della porta con una ciotola nelle rispettive mani, prese un grosso respiro d'incoraggiamento per sé stesso e mise piede fuori dalla cucina, percorrendo a testa bassa il tragitto che lo portò al primo tavolo. Sollevò lo sguardo solo di poco per notare il vicecapitano e il suo compagno seduti uno accanto all'altro. Decise di servire loro per primi.

«Oh, Vostra Altezza» gridò Jimin non appena gli fu abbastanza vicino con un sorriso divertito in volto «è bello vederla qui.» si fece beffa di lui.

«Jimin smettila e ringrazia.» usò invece un tono autoritario l'alfa, portando con una mano la nuca di Jimin ad abbassarsi per ringraziare e seguendo con un «Ti ringrazio.»

L'unica cosa che fece Taehyung fu lanciare un'occhiata all'omega castano per poi annuire leggermente e tornare verso le cucine per prendere altri piatti.

Ci avevano messo all'incirca una decina di minuti per poter consumare tutte le ciotole presenti sul tavolo della cucina e Taehyung aveva passato tutto quel tempo ad ignorare qualche fischio che gli era stato riservato e quando occhiataccia di apprezzamento. Aveva visto in maniera cristallina come avessero allungato lo sguardo lungo le sue gambe e sul suo fondoschiena, ma si era costretto ad ingoiare quella pesantezza di un possibile attacco di panico e ad ignorare il tutto.

Quando si sedette sfinito e finalmente al sicuro da sguardi indesiderati, il beta posò con un piccolo tonfo un vassoio con due ciotole ripiene di cibo ancora fumate sopra, sul tavolo a pochi centimetri di distanza dall'omega, prima di rivolgergli uno sguardo soddisfatto – dopo tanto tempo passato a servire l'equipaggio da solo aveva dimenticato cosa significasse avere un aiutante – e dire un «Con queste abbiamo finito. Portale nella stanza del capitano, lui non mangia insieme agli altri.»

«Due ciotole?» chiese corrugando la fronte «Credevo vigesse la regola dell'uguaglianza su questa nave.» disse con un tono di sarcasmo nella voce, ricevendo in risposta solo delle spallucce dal cuoco, prima che si allontanasse verso il pentolone pronto a pulirlo.

Taehyung si fece forza e con tutta la buona volontà in suo possesso afferrò quel vassoio per poi uscire dalla porta. Aveva servito proprio pochi minuti fa un intero equipaggio, non sarebbe stato poi così difficile servire il capitano, no?... dubitava dei suoi stessi pensieri.

Salì i gradini per raggiungere il ponte di quarto e una volta di fronte la cabina del capitano esitò. Poteva sentirne il forte odore dall'interno che faceva passare in secondo piano tutti quelli degli altri alfa, ma non sapeva se quel particolare fosse dovuto all'effettiva forza di quell'alfa a capo di un equipaggio o semplicemente perché nei suoi diciotto anni di vita a palazzo, circondato solo da libri, fiori e servitrici beta non aveva avuto la possibilità di poter abituarsi a ormoni così particolarmente delicati tanto da ricordargli eventi del suo passato.

Scosse la testa ad occhi chiusi cercando di scacciare i suoi pensieri e lasciò che una mano mantenesse il vassoio e l'altra si sollevasse per poter bussare a quella porta. Ricevette un ovattato «Avanti.» come al solito e così, con il cuore a battere un po' più velocemente rispetto al normale, senza un apparente motivo, girò il pomello e aprì quella porta. A testa bassa entrò all'interno della stanza e senza mai alzare lo sguardo o dire una parola, posò con un piccolo tonfo – che nascondeva l'irritazione dietro tutte quelle cose che era costretto a fare – il vassoio, facendo vibrare il liquido all'interno delle ciotole, per dire poi un «Ecco il pranzo.» con un sorriso palesemente forzato.

Lo sguardo dell'alfa si alzò a confuso a quel gesto, incontrando lo sguardo dell'omega per la prima volta da l'ultimo incontro avutosi il giorno precedente. Doveva ammettere che s'era aspettato una sfuriata da parte di quest'ultimo, quando con un tono divertito gli aveva comunicato cosa avrebbe dovuto fare, ed invece aveva solo stretto i pungi e annuito a testa bassa accettando quel destino.

Ed anche in quel momento, anche se il tono e lo sguardo che gli rivolgeva nascondevano la chiara irritazione, vide molto di più. Stava affrontando con unghie e denti tutte le difficoltà che gli stava mettendo contro e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, un po' quel suo caratterino così deciso e determinato nonostante il suo essere omega lo mettesse in una costante posizione di svantaggio, lo incuriosiva.

Quando Taehyung fece per andarsene sentì il fastidioso rumore della sedia strisciata sul pavimento e poi una voce calda ed arrogante fermarlo sul posto. «Vi ho per caso ordinato di andarvene?» l'omega si girò nella direzione dell'alfa con sguardo corrucciato e attese una qualsiasi motivazione per la quale avrebbe dovuto rimanere in quella stanza.

Vide Jungkook alzarsi dietro la sua scrivania e afferrare con indifferenza il vassoio che aveva appena portato. Compì qualche passo nella sua direzione e sgranò gli occhi quando lo vide avvicinarsi sempre più pericolosamente. Nonostante ciò le sue gambe non avevano intenzione di indietreggiare, troppo orgoglioso com'era, e così finì con fatica a tirare un grosso respiro quando l'alfa gli fu a pochi centimetri dal volto – per precisione il suo collo era vicino alla sua visuale – posò il vassoio su lungo tavolo accanto a loro, prima che con un ghigno stampato in volto posizionasse le due ciotole una di fronte all'altra.

Prese posto per primo, alla sinistra del tavolo, facendo strisciare la sedia e sedendosi scompostamente su di essa. «Forza, siediti.» incitò poi con un gesto della mano l'omega a fare lo stesso che, con occhi pieni di confusione e del leggero timore all'altezza dello stomaco spostò la sedia con movimenti lenti e delicati, sedendosi al contrario con schiena dritta e gambe a formare un perfetto angolo retto. Lo sguardo si alzava più volte verso la figura dell'alfa e poi si riabbassava come scottato. Che diavolo sta facendo?

«Avevo promesso se avresti fatto ciò che dicevo avresti avuto il pasto garantito.» gli ricordò «Quindi pranzerete e cenerete con me d'ora in avanti.»

Quella scoperta fece sbattere più volte le palpebre all'omega che, preso da un improvviso coraggio non si fece scrupoli a sollevare la testa e dire un duro «Perché dovrei consumare il mio pasto con voi?» mugugnando poi «Non riuscirò a godermelo così.»

Una risatina uscì dalle labbra dell'alfa mentre si apprestava a prendere il lungo cucchiaio poggiato sul vassoio per portare un po' di brodo alle labbra e assaporarne il contenuto caldo. «Devo ricordarvi che siete un prigioniero qui?» domandò retoricamente facendo bloccare i borbotti di Taehyung che, ingoiando ancora quel moto di irritazione, rimase in silenzio e imitò di gesti dell'alfa andando a recuperare la posata per poter riempire il suo stomaco dopo una giornata passata a strigliare il pavimento.

Solo in quel momento in cui era avvolto dal silenzio, interrotto talvolta dal tintinnio del ferro della posata contro la ceramica della ciotola, e leggermente più rilassato – un alfa, anche se si trattava del capitano, era più gestibile rispetto ad una cinquantina – sentiva i dolori muscolari indolenzirgli le braccia. Già immaginava il giorno dopo, a suo risveglio, quanto doloranti saranno i suoi arti.

Un piccolo sospiro proveniente dall'omega attirò l'attenzione dell'alfa che nell'ombra era rimasto a studiare i movimenti del biondo. Lo stile elegante della postura, la pelle candida e persino la disinvoltura con la quale portava alle labbra il contenuto liquido per poi mandarlo giù con l'evidente movimento del pomo d'Adamo non troppo accentuato. Tutto riconduceva alle sue vere origini.

Jungkook non era di certo immune alla fragranza che gli ormoni degli omega – con particolarità quelli del principe di fronte a lui – avessero. Come un afrodisiaco per la mente che porta in tutti gli alfa quegli istinti primordiali solitamente controllati, per l'appunto fuori controllo. La differenza però tra lui e i componenti dell'equipaggio era la capacità di mascherare meglio quell'attrazione naturale creatasi tra due generi; e la differenza tra Taehyung e tutti gli altri omega – non troppi in realtà, preferiva dedicarsi al lavoro che in attività libidinose – era l'impetuosità del suo profumo che, come i suoi capelli dorati che mai passavano inosservati, prendeva possesso della sua mente portandolo a non riuscire a staccare gli occhi dalla sua figura nemmeno per un minuto.

Non gli era mai capitato prima d'allora ma era pronto ad indagare a fondo in quella questione che lo incuriosiva e intimoriva allo stesso tempo, conscio che un interesse così forte nei confronti di colui che avrebbe dovuto tenere in ostaggio per raggiungere il suo piano, gli scatenava.

«Visto che, presumo, dovremmo condividere il pasto fino a terra ferma...» iniziò Taehyung distraendolo dai suoi pensieri e attirando il suo sguardo nel suo «e si da il caso che io vi stai aiutando a raggiungere le grotte, non crede che sia il minimo spiegarmi almeno che uso vogliate farne del tesoro?» domandò leggermente a disagio portando le mani incrociate sul ventre e sollevando di poco le iridi per incontrare quelle dell'alfa.

«Minimo?» ridacchiò quest'ultimo «Non credo siate nella condizione giusta per poter pretendere qualcosa in cambio per il vostro aiuto» gesticolò con la mano, andando a posarsi con la schiena allo schienale, portando poi la stessa mano ad accarezzare le labbra con sguardo socchiuso sull'espressione leggermente sbigottita dell'omega, come se stesse riflettendo sul da farsi. «ma credo di potervi concedere qualche breve spiegazione per placare la vostra curiosità.» alzò un angolo delle labbra in un mezzo sorriso «Non sia mai possa portarvi a fare scelte sbagliate.»

Tutto di quell'alfa, a partire dalla postura, dalle parole, dal suo atteggiamento... tutto lo irritava e tutto sembrava essere fatto appositamente per provocarlo. Come se volesse spingerlo al limite, vedere fino a che punto la sua pazienza potesse arrivare. Ma se il gioco che stavano facendo era di forza, Taehyung poteva vantarsi di possedere quella mentale e se l'altro avesse potuto batterlo nella forza fisica, allora non l'avrebbe lasciato vincere anche in quella mentale.

«Bene, allora? Per quale motivo avete deciso di puntare proprio a quel tesoro?» domandò curioso. Da quel che aveva potuto vedere e dall'atteggiamento del capitano, l'Esmavros non era di certo un veliero povero, anzi... aveva visto saldare gli ultimi debiti al covo proprio di fronte ai suoi occhi con la sua vendita.

«E voi, Vostra Altezza?» domandò di rimando «Qual è stato il motivo?»

«Sono stato io a domandarvelo per primo—»

«Qui sono io che fa le domande, normalmente. Quello che vi ho offerto è solo una piccola concessione per ammazzare il mio tempo prima di rimettermi a lavoro. Ricordate che siete un ostaggio.» specificò ancora.

Si morse un labbro con rabbia il biondo, proprio mentre stava per credere di poter estrapolare qualche informazione in più... «E' una tradizione del mio regno.» stette al gioco però «Al compimento della maggiore età tutti i componenti maschi della famiglia conquistano un tesoro come simbolo di fedeltà e approvazione dal popolo, così da poter essere eletto re.»

Lo vide scuotere la testa e picchiettare l'indice sul labbro inferiore, «Non è la risposta alla mia domanda.» puntualizzò «E' perché proprio il tesoro rosso.»

Taehyung tremò leggermente quando lo vide chinarsi con il busto nella sua direzione. Voleva sapere perché voleva raggiungere il tesoro rosso tra tutti quelli più facilmente trovabili, e l'unica risposta a cui riusciva a pensare la sua mente era «Perché mai nessuno ci è riuscito ed io, più dei miei antenati ho bisogno di dimostrare al mio popolo cosa anche un omega può fare.» disse con tono forte. Aveva iniziato così d'altronde il suo studio per arrivare alle grotte, e di certo la sua convinzione non era cambiata col trascorrere dei mesi.

Una risatina derisoria uscì ancora dalle labbra dell'alfa dai lunghi capelli legati dietro la nuca «E questo motivo vi sembra abbastanza per poter ambire un tesoro di cui per anni si è parlato? Un futile tornaconto personale volto solo voler mostrare che non avete bisogno di aprire le gambe per poter comandare un regno.»

Le mani sbatterono sulla superfice del tavolo quando quelle parole taglienti e velenose raggiunsero le sue orecchie, e con sguardo pieno d'odio verso l'uomo che aveva di fronte disse a denti stretti un «Cosa potreste mai saperne voi di ciò che ho dovuto passare per essere nato omega? Quel tesoro, così come le mie motivazioni, non sono futili e né egoistiche! E per la cronaca, non sono poi così diverse dalle vostre!» respirò a fondo continuando a parlare cercando di mantenere un tono pacato che contrastava con il tremore che si era propagato lungo le sue mani e con i battiti del cuore accelerati. «Voi volete il potere ed io voglio il rispetto.»

Qualche secondo di silenzio seguì interrotto dal fruscio dei vestiti provocato dai movimenti dell'alfa, adesso in piedi e – allo stesso modo di Taehyung – con le mani poggiate sulla sperfice legnosa del tavolo, con il busto protratto in avanti.

Solo pochi centimetri separavano i loro nasi.

«Ed è qui che vi sbagliate.» puntualizzò con tutta la calma che possedeva «Nessuno ha mai parlato di potere. Al sud del vostro regno, dopo le catene montuose, si trova il piccolo villaggio nel quale ho avuto l'onore di vivere solo per pochi giorni prima di essere cresciuto su questa nave.» la indicò con l'indice «Ed è da lì che provengono tutti i miei uomini. Ci sono persone così povere da essere costrette a rubare ai villaggi vicini, e chi invece si lascia morire per disperazione che io ho intenzione di risollevare per potergli offrire una vita dignitosa.» spiegò con un luccichio a fargli brillare gli occhi scuri.

Un piccolo sbuffo divertito fuoriuscì dalle labbra dell'omega che scosse la testa per quelle parole apparentemente così piene di veri ideali che lui stesso avrebbe seguito se solo «Peccato che facciate tutto questo nell'ombra della violenza e illegalità. Volete fare del bene facendo del male.»

«Faccio solo quello che un vero re dovrebbe fare.» concluse in quel modo, prima di tornarsene con poche falcate e la mascella indurita per il discorso appena trattato dietro la sua scrivania a sistemare scartoffie.

Al contrario Taehyung velocizzò i suoi movimenti per raccattare le ciotole e le posate vuote e sporche, per uscire da quella stanza come ogni volta con una nuova consapevolezza a vagargli tra i pensieri. Era stato ipocrita a credere che avrebbe potuto battere quell'alfa, perché senza che nemmeno se ne fosse reso conto, aveva perso nuovamente.

Đọc tiếp

Bạn Cũng Sẽ Thích

1.6M 50.3K 72
"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. Ma la verità era che non ero pronta per d...
17.8K 1.1K 39
A volte la vita prende delle svolte inaspettate, costringendo a piegarsi in due e a vivere dolori troppo grandi per chiunque. È ciò che succede a Nel...
9.7K 494 50
Alessia Chiesa, sorella di uno dei più forti calciatori del momento. Si innamorerà di un compagno di squadra del fratello, Kenan Yildiz. Da poco amat...
42.8K 1.8K 29
𝐀𝐧𝐠𝐞𝐥 𝐑𝐨𝐬𝐞 è una sedicenne che,dalla sua scuola privata,si trasferisce nella scuola di suo fratello maggiore,Rhys,un ragazzo festaiolo e cas...