Loyal Swan | Vkook

Από bisnissu

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[COMPLETA] "Fammi entrare." "Mi dispiace, sono solo attivo." rispose divertito il Signor Kim. "Sono serio... Περισσότερα

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~Lettera del nonno~
~Epilogo~

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Από bisnissu

Crediti per la canzone a @nxghts - no stars.
Le sue canzoni sono bellissime, dategli un'occhiata :)




A Cate, la mia migliore amica.
Senza di lei questa storia non sarebbe mai esistita. Ti amo.







JK POV

Era finalmente arrivato il giorno tanto atteso.
Avevo 18 anni, non potevo crederci.

Mi buttai giù dal letto stiracchiandomi, nessuno poteva rovinarmi questa giornata.

Scesi lentamente le scale in marmo bianco guardandomi intorno sorridendo, ero veramente felice.

Arrivai in cucina e trovai un enorme torta di cioccolato con delle candeline accese, la mia preferita, quella che lei mi cucinava sempre.

E poi la sua voce, Mina.

"Tanti auguri a te!"

La melodia era partita con la sua calda voce ma poi si aggiunse anche qualcun altro.

Tutta la servitù si trovava in cucina a cantarmi gli auguri di buon compleanno, con dei buffi cappelli da festeggiamento in testa.

Ero veramente sorpreso, mi veniva da piangere.

Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere dalla morte dei miei genitori dieci anni prima.

Realizzai quello che avevo appena pensato, erano veramente passati dieci lunghi anni, non potevo crederci.

Soffiai sulle candeline spegnendole tutte a fatica, diciotto erano veramente tante.

Sentii degli applausi partire da tutti i presenti e dei botti di alcuni spara coriandoli lanciati sopra la mia testa.

Delle lacrime uscirono incontrollabilmente dai miei occhi.

"Oh suvvia, non pianga signorino, non nel suo giorno speciale!"

Mina sapeva sempre come tirarmi su di morale.
Era un'anziana signora dai biondi capelli e dal sorriso meraviglioso, occhi tra il verde e l'azzurro contornati da diverse rughe a causa della sua età.

Ma lei era l'unica persona che si fosse presa cura di me da quando avevo messo piede in questa casa, ed anche l'unica a non essersene mai andata, al contrario delle altre persone della servitù.

Posso dire che sia stata lei a crescermi, dalla morte dei miei genitori, mio nonno mi aveva confinato in questa enorme casa a Seoul, dandomi solo dei servitori e poco amore.

Ma a questo ci aveva pensato Mina insieme alle altre persone dello staff che si trovavano tutti in quel momento, davanti ai miei occhi.

Mio nonno, nonostante il poco affetto dimostratomi, mi aveva dato tutto: essendo un uomo d'affari aveva guadagnato molti soldi nel corso della sua vita e non mi aveva mai privato di niente.

Non mi aveva mai raccontato in dettaglio che tipo di lavoro facesse, mi diceva sempre che era troppo difficile da comprendere per uno piccolo come me.

In qualsiasi caso lui si definiva un imprenditore.

Ero il suo unico nipote, mi aveva viziato fino allo sfinimento, ma questo non aveva influenzato più di tanto ciò che sono diventato.

Ero sempre stato ubbidiente, rispettavo tutte le regole, ero un bravo studente e per quanto mi avessero viziato, non avevo mai sbandierato in giro la mia ricchezza.

Non volevo creare dei problemi al nonno, non quando grazie a lui non ero finito in orfanotrofio, anzi vivevo una vita invidiabile: vivevo da solo in una reggia.

In casa, al secondo piano, avevo ben quattro stanze da letto, di cui solo una occupata da me; due bagni spaziosi di cui uno aveva all'interno una vasca idromassaggio che usavo la maggior parte delle volte.

Al primo invece piano vi era tutto il resto: una sala giochi dove tenevo il biliardo, la playstation con mille video giochi di qualunque genere, un vecchio flipper di proprietà di mio padre che proveniva dalla mia vecchia casa.

Ero talmente tanto affezionato a quell'oggetto che avevo pregato il nonno di farmelo avere, e così fece.

Alla destra del biliardo vi era un bancone del bar con molti alcolici che non avevo mai toccato se non una volta con Jimin per ubriacarci dopo una brutta serata che avevamo passato.

Ed infine alla sinistra vi era un tavolo da gioco, il posto preferito dal nonno, dove le poche volte che era passato a salutarmi avevamo fatto un paio di partite che naturalmente persi.

La cucina era arredata in uno stile moderno e il color crema regnava in quello spazio da me usato solo per mangiare.

Poco distanti dalla cucina, collegati da un lungo corridoio, vi erano due grandi salotti dove potevi perdertici dentro.

In entrambi vi erano varie televisioni e delle casse potenti collegate ad esse: a volte ascoltavo la musica così forte che Mina doveva venire a richiamarmi, non perché dessi fastidio a qualcuno, ma perché lei riusciva a sentirmi dalla dependance.

Abitavo in periferia e la prima casa nelle vicinanze era a 20 minuti a piedi, proprio quella di Jimin.

Nel primo salotto vi erano due divani in pelle bianca posizionati in modo parallelo con un tavolino di vetro nel mezzo una grande libreria ricoperta da libri che non avevo neanche mai toccato se non per i grandi classici che avevo letto per la scuola; mentre nell'altro soggiorno i due divani erano neri ed erano posizionati a forma di V davanti ad un camino; le pareti bianche erano ricoperte da antichi quadri con delle semplici cornici in avorio e alla destra dei divani c'era una scrivania in legno massiccio con una poltrona nera in velluto.

Il soggiorno era la mia stanza preferita, passavo lì, a volte, delle infinite giornate di studio che mi trasmettevano tanta tranquillità.

Una parete di entrambi i salotti era fatta da delle vetrate che davano su un grande giardino, con diversi alberi di ulivi e un salice piangente proprio in mezzo ad essi.

Alla sinistra della casa mio nonno aveva fatto costruire per i miei 15 anni una piscina lunga 25m, un piccolo campo da calcio e un campetto da basket, con la scusa che mi sarei dovuto tenere in forma e che in casa non sarebbe dovuto mancare niente.
Dall'altra parte del prato vi era la dependance dove risiedeva la servitù, inclusa Mina.

Da quando avevo iniziato a crescere, oltre agli orari che avevamo stabilito per pulire casa, nessuno si presentava se non per sbrigare le loro faccende, compresa Mina che veniva ormai solo per assicurarsi che mangiassi qualcosa di sano.

A parte in quel giorno speciale, dove tutti erano entrati in casa per farmi gli auguri, lo avevo apprezzato tanto.

Baciai sulla guancia l'anziana signora sempre con il sorriso sulla bocca, ringraziai tutti con un piccolo inchino e quando uscirono dalla stanza per tornare alle proprie faccende, mi diressi in camera per prepararmi ad andare a scuola.

Il primo giorno quest'anno coincideva con il mio compleanno.

Mi feci accompagnare con la solita limousine nella strada parallela alla scuola, non avrei più ripetuto lo stesso errore di presentarmi a scuola con una macchina del genere.

Ero stato bullizzato abbastanza fino al mio secondo anno.

Ma gli stessi ragazzi che mi avevano sottomesso erano quelli che più dovevo ringraziare, era merito loro se ero riuscito a farmi le ossa.

Una chioma rosa mi prese alla sprovvista quando attraversai il cancello dell'istituto.

"Kookie! Tanti auguri!"

Il mio amico mi si era gettato al collo, Jimin era sempre così tenero.

Sciolsi l'abbraccio e gli passai la mano tra i capelli spettinandoli.

Mise il broncio.

"Te la passo solo perché è il tuo compleanno."

Risi immensamente e gli lasciai una pacca sul culo, noi due scherzavamo sempre così.

"Grazie Chimmy, ora entriamo in classe, non possiamo permetterci ritardi il primo giorno."

Sorrise annuendo.

"Prima però passiamo dal mio armadietto, devo darti il tuo regalo."

"Lo sai che non dovevi."

"Oh, è una cosa da niente ma spero possa piacerti lo stesso."

Arrivammo all'armadietto con il rosa che saltellava da una parte all'altra del corridoio, doveva essere più emozionato di quanto lo fossi io.

Mi porse il piccolo pacchetto e trovai all'interno un fine braccialetto argentato, era solo una catenina, niente ciondoli, era veramente semplice.

Lo adoravo.

"Guarda!"

Alzò il braccio verso di me mostrandomi il suo.

"Cosa sono? Bracciali dell'amicizia?"

"Si, li ho presi più semplici possibili così andranno bene su qualunque outfit e non daranno fastidio durante la notte!"

Sorrisi, era un regalo meraviglioso.
Tolsi il mio dalla confezione e glielo porsi.

"Lo metto da solo?"

Sorrise istintivamente e mi aiutò a metterlo.

Jimin era proprio la persona più cara che avevo al mondo, ed insieme a Mina, formavano la mia famiglia.

Avevo conosciuto Jimin durante il primo anno di superiori: quando lo vidi per la prima volta aveva ancora i capelli al naturale, portava una maglia bianca con delle righe nere e dei pantaloni rossi attillati.

Ma non era il suo aspetto che mi aveva attirato.
Le persone che mi avrebbero poi bullizzato per gli anni successivi, lo avevano fatto cadere davanti a tutta la scuola lanciando i libri che aveva nello zaino dall'altra parte del cortile.

Aveva iniziato a piangere e mi ero intenerito così tanto davanti a quella scena che decisi di aiutarlo a riporre con cura tutti i suoi effetti all'interno della borsa ricevendo un'occhiata di disappunto dagli stessi che le avevano lanciato un attimo prima.

In quel momento avevo guadagnato un amico, ma anche dei nemici.

Ne ero comunque felice perché non avevo nessuno oltre a Jimin e a Mina.

Avevo il nonno certo, però ogni volta che ero con lui parlavamo sempre meno.

Ogni volta che lo andavo a visitare nella sua città a Busan, mi fermavo per una notte, e in quella notte non faceva altro che insegnarmi a giocare a carte.

Era la sua passione, il poker.

Me lo aveva imposto fin da piccolo e non avevo mai vinto contro di lui, rimaneva sempre il più forte giocatore che conoscevo, non che ne conoscessi molti.

Poi venne in mente un'idea.

"Jimin!" -urlai prima che entrò in classe- "Stasera devi accompagnarmi da una parte."

"Dove?"

"Al casinò!"

"Tu sei impazzito!"

"Forse" -sorrisi- "ma ho 18 anni ora e non ho mai fatto niente 'spericolato' in vita mia! Dai giochiamo solo questa notte, ti prego ho bisogno di te!"

Si arrese facilmente, probabilmente voleva rendermi felice e realizzare il mio desiderio.

"Solo questa notte, sia chiaro."

Lo abbracciai fortissimo e lo baciai sulla guancia.

"Grazie Chim, sei il migliore."

Non ero mai riuscito a battere il nonno, ma ero sicuro di essere abile nel gioco che mi aveva spiegato e insegnato per anni.

Volevo provare a me stesso che potevo battere qualcuno.

Volevo semplicemente fare qualcosa di diverso nella mia vita, almeno per un giorno, mi dissi, avrei potuto fare qualcosa di impulsivo e fuori dagli schemi.

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La prima giornata di scuola era finita e salutai calorosamente Jimin prima di tornare a casa.

Mi trascinai in camera stanco morto e sentii bussare alla porta.

"Avanti"

Mina entrò in camera con uno splendido sorriso.

"Non vuole venire a vedere il regalo di suo nonno?"

Che altro poteva avermi fatto? Avevo già tutto.
Annuii e scesi con lei che mi portò fino al garage.

"Nonno c'è?"

"No tesoro, sai che aveva da fare."

Mormorai un 'come sempre' e continuai a seguirla fino a quando una moto blu metallica mi si presentò davanti agli occhi.

Era bellissima, spalancai la bocca iniziando a toccarla avidamente.

Battei le mani e sentii Mina ridere alla mia reazione.

Dovevo provarla subito.

Mina mi diede le chiavi e senza pensarci un attimo montai sulla moto e sfrecciai in strada con il casco nero che lei mi aveva dato in mano urlando uno ' stia attento ' preoccupato.

La moto si guidava benissimo e riusciva ad andare ad una velocità allucinante.

L'aria calda della giornata autunnale sfiorava le parti della pelle esposte al vento e il sole ancora batteva sulla strada scaldandomi.

Non esisteva sensazione più bella.

L'avrei usata questa sera con Jimin.

















SPAZIO AUTRICE
Hi guys.
Prima di tutto volevo fare un'ultima dedica.

Alle mie Bangtanine, un'amicizia nata da poco ma che durerà a lungo.

Poi parlando di cose serie, questa è la mia prima FF Taekook (e Yoonmin in futuro) , spero vivamente che vi piaccia tanto quanto piace a me.
Ho avuto questa ispirazione poco tempo fa e mi sono voluta subito mettere a lavoro.
Pubblicherò un giorno sì e un giorno no.
Comunque se scorrete vicino all'immagine, in ogni capitolo, troverete una canzone che vi consiglio di ascoltare durante la lettura ed è quella che ho usato per scrivere il capitolo corrente.
E direi che basta così, vi ho già annoiati troppo!
Baci stellari a tutti.

Συνέχεια Ανάγνωσης

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