Il cuisine pour moi | Lirry

By Seekerofdreams_

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Harry è uno dei critici gastronomici più importanti della Guida Michelin, è famoso nel suo campo per essere p... More

Il cuisine pour moi

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By Seekerofdreams_

Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare,
ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare.
(Manuel Vàzquez Montalbàn)


*

Harry arrivò a Montecarlo una mattina di Maggio stretto nei suoi inseparabili jeans neri e nella sua camicia dello stesso colore ma tappezzata di piccole macchie stilizzate che non avevano una vera e propria forma. Ai piedi portava degli stivaletti neri che conservava con tutto l'amore del mondo dato che erano un regalo ricevuto dalla sua famiglia proprio in occasione della promozione ricevuta a lavoro.

Harry Styles, ragazzo di 26 anni, capelli ricci disordinati e due occhi del colore dello smeraldo, amava viaggiare, scrivere e cucinare e si riteneva abbastanza fortunato da essere riuscito a trovare un lavoro che li racchiudeva benissimo tutti e tre. Trascinava il trolley sul marciapiede gustandosi il rumore delle ruote sull'asfalto sistemandosi poi gli occhiali da sole sul naso e sorridendo alla nuova città.

Afferrò il cellulare e controllò l'email ricevuta dal suo capo per controllare l'indirizzo del ristorante in cui sarebbe dovuto andare. Sporse la mano in avanti fino a richiamare un taxi e aspettò pazientemente che questo si fermasse proprio davanti a lui. Posizionò la valigia sul bagagliaio e diede indicazioni al tassista prima di lasciarsi cadere contro lo schienale soffice.

Buttò un'occhiata fuori dal finestrino e si meravigliò di vedere un continuo movimento di persone, era risaputo che Montecarlo fosse una città frequentata, da ricchi per lo più, ma non si aspettava di certo tutto questo. Le persone per strada correvano avanti e indietro trascinandosi dietro barriere e transenne o perfino siepi artificiali. Harry corrucciò le labbra, cosa stava succedendo?

"Mi scusi, come mai tutto questo trambusto?" chiese gentilmente al tassista con il suo accento francese.

"Immagino lei non sia un amante dello sport signore, questa settimana ci sarà il Gran Premio!" disse.

Ad Harry non sfuggì l'entusiasmo e l'eccitazione nel suo tono di voce e annuì velocemente, non era ferrato negli sport ma sapeva, più per fama che per interesse personale, che Montecarlo era uno dei circuiti più prestigiosi della Formula 1 e che, al contrario di molte altre città, non avesse un circuito separato, bensì fosse proprio la strada.

"Oh, non avevo idea che fosse questa settimana" ammise sincero mentre l'uomo rise.

"Su questa stessa strada tra due giorni sfrecceranno delle signore auto, ah... spero per lei che abbia intenzione di trattenersi fino a Domenica, non avrà modo di raggiungere l'aeroporto o la stazione in macchina, come le ho detto la gara si svolgerà sulle strada cittadine!" continuò l'uomo facendo strabuzzare gli occhi ad Harry. Maledizione, doveva informarsi di tutto questo, lui non era preparato, in realtà aveva previsto di fermarsi solo tre giorni, il tempo che bastava per completare il suo lavoro ma a quanto pare avrebbe dovuto rivedere i suoi piani.

Quando il taxi arrestò la sua corsa Harry si guardò attorno, allungò i soldi al tassista lasciandogli anche una bella mancia e si fece aiutare a scendere la valigia. Salutò educatamente e si fermò a qualche passo dall'ingresso del ristorante, controllò ancora una volta l'indirizzo e sorrise, era il posto giusto.

La Guida Michelin era una delle riviste più importanti nell'ambito gastronomico e turistico, con le sue due Guide, una rossa per la ristorazione e una verde per il turismo itinerante, era il maggior riferimento mondiale per la valutazione dei ristoranti e degli alberghi per ogni singola nazione. Harry aveva iniziato a lavorare con loro un po' per gioco, aveva studiato in una delle migliori scuole di cucina italiane e una volta tornato a Parigi, sua città natale, aveva preso l'abitudine di recensire tramite il suo blog personale i ristoranti della sua città. Le sue parole erano pungenti, misurate, particolari, non troppo ricercate ma ben chiare e presto le visualizzazioni erano arrivate a sfiorare i cento, poi i mille fino a ritrovarsi una mattina con una e-mail che lo invitava a partecipare alle selezioni per il nuovo posto come critico gastronomico nelle fila Michelin.

Aveva studiato mesi per il concorso, si era specializzato in ogni tipo di salsa, ogni tipo di cottura, aveva mangiato in posti squallidi e in posti rinomati ma alla fine tutto le ore di duro lavoro erano state pienamente ripagate con l'arrivo del contratto a tempo indeterminato.

Il suo metro di giudizio non aveva filtri, non aveva paura di dire quello che pensava, si riteneva abbastanza competente nonostante la giovane età e tutti i ristoranti avevano imparato a rispettarlo o almeno tutti tranne questo.

Le Vistamar era tra i ristoranti più in voga del momento a Montecarlo, rilevato dal giovane Liam Payne dopo la morte del proprietario precedente aveva nettamente innalzato il suo livello. Liam era un ragazzo di buona famiglia, con due occhi cioccolato che facevano breccia nel cuore di chiunque. Amava il suo lavoro, si svegliava alle sei del mattino per trovarsi tutti i giorni nella sua cucina alle sette, pronto per iniziare una nuova giornata di lavoro. Preparava ogni tipo di condimento che poteva essergli utile, impastava dolci sempre freschi e alle otto in punto, con il profumo di cornetti caldi appena sfornati ne prelevava uno e preparava un cappuccino prima di camminare a passo svelto per raggiungere la veranda del ristorante, il mare come compagno insostituibile.

Alle nove i suoi dipendenti arrivavano sul posto di lavoro, facevano colazione spazzolando via tutti i pain au chocolat che Liam aveva preparato per loro e iniziavano a ripulire e risistemare tutta la sala. A Liam non dispiaceva dover preparare cornetti caldi ogni mattina, lo rilassava e amava prendersi cura dei suoi dipendenti, prima del lavoro per lui veniva il rispetto e l'amicizia e non poteva essere più felice di avere una squadra come quella che si era costruito durante quell'anno.

Zayn era il primo maitre di sala, era un ragazzo dal cuore d'oro, lo sapeva bene ma i suoi lineamenti pronunciati e i suoi occhi profondi gli davano la giusta dose di cattiveria agli occhi della gente per venir rispettato da tutti... o quasi. Louis Tomlinson odiava le regole, odiava prendere ordini e odiava servire uomini ricchi e vecchi che mangiavano seduti a tavola con donne che avevano meno della metà dei loro anni, era una cosa che proprio non reggeva e Zayn era costretto a mandare sempre qualcun altro a servirli dato l'ultimo episodio di qualche settimana prima.

Louis non aveva rovesciato affatto il bicchiere di vino rosso sul tavolo sporcando il completo beige, era stato un incidente. Liam rideva ripensando a quell'episodio nonostante al momento avrebbe voluto stringere le mani intorno al collo del suo amico fino a farlo stordire, gli era costato un pranzo di duemila euro.

Quella mattina c'era un gran trambusto nel ristorante, la settimana del Granpremio era iniziata e la città era impazzita, turisti da tutte le parti cercavano di accorrere per non perdersi la gara prima della chiusura delle strade, le prime scuderie erano già arrivate in città, arrivando al ristorante Liam aveva avvistato qualcuno del team Toro Rosso e Red Bull.

L'intera ala sinistra del ristorante era stata prenotata dal giovedì alla domenica dal team Ferrari, il quale comprendeva piloti, meccanici, ingegneri e team manager e lui non poteva essere più entusiasta. Aveva iniziato già a stilare i menù per le diverse giornate, gli era pervenuto un foglio con la dieta da seguire per i piloti e ora era tutto in bella mostra sulla bacheca della sua cucina.

Guardò l'orologio e si affacciò in sala richiamando l'attenzione di Zayn "Cinque minuti e si apre" avvertì. Rientrò dentro e si sistemò bene il grembiule bianco, chiuse per bene la giacca e infilò il suo cappello preferito. Si assicurò che le piastre fossero calde al punto giusto e contò mentalmente. Uno, due, tr... la porta sul retro si aprì di scatto rivelando una chioma bionda e due occhi azzurri.

"Eccomi Lee scusa ma ho fatto tardi, c'è un traffico incredibile e lo so che dovevo partire prima da casa ma ho combinato un casino e..."

"Niall, respira e vai a cambiarti, qui è tutto pronto!" rispose sorridendo appena al ragazzo con le gote arrossate. Niall annuì cercando di regolarizzare il respiro e sparì verso lo spogliatoio per cambiarsi. Si conoscevano da sempre, avevano studiato insieme ed insieme erano riusciti ad arrivare ad avere uno dei migliori ristoranti della zona, avevano passione e voglia di fare e non potevano essere altro se non una coppia sul lavoro.

Si capivano all'istante, inventavano piatti nuovi ed era come leggersi nella mente, c'era complicità e rispetto reciproco e per Liam avere accanto un amico come Niall era fondamentale.

"Lee, abbiamo già un cliente" dice Zayn poggiando il foglio dell'ordinazione sul pass "...dev'essere francese perché ha ordinato le cosce di rana alle mandorle" dice sorridendo e Liam si ritrova ad annuire.

"Va bene mi metto all'opera" rispose afferrando il foglio per poggiarlo sulla bacheca "...cosce di rana e insalata mista. Ok".

Liam aprì la cella frigorifero scegliendo accuratamente la carne prima di poggiare tutto sul ripiano bianco e ruvido e iniziare a tagliare i pezzi di carne in eccesso.

"Niall, portami la farina e preparami la salsa ai piselli" ordinò incitando l'amico a sbrigarsi.

Il ragazzo biondo arrivò in fretta chiudendo la rete attorno ai capelli per evitare spiacevoli inconvenienti e insieme iniziarono il lavoro. Uno sistemò le cosce a marinare nell'olio e prezzemolo mentre l'altro fece sbollentare in acqua i piselli.

Liam tagliò le mandorle e aggiunse la farina prima di impastare accuratamente le cosce, il suo lavoro gli piaceva, aveva sempre sognato di fare quello e cercava di usare tutto l'amore che aveva per preparare i suoi piatti. Niall continuò a preparare la salsa mentre lui buttò in padella la carne.

"Devo andare a prendere il vino accidenti" borbottò accorgendosi di aver finito il vino bianco, come era potuto sfuggirgli una cosa simile? Si accostò alla porta che divideva la cucina dalla sala e cercò invano di attirare l'attenzione di Zayn ma sembrava essere troppo impegnato in una conversazione con nuovi clienti per vederlo così si ritrovò costretto a uscire di soppiatto e raggiungere il piccolo bar che, per fortuna, si trovava immediatamente sulla destra. Si abbassò e raggiunse uno dei tiretti bassi per recuperare la bottiglia di vino bianco. Sospirò per essere riuscito a non farsi vedere dai clienti ma appena si rialzò bastò un attimo, incrociò gli occhi divertiti di un ragazzo. Liam odiava uscire con la divisa da cuoco ed era ben conscio che non fosse nemmeno igenico e quel ragazzo sembrava saperlo bene perché fece una smorfia strana con la bocca rossa e grande. Il cuoco scosse la testa cercando di scacciare via quei pensieri e senza fiatare tornò dietro i fornelli.

Finì di cucinare, dispose la crema di piselli sul fondo del piatto prima di adagiarci sopra le cosce di rana e una manciata di mandorle tritate. Ripulì i bordi e suonò il campanello per far sapere ai ragazzi che la portata era pronta.

"Un risotto alle fragole e un filetto al pepe verde" annunciò Louis poggiando un altro foglio sul pass e prendendo il piatto già pronto. Liam annuì e iniziò a preparare le altre pietanze.

Era intento a tagliuzzare le fragole quando uno Zayn piuttosto scosso arrivò in cucina. Il piatto di cosce di rana tra le mani.

Lo fissò stralunato prima di prendere una forchetta e addentare un pezzo di carne. Liam lo fissò in ansia mentre lo vedeva masticare concentrato "E' buono" disse semplicemente.

"Quel ragazzino l'ha rimandato indietro dicendo che non era affatto quello che aveva richiesto" disse con una punta di acidità e Liam accusò il colpo afferrando subito la forchetta per assaggiarne un boccone. La consistenza era buona, la carne non era dura e i sapori si mischiavano alla perfezione. Cosa c'era di sbagliato in quel piatto?

"Gli hai chiesto se vuole qualcos'altro?" chiese allora e il moro negò "Ha chiesto il conto" disse semplicemente e Liam annuì.

"Non farlo pagare e digli che ci dispiace per non essere stati in grado di soddisfare la sua richiesta" disse da buon direttore, Zayn stava per rispondergli ma scosse semplicemente la testa, conosceva il suo amico e sapeva perfettamente che per lui i clienti venivano sempre prima di tutto così semplicemente uscì dalla cucina. Il ragazzo riccio si avvicinò al bancone del bar dove vi era anche il registratore di cassa, tirò fuori il portamonete ma Zayn gli riferì le scuse del titolare e non lo fece pagare. Harry rimase sorpreso da quel gesto ma annuì, promettendosi che sarebbe tornato anche la sera.

E così fu, si ripresentò all'apertura serale, si accomodò in un tavolo diverso e ordinò dell'anatra all'arancia e Liam, dopo aver saputo che quel ragazzo era tornato si impegnò il triplo per fare bella figura, il suo sorriso però si trasformò in una smorfia quando anche quel piatto venne riportato indietro. Non lo fece pagare nemmeno quella volta, era entrato un meccanismo di sfida e Liam pregò che tornasse anche nei giorni successivi.

Il venerdì mattina Montecarlo era pronto per ospitare le prove libere del Gran Premio, la città era divisa in fazioni, ognuna ricoperta dai colori della propria scuderia. Fuori dal ristorante Liam aveva appeso due bandiere Ferrari pronto ad accogliere i suoi clienti.

Si era svegliato felice quella mattina, quel periodo dell'anno lo adorava particolarmente, ricordava ancora quando da piccolo suo padre lo portava a vedere la corsa e lui era affascinato da quelle macchine rosse. Servire proprio quella scuderia per Liam era un onore.

Quando tutti si accomodarono Liam si fermò dietro la porta a sentire il rumore che tanto amava, voci sorridenti, bottiglie stappate, il rumore dei bicchieri che si scontravano tra loro, i brindisi, le risate. Per lui un ristorante era un luogo dove essere felici, in buona compagnia e con un piatto pronto da gustare.

Batté velocemente le mani e si mise a lavoro per preparare l'antipasto tipicamente italiano. In realtà tutto il menù in quei giorni era italiano ma a lui non dispiaceva affatto, prediligeva quel tipo di cucina e nessuno avrebbe potuto guastare il suo buonumore. Lavorarono sodo, cercando di fare uscire i piatti senza far aspettare molto i clienti, ricevette i complimenti per alcuni piatti e fu felice di condividere quella gioia con Niall che sprizzava allegria da tutti i pori.

Quando ormai tutti avevano finito di mangiare e stavano iniziando ad andare via per riposarsi prima delle prove Zayn si affacciò in cucina e "Liam?" lo chiamò.

"Cosa c'è?" chiese continuando a sorridere.

Il moro gli sorrise a sua volta e "E' tornato anche oggi!" annunciò.

Liam annuì, sganciò il grembiule e lo ripose malamente sul ripiano seguito poi dalla cuffia. Seguì Zayn fuori e si aggiustò i capelli mentre pian piano di avvicinavano al ragazzo seduto di spalle. Harry aveva scelto la terrazza quel giorno, casualmente si era seduto nel posto preferito di Liam e al cuoco quasi manco il respiro quando si ritrovò lì vicino. Quel ragazzo aveva un sorriso disarmante, dei lunghi capelli castani e delle camice dal gusto al quanto discutibile.

"Buongiorno" disse gentilmente.

Il ragazzo alzò gli occhi dalla carta dei vini e li puntò in quelli castani di Liam, morse piano il labbro inferiore per trattenere l'istinto di sorridere vittorioso. Aveva stuzzicato quel cuoco da giorni rimandando indietro le sue pietanze solo per arrivare a tutto questo, un confronto con lui. Harry non era mai stato il tipo di ragazzo che si concedeva scappatelle, prediligeva l'amore vero ma sapeva riconoscere un bell'uomo e il cuoco era decisamente affascinante.

"Buongiorno" rispose sorridente.

Liam liquidò Zayn con un cenno e il moro dopo aver rivolto uno sguardo fugace ad entrambi si spostò nell'ala sinistra per iniziare a sistemare tutto insieme a Louis e agli altri camerieri.

"Ha già deciso cosa mangiare oggi?" chiese Liam pacatamente.

"Sono così poco importante da venire servito da un cuoco?" chiese Harry sfidandolo.

Liam accusò il colpo ma non perse il sorriso "In realtà lei è così importante da venire servito dal proprietario" continuò godendosi l'espressione di stupore nel volto dell'altro che però duro pochi secondi.

"Oh, deduco che lei sia Liam Payne" disse allora Harry spostando il peso in avanti, poggiando i gomiti sul tavolo, fissando attentamente il diretto interessato.

"S-si" rispose titubante "Lei è?" continuò voglioso di conoscere il nome di quel ragazzo.

In risposta ottenne una risata, una di quelle fragorose che non si sarebbe aspettato di certo da un ragazzo così misterioso che "Non mi conosce?" chiese.

"No, dovrei?" continuò Liam scuotendo la testa.

"Forse o forse no, comunque... lei cosa mi consiglia di mangiare oggi?" chiese tornando a sfiorare il menù sedendosi in modo che Liam, dall'alto, potesse vedere la porzione di pelle sotto la sua camicia sbottonata.

"E' curioso, tutti i piatti che pensavo fossero il mio forte li ha rimandati indietro in questi giorni, non saprei, ha provato sempre piatti di carne magari predilige il pesce" disse senza alcuna malizia ma lo sguardo divertito del ragazzo lo fece arrossire all'inverosimile.

"Può darsi" rispose l'altro guardandolo negli occhi.

Deglutì e abbozzò un sorriso prima di avvicinarsi al menù e girare due pagine sotto lo sguardo divertito dell'altro. Si soffermò sulla nuova pagina e scorse il dito sui diversi nomi fino a battere due volte sull'astice al curry.

"Mi permetto di consigliarle questo" disse abbozzando un sorriso, era uno dei suoi piatti forti e voleva stupire con tutto se stesso quel ragazzo.

"Mh, è sicuro di saperlo cucinare?" chiese Harry con un sorriso malizioso in viso.

"Come scusi?" chiese Liam battendo più volte le palpebre.

"Ho detto" scandì l'altro "E' sicuro di saperlo cucinare?" ripeté.

Liam prese un bel respiro, si che il cliente aveva sempre ragione ma di certo non poteva sopportare quelle insinuazioni sul suo lavoro, strinse i pugni e con lo sguardo in fiamme si appoggiò al tavolo.

"Senti ragazzino, non so da dove sei sbucato, sono stato anche abbastanza educato... sei qui per mangiare gratis? Puoi benissimo dirmelo senza mancarmi di rispetto, accetto tutto ma non queste cose nel mio ristorante, lavoro duramente tutti i giorni e non ho intenzione di venir preso in giro da qualcuno che non sa nemmeno com'è fatta una cucina" disse con tono severo alzando di poco il volume della voce. Non l'aveva mai fatto con nessuno, figurarsi con un cliente, si era preso la briga di dargli perfino del tu e non si sentiva meglio quanto aveva sperato perché lui lo stava guardando con aria di sfida.

"Oh io so benissimo com'è fatta una cucina" disse soltanto mettendosi poi in piedi. Era alto più o meno come Liam, il fisico possente e delle gambe da far invidia ad una modella.

"Tolgo il disturbo" disse afferrando un'agenda marrone che teneva poggiata sul tavolo.

Liam non parlò fino a quando lo vide attraversare la sala, non ci stava a farsi prendere in giro e prima che potesse frenarsi parlò.

"Se sei così bravo come dici rimani qui e cucina per me".

Harry si bloccò a pochi passi dalla porta d'ingresso, sorrise senza farsi vedere e si voltò verso di lui "Oggi non posso ma sarò felice di accontentarti domani dopo pranzo" disse rimanendo impassibile mentre dentro sentiva le budella contorcersi, non aveva niente da fare quel pomeriggio ma non poteva farsi notare così ansioso di rimanere da solo con lui.

Liam annuì, non vedeva già l'ora.

Lasciò che il ragazzo uscisse e girò la chiave alla porta. Prima che potesse anche solo fare un passo Niall, come una furia si presentò in sala urlando un "Tu sei pazzo" che fece voltare tutti quanti.

Louis e Zayn si avvicinarono curiosi mentre Liam strabuzzò sorpreso dalla frase del biondo.

"Cos'ho fatto?" chiese curioso.

"Dio santo, sai chi è quello Liam?" disse indicando la porta dal quale Harry era appena uscito.

Il cuoco scosse la testa in segno negativo e Niall sospirò.

"E' Harry Styles, è il critico gastronomico più giovane, scrive per la guida rossa Michelin!" urlò quasi in preda ad una crisi isterica. Lui aveva un quaderno con tutte le sue recensioni come faceva Liam a non conoscerlo?

"Quante volte ti ho parlato di quel ragazzo Liam? Mi ascolti almeno quando dico qualcosa?" disse capriccioso Niall mentre l'altro ragazzo aveva gli occhi spalancati e una sola frase nella mente.

"Sono finito" disse mentre gli altri due iniziarono a dire che non era vero, che non poteva saperlo ma Liam scosse la testa, ormai il danno era stato fatto e l'unica cosa che poteva fare era impegnarsi per stupirlo.

"Niall, stasera portami quello che hai su quel ragazzo o comunque preparati a dirmi quello che sai!" disse con uno strano tono tirando poi un sospiro. Si passò le mani in viso, stanco ma determinato a mettersi in gioco. Tornò in cucina e non fiatò per tutto il tempo in cui sistemarono e pulirono i fornelli e i ripiani. Salutò i suoi dipendenti con un cenno del capo, li avrebbe rivisti tutti tra un paio d'ore e chiuse il ristorante alle sue spalle.

Tirò fuori dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette, non fumava spesso ma aveva bisogno di calmare i nervi. Passeggiò fino ad arrivare nel suo appartamento, si spogliò della felpa e senza nemmeno aspettare qualche minuto accese il computer. Si spogliò anche dei pantaloni, digitò velocemente "Harry Styles" sulla barra di ricerca e si accomodò sul materasso morbido della sua stanza. Abitava in un monolocale, quella stanza era quasi tutta la sua casa ma gli andava bene così, aveva investito tutto quello che aveva nei ristorante e in realtà non si era mai preoccupato di comprare una casa più grande, la villa di famiglia distava solo pochi metri.

Riportò la sua attenzione sullo schermo e rimase stupito da tutti i risultati che ottenne, foto su foto, recensioni, articoli di giornale, interviste.

Quegli occhi verdi lo stuzzicavano anche da uno schermo inanimato. Aprì una delle interviste e distese le gambe lunghe sul letto mentre la voce squillante della giornalista invase la stanza. Liam concentrò il suo sguardo su Harry, si morse il labbro quando iniziò a parlare e si mosse agitato sul piumone. Quel tono calmo e pacato che usava per parlare lo fece rabbrividire, poggiò una mano sul suo ventre nudo e sentì la stoffa nera dei boxer tirarsi leggermente. Più il ragazzo parlava, più Liam era attratto dai movimenti della sua bocca. Non gli fu difficile immaginarlo in altre circostanze così spostò scottato il computer e lo chiuse di scatto prima di alzarsi e respirare forte.

Si buttò nella doccia senza pensarci, aprì l'acqua fredda e chiuse gli occhi cercando di calmarsi. Amava essere sfidato e il fatto che quel Harry fosse una persona importante lo eccitava ancora di più, la prospettiva di passare del tempo solo con lui si faceva sempre più allettante.

Nel servizio serale cercò di acquisire quante più informazioni possibili da Niall tra una portata e l'altra, lo interrogò sul serio e il biondo non si fece trovare impreparato. Liam imparò che ad Harry piacevano le cose semplici e poco speziate, che non amava in particolare le carni ma prediligeva la cucina macrobiotica e vegana. Liam si chiese perché facesse il critico gastronomico, conosceva la cucina macrobiotica, oltre ad essere un modo di mangiare era un modo di vivere, basata sul concetto di equilibrio con il cosmo.

"In poche parole sei quello che mangi" disse Liam nella sua stanza quando, dopo il lavoro, si ritrovò a studiare letteralmente quel tipo di cucina cercando nuove ricette per il giorno seguente.

Trovò altre interviste dove Harry spiegava accuratamente il suo punto di vista, amava mangiare tutto al contrario di quello che si poteva pensare "Prediligere un qualcosa non significa escludere altro, sono il tipo che ama provare cose nuove senza privarsi di niente".

Erano le cinque del mattino del sabato quando Liam poggiò il computer accanto al letto e si concesse qualche ora di sonno. Per la prima volta da quando aveva aperto il suo ristorante non preparò i cornetti ai suoi dipendenti. Niall lo fece per lui.

Era arrivato in ritardo e per fortuna Zayn possedeva una chiave per le emergenze, aveva trovato tutti a lavorare, intenti nella preparazione del pranzo un po' anticipato a causa delle prove di qualifica e lui chiuse gli occhi, l'aveva dimenticato. Camminò a passo svelto in cucina trovando Niall e Louis a preparare i piatti dell'antipasto freddo.

"Eccoti finalmente, dov'eri finito? Ti senti bene?" chiese Louis guardandolo da cima a fondo, si avvicinò prendendogli il viso tra le mani, fece finta di misurare la sua temperatura e poi si staccò.

"Niente febbre" disse a Niall.

"Tomlinson vai fuori per piacere" disse invitandolo a tornare in sala. Il ragazzo più basso non se lo fece ripetere due volte filando via dalla cucina per tornare al suo vero lavoro.

Liam sorpassò Niall senza parlare per raggiungere lo spogliatoio, si cambiò in fretta lasciando lì la borsa con i vestiti e dopo essersi lavato le mani iniziò ad aiutare il suo amico.

Passarono la giornata in cucina a prepararsi per far mangiare la scuderia Ferrari in tempo per le qualifiche, aumentarono i ritmi fino a fare quasi le cose meccanicamente. Louis e Zayn facevano avanti e indietro con passo deciso insieme agli altri camerieri per servire tutti allo stesso tempo. Liam era già esausto, non aveva dormito e in più non riusciva a smettere di controllare l'orologio.

Non si erano dati un orario ben preciso e questo lo rendeva ancora più ansioso del previsto.

"Liam, sei un ottimo chef vedrai che andrà tutto bene" cercò di rassicurarlo Niall.

Il ragazzo annuì ma non era preoccupato per il ristorante, non puntava ad ottenere un riconoscimento, non gli era mai interessato a dire il vero. Quello che lo metteva in ansia era Harry, con i suoi capelli lunghi e i suoi occhi perforanti. Il ricordo del pomeriggio precedente era vivido nella sua mente, si era quasi toccato pensando a lui e non poteva crederci. Respirò rumorosamente e continuò a darsi da fare.

Erano le tre in punto quando un Harry stretto in un paio di jeans chiari e una maglia dei Rolling Stones fece il suo ingresso al ristorante, tirò sulla testa gli occhiali da sole tondi e sorrise gentilmente ai camerieri prima di raggiungere Zayn.

"Liam?" chiese come se fosse un'abitudine per lui parlare con quel ragazzo moro per chiedergli del suo datore di lavoro.

"E' in cucina, vado a chiamarlo" disse il moro serio.

Harry scosse la testa "Continua pure il tuo lavoro, vado da solo" disse sorridendogli e incamminandosi verso quella che aveva dedotto fosse la cucina già dal primo giorno quando Liam era uscito in cerca di chissà cosa.

Il moro sospirò ma lo lasciò fare, si sbrigò a sistemare gli ultimi bicchieri scuotendo la testa.

"Si può?" chiese Harry poggiando le braccia sul bancone perfettamente pulito della cucina.

Si guardò attorno piacevolmente colpito dalla pulizia e dalla bellezza della cucina, non era molto grande, proporzionata al numero di coperti che poteva offrire il ristorante. Una postazione per lavare pentole e piatti, due ripiani lunghi su cui immaginava già i vari piatti scorrere durante le giornate piene, le piastre ancora leggermente calde. I fornelli perfettamente puliti e la cappa ancora in funzione.

Sorrise quando un ragazzo biondo si affacciò da uno stanzino "Oh, salve" disse aprendosi in un sorriso. Era vestito con una tuta comoda mentre tra le mani reggeva quella che doveva essere la sua divisa.

"Ciao" disse educatamente.

Ad interromperli fu proprio Liam che poggiò una mano sulla schiena del ragazzo spingendolo verso l'uscita "Nì ci vediamo stasera, di a Zayn e gli altri che potete andare" ordinò quasi non riuscendo a distogliere lo sguardo da quello di Harry.

Niall li guardò piano poi annuì salutando, non si stupì affatto di non venir considerato.

Harry sorrise e poggiò una busta sul pass della cucina "Dove posso cambiarmi?" chiese sorridendo.

Liam gli indicò senza esitazione la stanza sul retro "Gira l'angolo, c'è uno spogliatoio" disse semplicemente. Lasciò che Harry passasse al suo fianco e si irrigidì quando gli si avvicinò e guardandolo negli occhi gli chiuse l'ultimo bottone della giacca.

Liam deglutì riprendendo a respirare solo quando l'altro ragazzo sparì dietro l'angolo. Si poggiò per un secondo sul pass chiudendo gli occhi, poi si costrinse ad andare a chiudere la porta del ristorante.

"Ragazzi?" chiamò per assicurarsi che non ci fosse più nessuno poi andò a chiudere la porta d'ingresso. Sistemò una sedia al proprio posto mentre tornava in cucina e si concesse di guardarsi qualche secondo nel vetro della credenza in cui tenevano i bicchieri. Si aggiustò i capelli e comandò alle gambe di tornare in cucina.

Se aveva pensato che Harry Styles fosse bello in jeans e maglietta era perché non l'aveva mai visto con la divisa. Stretto in una giacca e un pantalone neri, quelli usati dagli chef nelle occasioni particolari, era divino. Liam non trovava altre parole per descriverlo, non poteva essere reale. Stava sistemando i capelli in una crocchia alta che lo rendeva, se possibile, ancora più bello.

"Allora... cosa vuoi che ti cucini?" chiese il riccio puntando gli occhi nei suoi.

"Sorprendimi" disse Liam senza pensarci. Il ragazzo ridacchiò in risposta, si avvicinò a lui piano e Liam in risposta indietreggiò fino a trovare l'acciaio freddo del pass. Era incastrato ed Harry sorrise, gli sfiorò appena i fianchi e "Mettiti a sedere" disse.

"Non mi piace prendere ordini" rispose a tono Liam.

"Oh, preferisci darli?" chiese sorridendo malizioso Harry e il castano non ci mise molto ad afferrare l'allusione sessuale.

"Può darsi ma non lo scoprirai mai" rispose deciso Liam beccandosi un sorriso dal riccio.

Tornò a respirare quando quest'ultimo si allontanò da lui battendo piano le mani.

"E' strano sai?" chiese guardandosi attorno.

"Cosa?" chiese Liam.

"Proprio ieri mi hai detto che l'astice al curry è un tuo piatto forte" continuò Harry strofinando le mani e guardandolo attento.

"Lo sai Liam che l'astice è uno dei cibi afrodisiaci per eccellenza, vero?" chiese facendo spuntare una fossetta sul lato sinistro del viso.

Liam boccheggiò in cerca d'aria, certo che lo sapeva ma non l'aveva detto con un secondo fine il giorno precedente, forse ora ci potrebbe fare un pensierino però.

"Ti preparerò qualcosa anche io a base di questo pesce" esclamò sorridendo "però faremo un gioco" disse afferrando uno degli strofinacci puliti che Liam usava durante il servizio.

Fece qualche passo verso il pass dov'era seduto Liam con un sorriso che non faceva pensare a niente di buono.

"Che intenzioni hai?" chiese Liam osservando come il ragazzo stringesse il pezzo di stoffa tra le mani.

"Di bendarti" disse tranquillo e a Liam per poco non venne un infarto.

"Inizierò a cucinare e solo quando sarà tutto in pentola ti toglierò la benda dagli occhi, dopo dovrai indovinare tutti gli ingredienti" affermò deciso.

"Non sai dove tengo le cose, come farai a trovarle?" provò a dire Liam cercando di svincolarsi da questo gioco che non li avrebbe portati a niente di buono.

"Ho già adocchiato qualcosa che mi serve, poi sono un cuoco, so quali cose si tengono in frigo, quali nei cassetti, quali nelle celle frigorifero e quali in dispensa" disse giocoso avvicinandosi sempre di più. Liam trattenne il respiro e chiuse gli occhi mentre il ragazzo gli soffiò la fine della frase direttamente in viso.

"Per uno che ama comandare sei piuttosto sottomesso" rise Harry facendo aprire gli occhi di Liam all'istante. Le sue mani finirono ad arpionare la crocchia di capelli di Harry, la tirò leggermente indietro esponendo il collo del più piccolo "Vai a cucinare adesso e fammi vedere che tutti quei complimenti che ti fanno su internet valgono qualcosa" disse con tono deciso.

"Oh, che carino che sei, mi hai cercato su internet?" chiese Harry prendendolo in giro. Liam strinse i capelli e spinto da una forza invisibile si sporse a poggiare le labbra sul collo testo del ragazzo "Si" soffiò piano prima di lasciare un bacio casto sul pomo d'Adamo e lasciare del tutto i suoi capelli per afferrare la benda.

"Cosa stai aspettando?" chiese guardandolo negli occhi, non gli interessava affatto che fosse un critico rinomato, quella era la sua cucina non aveva intenzione di farsi mettere i piedi addosso e dentro di sé lo desiderava come non gli era mai successo prima.

Si bendò sotto lo sguardo divertito e liquido di Harry e attese.

"Sei più divertente di quel che pensavo Liam Payne" lo prese in giro il riccio prima di guardarsi attorno. Poggiò due dita sul mento lasciando scorrere lo sguardo sulla cucina, recuperò il pepe dalla mensola delle spezie, aprì vari cassetti fino a trovare la pentola delle giuste dimensione ed andò a riempirla con dell'acqua. Passando sfiorò casualmente il fianco di Liam.

Lo sentì sussultare e sorridendo poggiò la pentola su uno dei fornelli. Accese e andò in esplorazione, recuperò dalla dispensa del sedano, una carota e una cipolla.

"Cosa stai facendo?" chiese Liam sentendo alcuni rumori.

"Stai tranquillo, non ti smonto la cucina" disse iniziando a pulire ed affettare tutto.

Liam sentiva il rumore del coltello infrangersi sul legno del tagliere e moriva dalla voglia di togliersi la benda e spiare ma in realtà quel gioco lo intrigava più del dovuto.

"Cosa non ti è piaciuto dei miei piatti nei giorni passati?" chiese curioso.

Harry rise mentre fece scendere nell'acqua il trito appena fatto, aggiunse delle foglie d'alloro, del timo e i grani di pepe e fece bollire a fuoco lento.

"Secondo te? Vado a prendere l'astice tu pensaci intanto" disse il riccio inoltrandosi nell'altra stanza per recuperare dalla cella frigorifero il pesce. Agguantò un arancia ed un limone.

"Allora?" chiese.

"A me sembrava tutto buono altrimenti non avrei mai dato l'ok per servirlo, ci tengo al mio lavoro" disse piccato Liam.

Harry annuì, in realtà i piatti erano ottimi ma non poteva di certo dirgli che aveva fatto tutto questo per provocarlo.

"Non essere arrogante anche i più grandi chef hanno bisogno di tornare con i piedi per terra" disse allora sorridendo alla smorfia di Liam.

Gli si avvicinò dopo aver sbucciato l'arancia e prese uno spicchio "Apri la bocca" disse piano e Liam ubbidì subito. Senti subito il sapore dolciastro dell'arancia e indugiò un po' più del dovuto prima di lasciar andare il dito indice di Harry e sorrise quando lo sentì trattenere il fiato.

"Giochi sporco" disse il riccio.

"Non abbiamo mai detto che c'erano delle regole da seguire" sorrise sornione Liam.

"E comunque, hai usato sicuramente dell'alloro e della cipolla" disse serio facendo sbuffare Harry, l'aveva fregato.

"Sei uno stronzo, te l'hanno mai detto?" chiese assaggiando il suo brodo prima di buttarci l'astice per farlo cuocere.

"Qualche volta" disse Liam scrollando le spalle.

Harry si avvicinò piano a lui, si asciugò le mani nel grembiule del ragazzo, sfiorando le sue gambe senza alcun timore poi tirò giù la benda.

Rimasero a fissarsi per qualche secondo, la benda attorno al collo di Liam e i suoi capelli leggermente spettinati lo rendevano ancora più appetitoso agli occhi del riccio e senza indugiare oltre gli sfiorò il lobo sinistro dell'orecchio "E te l'hanno mai detto che schiudi la bocca in modo osceno prima di chiuderla intorno a qualcosa?" chiese con tono roco e Liam strabuzzò gli occhi perché quella proprio non se l'aspettava.

"C'è sempre una prima volta immagino..." disse stando al gioco.

Harry annuì e gli baciò la porzione di pelle sensibile sotto l'orecchio facendolo ansimare.

Non si sfiorarono ma gemettero entrambi al solo pensiero. Il riccio si spostò solo per controllare la cottura dell'astice. Prese un mestolo e recuperò un po' dell'acqua.

"Vieni qui, assaggia" disse richiamando Liam che con un balzo scese dal pass e gli si fece vicino.

"Assapora lentamente" continuò Harry avvicinando il mestolo alla bocca di Liam. Quest'ultimo avvolse le labbra intorno al legno puntando gli occhi in quelli verdi dell'altro che, dal canto suo, gli sorrise malizioso.

"Cosa senti? Elencami gli ingredienti" chiese.

Liam sorrise chiudendo gli occhi e lasciò che le sue papille gustative facessero il proprio lavoro e "Court bouillon" sussurrò riconoscendo il tipico brodo che veniva usato per cuocere il pesce.

"Sedano, timo, carota, cipolla, alloro e pepe in grani" elencò sorridendo ad ogni nome.

Harry sorrise di rimando insieme a lui e "Perfetto".

Sotto lo sguardo attento di Liam, Harry tagliò gli agrumi, mischiò un po' del succo insieme all'olio e scolò l'astice facendolo raffreddare.

Tagliò la polpa e la adagiò su un piatto prima di ricoprirla con le fette di arancia a formare una piccola rosa, condì il tutto con l'olio e il succo di limone e spostò lo sguardo verso Liam "Bon appétit ma chérie" sussurrò in perfetto francese facendo rabbrividire il castano.

Liam si sforzò di riprendere consapevolezza del suo corpo e recuperò una forchetta. Guardò Harry negli occhi e spiazzandolo del tutto dopo aver portato un boccone alla bocca ne recuperò un altro dirigendosi questa volta verso di lui.

"E tu... fammi vedere se sei osceno quanto me" disse giocando con lui. Harry sorrise malizioso e si portò la forchetta alla bocca, facendola scorrere lentamente sulle sue labbra prima di poggiarla nel piatto.

Liam perse il controllo.

Lo strattonò verso il muro alle sue spalle e si impossessò di quelle labbra che aveva bramato tutta la notte, mischiarono il sapore di agrumi e del pesce con i propri, ritrovandosi ad ansimare come due ragazzini alla prima cotta. Liam si impose su di lui, insinuò una gamba tra quelle di Harry e iniziò a torturare il collo del ragazzo. Iniziò a sbottonare furiosamente la giacca nera e affondò il viso nella clavicola del ragazzo coperta solo dalla stoffa di una maglietta bianca. Diede dei morsi piccoli prima di tornare ad assaporare la sua pelle.

Sentì le mani del più piccolo arpionare la sua divisa e iniziare a sbottonarla, si staccarono qualche secondo giusto per far scivolare via la giacca che raggiunse il pavimento in pochi secondi.

Questa volta fu Harry a baciare il collo di Liam, succhiò la porzione di pelle attorno ad una voglia color cioccolato fino a farla arrossire all'inverosimile.

"Sognavo di farlo da quando ti ho visto dietro il bancone il primo giorno" ammise Harry.

"Oh, colpo di fulmine?" chiese Liam arpionando i suoi fianchi facendo scontrare i loro bacini.

"Sei bello, lo sai vero?" chiese Harry mordendogli il labbro.

Erano ansiosi, vogliosi. Non riuscivano a togliersi le mani di dosso e ansimavano oscenamente.

Fu Liam a staccarsi per primo ritrovando un attimo di lucidità. Si avvicinò al fornello per spegnere il fuoco deciso a non farsi prendere troppo la mano ma la visione di Harry malamente appoggiato al muro con lo sguardo liquido e la bocca gonfia di baci lo fece tremare.

Guardò l'orologio al muro, avevano mezz'ora.

"Vieni qua" disse tendendo le mani verso Harry.

"Vienimi a prendere" lo sfidò il ragazzo e Liam sorrise facendo qualche passo verso di lui.

Gli sfiorò i fianchi sentendolo ansimare, i pantaloni della divisa si erano ormai fatti decisamente stretti per entrambi.

"Cosa vuoi Harry?" chiese abbassando il tono di voce.

Il riccio si staccò dalla parete stringendosi al suo corpo facendo così scontrare ancora una volta i loro bacini. "Te."

Liam rise facendolo girare di scatto, la schiena poggiata sul suo petto e le mani contro il muro di pietra bianca "Sei sempre così quando fai visita ad un nuovo ristorante?" chiede piano nel suo orecchio.

"No, solo quando i proprietari sono dannatamente eccitanti" rispose divertito Harry.

"Sei un tipetto viziato lo sai?" lo prese in giro Liam.

"Un tipetto che ti piace però" disse spingendo il sedere indietro.

Liam non poté negare anche perché il suo corpo reagiva in modo decisamente positivo alle attenzioni di Harry. Gli baciò la nuca tenuta scoperta dai capelli alzati e se lo spinse contro. Fece scorrere piano le mani sul suo petto muscoloso, fino ad arrivare al ventre. Gli pizzicò giocosamente un fianco per farlo rilassare e lo accarezzò sopra la stoffa dei jeans.

Sembrava strano che quel ragazzo alto e muscoloso avesse così tanto bisogno di attenzioni eppure vederlo completamente abbandonato a lui mentre lo spogliava dei suoi indumenti provocò una scossa inaspettata di piacere a Liam.

Lo privò dei pantaloni e fece cadere a terra anche i suoi, si sorrisero complici prima che Liam baciasse la sua spina dorsale dolcemente mentre con la mano iniziava a toccarlo.

"Oh" si lasciò sfuggire Harry portando la testa all'indietro. I loro corpi combaciavano nonostante non avessero mai fatto niente di simile, si stuzzicavano, si cercavano.

Per Harry era un gioco, per Liam una sfida. Ma entrambi si ritrovarono a saltare presto i preliminari.

"Poggiati sul bancone" sussurrò Liam.

Harry ascoltò senza protestare, non ne aveva la forza era completamente in balia della voce di Liam e non si pentì affatto di trovarsi con le mani sul pass quando le dita esperte del castano lo privarono dei boxer.

Si lasciò accarezzare Harry, si lasciò coinvolgere dalla sensazione che gli stava regalando la bocca di Liam sulla schiena mentre scendeva piano verso il basso.

"Liam, smettila di giocare" si lamentò frustrato e Liam rise contro le sue natiche prima di iniziare a soffiare sulla sua apertura.

Harry chiuse gli occhi, non si sentiva sbagliato in quel momento, spesso si era ritrovato a chiedersi come era possibile che un uomo o una donna concedessero il proprio corpo con tanta facilità a sconosciuti eppure in quel momento sentiva che era la cosa giusta da fare, che quel ragazzo che l'aveva colpito per i suoi occhi gentili lo stava trattando come meritava di essere trattato e non aveva importanza da quanto tempo conosceva il suo nome. Lui lo voleva.

Ansimò oscenamente quando Liam, dopo essersi reso conto dell'ora affretto le cose.

"Non voglio farti male ma tra poco torneranno i miei dipendenti" disse rialzandosi mentre gentilmente iniziava a prepararlo con le dita.

Harry gemette spostando il viso indietro alla ricerca di quello di Liam. Fece scontrare le loro bocche e "Non ti eccita l'idea di venire scoperti?" mormorò sulle sue labbra.

Liam chiuse gli occhi poi gli morse il labbro inferiore.

"Non mi piace condividere quello che mi appartiene" rispose affondando i denti nella pelle calda.

"Da quando sono di tua proprietà?" chiese Harry con il respiro mozzato.

"Per il momento, fino a quando sarai tra le mie braccia sei solo mio".

Scandì bene le ultime parole prima di sfilare le dita per far scontrare il suo bacino con le natiche calde di Harry. Sospirarono entrambi.

"Non ho niente qui" disse Liam continuando a muoversi.

"Non mi interessa, fai qualcosa ti prego... potrei impazzire da un momento all'altro" rispose col fiato spezzato Harry.

"Non dovresti fare sesso non protetto" continuò Liam e Harry sbuffò "Me lo stai dicendo sul serio adesso? Mentre ti strusci contro di me?" rispose piccato facendo arrossire Liam.

"E poi che tu ci creda o no di solito non faccio sesso occasionale, sono pulito e tu chef?"

"Anche io" borbottò piano Liam e un po' perché non resisteva più e un po' perché odiava l'impertinenza di quel ragazzo si fece strada in lui senza avvisarlo. Boccheggiarono entrambi, nessuno dei due era pronto a quel calore. Harry si resse forte contro il pass, il freddo del metallo in netto contrasto con il corpo caldo di Liam che si muoveva piano in lui lo fecero gemere sconsideratamente.

Cominciò ad andare incontro alle spinte del castano e tutto quello che riuscì a sentire fu il respiro di Liam sul collo e il rumore dei loro corpi in collisione.

"Sei bellissimo" si lasciò sfuggire Liam mentre affondava i denti nella sua spalla per trattenere un gemito più forte. Harry rise. Liam spinse più forte.

"T-toccami" sussurrò il più piccolo cercando le mani di Liam spingendole poi verso il basso, l'altro ragazzo non se lo fece ripetere due volte, iniziando a dettare il ritmo con stoccate lente ad alternarsi alle spinte più aggressive.

"Oh porca..." ansimò Harry.

"Shh non dire le parolacce" lo prese in giro Liam.

"Più veloce" continuò il più piccolo ignorandolo e venendo accontentato senza problemi.

Raggiunsero il piacere a pochi secondi di distanza l'uno dall'altro. Ansimarono senza forze. Liam lo tenne stretto al suo petto senza uscire ancora da lui. Lo baciò sulla nuca, sul collo, sulla guancia. Cercò di fargli regolarizzare il battito del cuore e cercò di calmare il suo anche se si ritrovò a chiedersi come potesse il suo cuore resistere davanti ad Harry Styles dopo un orgasmo.

Era qualcosa di troppo, con i capelli scompigliati, la bocca di un rosso accesso, gli occhi liquidi ma ancora provocatori e il corpo scosso da piccoli brividi. Voleva tenerlo al caldo e al sicuro. Si sfilò piano da lui sentendolo gemere, raccolse da terra le loro giacche sistemandole accanto al muro. Trascinò Harry a sedere insieme a lui e lo coccolò per diversi minuti.

Il riccio si beò delle carezze dolci di quell'uomo tanto passionale quanto tenero, ne voleva ancora di lui. Non gli sarebbe bastato tutto questo.

"A che ora arrivano gli altri?" chiese alzando il viso verso Liam.

"Tra cinque minuti, dovremmo rivestirci" disse il più grande accarezzando i suoi capelli ormai lasciati liberi dall'elastico.

Harry annuì, non aveva la forza di fare niente ma capì che Liam doveva rispettare un determinato ruolo così accettò la mano che gli stava porgendo e si rivestì in tutta fretta. Forse era quella la parte che odiava di un rapporto occasionale, rivestirsi e andare via. Non c'erano sentimenti, non c'era rispetto.

Ricacciò indietro le lacrime pronto a indossare nuovamente la maschera da freddo e insensibile critico ma Liam lo stupì nuovamente. Lo abbracciò da dietro, affondando il naso nei suoi capelli.

"Fino a quando ti trattieni a Montecarlo?" chiese piano, quasi spaventato.

"Quanto vuoi che mi trattenga?" rispose Harry con il cuore in gola.

Liam rise.

Harry lo baciò.

*

Era una mattina di Gennaio quando Liam si svegliò di soprassalto, si strofinò gli occhi assonnati e buttò uno sguardo alla sveglia, doveva essersi appisolato nel pomeriggio ed era ormai ora di cena. Sul comodino un libro attirò la sua attenzione, la guida rossa Michelin era poggiata distrattamente sotto i suoi occhiali da vista, si mise a sedere di scatto e iniziò a sfiorarla freneticamente ricercando il Principato di Monaco. Osservò ogni nome fino a sospirare.

Si alzò scendendo piano la scala a chiocciola fino a raggiungere la sua cucina, forse lo scorso Maggio non aveva vinto una stella Michelin ma di sicuro aveva vinto qualcosa di ben più importante: Harry, a piedi nudi e con solo la sua felpa grigia addosso, stava cucinando per lui.

___________________________________
Nda.
Buonasera (o forse buonanotte)!
Eccomi qui con una one shot che mi ha fatto dannare per un bel po' di tempo... forse mesi.
Ho cercato di mettermi in gioco nonostante i Lirry non siano la coppia che prediligo ma spinta dalle richieste (si Barbara sto parlando di te ahah) ho deciso di inoltrarmi in questo cammino. Mi sono divertita un sacco, ci ho messo tempo per decidere la trama ma una volta iniziato a scrivere negli ultimi giorni sono stata tutta un sorriso per loro e devo dire che arrivata alla fine ho sospirato felice e penso proprio che li porterò con me questi due svergognati ahah
Spero sia piaciuta anche a voi, fatemi sapere cosa ne pensate e grazie in anticipo a chi è arrivato fin qua :)
Un bacio,
Serena

P.S. Il ristorante esiste veramente, ho solo preso il nome senza voler giudicare nessuno anche perché non ci sono mai stata ahah Per quanto riguarda la guida Michelin è tutto vero, potete fare qualche ricerca se volete ma dovrei avervi spiegato tutto... e le ricette che leggete sono vere, quindi potete sperimentare ahah Ora vado il p.s. è più lungo delle note ahah

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