Un fidanzato sotto l'albero

De miticasherlock02

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William Stewart, 26enne, abita a New York ma dopo essere stato licenziato ed essere stato cacciato di casa da... Mais

Premessa
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Epilogo

Capitolo 10

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De miticasherlock02

Come sempre, Eric arrivò a casa in perfetto orario. I suoi genitori e Paul non erano ancora tornati.
Trovò Will seduto sul divano, intento a guardare la TV. Durante il giorno, Eric gli chiese, tramite cellulare, di andare al cinema quella sera.
«Pronto ad andare?» gli domandò Eric.
«A dire il vero,» replicò Will con un sorrisetto teso, «pensavo che potremmo restare qui.»
«Oh.» Eric lo osservò con aria incerta per un istante. «Cos'avevi in mente?»
«Speravo che potessimo, ehm, che potessimo riprendere da dove ci siamo interrotti ieri.» Al solo dirlo il battito cardiaco di Will accelerò vertiginosamente, sia per il nervosismo che per l'eccitazione.
Eric sostenne il suo sguardo. «Credevo che...»
«Lo so.» Will coprì parte della distanza che li separava con qualche passo impacciato. «Ci ho ripensato per tutta la notte, però. E... lo voglio fare.»
«Stavi per avere un attacco d'ansia, ieri sera. Non voglio rimetterti in quella situazione.»
«Non succederà. Non, ehm, avrei dovuto prevederlo e non scioccarmi tanto. Ora che ho avuto modo di razionalizzare la cosa, credo di essere tranquillo.»
Eric inclinò appena il capo. «Credi di essere tranquillo.»
Will annuì. «E, proprio come ieri, se non dovessi esserlo possiamo sempre fermarci, giusto?»
«Certo,» lo assicurò Eric senza un secondo di esitazione.
L'altro gli sorrise. «Non mi serve sapere altro.» Si avvicinò ancora. «Resta qui con me.»
Eric deglutì. «Sei sicuro?»
«Tu lo sei?»
«Se... se lo sei tu, sì. Certo.» Gli posò le mani sulla vita. «Ero serio quando ti ho detto che possiamo aspettare.»
«Lo so.» Will lo attirò a sé. «È per questo che non voglio aspettare.» Lo baciò e, dopo un attimo, Eric iniziò a ricambiare e lo strinse tra le braccia. «Mi fido. Dopo ieri sera, mi sento al sicuro con te.»
«Sei al sicuro con me, Willie.» Gli prese il viso tra le mani e gli sfiorò le labbra con le sue. «Se vuoi fermarti devi solo dirlo.»
«Lo farò.»
«Per me va bene,» mormorò Eric. «Voglio solo...» Gli fece scorrere gli occhi lungo tutto il corpo e, quando li rialzò a incrociare i suoi, non c'era più bisogno di finire la frase. Will lo attirò nuovamente verso di lui e l'altro gli venne incontro. Il bacio che si scambiammo stava a metà tra dov'eravano arrivati la sera precedente e dove Will sperava sarebbero arrivati quella sera: un po' esitante, senza però lasciare dubbi sul fatto che si desideravano a vicenda e che non volevano fermarsi.
«In camera,» ordinò Will.
Eric annuì in silenzio.

***

Appena stesi sul letto e l'ultimo articolo di vestiario toccò terra, Will si trovò subito tra le braccia di Eric.
Quest' ultimo a volte era timido, altre impetuoso: in quel momento era decisamente impetuoso. Gli fece scivolare una mano sul membro, stringendo quanto bastava per mandarlo fuori di testa. Will si mosse alla cieca, visto che al suo tocco il senso dell'orientamento gli era andato a puttane, e finalmente riuscì ad avvolgere le dita attorno alla sua erezione. Si baciarono mentre si accarezzavano a vicenda, e Eric spinse i fianchi contro la sua mano in un'imitazione di come Will sperava lo avrebbe fatto.
Eric serrò la presa sull'altra erezione e si staccò dalla sua bocca per sussurrare: «Cristo santo...»
«Ti piace?»
«Mm-hmm.» Aumentò un po' il ritmo. «A te?»

«Oddio. Sì.»
Eric incurvò le labbra contro le sue, poi riprese a baciarlo con un'intensità tale da lasciarlo senza fiato.
Con un brivido, Will si scostò il tanto da mormorare: «Fallo.» Un altro bacio. «Adesso. Non voglio aspettare.»
«A-adesso?» Eric spalancò le palpebre. «Non...»
«Ti prego.» A Will non gliene fregava nulla se doveva supplicarlo. E lui non supplicava mai nessuno. Mai. Ma cazzo, se lo voleva.
Eric si inumidì le labbra. Aveva il corpo teso e, quando incrociò i suoi occhi, sembrava nervoso. Si sporse a recuperare profilattici e lubrificante nel comodino. Una volta sistemato, si posizionò su di lui.
Il solo calore del suo corpo bastò a mozzargli il fiato e il membro duro appoggiato contro lo era quasi insostenibile. La sera precedente Will aveva temuto di non poter fermare le cose se l'avesse voluto; al momento era certo che avrebbe perso la testa se non lo avesse penetrato all'istante.
Eric si scostò per un secondo, per poi riavvicinarsi e infilargli una mano tra le cosce.
Dita fresche di lubrificante premettero sull'apertura di Will e, quando lo penetrarono, gli si annebbiò la vista. «Cazzo,» ansimò.
Eric gli strofinò il viso sul collo. «Sei comodo?»
"E dovrei risponderti mentre mi stai penetrando con le dita?" «Mm-hmm.» Will si morse il labbro.
La barbetta di Eric gli faceva il solletico e il tocco delle labbra e del respiro era così lieve da provocargli la pelle d'oca lungo la schiena. "Fallo, Eric. Ti prego..."
«Ti voglio da morire,» Eric gemette. «Ne sei proprio sicuro?»
«Sì.»
«Sei...»
«Dai fallo,» ringhiò. «Spicciati.»
Eric ridacchiò e gli posò un bacio sotto l'orecchio. «Dammi un secondo.» Poi sfilò le dita. All'improvviso il suo corpo non era più contro quello di Will.
D'istinto, lo guardò allarmato ma si calmò al rumore della stagnola strappata. Si udì un fruscio. Eric imprecò tra i denti. Ancora fruscii. Doveva avere le mani che tremavano. Will si domandò se fosse eccitato tanto quanto lui, o se fosse nervoso o chissà che altro, ma un attimo dopo gli fu di nuovo addosso e Will aveva solo voglia di sentirlo.
Eric guidò l'erezione tra le sue natiche. Era il momento. Stavano per farlo.
Un brivido fastidioso risalì la colonna vertebrale di Will. Tutta la paura che aveva scacciato tornò di colpo. Si irrigidii dalla testa ai piedi. Non riusciva a muoversi.
«Stai bene?» gli chiese Eric.
Will trasse un respiro profondo e lo rilasciò, cercando di rilassarsi. Era al sicuro. Sapeva di esserlo. Se avesse voluto fermarsi, Eric l'avrebbe fatto. Non aveva il minimo dubbio che avrebbe smesso al primo segnale di disagio.
Eric fece per tirarsi indietro. «Will?»
«Sto bene.» Gli afferrò un fianco. «Ti prego. Voglio farlo.»
«Anch'io. Solo che... non...»
«È tutto okay.» Gli massaggiò lo stomaco e si schiacciò contro di lui più che poteva. «Eric. Ti prego.»
Eric parve esitare, poi si rilassò. «Ricordati che se vuoi fermarti non devi far altro che dirlo.»
Will annuì. Il tocco del suo membro umido gli tolse il respiro. Non per l'agitazione - non molto - ma perché non vedeva l'ora. Desiderio allo stato puro. E un filo di nervosismo. Poteva farcela. Lo voleva tanto.
Eric lo baciò di nuovo dietro l'orecchio. «Se può aiutare, sono agitato anch'io.» Espirò con forza e guidò il membro tra le sue natiche. «Non l'ho mai fatto prima.»
Will doveva ammettere che sapere che l'altro era teso lo tranquillizzò eccome. «Intendi in questa posizione?»
«Non è questo.» Premette di più sulla sua apertura, a un passo dal penetrarlo sul serio. «Non l'ho mai fatto. In nessuna posizione.»
Will non ebbe il tempo di collegare i pezzi del puzzle perché, con una lievissima spinta, il glande affondò dentro di lui, annebbiandogli la vista.
«Oddio,» sussurrò Eric, il respiro affannato che gli scaldava il petto. Si ritrasse appena e riprese a spingersi in avanti.
«Sei...» Will si leccò le labbra. «S-sei... vergine?»
Uno scroscio di risate gli soffiò sull'orecchio. «Non più.»
Incredulità ed eccitazione congiurarono per togliergli le parole mentre Eric continuava a penetrarlo. Cazzo, era stupendo, ed era proprio della grandezza giusta, così si premette in avanti per prenderlo di più. Eric trovò un ritmo lento e regolare finché non fu tutto all'interno e gli affondi diventarono spinte violente e...
«C-cazzo...» Eric cominciò a tremare. Si irrigidì contro di lui, si seppellì fino in fondo e si immobilizzò completamente. Poi tremò di nuovo e i brividi del suo orgasmo gli si riverberarono per l'intero corpo di Will.
Rilasciò il respiro che aveva trattenuto e rilassò lentamente la presa spasmodica sulle coperte. Will non si era nemmeno accorto di averle afferrate. Era successo tutto in fretta, quasi troppo, ma forse non era una brutta cosa. Non aveva avuto tempo di farsi prendere dal panico, né tantomeno di cedere ai nervi.
«Cazzo,» ansimò Eric mentre si ritraeva. «Mi dispiace, non credevo che sarei durato così poco.»
«Va tutto bene.» Will girò la testa e allungò il braccio per farlo avvicinare. «Non hai niente di cui scusarti.»
«Ma ho...»
Will lo interruppe con un bacio lieve. «È stato perfetto.»
Eric lo guardò con aria scettica, però non protestò. «Dovrei, ehm, buttare via questo.»

Will annuì. Eric si alzò per liberarsi del preservativo, poi tornò a letto, di fronte a lui, e tirò il lenzuolo a coprirli. Gli accarezzò un lato del viso. «Era davvero la tua prima volta?»
Eric arrossì e scoppiò a ridere. «Non si capiva?»
«Sembrava che sapessi benissimo cosa stavi facendo.»
Un'altra risata, più sommessa. «Non pareva troppo complicato. Solo che non è... durato molto.»
Will sollevò il capo per posargli un bacio sulle labbra. «La prossima volta durerà di più.»
Eric sorrise e ricambiò il bacio. «Non vedo l'ora.»
Quando si staccò da lui, Will gli chiese: «Giusto per curiosità, fin dove ti eri spinto?»
Scrollò le spalle. «Oh, ho avuto le mie avventure. Con le ragazze. Mai con un uomo»
Will gli accarezzò una guancia. «Perché non me l'hai detto? Non ne avevo idea.»
Eric gli rivolse un sorriso timido. «Credi che sia facile da ammettere, a trent'anni?»
«D'accordo, forse no. Ma se l'avessi saputo...»
«Non saresti rimasto deluso?»
«Oh, finiscila. Non sono deluso.» Will distolse lo sguardo. «A dire il vero, probabilmente è meglio che stavolta non sia durata troppo.»
«Perché?»
«Per essere sicuro...» Con un notevole sforzo, Will si costrinse a cercare di nuovo i suoi occhi. «Per essere sicuro di superare l'ansia.» Gli sfiorò il viso con i polpastrelli. «Non ho pensato di chiederti se per te fosse troppo o...»
«Non lo era.» Eric gli prese una mano e mi baciò le dita. «Affatto.»
«Però...» Will sostenne il suo sguardo. «Perché io?»
«Perché ti volevo.» Eric gli cercò la bocca con la sua. «Anche se pensavo, dopo ieri sera... voglio dire, tu perché hai cambiato idea?»
«Perché eri disposto ad aspettare. Non era un giochetto e non ti stavo mettendo alla prova. Solo che... non avrei mai pensato di sentirti dire che non avevi problemi ad aspettare che fossi pronto e, quando l'hai detto, ho capito di potermi fidare di te.»
«Non ti farei mai del male.» Eric lo fissò in quei grandi occhi azzurri. «Be', spero che non sia stato troppo deludente.»
«No, no. Non lo è stato per niente.»
Eric lo baciò sotto la mascella. «A parte il fatto che non sei venuto.»
Will rabbrividì. «Ehm, no. Ma puoi sempre... oddio...» si inarcò quasi al punto di sollevarsi dal letto quando le sue labbra iniziarono a scendere lungo il collo e il petto, centimetro dopo centimetro, un bacio alla volta. Trattenne il respiro mentre sorpassava gli addominali e raggiungeva la sua erezione dolorante. Eric non aveva le fini doti da amatore di chi aveva fatto un milione di pompini, nessun trucchetto di mano o di lingua, ma aveva così tanta voglia di eccitarlo e di farlo godere da compensare alla grande, quindi non aveva assolutamente nulla di cui lamentarsi. Dio, meno di nulla. Eric era un amante perfetto, concentrato con tutto se stesso sul dargli piacere come se fosse una sorta di offerta divina. Will si ritrovò quasi al culmine diverse volte, ma si trattenne perché non voleva che finisse. E perché voleva che Eric venisse di nuovo. Lo rivoleva dentro. Voleva che durasse in modo da poter sentire il suo respiro sul collo, sentirlo abbandonarsi mentre perdeva la testa. Will voleva che sapesse cosa si prova a penetrare qualcuno finché non ti fa male ogni muscolo ed è impossibile smettere prima di arrivare all'orgasmo.
«A-aspetta... fermati...»
Eric si tirò su. «Ho fatto qualcosa...»
«Rientra,» gli ordinò Will con il fiato corto. «Voglio che mi penetri di nuovo.»
Eric risalì lungo il suo corpo fino a sfiorargli le labbra con le sue. «Stavo per farti venire.»
«Sì, eccome.» Will rabbrividì sotto di lui. «Solo che voglio...non c'è niente di meglio che venire mentre ti stanno penetrando.»
«Be', se la metti così...»
Cambiarono la posizione. Will si stese sullo stomaco, poggiato su un cuscino a sollevare leggermente i fianchi ed Eric, dopo essersi scostato un istante per indossare un altro preservativo, si sistemò alle sue spalle lasciandolo senza fiato. Per la seconda volta, portò l'erezione alla sua apertura.
Will era così eccitato che la prima spinta bastò a fargli salire le lacrime agli occhi. L'altro gemette piano, premendogli le labbra sul collo e aumentando il ritmo dei fianchi.
La mancanza di esperienza non si notava tanto quanto Will si sarebbe aspettato; Eric si muoveva sinuosamente, scivolando avanti e indietro con una cadenza sia lenta che disperata.
Will chiuse gli occhi smozzicando imprecazioni e, alla fine, riuscii a tirar fuori un: «Più v-veloce.»
«Non ancora,» sussurrò. «Stavolta voglio che duri.»
Eric diede una spinta lunga e profonda, dandogli il più possibile da quell'angolazione. «Prima ho a malapena avuto il tempo di sentirti.»
"Oh mio Dio. Puoi sentirmi per tutto il tempo che vuoi." pensò Will. Coprì la mano che gli teneva sul fianco e lui allargò le dita per fare spazio alle sue, mentre i loro corpi ondeggiavano all'unisono. Non era una rincorsa forsennata all'orgasmo. Il ritmo era elusivo, un moto indefinibile. Incalzante? Non proprio. Non era dolce e lento, non era forte e veloce, era una via di mezzo che si sposava alla perfezione con i respiri caldi che gli spiovevano sul collo. L'orgasmo era inevitabile, ma Eric non aveva fretta di farglici arrivare tanto quanto Will non ne aveva di arrivarci. Era immerso nel piacere ed Eric era immerso in lui, e non riusciva a ricordare...cavolo, non riusciva a ricordare nulla che non fosse ciò che stava succedendo in quel momento, in quella stanza, in quel letto. Si morse il labbro e tremò, fremendo dalla testa ai piedi quando Eric strusciò sulla sua prostata con la perfetta angolazione. All'improvviso voleva venire così tanto che temeva di impazzire, eppure il modo in cui lo penetrava era così bello e il modo in cui gli baciava il collo e gli respirava addosso gli dava la pelle d'oca su ogni centimetro del corpo. Voleva venire, ma allo stesso tempo desiderava che non finisse. Qualcosa cambiò. Will non avrebbe saputo dire se avesse accelerato, se lo stesse facendo più forte, se si fosse spinto più a fondo o se invece i suoi sensi ne avessero avuto abbastanza e non fossero più in grado di tenere a bada l'intensità. Strinse la presa sulla sua mano. Non voleva lasciarlo andare, nemmeno per accarezzarsi fino all'estasi inevitabile, e non riusciva a ondeggiare all'indietro per obbligarlo a portarlo al culmine...non poteva far altro che starsene lì con il viso affondato nel cuscino, a un passo dal singhiozzare, sopraffatto da sensazioni troppo intense. Era passivo, era indifeso e non gli restava che arrendersi. Quando lo fece, il mondo attorno a lui esplose in mille frammenti.
Le dita di Eric si serrarono tra le sue, le unghie conficcate quasi dolorosamente nella carne del fianco. Nascose il viso nel collo di Will e cominciò a spingere sul serio, colpi di fianchi secchi e decisi. Tutto d'un tratto si seppellì dentro di lui e lo tenne stretto, premendo, strusciando, cercando di penetrare ancora più a fondo mentre tremava e imprecava proprio dietro al suo orecchio. Espirò con forza, si irrigidì e poi si rilassò contro Will, posandogli la fronte sulla spalla. «Oh... mio Dio.»
Will si allungò all'indietro per accarezzargli i capelli. «Come sono d'accordo.»
Eric ridacchiò e gli baciò la curva del collo. Dopodiché gli appoggiò una mano sul fianco e si ritrasse piano, strappando un gemito a entrambi nell'istante in cui si separarono. Per un attimo nessuno dei due si mosse. Will non era nemmeno certo che stessero respirando. Aveva un formicolio che gli attraversava tutto il corpo e non osava immaginare quanto dovesse essere stravolto lui, se era solo la seconda volta che lo faceva con uomo.

***

«Giusto perché tu lo sappia,» mormorò Eric, con le labbra che gli sfioravano l'orecchio, «potrebbe facilmente dare assuefazione.»
«Lo dici a me?» Will girò la testa e lui ne approfittò per catturargli le labbra in un breve bacio.
«Torno subito,» gli assicurò alzandosi. Non appena si furono ripuliti Will si rimise sdraiato su un fianco, dandogli la schiena. Poi Eric si sistemò accanto a lui e lo circondò con un braccio.
Disteso così, con il corpo di Eric stretto al suo e il braccio attorno alla vita, Will cedette al sonno.

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