Infinite Darkness | Mattheo R...

Von ViolaWyse

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A volte il silenzio, l'indifferenza e la solitudine diventano parte della tua vita, diventano quotidianità e... Mehr

Dedica
Playlist
CAST💫
Prologo
1. Again
3. Eavesdrop and Discover
4. Controlled Mind
5. Compulsory education
6. Punishment and hate (1)
7. Punishment and hate confused (2)
8. I know you try to fool me but maybe you don't for a few seconds
9. I don't see the common thread even though I know it exists
10. Instinct
11. We can't speak
12. No it does not
13. Things change because i want
14. Tackling even just a small piece is already a lot
15. Strange moments, astral if you can call them that
16. The pieces came together without thinking about it
17. You are so obnoxiously you
18. You're an imbecile asshole

2. Secrets, lies and fake pieces

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Von ViolaWyse

«Le amiche condividono i segreti, così si resta amiche.»
Sasha Pieterse - Alison DiLaurentis

MATTHEO

La verità non esiste.

Esiste dire cose dette o viste immerse in un oceano di bugie e falsità.
Esiste mentire anche per le cose più banali, per esempio quando ti chiedono se stai bene e tu rispondi sempre e solamente bene perché non ti basterebbero le parole per dire come stai, e soprattutto non puoi dire veramente come stai per non far preoccupare gli altri e sembrare di essere l'unica persona che sta male.

E poi dire la verità non è mai semplice perché si finisce sempre per ferire qualcuno o te stesso, quindi non si rivela mai.

Per questo saper mentire molto bene è fondamentale.

Mento da sempre, racconto falsità per proteggere tutto e tutti, e l'ho dovuto fare anche ieri sera e lo dovrò fare per sempre, ma non era per proteggere me, anche ma non è il punto.

Ieri sera, la prima sera che eravamo di nuovo qui, ero alla festa nella sala comune insieme agli altri e stavamo tranquilli come sempre, le solite cose, ragazze che ci provano con noi, alcol e altro.

Ma a un certo punto mi sono reso conto che c'era anche Mrs. Rompiscatole, non la avevo minimamente vista e era meglio che non ci fosse, non la volevo lì, ma purtroppo non potevo farci niente.

Credevo che non ci fosse perché la festa l'ho organizzata io con gli altri e lei non viene mai nei posti in cui sono io e io non vado nei posto dove è lei, quindi molto probabilmente non lo sapeva e l'amica sì.

Il motivo per cui ho mentito è che quella stupida ragazzina ieri sera si è lasciata andare un po' troppo e ovviamente essendo poco intelligente non si è neanche accorta che dei coglioni la toccavano, e con lei anche la sua amica, è così che Draco è partito in quarta per andare a spaccare la faccia a quei coglioni, e poi tutti noi siamo dovuto intervenire e aiutarle.

Non si reggevano neanche in piedi, avevano bevuto molto e a un certo punto durante il nostro discreto intervento la spocchiosa è pure svenuta quindi dato che nessuno la aiutava sono dovuto andare io, cosa che non volevo e non avrei mai fatto.

Ma a quanto pare è accaduto, le abbiamo aiutate ad andare in camera e poi messe a letto. Non si ricorderanno nulla quindi non mi preoccupo del fatto che sappia che l'ho aiutata.

E non lo dovrà sapere, ho fatto un patto con una nostra conoscente, Pansy Parkinson, e se ne occuperà lei. Spiegherà loro cosa è accaduto e che le ha aiutate lei, questa è la storia, non la vera ma abbastanza realistica da essere vera.

E dato che inizieranno le lezioni dovrò ignorare lei e altro, e sono anche nella squadra di quidditch quindi.

Come ho detto le menzogne sono indispensabili per vivere. Senza si è persi e nulli, si è un ammasso di perenne verità e ferite create da essa.

Si sta meglio con le bugie anche se nessuno lo ammette.
Ma io sì, per adesso almeno.

💫

Sheila

Il rumore nella mia testa non cessa da ore, ed è l'unica cosa che percepisco quindi non so cosa fare, dove sono né cosa sia successo.

Il mio corpo è pesante e non riesco molto facilmente a muoverlo, sembra che un camion mi sia passato sopra.

Non ricordo nulla di quello che sia successo e non capisco neanche dove sono. Cerco di aprire gli occhi ma sento le palpebre pesanti, però la mia pelle percepisce stoffa e qualcosa di morbido.

Sarò in un letto, probabilmente il mio, ma come ci sono arrivata e che ore sono?

Con estrema lentezza alzo il braccio e cerco la sveglia, dopo tentavi vani la trovo e la prendo, e scopro che sono le otto del mattino ed è estremamente tardi, la prima lezione dall'anno è già incominciata e ho saltato la colazione.

Mi alzo in fretta e guardo se Nora è nel suo letto, e sì dorme ancora tranquilla.

«Nora alzati è tardi, la lezione è già incominciata su svegliati!» urlo mentre mi preparo in fretta.

«Mhm un attimo...» mugugna mentre manco si muove.

«No alzati ora, siamo già in ritardo non aggravare la situazione ti prego.» mi avvicino a lei e le prendo le spalle strattonandola un po'.

E lei di riposta emette dei mugugni strani ma alla fine si alza e va a prepararsi, mentre io dopo aver messo la toga mi muovo per sistemare il cespuglio che ho in testa.

«Come abbiamo fatto a svegliarci tardi? E cosa è successo ieri sera?» domanda Nora mentre finisce di sistemarsi.

«Non ne ho idea ma muoviamoci.» prendo i libri e indosso le scarpe.

Di corsa usciamo dalla stanza e velocemente ci dirigiamo verso la classe di storia della magia, prima lezione dell'anno, non mi lamento la materia mi interessa un pochino.

Arrivate ci rincomponiamo e entriamo, tutti i nostri compagni sono ai loro posti, sui banchi ci sono i libri e un foglio, pare che ci sia un test di ingresso, che bello guarda non vedevo l'ora.
Prima lezione stupenda direi no?

«Ragazze vi sembra il momento di arrivare a lezione?» il professor Bins chiede osservandoci.

Devo inventare qualcosa subito o saremo nei guai. Mi volto verso Nora che sta pensando a cosa dire ma le faccio segno che ci penso io.

«Ci scusi professore, noi non volevamo arrivare in ritardo, non ci siamo svegliate perché le sveglie si sono inceppate.» rispondo cercando di essere il più convincente possibile.

«Va bene vi credo per oggi, ma che non ricapiti più chiaro?» e noi annuiamo soltanto andando nei posti liberi.

E guarda un po' dove sono capitata, a destra ho Nora ma a sinistra lo scellerato Riddle, ma si potrà avere così tanta sfortuna.

Non guardo, non voglio vedere quello schifo la mattina presto, il mio sguardo è rivolto al professore che ci spiega cosa dovremo fare oggi e del piccolo test di ingresso, giorno stupendo per farlo, io mi butto dalla finestra.

«Ragazzi mi dispiace ma dobbiamo fare il test di ingresso, prendete la vostra penna e rispondete alle domande, se avete bisogno chiedete pure ma non vi dirò le risposte, vi aiuterò a ricordare.» ci informa il professore per poi sedersi alla cattedra.

Noi iniziamo il test, e tutti sono concentrati e anche io, non sembra così difficile. Non mi ricordo tutto il programma dell'anno scorso ma le domande mi sembrano semplici.

Rispondo alla metà delle domande quando avverto degli occhi che mi osservano, non occhi qualunque ma dell'imbecille che ho destra.

«Che vuoi?» bisbìglio lanciandogli una occhiataccia.

«Oh nulla solo...non pensavo fossi così intelligente ragazzina.» mormora lui.

Fa sul serio?

Stavo per insultarlo quando il professore si gira dalla mia parte e scruta tutti, io abbasso lo sguardo e faccio finta di scrivere.
Appena si gira e va verso l'altro lato dalla classe, rispondo alla pecorella rompi coglioni.

«Primo non chiamarmi così. E secondo be' io penso che tu sia stupido, siamo pari quindi. E francamente mi sottovaluti troppo, pecorella.» sussurro per poi tornare al compito.

Lui mi lancia uno sguardo interdetto per poi osservare il suo foglio, non prima però di aver borbottato “ma certo credici”, che io ho palesemente ignorato e fatto finta di niente.

Dopo che tutti abbiamo completato e consegnato il test, Bins spiega il nuovo e primo argomento dell'anno, Il Secondo Periodo d'Oro della Magia.

Seguo la lezione attentamente, non mi piace studiare ma devo per forza e alcune materie mi interessano davvero, come questa.
Vengo distratta un paio di volte sempre dal pezzo di schifo, che mi guarda con la faccia di chi è infastidito dalla risposta di prima, e io voglio tiragli un pugno in faccia.

Mi manda in bestia, non so il perché, anzi lo so bene, la sua faccia fa scattare in me la rabbia, quella repressa. Io semplicemente lo ignoro cercando di non distrarmi, anche

Nora si volta verso di me per capire cosa avessi, ma le faccio segno che va tutto bene, come sempre.

Dopo tempo infinito questa dannata lezione finisce, prendo il libro e il mio quaderno degli appunti, esco dalla classe e aspetto Nora per andare alla lezione seguente.

«Sul serio Sheily che è successo a lezione?» ed ecco Nora che chiede cose molto importanti. sì certo.
«Nulla.» sbuffo iniziando a camminare.

«No so che non è nulla, ho visto come tu e Riddle vi stavate incenerendo a vicenda. Dai su racconta» insiste lei ancora.

E va bene parliamone.

Non che ci sia molto da raccontare ma se vuole.

«È solo che mi ha disturbato e ci siamo messi a discutere come sempre, e poi continuava a fissarmi e io volevo tiragli un pugno.» riassumo in breve.

Brevissimo in realtà.

«Mi sembra giusto essendo che siete voi, riuscirete mai a non litigare?» domanda un'altra volta nel giro di due settimane.

«Ti pare, no manco morta. Litigare con lui è la cosa che posso fare se non voglio tiragli un gancio destro sul naso.» sospiro alzando gli occhi al cielo.

È da anni che Nora mi chiede il perché litighiamo ogni volta che ne ha l'occasione, il perché non riusciamo ad andare d'accordo e perché lo odio tanto.
Il motivo lei non lo sa, non lo saprà mai. È successo tutto al primo anno ma nessuno lo sa e così deve restare, niente deve cambiare.

«Lo so, dai andiamo che se facciamo tardi, ancora, probabilmente ci squartano.» mi fa notare Nora mentre prendiamo a camminare.

«Hai ragione, la McGranitt ci aspetta.» esclamo io e camminiamo rapide perché quella potrebbe espellerci in un secondo.

No dai è più Piton che potrebbe ucciderci e poi farlo.

Le lezioni seguenti si svolgono tutte normalmente, le seguo e sto molto attenta, almeno non devo studiare dopo. È il mio metodo, l'attenzione in classe è fondamentale se vuoi capire e non sprecare tempo poi durante le giornate a stare sui libri.

La fine dell'ultima lezione del mattino determina l'inizio del pranzo, andiamo in Sala Grade e mangiamo normalmente, per fortuna lo scellerato e la sua gang si sono seduti distanti da noi, almeno oggi.

Adesso che ci penso non ho ancora capito cosa è successo ieri sera, come abbiamo fatto ad arrivare in stanza? Non mi ricordo nulla, soltanto che stavamo ballando, ma poi buio come se fossi svenuta e la mia mente fosse spenta da quel momento in poi.

«Nora tu ricordi qualcosa di ieri sera?» la guardo chiedendo supllichevole.

«No effettivamente non mi ricordo niente, ma non mi interessa, alla fine siamo arrivate in camera no?» risponde con una tranquillità che mi stupisce.

Ma è pazza?

Ma come fa a non preoccuparsi, come diavolo fa a non interessarsi?
Vorrei avere il suo menefreghismo su questo. Io sono menefreghista ma mi preoccupo per ciò, non riesco a non pensare a cosa potrebbe essere successo ieri sera.

«No Nora. Cazzo noi non ci ricordiamo un emerita minchia e tu non ti preoccupi, potremmo essere stata drogate, toccate, fatto qualsiasi cosa e a te non interessa, come diamine fai?»

Ed ecco che il mio lato ansioso che deve sapere tutto se no esplode.

«Ma io cosa ne so, semplicemente siamo vive cosa mi interessa. E poi anche se ci fosse successo qualcosa me lo ricorderei.» espone la sua idea, bene lo sapevo.

Voi direte fidati è tua amica, ma io non riesco. Non sono sicura che le se lo ricorderebbe, devo saperlo io stessa e devo esserne certa. Fidarsi per me è come cercare di afferrare il fumo, come cercare di essere gentile e clementi con tutti, quindi be' impossibile.

So che non è normale, so che dovrei fidarmi ciecamente della mia amica che ormai conosco da cinque anni, so che sembro pazza ma non ci posso fare niente.

«Tutto bene?» sento Nora chiedere, ed è così che io mi riprendo dal mio momento paranoico completo.

«Sì certo tutto apposto.» affermo aspra, ma è ovvio che sia una bugia.

La giornata passa tra lezioni e momenti di svago e riposo, tutto va per il meglio, ma io continuo a fare ipotesi su cosa sia successo ieri sera.

E ora prima di cena sono in biblioteca appunto per pensare e stare sola, intendo senza Nora. Giro tra gli scaffali quando sento qualcuno chiamarmi, guardando nella direzione da dove veniva la voce scopro che è una ragazza ad avermi chiamata, se non mi sbaglio si chiama Pansy Parkinson.

Cosa vorrà da me? Non ci siamo mai parlate ne incrociate.

«Ehm ciao Sheila.» si avvicina nel mentre.
«Ciao...Pansy.» ricambio un po' stranita.

«So che sembra strano che io ti parli ma devo spiegarti una cosa che ti interessa penso.» spiega vedendomi stranita, ma cosa dovrà dirmi che mi interessa esattamente?

«Cosa devi dirmi Pansy?»

«So che ti chiedi cosa è accaduto ieri sera, ti ho sentita parlarne con Nora Nelson, ero un po' distante da voi ma ho sentito. Ero anche io alla festa e voi eravate ubriache, tanto ubriache, e quasi non svenivate. Due tizzi si stavano avvicinando a voi per toccarvi e io sono intervenuto, voi aiutato ad arrivare in camera e poi me ne sono andata. Tutto qui.» racconta tranquillamente lei.

È questo che è successo allora, lei ci aiutate. Ma c'è una cosa che mi turba, io mi ricordo di aver sentito pugni e urla, ma lei non ha detto di aver fatto qualcosa o che sia stata una rissa.

«Oh ehm grazie...ma per caso c'è stata una lotta, sai pugni e altro?»

«No assolutamente no, vi ho solo riportato in camera.» risponde subito, mhm strano ma per ora gli credo.

«Va bene e grazie davvero Pansy.»

«Figurati.» detto questo se ne va e io rimango ancora lì a riflettere.

Ci sono piccole cose che non combaciano con la sua spiegazione, tipo lo scontro tra pelli e le urla.
E poi le braccia che mi hanno cullato? A chi appartenevano?

Non so cosa pensare ma per ora me ne farò una ragione e non ci penserò più, per ora.

Decido di tornare in camera e entrata mi accorgo che Nora non c'è, dove è? Mi aveva detto di restare in camera a sistemare del cose.

Non voglio stare a pensare pure a lei ora, mi sdraio sul letto e mi rilasso finché non arriva ora di cena.
All'ora di cena vado in Sala Grande e mi siedo da sola, Nora non si è fatta viva in camera.

Ma mi rendo conto in fretta che è esattamente qui al tavolo, ma non vicino a me e non con qualche ragazza, lei è seduta con il gruppo con decift enormi.
Che qualcuno mi spieghi che sta accadendo?

Mi alzo e vado da lei per capire e mandare un'altra volta a fanculo il ricciolo montato, insieme alla sua gang.

«Nora dove cavolo sei stata per tutta la sera e perché sei qui con sti deficienti?»

Lei si gira verso di me ma non parla, sembra allibita e pentita, ma dovrei esserlo io.

«Forse si è stancata di te, Piccola ragazzina.»

Si intromette sempre il maledetto, ma perché mi chiedo io, l'ho detto che lo mandavo a fanculo eh.

«Che cazzo c'entri tu in questo momento, non ti sai fare i cazzi tuoi eh.»

Mi fa incazzare ma porca dannata.

«C'entro se lei è qui con noi, e se to lo chiedi non la abbiamo obbligata.»

Bene una riposta ma non che ci creda, detta da lui poi.

«Ci credo poco, Pecorella.»

Lui si deve sempre intromettere.
Ma non è questo il punto, e soprattutto perché quest'anno è iniziato da due giorni ed è successo il tutto e per tutto? Dove cazzo siamo in un casinò?

«McKenzie calmati era qui con noi, non c'è bisogno di essere così agitate quanto una cavalletta.» esordisce il Malfoy di turno.

«Che? Non risponderò a ciò, furetto bianco sporco.» devo rimanere calma.

«Okay mi arrendo, le ragazze non le capisco.» sbuffa appena lui.

Dimenticandomi di tutti loro mi rivolgo a la mia amica.

«Nora vieni con me e spiegami, ora.»

«Ehm....sì un attimo.»

Un attimo per fare cosa? Mandarli a cagare? Sì decisamente.

Dopo esser stata letteralmente due minuti a fissare tutti e io guardare male lei, Nora si alza e viene con me al posto.

«Perché eri con loro si può sapere?» chiedo ormai stufa.

«Nulla solo che mi avevano chiesto una cosa e io mi sono seduta per spiegarla» risponde e so perfettamente che è una bugia, stiamo al gioco lo stesso.

Anche perché la mia amica che ha sempre evitato loro come me, ora sembra averci a che fare e andarci pure d'accordo.
Tutto senza che io sappia un cazzo, ma io dico che cazzo siamo amiche a fare se mi nascondi tutto.

«Mhm e dove sei stata prima di cena? Non eri in camera come avevi detto.» le faccio notare.

«Ehm certo perché mi è stato chiesto da Piton di fare una cosa.»

Certo come no, andiamo avanti con sta farsa.

«E esattamente cosa?»

«Senti non voglio farmi fare un interrogatorio, sei esagerata e troppo severa, sembri mia madre» innervosita si alza e se ne va, uscendo dalla sala.

Mentre io rimango seduta inerme, ripensando alle parole e al dolore che colmo. Non credo lei l'abbia fatto apposta ma cazzo fa maledettamente male.
So che lei ha mentito non volevo sembrare arrogante, volevo sapere la verità per la prima volta, senza giri di parole. Ma a quanto pare mentirmi è talmente facile da farlo in continuazione, da ormai undici anni.

Rimasta senza fame anche io me ne vado, dirigendomi però alla torre di Astronomia, unico posto che adoro qui, e che sembra accertarmi.

Salendo le scale sento gli occhi pizzicare e lentamente alcune lacrime solcare il mio viso, perché l'ha detto? Sono davvero così? Sono una persona orribile proprio come lui, non voglio, non voglio assolutamente esserlo però.

Arrivata mi accascio sul pavimento, sulla collona, e osservo il cielo stellato.

Perché non sono un'amica normale? Perché sembra che io non riesca ad avere rapporti umani senza frantumarli con le mie stesse parole.

Lui mi ha rotta, mi ha resa vulnerabile, mi ha costretto a pensare a tutto.

Non riesco a contenere le lacrime, loro solcano il mio viso con estrema lentezza e necessità.

Mi sembra di non far niente, mi sembra che io sia rimasta a quel giorno, che io sono solo una bambola al suo gioco.

Ho troppe domande, dubbi, lacerazioni, ferite, ricordi e cicatrici che non se ne andranno mai.

Nessuno le vede, nessuno si rende conto, nessuno prova solamente a esserci. Mi giudicano e io resto forte, perché solo i deboli mostrano la loro vulnerabilità davanti agli altri.

Io non la devo mostrare, deve restare nascosta, invisibile a tutti. Come è sempre stato d'altronde.

A volte mi sembra di impazzire.
A volte...in pratica sempre.

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