Chaotic [h.s.] (italian trans...

Από TheCousinsGang

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"La pazzia è contagiosa." A Psychotic Sequel. Περισσότερα

Sequel Psychotic
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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
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Capitolo 7
Capitolo 8
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Capitolo 16
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Capitolo 17

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Από TheCousinsGang

Riuscivo solo a sentire quel suono acuto nelle mie orecchie. Aveva bloccato tutto il resto, e per un momento, la mia mente aveva dimenticato tutto tranne quell'esplosione forte che mi aveva scossa. Non riuscivo nemmeno a vedere. Sembrava che solo il senso del tatto stesse funzionando correttamente, e se non fosse per quello, mi sarei sentita del tutto persa. Ma riuscivo a sentire il tessuto della t-shirt di Harry sotto le mie dita.

E lentamente, in ciò che sembrarono essere minuti ma che probabilmente furono invece soltanto secondi, le cose ritornarono alla normalità. I rumori nelle mie orecchie si calmarono, mentre la realizzazione mi colpiva; Harry aveva appena sparato ad un poliziotto. Mi teneva ancora stretta tra le sue braccia, non volendo che io assistessi al rapido omicidio. Ma era stato commesso a prescindere.

Sentii il suo braccio rilassarsi lentamente ed io iniziai a muovermi. I miei occhi erano già pieni di lacrime e non sapevo cosa pensare - sapevo di essere scioccata, turbata e spaventata - e non sapevo come comportarmi. Mi allontanai lentamente da Harry per guardarlo in faccia. Ma questo non mi aiutò, perché stava guardando, scioccato, l'uomo a terra davanti a noi. Seguii il suo sguardo e vidi il sangue.

"Rose. . ." Disse a bassa voce, senza guardarmi. "Dobbiamo andare via. Ora."

Il suo tocco si spostò e cominciò ad andare verso il retro della stanza. "Dai, Rose. Non guardarlo."

Scossi la testa. Non era davvero successo. Non riuscivo a formare dei pensieri completi, non sapevo neanche se fossi in grado di camminare. Ma il mio corpo mi dimostrò il contrario, ed iniziai a prendere le nostre borse. Le mie mani tremanti piegarono le lenzuola che avevo disteso a terra la notte scorsa; solo qualche ora fa, quando le cose stavano andando per il meglio.

Non avevamo avuto nemmeno il tempo di dire buongiorno che le cose avevano preso una brusca virata, ed ora un uomo giaceva morto a terra a pochi metri da me. La situazione era sbalorditiva, e non sapevo come reagire.

Morto. Una piscina di sangue scorreva intorno a lui, ed io ed Harry stavamo semplicemente mettendo a posto le nostre cose come se non fosse successo nulla. Anche se era stato piuttosto maleducato, quest'uomo era il figlio di qualcuno, forse il marito di qualcuno o un padre.

"Stai bene?" Mi chiese Harry e sobbalzai per il suo tocco sulla mia spalla.

No, non stavo bene. Ma avevo preso tutte le mie cose, quindi feci del mio meglio per rimettermi in sesto, ed annuii soltanto, mentre guardavo ancora a terra. Riuscivo a sentire i suoi occhi su di me, ma non volevo guardarlo.

"D'accordo, allora andiamo," disse. Rimanemmo lì in piedi e la sua mano scivolò da sopra la mia spalla. Mi guidò attraverso le mura, il più lontano possibile dal corpo. Anche se Harry si trovava alla mia destra, in mezzo a me e al poliziotto, il respiro mi si smorzò lo stesso in gola quando vidi la mano priva di vita. "Dai, Rose, non guardarlo, andiamo," disse di nuovo Harry, accelerando il passo.

La mia mente era in stato di shock ma riuscii ad uscire dalla porta. Ci guardammo prudentemente intorno, come se qualcuno fosse qui fuori pronto a condannarci per il nostro reato. E poi il passo accelerò, e ci ritrovammo a correre velocemente, strappando i rami degli alberi.

E dopo guardai il suo viso; era pallido. C'era quella piega tra le sue sopracciglia mentre si concentrava sui suoi passi, ma non vidi paura, colpevolezza o nausea, cose che io stavo provando. Perché non era scioccato per quello che era appena successo? Voglio dire, un uomo era appena stato sparato. E anche se era stato Harry a premere il grilletto, io ero stata lì a lasciarglielo fare. Avevo voluto che lui lo facesse. Ma non avevo pensato al fatto che avrei visto il sangue dell'uomo disteso sul pavimento, non avevo pensato alla sua pelle morta.

Il mio respiro divenne sempre più irregolare, ma non era dovuto solo alle mie gambe scattanti o al duro lavoro dei polmoni. Era come se non riuscissi a cancellare l'immagine dalla mia mente. "Harry," mormorai, ma le mie parole vennero trascinate via dal vento. Le immagini continuavano a ripetersi nella mia mente; lo sparo, il sangue, la sua mano immobile. "Harry," dissi più forte, e questa volta mi guardò.

"Hai appena ucciso una persona." Le parole valevano per me così come valevano per lui, ma avevo bisogno di dirle. "Quell'uomo è lì a terra perché noi due -" Cercai di dire ma mi lasciai sfuggire un singhiozzo invece di continuare. Mi fermai, il vento portava i capelli sul mio viso e la mia gola divenne secca. Morto, lui era morto. Non riuscivo a pensare ad altro ed iniziai a piangere. "Il suo sangue - " Singhiozzai, ma questo fu tutto ciò che riuscii a dire.

"Rose," sussurrò Harry. Senza dire un'altra parola, avvicinò il mio corpo tremante al suo. Le mie braccia erano incrociate al petto, e le sue erano avvolte attorno la mia schiena come uno scudo. "Lo so, piccola, lo so." Mi accarezzava lentamente per farmi rilassare.

Non avevo tempo per incazzarmi su questo, lo sapevo bene. Era solo che non riuscivo ad evitare il profondo turbamento che sentivo nella bocca del mio stomaco. Non riuscivo a bloccare i flash di immagini nella mia mente, non riuscivo a comprendere cosa fosse appena successo. Harry era vissuto nella violenza durante la sua vita, aveva anche ucciso qualcuno prima d'ora. Io, invece, ero totalmente sotto shock.

"Hey," disse Harry dopo alcuni secondi e mise le mani su entrambi i lati del mio viso per farmi alzare lo sguardo. Poggiò la sua fronte contro la mia. "Non avevamo altra scelta, okay? Ci avrebbe rimandato al manicomio oppure ci avrebbe sparato. Non c'erano altre opzioni. Tu non hai fatto nulla di male."

Ovviamente avevo fatto qualcosa di male, ma gli occhi di Harry penetrarono dentro i miei e il loro colore smeraldo trasmetteva certezza - come se mi stessero pregando di capire. "Okay?" Chiese dolcemente.

"Okay," risposi, il che lo fece sorridere. Il senso di colpa rimaneva, ma era riuscito a farmi diminuire un pochino la nausea e la paura.

"Odio farlo, Rose, ma dobbiamo muoverci. Probabilmente le persone hanno sentito il . . .trambusto." Notai che avesse evitato di dire 'sparo' o 'assassinio.'

Annuii e mi asciugai le lacrime sul viso. "Sì, dovremmo proseguire," concordai. Harry piantò un bacio sulla mia fronte, e poi ritornammo entrambi a correre.

Era successo tutto così velocemente. Harry aveva sparato ad un poliziotto, io avevo avuto il mio crollo, ed eravamo tornati a fuggire, il tutto in una manciata di minuti. E mi era quasi sfuggito quel senso di stranezza riguardo questa situazione; Harry stava bene. Sapevo che fosse vissuto tra la violenza e che avesse ucciso James, come avevo pensato prima. Ma era comunque strano. Era difficile da riconoscere, ma sentivo una sorta di inquietitudine nel retro della mia mente per questo motivo. Poiché quest'uomo non era James. Lui era innocente, non aveva fatto niente di imperdonabile, e aveva sicuramente una famiglia. Un perfetto sconosciuto. Anche voi pensereste che, non importa chi foste, togliere la vita ad un innocente avrebbe dovuto scuotervi almeno un po'. Ma se non fosse stato per confortarmi, sarei riuscita ad immaginarlo correre senza pensarci due volte.

Ma scacciai questo pensiero dalla mia mente. Questa osservazione non aveva molto senso; magari stava solo nascondendo ciò che provava, o magari era troppo preoccupato di scappare via.

Scossi la testa, cancellando l'idea dalla mia mente. Ci stavo pensando troppo. Harry aveva ragione; dovevamo darci una mossa, specialmente in questo momento. Così decisi di evitare ogni pensiero sull'intera situazione, e mi concetrai semplicemente sui miei passi.

Anche se era più facile a dirsi che a farsi. Poiché, mentre entrambi cercavamo di stare al passo del nostro respiro, non c'era niente che mi distraeva. Chi avrebbe trovato il corpo? Quando lo avrebbero trovato? Tra qualche ora? Giorni? Sarebbero stati degli innocenti adolescenti, come noi avevamo finto di essere? O forse qualcuno aveva sentito lo sparo e aveva già chiamato la polizia. Forse la polizia stava andando lì.

Mi tormentai in questo modo ancora per un po', domandandomi quanto vicini fossero, quale strada avessero intrapreso. E anche se questo aumentava il mio stress, mi aiutò a non pensare al sangue. Corremmo per ore solo con i suoni dei nostri respiri che rimbombavano nell'aria. Non sapevo dove stessimo andando, e probabilmente neanche Harry lo sapeva. Volevamo soltanto allontanarci dal luogo in cui avevamo passato la notte.

Corremmo senza fermarci fino a che il sole non splendeva alto nel cielo, durante ciò che io ipotizzai fossero circa le tre. Ma poi Harry iniziò a rallentare. "Aspetta," ansimò, e mi fece cenno di avvicinarmi a lui. Lo feci mentre lui toglieva le borse dalla sua schiena.

"Non hai mangiato niente oggi," notò. Non ci avevo nemmeno fatto caso, per via della nausea dopo aver visto un uomo morto questa mattina. Non ci avevo fatto caso. Ma avrei dovuto probabilmente mangiare qualcosa.

Annui, cercando ancora di stabilizzare il respiro. "Laggiù," disse, e allungò in avanti la sua testa. Il bosco era piuttosto fitto e gli alberi erano ricoperti dai fiocchi di neve che erano caduti. C'era un posto asciutto sotto ad un grande pino, ed Harry si sistemò vicino al suo tronco. I suoi ricci erano scompigliati e aveva le gambe stese davanti a sé, mentre mi guardava con un sorrisetto. Sembrava così giovane, così diverso da qualcuno che avrebbe premuto il grilletto per mettere fine alla vita di qualcuno.

Non aveva altra scelta. Ricordai a me stessa. Il motivo per cui non sembrava essere quel tipo di persona era perché non era quel tipo di persona. Aveva solo fatto quello che doveva fare per salvarci.

"Dai," Harry sorrise, facendomi cenno di unirmi a lui. Non riuscii a trattenere un sorriso, mentre camminavo verso di lui. Sistemai la mia borsa a terra e scivolai sulle mie ginocchia, aprendola e tirando fuori una barretta di cereali, dei salatini, e una banana divenuta nera. Harry aveva cose simili alle mie nelle sue mani. Raccolsi il cibo, mi avvicinai ad Harry, sedendomi tra le sue gambe, le mie poggiate sulle sue cosce, mentre mi chinavo sul suo petto.

"Mmm," mormorò, una volta che mi fui sistemata. Sentii il suo petto alzarsi e abbassarsi, e lasciai che questo mi confortasse. Volevo solo dimenticare per un po' quello che era successo, rilassandomi tra le braccia di Harry.

Guardò in basso su di me, i miei occhi incontrarono i suoi. "Stai bene?" Chiese molto preoccupato. Cercò qualsiasi paura o sconforto nei miei occhi.

"Sì, starò bene," dissi, e alzai la testa per baciarlo. Le sue labbra erano ancora morbide, persino con questo tempo.

Ritornai a coccolarmi su di lui, e lascia che la sua testa si posasse sulla mia.

"Voglio solo stare da qualche parte al sicuro con te, qualche parte in cui non dobbiamo preoccuparci. Meritiamo di avere un po' di pace, lo sai?"

"Già," concordò. "Ci riusciremo molto presto, Rose, lo prometto. Ci stiamo avvicinando alla fattoria in cui lavoravo. Se riusciamo a non farci scoprire dalla polizia e dalla Signora Hellman, e riusciamo a convincere il mio vecchio amico a procurarci dei passaporti falsi, il gioco è fatto. Me ne occupo io," disse malinconicamente, immaginandosi l'esito del piano.

"So che possiamo farcela," dissi. "Siamo arrivati fin qui. Voglio dire, siamo evasi da un istituto mentale e abbiamo percorso più di cento miglia senza farci catturare. Questo deve essere una sorta di record."

Harry rise, e mi fece fare lo stesso. "Probabilmente lo è," concordò. Infilai un salatino nella mia bocca, e per solo un istante, fui felice.

Ma solo per un istante, poiché i ricordi di questa mattina non sembravano andare via. E volevo sapere l'opinione di Harry su una cosa che mi stava tormentando da un bel po'.

"Hey, uh, hai fatto caso a quel che ha detto il poliziotto?"

Harry rimase in silenzio per un po', ma il suo corpo era comunque rilassato. "Riguardo cosa?" Domandò.

"Riguardo l'assassinio. Ha detto che qualcuno è stato recentemente ucciso in città. E ho subito pensato di aver sentito la stessa cosa nella città in cui siamo stati prima, qualcuno che è stato ucciso anche lì, ed io. . ." Alzai il mio viso così da poterlo guardare. "Non pensi sia strano?"

Harry mi scrutò per un momento, e poi spostò lo sguardo sugli alberi. No, non penso sia strano," disse alla fine. "È una disgrazia che delle persone stiano venendo uccise, ma è una cosa che succede sempre. Non ha niente a che vedere con noi, penso sia solo una coincidenza."

"Sì," sospirai. Avrei voluto scrollarmi di dosso il pensiero così come aveva fatto lui, ma era strano per me.

Poi Harry mi guardò di nuovo, infilando le sue dita tra i miei capelli. "Hey, non preoccuparti. Hai già troppe cose nella tua mente a cui pensare, e questa non deve essere una di quelle, okay?" I suoi occhi erano imploranti, quasi come se volesse farmi dimenticare quel pensiero. Di solito era lui quello che si soffermava a pensare di più, ma aveva cacciato via velocemente questo pensiero. Probabilmente perché era una cosa che non ci riguardava, ed io mi stavo solo comportando da ridicola. Giusto?

Annuii, poggiando nuovamente la testa sulla sua spalla. "Già, devo smetterla di saltare a delle conclusioni," decisi. Mi avrebbe solo fatto del male, torturarmi con tutte queste idee.

"Saliremo su un aereo molto presto, e non dovrai più preoccuparti di nulla," disse Harry. E nonostante tutto, fui così grata di avere lui al mio fianco. Riusciva a trasmettermi la sua sicurezza e speranza.

Dopo aver mangiato per un paio di minuti, si spostò per raggiungere la sua borsa, prendendo le sigarette. Infilò una tra le sue labbra e continuò a frugare nella borsa per prendere l'accendino. Ma lo fece più a lungo di quanto mi stessi aspettando. "Dove diamine sta il mio accendino?" Chiese a se stesso e anche a me, la sigaretta danzò tra le sue labbra quando parlò. Svuotò a terra la sua borsa piena di roba. Non trovò nulla. "Ti dispiace controllare nella tua borsa, cucciola?" Domandò, mentre controllava le tasche dei jeans davanti a lui.

"Sì, certo," mi diressi verso la mia roba. Cercai anche nella mia borsa, spostando oggetti di qua e di là. Ma non trovai nulla.

"Non l'hai lasciato in quella casa, vero?" Gli chiesi.

"No," disse. "Ho controllato ben due volte per assicurarmi che non avessimo lasciato nulla."

Mi guardai intorno solo per accertarmi se stesse qui a terra da qualche parte.

"Sai cosa," disse Harry. "Mi deve essere caduto. Cazzo."

"Sicuro?" Chiesi. Non sapevo come fosse potuto cadere, e non mi piaceva l'idea di lasciare dei possibili indizi lungo il cammino.

"Sì," disse Harry. "Porca puttana, come faccio a fumare ora? Cazzo," disse.

Feci spallucce, non avendo una risposta da dare. Ma per qualche strana ragione, che non riuscivo ad identificare, c'era qualcosa di minaccioso riguardo questa situazione. Riguardo tutto il giorno, a dir la verità. Sembrava che fossi spaventata da tutto. Forse era a causa del poliziotto o degli assassini, ma avevo la sensazione che la perdita dell'accendino sarebbe stato il più piccolo dei nostri problemi.

KELSEY'S POV

La fuga di Harry e Rose, come si aspettavano tutti, aveva portato ad un gran tumulto. La Signora Hellman era più pazza che mai, la sicurezza era più forte che mai, ed io e Lori eravamo più preoccupate che mai. Noi avevamo contribuito alla loro fuga, e loro, i poliziotti, ci travolgevano di domande come se anche loro lo sapessero.

Ma io e Lori avevamo marcato il nostro territorio. L'intera situazione ci aveva avvicinate molto. Ci studiavamo i nostri alibi e le storie da raccontare. Tuttavia, lei stava iniziando ad ammalarsi e io cominciai a preoccuparmi. Ed ero anche preoccupata per Rose. Non mi ero mai fidata di Harry. Sperai che lei stesse bene con lui. Ero sicura che lui la amasse, questo potevo ammetterlo, e pregai soltanto che la stesse mantenendo al sicuro.

Intendevo dire letteralmente al sicuro. La Signora Hellman aveva ammesso che i suoi fuggitivi fossero molto probabilmente vivi. Ed ora che lo aveva ammesso, era furiosa. Sapevamo tutti che non si sarebbe fermata davanti a nulla pur di trovarli. E con l'enorme squadra di ricerca che era stata appena mandata a catturarli, pregavo ogni notte per Rose ed Harry.

Che Dio li aiuti - ne avranno bisogno.

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