Black Widow

By Tsiara

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Quasi tutti hanno visto i film della Marvel, ma quasi nessuno conosce la vera storia dei personaggi, ed io e... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Civil War

Capitolo 15

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By Tsiara

Natasha non ci mise molto tempo ad ambientarsi: il palazzo era grande, ma dentro di esso si sentiva a disagio. Così le procurarono un piccolo appartamentino dotato di tutti i tipi possibili e inimmaginabili di sicurezza, dopotutto era ovvio che il KGB avrebbe tentato di riprendersi la sua Vedova Nera. Inizialmente non fu facile interagire con gli altri eroi, troppo spesso le sue chiacchiere erano riservate a Clint. Soprattutto con Iron Man. Non avevano avuto modo di parlare e nessuno dei due sembrava interessato all'argomento. Le cose iniziarono a migliorare quando riuscì a stringere almeno un minimo di amicizia con la ragazza vespa. Il suo nome era Janet e sembrava molto simpatica. Non conosceva molto di lei, e alla fine le sebrava giusto così, sapeva solo che aveva una relazione con Hank, l'uomo capace di diventare piccolo come una formica e grande più di un aereo. Si, era stata gentile e si era trovata bene con lei, almeno finché un giorno, trovatesi sole dopo una riunione, non avevano iniziato a parlare del più e del meno e Natasha aveva fatto la stupida domanda riguardante il futuro.
"Dove mi vedo? Morta in una missione nel peggiore dei casi e libera da tutto nel migliore."
"E non c'è una via di mezzo?" Aveva continuato a domandare. Lei non aveva mai fatto progetti per il suo futuro, non aveva mai neanche creduto di poterne avere uno all'infuori della Stanza Rossa! Tutto quello gli sembrava già un buon futuro, in fin dei conti aiutare gli altri la faceva sentire meno in colpa per tutto ciò che aveva fatto. Non poteva neanche usare la scusa del condizionamento mentale dato che quando era in missione nessuno all'infuori di lei aveva avuto il controllo sulle sue scelte.
"Oh si." Aveva continuato Janet.
"È con Hank. Magari noi due sposati in una bella casetta e, perché no, una bambina che scorrazza per casa. E tu? Come ti vedi?" Natasha si chiese come mai quello non fosse il suo futuro preferito, ma tenne la domanda per se.
"Non lo so, dopo tutto quello che ho passato, questo mi sembra perfetto. Voi siete gentili, mi avete offerto una casa e un lavoro, non ho mai avuto nulla di mio e adesso ho tutto ciò di cui ho bisogno. Questo è un sogno." Janet si passò una mano tra i capelli.
"Nessuno può davvero volere questo dal futuro, è...deprimente. Non preferiresti una famiglia tua? Non vorresti, come me, dei figli?" A quel punto si era creato il gelo nella stanza e tra le due donne. Si, le sarebbe piaciuto molto, eppure il KGB le aveva portato via anche quella possibilità.
"Certo. Ma questo è il futuro  migliore che potrei mai avere." E senza aggiungere altro era andata via. In un secondo momento si era sentita un po male per come si era comportata, alla fine Janet non aveva colpe se non la curiosità. Continuarono a parlare, meno di come facevano prima di quella conversazione, ma Natasha non se la sentiva di tagliare i ponti con lei. Non aveva mai avuto una vera amica, Yelena c'era stata eppure non riusciva ancora a chiamarla amica, almeno non dopo il modo brusco in cui l'aveva trattata, e non voleva abbandonare quella ragazza divertente. Per un periodo poi iniziò ad evitare Clint, o per lo meno fece attenzione a non rimanere sola con lui. Si era accorta che l'interesse che lui provava stava diventando troppo intenso e la Vedova non riusciva a non darsi la colpa. Lei lo aveva coinvolto, lei lo aveva baciato una volta, lei lo aveva sedotto per ottenere una mano, e sempre lei si sarebbe sentita malissimo se l'arcere avesse sofferto, soprattutto dopo tutte le cose belle che aveva fatto e detto per proteggerla. Così per cercare di fargli passare quella cotta (nonostante sapesse che di cotta non si trattava più ormai) iniziò a parlare con gli altri ragazzi dei Vendicatori, evitando accuratamente Iron Man. Il loro leader era un ragazzo biondo di nome Steve con una storia davvero affascinante: a quanto le era dato sapere, non che fosse una cosa tanto segreta poi, veniva da un'altra epoca. Dato per morto dopo una missione era rimasto congelato nel ghiaccio per vent'anni ed era tornato a salvare il mondo, di nuovo. Il suo nome era Captain America. Quelle due parole aleggiarono nella mente della ragazza per un po, doveva aveva già sentito quel nome? Tutta via decise di archiviare l'idea, probabilmente era stato durante i suoi anni al KGB. Hank Pym era un uomo geniale. Non era riuscita a scambiare molte parole con lui dato che passava la maggior parte del tempo in un laboratorio che non aveva interesse a vedere. Era il compagno di Wasp, ma a differenza della ragazza non era aperto a molte chiacchiere. E Natasha non ci teneva neanche troppo.
Natasha venne a conoscenza dello S.H.I.E.L.D pochi giorni dopo che i Vendicatori l'avevano accolta a casa loro. Un uomo di nome Nick Fury era andata a trovarla nella sua stanza. Aveva capelli neri, un colorito pallido e una benda sull'occhio.
"Dove lavoro io siamo rimasti tutti colpiti dalle tue abilità. Ho bisogno di te nella mia squadra al più presto." E la Vedova aveva accettato. Non solo necessitava di sentirsi utile, ma le missioni lontane da quell'edificio la interessavano parecchio...soprattutto perché Clint non ci sarebbe stato.

Così Nick Fury si presentò un venerdì. Bussò sulla sua porta, ma quando Natasha gli diede il permesso di entrare lui non lo fece e si limitò a dire solo.
"Tra due minuti nella sala riunioni. Indossa il costume." La ragazza aveva ubidito. La nuova attrezzatura, formata da ottimi gadget più tecnologici, le piaceva molto di più rispetto alla vecchia. Era dello stesso nero cupo che le ricordava il KGB, eppure era stata lei a chiedere se fosse stato possibile mantenerlo. Il suo nome era pur sempre Vedova Nera. Quando si arrivò nella stanza trovò Fury davanti all'enorme tavolo.
"Ed è esattamente questo..." Stava dicendo ad un uomo vestito di rosso prima che si interruppe notando che Natasha era arrivata. Il ragazzo non si girò a guardarla, non sembrava neanche essersi accorto della sua presenza. L'agente dello S.H.I.E.L.D fece un gesto per far accomodare la Vedova.
"Natasha Romanoff, questo è Matt Murdock, noto anche come Daredevil. Ti affiancherà nelle tue prossime missioni." Il ragazzo sorrise sotto la maschera e tese la mano alla Vedova.
"Non preoccuparti, puoi chiamarmi solo Devil sul campo di battaglia." Fury battè le mani l'una contro l'altra.
"Ora che vi siete conosciuti possiamo tornare alla vostra missione." Iniziò a scrivere sulla lavagna posta dietro di lui che fino a quel momento era rimasta inutilizzata. Sembrava rivolgersi soprattutto alla ragazza.
"Abbiamo scovato alcune minacce comuniste che stanno mettendo a rischio i civili. Non siamo riusciti a capire ancora i loro piani, ma presto lo scopriremo. Tra questi comunisti siamo riusciti a rintracciare il più importante fra tutti quei soldati. Si fa chiamare il Guardiano Rosso. Come per ciò che riguarda il resto della squadra nemica, non siamo riusciti a identificare il suo scopo, ma una cosa è certa: non si tratta di nulla di buono. La vostra missione sarà quella di sventare un sabotaggio che si terrà domani alla centrale elettrica. Avete oggi pomeriggio per allenarvi, vi terrò aggiornati." Il piano, dopo essere stato spiegato e scritto, venne cancellato. Fury uscì dalla stanza, ma nessuno dei due eroi ebbe il coraggio di muoversi. Almeno finché Murdock non parlò.
"Sai, se dicessi qualcosa mi aiuteresti a vederti. Sei molto silenziosa." Natasha sorrise a quel complimento. Il KGB aveva fatto un buon lavoro con lei.
"Sei ceco, vero?" L'aveva capito dal modo strano in cui guardava il vuoto dietro Fury, dal fatto che non si fosse girato a salutarla quando era entrata e ora da quella strana frase. A confermare i suoi sospetti fu proprio l'eroe quando voltò il corpo e la testa verso di lei.
"Sei una brava osservatrice. Vuoi prendere un caffè?" Natasha fu titubante.
"Ora che siamo partner dovremmo almeno conoscerci un po meglio, no?." Ma alla fine cedette. In fondo, che male poteva fare un amico in più?
Matt la portò in un piccolo bar vicino la base segreta dei Vendicatori dopo che entrambi si furono cambiati. Si sedettero e non aprirono bocca finché una cameriera non prese le loro ordinazioni. La Vedova iniziava a non sopportare più quel silenzio.
"Posso chiederti come fai allora ad essere un eroe se non ci vedi?" Devil non rispose e la ragazza pensò di averlo offeso in qualche modo.
"Scusa se sono indiscreta...ma sei tu quello che ha detto che dovevamo conoscerci meglio!" Matt scoppiò a ridere dopo quelle parole.
"Wow, usare le mie stesse frasi contro di me, ingegnoso! Comunque tranquilla, me lo chiedono tutti. Ho gli altri quattro sensi molto più sviluppati e riesco a percepire i miei nemici durante un combattimento. Non è una grande consolazione, ma è pur sempre meglio di niente."
"E così ci sei nato?" A Natasha affascinava la possibilità che ci fossero davvero delle persone nate con certe abilità. Non voleva credere che gli eroi fossero solo frutto di sofferenza.
"No, ci sono diventato. Ho salvato un anziano che stava per essere investito da un camion che contevena scorie radioattive. All'epoca non sapevo cosa trasportasse. Ho perso la vista a seguito dell'incidente, ma quelle scorie, come ti ho detto, mi hanno potenziato notevolmente gli altri sensi."
"E cosa facevi prima? Chi eri?" Non credeva neanche che prima tutte quelle persone avessero avuto una vita. Non tutte erano come lei.
"Ero solo Matt Murdock, un semplice avvocato...ma ora basta parlare di me. Dimmi qualcosa di te." Natasha rabbrividì sulla sedia. No, non voleva nonostante quel ragazzo fosse stato tanto gentile. Così decise di sfruttare una delle sue grandi abilità, scordandosi che fosse ceco.
"Non oggi, che gusto ci sarebbe altrimenti? Facciamo che te lo racconto la prossima volta, così hai una scusa per invitarmi ad uscire di nuovo."
"D'accordo, allora facciamo dopo la missione."

Ma prima che potessero rivedersi al bar passarono alcune settimane, quel compito che doveva essere semplice gli portò via più tempo di quello che avevano previsto. Sicuramente Natasha, quando aveva sentito parlare del Guardiano Rosso, non si era aspettata nulla di tutto ciò che era invece accaduto. Lei e Matt stavano combattendo fianco a fianco contro dei nemici che non erano davvero una minaccia. La Vedova osservava stupita le tecniche di combattimento dell'altro: non sbagliava mai un colpo o un pugno e si muoveva con tanta leggiadria che non si sarebbe mai detto fosse ceco. E nonostante quella piccola distrazione era rimasta concentrata sui suoi obbiettivi. Questo almeno finché non udì il suo nome.
"Natasha..." Qualcuno l'aveva appena sussurrato accanto a lei. Era la voce di un uomo che conosceva, che suonava di passato, una voce che a mala pena ricordava di chi fosse stata ma, allo stesso tempo, non avrebbe potuto dimenticare del tutto. Così si voltò e le parole le sfuggirono di bocca ancora prima di vedere il Guardiano Rosso.
"Alexei..." Indossava una maschera dello stesso colore della stanza che fin da piaccola l'aveva ospitata. Il colore del sangue. La Vedova barcollò leggermente indietro mentre Daredevil girava cauto su se stesso per cercare di capire cosa stesse succedendo. L'uomo, che era anche marito della ragazza, fece un passo verso di lei allungando una mano, ma lei si tirò indietro.
"T-tu sei morto. Non dovresti essere qui." Ma alla fine non sapeva neanche lei perché fosse così sorpresa: quando mai il KGB le aveva detto la verità? Alexei si tolse la maschera, così che gli fu visibile il viso.
"No, non è vero. È tutto una bugia. Ascolta, non c'è molto tempo." Si girò ansioso alle sue spalle prima di tornare a parlare.
"Ti hanno solo fatto credere che fossi morto. Dovevano affidarmi una missione segreta e non potevano rischiare che qualcuno scoprisse la verità."
"Basta. Non mi importa. Siamo nemici, con te non voglio parlare!" Natasha si voltò e toccò sul braccio Matt.
"Andiamo Devil, qui abbiamo finito." Gli sussurrò nell'orecchio. Alexei però riuscì a dire le sue ultime parole.
"Io ho scelto la mia strada e tu la tua, sono d'accordo, ma non è passato giorno in cui non abbia pensato a te." La Vedova non si voltò. Strinse le labbra e scappò via nella consapevolezza che si, la missione era compiuta, ma che era stato possibile grazie ad Alexei.

*Vorrei fara un paio di mie considerazioni personali, perciò se non volete spoiler del prossimo capitolo non leggete oltre. Uomo avvisato mezzo salvato.

Diciamo che è abbastanza chiaro il fatto che tra Nat e Devil nascerà qualcosa...no? Ebbene, solo io sono abbastanza imbarazzata nel sapere che stavano insieme? Cioè Natasha non riesco a vederla con qualcuno che non sia Clint o Bucky, voi?

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