Ogni secondo

By laragazzadelcieloblu

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Nuova città, nuova casa, nuova scuola, nuovi amici, nuova vita. Addison va incontro a tutto questo cercando d... More

1. Addio
2. Welcome to Santa monica
3. Primo Giorno
4. Mensa
5. Nuove conoscenze
6. Beach volley
7. Ginnastica e verbi
8. L'uomo della terza ora
9. Chimica e inviti
10. Pre festa
11. Figure di merda
12. Sette minuti
13. Pancake, "quello" e baci
14. Le feste il lunedì sera
15. Ricordi e fratelli stronzi
16. Baci rubati
17. Calci dolorosi
18. Spiaggia e docce
19. Rivelazioni e falò
20. "Io amo le risse"
21. Amici gay e hockey
22. Dov'è il bagno?
23. Acqua inaspettata
24. Guerra
25. Cambiamenti
26. Amiche e ricerche
27. Elio
28. Litigate
29. Bei modi per fare pace
30. Campione di olimpiadi
31. Febbre e freddure
32. Déjà vu
33. Passaggi
34. Biglietti e punizioni
35. Partita noiosa
36. Gelosia
37. Labbra appiccicose
38."Ti stai ******** mio fratello?"
39. Giochi da bordello
40. Allenamenti e ricordi dolorosi
41. Amatriciana
42. Colpo di scena
43. Mr. Sono un figo e so di esserlo
44. Mi piacciono solo le bionde
45. Fruttivendoli e cibo cinese
46. Ben Qualcosa
47. Venice beach
48. Nessuno lo deve sapere
49. Messaggi senza risposta
50. Baci e vigilie
51. Buon compleanno
52. Moon park
53. Video por*o in diretta
54. Segreti svelati
55. Mi sono proprio persa
56. Patti e sveltine
57. Ora siete anche fidanzati?
58. Ogni secondo
59. Ho urgente bisogno di te
60. Innamorato della vita
61. Vasca
62. Amore e sincronie
63. Stasera rimango da Logan
64. Fanculo chi dice che avere un atleta come ragazzo non abbia vantaggi
65. Era una trappola vero?
67. Perché le persone non riescono mai a non fare schifo?

66. Ho già detto che il coach ha un'aria che incute troppo terrore?

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By laragazzadelcieloblu


Logan's Pov
"Buongiorno gente." Esclama Jonathan, facendo il suo ingresso nella mensa della scuola.
"Dove cazzo sei stato." Sbotto prima di riuscire a trattenermi.
Sono passati cinque giorni dalla rissa e non sono mai riuscito a parlare con lui.
Sono andato a casa di Melissa la mattina dopo l'accaduto ma, forse fortunatamente, l'ho trovata tranquilla a dormire nel letto da sola.
Quando l'ho svegliata era abbastanza spaesata e non ha saputo dirmi dove fosse Jonathan, mi ha detto che la sera prima, quando si era addormentata, lui era ancora lì.
Da allora abbiamo provato tutti a chiamarlo spesso ma sembrava completamente sparito dalla faccia della terra.
Non è la prima volta che Jonathan non si fa sentire, però non accadeva da tanto e non mi aspettavo che sparisse subito dopo una rissa.
Soprattutto visto che gli Hudson sono giorni che postano sui social frecciatine inutili in cui provano a farci paura.
L'ultima è stata postata da Luke ieri su Instagram, era una foto del momento in cui in una partita scorsa io e lui ci eravamo scontrati addosso alla parete. La didascalia della foto era molto
chiara, diceva testuali parole: non c'è niente di meglio che fare del male sul campo agli stronzi della scuola pubblica, o forse sì, fargli del male anche fuori dal campo.
Un anno fa avrei reagito alle sue provocazioni, adesso invece ho di meglio a cui pensare rispetto a quel coglione.
E, onestamente, se davvero avesse le palle verrebbe ad affrontarmi e io mi comporterei di conseguenza.
Ovvero picchiandolo finché non capisce di doverla smettere di girare intorno a me e alle persone a cui tengo.

"Jon dov'eri finito? Ti abbiamo chiamato tantissime volte, potevi degnarti di dare tue notizie almeno ad uno di noi." Asserisce Alex, facendomi tornare alla realtà.
Sono seduto al solito tavolo della mensa, quello popolato dalla squadra di hockey e dai più simpatici della squadra di football. Jonathan ci ha appena raggiunto, come
se non fosse appena resuscitato dalla terra dei morti.
"Non fatela lunga, sono stato via solo un paio di giorni." Replica, facendo un sorrisetto storto, prima di continuare.
"Ma fa sempre piacere sapere che mi pensiate continuamente ragazzi." Io, come probabilmente tutti i presenti a questo tavolo, alzo gli occhi al cielo.

D'improvviso percepisco uno strano calore alla nuca, e non ci vuole tanto per realizzare che sia la presenza di Addison a farmi quest'effetto.
Infatti, quando mi volto, incontro i suoi grandi occhioni che scorrono velocemente tra me e il ragazzo in piedi alle mie spalle.
Vedo la confusione portarla ad aggrottare le ciglia e poi si dirige a grandi passi verso di noi.
A scuola non so se si sappia che sia la mia ragazza, e francamente non mi interessa di ciò che pensano degli sconosciuti.
I miei amici lo sanno e, se qualcuno dovesse per caso provarci con Addison, non esiterei un secondo a mettere le cose in chiaro.

Nonostante questo non abbiamo ancora fatto esperienze imperdibili come pomiciare sugli armadietti incuranti di chi passi oppure sederci vicini alle lezioni distraendoci da ciò che dicono i professori.
Rimedierò presto.

Contrariamente a ciò che mi aspettavo, Addison non si dirige verso di me, ma passa accanto al tavolo e si avvicina a Jonathan.
Prima che lui possa dire o fare qualcosa, lei gli cinge il collo con le braccia, attirandolo a sè.
Rimango immobile e sento le mani perdere la sensibilità per la forza con cui sto stringendo il tavolo.
Sento tanti, troppi, sguardi su di me mentre osservo Jonathan lasciarsi andare ad un abbraccio fin troppo amichevole per i miei gusti.
Passa qualche istante prima che si separino, dopo essersi detti frasi sottovoce e essersi scambiati qualche risata.
Jonathan quando incontra il mio sguardo mi fa un occhiolino che ha come unico potere quello di farmi innervosire ancora di più.
Addison stavolta si avvicina davvero a me e, quando lo fa, le circondo la vita con le braccia prima di sollevarla e posarmela in grembo con facilità.
Probabilmente adesso avrò l'espressione e le movenze di maschio alfa che marca il suo territorio, cosa completamente inutile visto che Jonathan è il mio migliore amico e razionalmente mi rendo conto che Addison lo abbia abbracciato solo perché anche lei, come me, era preoccupata per lui.
Nonostante tutto questo però non riesco a farne a meno e riprendo a mangiare, fissando Jonathan in cagnesco mentre lui continua a fissarmi divertito.
"Come non detto Log, non ti sono mancato poi così tanto." Mi prende in giro quest'ultimo, sedendosi davanti a me e facendo ridere tutto il tavolo.
Mi schiarisco la voce realizzando solo adesso quanto sia risultato stupido, e guardo Addison che però mi rivolge un sorriso dolce che mi scalda il petto e mi distrae dalla situazione.

"Sei carino da geloso, lo sai?" Mi domanda, prendendosi anche lei gioco di me.
"Le tue sopracciglia si inarcano tutte e le labbra invece si imbronciano. Sembri un bambino offeso." Aggiunge sfiorandomi con la punta delle dita i luoghi di cui parla. Rabbrividisco quando sfiora le mie labbra e, come al solito, ritorno nella bolla che appartiene solo a me e a lei in cui questa scuola può andare a fuoco e io sarei comunque impegnato a baciarla con tutto me stesso.
Ci stacchiamo quando respirare è troppo difficile e la voglia di fare cose, che neanche andrebbero pensate in una scuola, è troppa.
Ci giriamo intorno e fortunatamente nessuno era impegnato a fissarci ma il tavolo ha ripreso vita dividendosi in varie conversazioni.
Alex e Jonathan si sono un po' isolati e mi sento un amico di merda per non essere lì a parlare sul serio con Jonathan in questo momento.
"Mi dai un secondo?" Chiedo ad Addison.
"Certo, vacci a parlare. Posso mangiare le olive che hai lasciato nel piatto intanto?" Replica, riferendosi alle olive dell'insalata che ho volutamente evitato di mangiare.
"Va bene, anche se fanno schifo." Le rispondo, prima di lasciarle un bacio a fior di labbra ed alzarmi.
Faccio il giro del tavolo e prendo posto tra i miei due amici sul lato della panca in cui sono seduti.
"Scusa mi sono distratto, te lo richiedo, dove cazzo eri?" Dico, interrompendo la loro conversazione.
"Tranquillo, avrei molto bisogno anche io di una distrazione ultimamente." Replica, inarcando le sopracciglia e alludendo al sesso.
"Parla." Sbotto, conoscendo
abbastanza Jonathan da sapere che, se gli lascio spazio per cambiare argomento, non esiterà a farlo.

"Mio padre è uscito di
prigione prima per buona condotta ed è tornato a casa. Cinque giorni fa, mi ha chiamato e chiesto di raggiungerlo." Spiega abbassando per qualche istante la maschera di spensieratezza che mostra a chiunque altro.
"Cristo, com'è la situazione?" Chiede Alex mentre io continuo a ragionare su ciò che ha appena detto.
"Sembra diverso, ha detto che vuole uscire da quel mondo e smettere di spacciare per sempre." Risponde Jonathan, lasciandomi completamente spiazzato. Il padre di Jonathan non passa più di due mesi fuori prigione da quando ne ho memoria.
"Gli credi?" Domando, facendo
sospirare Jonathan.
"Sembra serio. Mi ha spiegato che però qui a Santa Monica non riuscirebbe, tutti lo conoscono ed è in debito con gente che lo
rivorrebbero nel giro. Vuole trasferirsi in Florida e mi ha chiesto di andare con lui." Replica Jon, evitando i miei occhi mentre sussurra l'ultima frase.
"E tu? Che pensi di fare." Chiede Alex, precedendomi.

"Mia madre rimarrà qua, è ancora troppo dipendente per riuscire ad aiutare mio padre in questo percorso. Vuole provare ad andare in comunità ma
comunque sarei ancora da solo e non posso abitare da te per tutta la vita, Alex." Risponde.
"Si che puoi, i miei genitori vogliono più bene a te che a me, sei come un figlio per loro. Hanno riposto le loro speranze in te per quanto riguarda il diventare nonni." Esclama Alex, parlando con una tale quantità di affetto che fa capire quanto sia sincero.
"Puoi stare anche da me quando vuoi, con mio padre lo sai che è tutto strano ma tu lo conosci, se viene e rompe il cazzo lo ignoriamo insieme." Aggiungo io, consapevole che se Jonathan dovesse davvero andare in Florida sarebbe come perdere una parte di me.

"Ragazzi io vi voglio bene ma sono stanco di dovere sempre tutto a voi. Poi è diventato tutto così difficile, ad hockey non posso più giocare, voi state crescendo, costruendovi le vostre vite e cambiando, io rimango sempre il solito ragazzo pieno di problemi che preferisce scappare invece di affrontarli. Forse è il momento che io mi affidi a mio padre e viva la vita per cui sono nato." Finisce di parlare, lasciando me e Alex in silenzio.
Non sapevo si sentisse così e fa dannatamente male vedere Jonathan, sempre apparentemente allegro e spensierato, così sofferente.
"Sei intelligente e stai maturando anche tu, se pensi che questa sia la decisione giusta per te allora può essere tu abbia ragione, nonostante io non sia pronto a lasciarti andare. Però ti chiedo di darci un po' di tempo: lascia andare tuo padre in florida e tu finisci l'anno a scuola con noi, se alla fine ancora ti sentirai così allora ti prometto che ci sarò sempre per te e non sarò un intralcio per quello che pensi sia il tuo bene." Dico dopo qualche istante, rompendo il silenzio e facendo sospirare Jonathan.

"Va bene ma non fare troppe stronzate per provare a farmi cambiare idea, organizzarmi feste o scemenze simili non servirà." Acconsente dopo
un po', mentre il piano per impedirgli di trasferirsi si sta già formando nella mia mente.

~~~~~~~~~~~~~~~
Addison's Pov
"Logan ti prego ascoltami." Lo
prego, stanca che si stia comportando come un bambino.
"No. No. No e No. Hai detto una stronzata non lo pensi davvero." Sbotta con la faccia stralunata.
"Perché non ti fidi di me? Riconosco quando due persone si piacciono." Esclamo, scatenando in lui ancora più disapprovazione.
"Si, come ti sei resa conto dell'amore che Jason provava per
te." Borbotta sottovoce, ma non abbastanza da non farsi sentire.
Stronzo.

"Senti devi aprire gli occhi, lo
so che per te è strano ma Jonathan e Melissa si piacciono. Non so fino a che punto ma sono sicura che entrambi provino qualcosa." Gli spiego.
"No Addison tu non capisci, se hai ragione è la fine. Hanno dormito insieme l'altra notte, lui le da sempre passaggi dovunque, sono come fratelli. Devono esserlo." Si auto convince, terrorizzato dalla prospettiva che il suo migliore amico e sua cugina possano davvero frequentarsi.
Mi avvicino, raggiungendolo accanto al lavandino del bagno
al terzo piano, dove siamo
chiusi a chiave.
Gli passo dolcemente una mano
sulla schiena provando a tranquillizzarlo.

Subito dopo pranzo Logan mi ha convinto a saltare le lezioni per preparare un piano per non far trasferire Jonathan.
Il suo piano consiste in tre punti principali: il primo è quello di far rientrare Jonathan nella squadra, il secondo di trovargli una sistemazione che non lo faccia sentire in debito con nessuno e il terzo di trovare una ragazza che gli faccia completamente perdere la testa.

Appena ha finito di elencare i punti, sapevo che si sarebbe arrabbiato, ma credevo di dovergli far notare la chimica che penso ci sia tra Jonathan e Melissa.
Chimica che lui ovviamente finge di non notare.
"Sarebbe un così grande male se due persone a cui tieni tanto si innamorassero?" Gli chiedo, provando a fargli notare i lati positivi.
"Porca troia, certo che si. Quando si lasceranno io che dovrò fare? E se lui le spezzasse il cuore poi io dovrei spezzare lui, anche se è il mio migliore amico. Non può accadere Addison, non può esser successo senza che io me ne accorgessi." Esclama, portandosi una mano tra i capelli stringendoseli come un anti-stress tra le mani.

"Non deve per forza finire male tra loro, e comunque Log tu ormai non puoi farci niente, al cuore non si comanda. L'unica cosa che puoi fare è verificare con Melissa se effettivamente lei sia interessata e poi completare il punto tre del piano." Gli sussurro, abbracciandolo.
"Se non posso fare nient'altro, penso di essere obbligato. Mentre io chiamo Melissa a te va di aspettarmi fuori dall'ufficio del
coach Simmons così almeno dopo parlo anche con lui? So che mancano ancora tre settimane alla fine dell'anno ma voglio riuscire a convincere Jonathan a restare il prima possibile." Mi spiega, circondandomi a sua volta tra le sue braccia.
"Va bene, ci vediamo dopo."Gli
sussurro dopo un veloce bacio, allontanandomi da lui e sparendo nel corridoio.

Il percorso verso l'ufficio del coach è davvero breve, devo solo scendere la prima rampa di scale e poi girare l'angolo. Quando arrivo mi siedo sulle poltroncine accanto alla porta, in attesa che arrivi Logan, ma uno schiarimento di gola prima del previsto mi fa sobbalzare.
Alzo lo sguardo dal telefono che tenevo tra le mani e incontro gli occhi del coach di hockey della nostra scuola: Andrew Simmons.
Nonostante Logan mi abbia parlato di lui come un padre, spesso severo ma pronto a dare la vita per i suoi ragazzi, quest'uomo ha sempre il potere di mettermi in soggezione.
"Ragazzina, che ci fai qua? Perché non sei in classe?" Mi chiede, terrorizzandomi.
"Volevo parlarle?" Balbetto a mo di domanda, facendogli alzare gli occhi al cielo.
"Entra, dai." Esclama dopo avermi scrutato per qualche istante.
O porca troia e adesso che gli dico.

Mi alzo in fretta e entro nell'ufficio silenziosamente.
"Devi parlarmi di Logan? Sei la sua ragazza vero?" Esordisce il coach dopo esserci seduti, spezzando il silenzio.
"No e si, sono la sua ragazza ma non è di lui che vorrei parlarle."
"E di cosa vorresti parlarmi?" Mi chiede evidentemente spazientito dalla quantità di tempo che mi prendo per riflettere prima di parlare.
"Jonathan." Sussurro vedendo la faccia del Coach irrigidirsi.
"Non fa più parte della mia squadra." Replica velocemente, abbassando lo sguardo.
"Ma vorrebbe farlo." Gli faccio notare.
"Anche io vorrei ma non posso farci niente. Se è di questo che mi devi parlare penso sia meglio per te tornare in classe." Asserisce risoluto prima di fare un cenno verso l'uscita.
Dopo aver valutato le mie opzioni capisco che andarmene sia quella migliore e mi sto per alzare, quando veniamo interrotti da dei colpi alla porta.

Logan non aspetta la risposta del coach prima di fare il suo ingresso nella stanza. Beccandosi subito due occhiatacce, una da parte mia per avermi infilato in questa imbarazzante situazione e una dal coach per chissà quale motivo.
"Logan, che ci fai anche tu qui? Ti vedo già abbastanza, non ti pare?" Rompe il silenzio l'uomo accanto a me, ricevendo in risposta da Logan un sorriso storto.
"Coach Simmons anche per me è un piacere vederla ovviamente." Esordisce Logan, per poi continuare quando il coach rimane intoccato dalla sua affermazione.
"Siamo qui per parlare di Jonathan. Deve esserci un modo per farlo tornare a giocare."

"Logan ho provato a parlare con la scuola ma mi hanno risposto che la quota da versare è obbligatoria a questo punto. Prima della rissa ero riuscito a fargli chiudere un occhio, ma adesso l'unica opzione che vedo è che Jonathan si trovi un lavoro." Replica il coach, per la prima volta facendo trapelare anche il suo dispiacere per la situazione.
"Con gli orari che ha la squadra, riuscire a lavorare sarebbe impossibile. E grazie alla reputazione che hanno i genitori di Jonathan gli unici lavori che potrebbe fare non gli permetterebbero di giocare fino all'anno prossimo." Spiega Logan, prima di stringere i pugni per la tensione.

È nel momento in cui il mio sguardo cade sul logo della nostra scuola alle spalle del coach, che mi viene un'idea.
Mi schiarisco la voce prima di iniziare a parlare.
"Ho visto che cercano una nuova assistente per la segretaria in direzione, so che è una posizione che di solito in questa scuola occupano le donne, ma Jonathan potrebbe ripagare i corsi di hockey in questo modo. Il pomeriggio al posto delle attività extracurricolari, prima degli allenamenti, potrebbe stare in segreteria." Termino di parlare, nervosa di aver detto una stupidaggine.
Ho già detto che il coach ha un'aria che incute troppo terrore?
"Non avevo idea che cercassero una nuova assistente e non ci avevo pensato, non so se la preside potrebbe accettare queste condizioni ma tanto vale provare." Risponde il coach, dopo aver fatto passare abbastanza tempo da farmi morire di ansia.

~~~~~~~~~~~~~~

"Ti ho già detto che ti amo? Perché ti amo, tantissimo." Urla Logan nel parcheggio vuoto, sollevandomi e facendomi fare un giro.
Mi sento una bambina mentre rido tra le sue braccia e il mio stomaco fa le capriole.
"Ha funzionato Log, se Jonathan accetterà il lavoro di assistente potrà riessere in squadra." Strillo, condividendo la sua felicità.
"Si cazzo, solo grazie a te piccola."
Stavolta è Logan a ridere, mentre mi posa di nuovo seduta sul cofano del suo pick-up e unisce dolcemente le nostre labbra.

Abbiamo dovuto finire le
lezioni prima di poter parlare con la preside, ma lei ha acconsentito alla nostra idea e ora ci restano solo due punti della lista, secondo me più facili di questo appena completato.

"Che ti ha detto Melissa?" Domando, non avendo avuto tempo prima.
Il sorriso di Logan scompare in un istante, facendomi pentire di avergli posto la domanda.
"Non sono riuscito a chiederglielo, non abbiamo mai parlato di ragazzi e parlare a caso di Jonathan sarebbe strano. Però intanto potrei aver avuto un'idea per il punto due." Replica, il sorriso sull'ultima frase.
"Davvero? Cosa pensavi di fare?"
"La madre di Jon andrà in comunità quindi lascerà casa loro. Attualmente è distrutta perché le condizioni in cui ha vissuto sotto le dipendenze erano terribili, ma se riusciamo a rimettere in sesto la casa e a venderla, potremmo comprare qualcosa più vicino alle nostre zone in modo che Jonathan non sia mai completamente solo ma abbia un posto tutto suo senza sentirsi in debito con nessuno." Mi spiega Logan, facendomi  pensare a quanto debba essere stato difficile per Jonathan crescere in un ambiente del genere.
"Mi sembra un buon piano, ma pensi che la madre di Jonathan non si imporrà in alcun modo? Dovremo chiedere il suo consenso." Gli faccio notare.
"Hai ragione, ho pensato che magari potremmo farci parlare la madre di Alex, è un avvocato quindi è brava a convincere le persone e prima lei e la madre di Jonathan erano amiche." Risponde prontamente Logan, dimostrandomi di aver già pensato a tutto.
Considerando che mancano ancora tre settimane alla fine siamo decisamente a buon punto.
Logan incrocia le nostre dita e le lascia sul mio grembo, incontrando il mio sguardo e sospirando.
Non ho idea di che ore siano, l'orario scolastico è decisamente finito da un po' e il cielo inizia a prendere i primi colori del tramonto.
Tra le ore dalla preside e il tempo a parlare deve essersi fatto tardi.
"Andiamo a casa adesso? Siamo rimasti solo noi qui." Sussurro a Logan dopo qualche secondo ricevendo in cambio un bacio a fior di labbra e una mano per scendere dal cofano.

È passato qualche minuto dal momento in cui Logan ha messo in moto, quando mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione.
Una rischiesta che trattengo da tutto il giorno, adesso non può più essere evitata.
"A che pensi?" Mi chiede, confuso dalla mia espressione, probabilmente nervosa.
Punto lo sguardo sulla mia mano e gioco con i miei anelli, facendoli girare attorno all'anulare.
"La situazione tra me e Jaden in questi giorni è migliorata, ma c'è ancora un po' di tensione." Inizio a parlare, provando a non farmi sopraffare dall'ansia.
"Mi dispiace piccola, vedrai però che aspettando qualche altro giorno le cose si sistemeranno." Mi tranquillizza Log, afferrando una delle mie mani e facendomi sciogliere abbastanza da riuscire a continuare il mio discorso.
"Lo spero. Stasera però ci sono i miei genitori a cena." Dico, abbassando la tonalità di voce sul finale.
Prendo un respiro profondo prima di pronunciare le parole più imbarazzanti di sempre.
"Vuoi conoscere i miei genitori e venire a cena da noi?"

🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋
Scusate la lunga assenza, spero che il capitolo sia scritto un minimo decentemente e che lo abbiate apprezzato. Mancano pochi capitoli e non vorrei rendere la storia pesante dilungandola troppo ma devo chiudere le ultime cose in sospeso, spero che non sia noioso da leggere.
Vi voglio tanto bene e grazie per tutti quelli che nel tempo hanno continuato a leggere, mi fate sentire speciale in un modo che non so spiegare a parole.
-Azzu💘

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