A Natale non puoi

De yellow_daffy_writer

771 13 10

[CARTACEO ED EBOOK SU AMAZON] 💓 Ti puoi innamorare durante una pandemia? La famiglia Vinci si sta preparando... Mais

📙 CARTACEO ED EBOOK SU AMAZON
🎄 Piccolo estratto (Matteo e Denise)
💡 Com'è nata questa novella?

🎅 Piccolo estratto (Sara ed Ettore)

179 3 1
De yellow_daffy_writer

Estratto della novella "A Natale non puoi"
disponibile su Amazon e Kindle Unlimited
ebook: 0,99 €
cartaceo 7,90 €

Sara Vinci era una mamma single di ventinove anni. Aveva avuto Celeste a diciannove ‒ concepita durante il viaggio di maturità con un ragazzo che, purtroppo, non aveva mai più voluto saperne di lei. Se l'era cresciuta tutta da sola, aiutata dai suoi genitori e dal fratello. Aveva cambiato diversi partner nel frattempo, ma, proprio come aveva scritto sua figlia, non era mai riuscita a trovarne uno "decente". Sara non sapeva bene che qualità dovesse avere un uomo per essere definito decente, ma di sicuro quelli che aveva conosciuto finora non ne avevano dimostrata neanche mezza. La mancanza di una figura paterna stabile aveva formato Celeste con un caratterino ben difficile, la morte del nonno e la malattia della nonna, due anni prima, avevano generato in lei un ulteriore trauma, e l'avvento della pandemia da Covid-19, all'inizio di quello stesso anno, le aveva dato il colpo di grazia. Per quanto fosse arguta, intelligente e vivace, Celeste era una bambina fragile, e Sara sapeva che se quel Natale non fosse andato esattamente come lei si aspettava, nel loro piccolo nido ci sarebbe stata solo un'ennesima, indesiderata sofferenza.

«Celeste ha chiesto l'impossibile» riassunse, rivolgendo uno sguardo smarrito alla madre. «A partire dalla fine della pandemia, che per ovvie ragioni non avverrà, proseguendo con un iPhone che mi potrei permettere solo vendendo un rene e concludendo in bellezza con un nuovo papà! Un nuovo papà, ci rendiamo conto? Come faccio a procurarle un babbo se non trovo nemmeno uno che si finga Babbo Natale?»

Vanna fece una smorfia, Matteo socchiuse gli occhi. «Non stavi uscendo con un tizio grassoccio, super religioso e simile a un giovane Santa Klaus?»

«Luca? L'ho lasciato l'altro giorno» confessò lei. «Mi ha detto che crede nella preservazione prima del matrimonio e per questo ha cercato a lungo una partner vergine come me.»

Matteo per poco non si strozzò con la birra. «Tu vergine? E Celeste l'hai fatta con lo Spirito Santo?»

«Mi ha trovata su Tinder lì non ho precisato "mamma single" tra i miei pregi. Uscivamo solo da una settimana, quindi non avevo ancora sganciato la bomba.»

«E cosa può mai avergli fatto credere che tu, proprio tu, fossi vergine?»

Sara sorrise sotto i baffi, al ricordo di quel ridicolo malinteso. «La prima volta che siamo usciti mi ha indicato con fare solenne, chiedendomi semplicemente "Vergine?". Io ho pensato che si riferisse al segno zodiacale e ho detto sì. Comunque, potresti finirla di additarmi come una prostituta. Ho capito che a parlare è l'invidia, però...»

Vanna si mise a ridere, rilassandosi sul divano e afferrando un giornale, con il quale indicò il figlio minore. «Beh, caro Matteo, dato che quest'anno non hai nulla da fare la sera della Vigilia, potresti impersonarlo tu Babbo Natale... no?»

Matteo si offese, sentendosi preso in giro dalle donne di casa. Era vero, purtroppo, non aveva nessun piano per quella Vigilia perché la sua relazione era in pausa e la sua ragazza stava ancora prendendo "tempo per sé stessa". A Pasqua, durante il famoso primo lockdown, la loro storia d'amore di un anno aveva iniziato un declino che non aveva ancora incontrato il fondo. Chissà, forse se fossero stati conviventi sarebbe andata diversamente, ma vivere in due comuni diversi, lui con la madre e lei già da sola, aveva messo in luce un divario nel quale Camilla aveva riassaporato la bellezza dell'autonomia. La pausa durava ormai da più di due mesi e, nel frattempo, casa Vinci si era smembrata.

Prima di quell'anno la famiglia viveva unita al civico 25, poi Vanna e Matteo erano andati in affitto in un minuscolo appartamento vicino alla clinica specialistica presso cui la madre era in cura, nella regione vicina. Il confine divideva quindi Vanna e Matteo da Sara e Celeste, per questo durante l'estate ne avevano approfittato e si erano ricongiunti pressoché ogni giorno. Avevano passato insieme anche l'autunno, ma a inizio dicembre nessuno di loro aveva idea che presto avrebbero chiuso anche l'ultima frontiera e che a Natale, proprio come a Pasqua, sarebbero stati di nuovo separati.

«Sì, Matte, ti prego!» esclamò Sara, già innamorata della versione natalizia di zio Matteo. «Risolveresti almeno un quarto dei miei problemi.»

«E Celeste mi sgamerebbe subito» osservò lui.

«Non importa! Possiamo dirle che Babbo Natale ti ha chiamato e ti ha chiesto di sostituirlo. Sono certa che apprezzerebbe lo sforzo!»

«Sara, io... dai, ho ventisette anni...»

«Non che tu abbia di meglio da fare» buttò lì la madre, vagamente interessata alle pagine del suo giornale. «O hai intenzione di passare tutta la Vigilia in sessanta metri quadri assieme alla tua mammina?»

«E va bene» sbuffò il ragazzo. «Ma vengo prima delle ventidue. Oh, vade retro, Satana!» Trasalì quando Sara fece per abbracciarlo con somma gratitudine.

«Hai ragione, scusa» si ridimensionò lei. «Puoi anche venire nel pomeriggio, con la visiera e lo scafandro, basta che sia una sorpresa!»

«Dovrai chiedere il permesso all'ingegner Colombo» obiettò Matteo. «L'ultima volta che mi ha visto entrare nel condominio mi ha fatto una filippica che neanche il primo ministro durante la lettura del DPCM.»

«Oh, già... Colombo.» Il sorriso di Sara si spense nell'immediato, al solo nominare l'egregio ingegner Ettore Colombo, suo coetaneo, vicino di appartamento e pure amministratore condominiale. A dire il vero, quel titolo non era del tutto corretto: nel palazzo di Sara c'erano solo cinque famiglie, quindi non era necessaria una tale figura. Tuttavia, da qualche anno a quella parte, l'assemblea dei condomini aveva deciso di nominare un rappresentante che gestisse la comunità e placasse le eventuali quisquilie. In qualità di geometra e futuro ingegnere, nel 2016 Ettore era stato eletto e sempre riconfermato, nonostante fosse quanto di più pedante e odioso potesse esistere sul pianeta... a detta di Sara, la quale rappresentava sempre l'unica minoranza alle votazioni.

Il fatto era che i due non si erano mai trovati sulla stessa lunghezza d'onda: Ettore era un perfettino, Sara una casinista; lui un giudicone, lei una liberale; lui un purista della vita condominiale, lei una mamma creativa con una figlia rumorosa e un cagnolino che sporcava ovunque, anche solo respirando. I litigi erano all'ordine del giorno, dato che l'ingegnere era riuscito a mettere l'intero palazzo contro Sara e a trasformarla nella pecora nera che tutti avrebbero voluto mandare allo sfratto. In tempi di Covid, la situazione si era fatta ancora più pesante: Ettore era come il Grande Fratello; osservava le abitudini degli assoggettati, rimproverando anche solo uno zerbino fuori posto. Anzi, in realtà, aveva imposto di far sparire gli zerbini, quando ancora si pensava che il virus si appiccicasse ai pavimenti come la brina nelle notti sottozero.

A marzo aveva sgridato Sara perché l'aveva vista fumare sul balcone; lui abitava sopra di lei e non aveva intenzione di respirarsi i suoi batteri. Ad aprile l'aveva ripresa perché si erano incrociati sulla rampa esterna con le borse della spesa, proprio mentre lei si abbassava la mascherina per riprendere fiato. A maggio l'aveva beccata sostare più di due minuti sul pianerottolo e non gli era importato che stesse trasportando due casse d'acqua da dodici litri ciascuna; le regole erano ben chiare! L'aveva aiutata, perché era un galantuomo, ma poi minacciata di denuncia, perché era uno stronzo.

Così, negli ultimi tempi era toccato anche a Matteo, il quale era andato a trovare la sorella il giorno prima che la sua regione diventasse arancione. Ettore Colombo l'aveva visto e fermato, per spiegargli dettagliatamente il DPCM e rendergli noto che se l'avesse trovato a trasgredire i confini mentre erano in vigore le nuove norme, non avrebbe esitato a ‒ sorpresa, sorpresa! ‒ denunciarlo. Eh già, l'ingegnere aveva proprio la denuncia facile, ma la cosa più tragicomica era che Ettore e Matteo si consideravano migliori amici da una vita.

Avendo abitato per anni al civico 25, i Vinci e i Colombo si conoscevano molto bene. Ettore e Matteo avevano condiviso lunghi pomeriggi nel giardinetto comune a giocare ai supereroi, poi, da adolescenti, a parlare di ragazze e infine, da adulti, a scambiarsi consigli sull'università. Anche Sara ogni tanto si era trovata con loro, ma da quando era rimasta incinta, le era sembrato che Ettore fosse cambiato nei suoi confronti: dacché la salutava amichevolmente e la invitava a ogni suo compleanno, all'improvviso le aveva cucito al petto una lettera scarlatta e aveva deciso che l'avrebbe evitata prima come la peste e poi come il coronavirus.

Se volete leggere come andrà tra Sara ed Ettore, acquistate la novella su Amazon!

Link per l'acquisto nel primo commento a destra

Continue lendo

Você também vai gostar

11.2K 702 50
Nel viaggio estivo che li riporta insieme, Holden e Sarah affrontano vecchi rancori e nuovi ostacoli. Tra emozionanti avventure e confronti sinceri...
41.3K 820 63
William, Lima, Ethan e Luke sono 4 attraenti fratelli da poco usciti di galera che cercano vendetta: a causa di una donna sconosciuta, non solo hanno...
592K 23.9K 41
"Uno novembre. Ore zero quattro e sette di mattina. Il soggetto è esausto, sembra delirante. Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stim...
6.3K 393 33
Può il ricordo di un amore tossico rovinare una nuova storia d'amore?... Riuscirà Andrea a ritrovare Grace?... Quella forte incredula emozione che ha...