2- Baphomet, La notte delle maschere.

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Riccardo si svegliò di notte, bagnato e accasciato sul bordo di un canale. Si trovava ancora a Venezia, ma la città era avvolta in un silenzio spettrale e in un'oscurità profonda; era immobile come non l'aveva mai vista.

Si sentiva stordito, tutto sommato sapeva ciò che era accaduto: camminando con i suoi genitori per i canali veneziani durante il carnevale, Riccardo aveva notato una maschera galleggiare sull'acqua. Era bella, con un paio di corna dorate e un ghigno beffardo. Il ragazzo l'aveva ritrovata a navigare sotto ogni ponte sul quale stava passando, con gli occhi vuoti ma uno sguardo che sembrava cercare proprio lui. Ne era stato attirato al punto da cedere alla tentazione di sporgersi dal bordo di un canale e cercare di prendere la maschera che rappresentava Baphomet. Si era sentito afferrare e poi trascinare sott'acqua.

Tutto ciò che sapeva, era che la curiosità e la brama di possedere quell'oggetto lo aveva condotto in una Venezia immobile, deserta. Cosa era accaduto dopo che aveva sentito l'acqua riempirgli naso e bocca, provocargli violenti urti di vomito e poi colmarlo, i polmoni pieni d'acqua che si contraevano nell'inutile tentativo di respirare? Chi lo aveva tratto in salvo? Sempre che di salvezza si potesse parlare, perché per Riccardo tutta quella desolazione significava solo che non ce l'aveve fatta e che si trovava in qualche inferno parallelo. Una sorta di limbo degli avari che Dante non sie era nemmeno sognato di immaginare.

Cercò di rialzarsi a fatica. Al tocco con la fredda pietra che rivestiva il pavimento del portico sotto il quale si era svegliato, si accorse di avere i polpastrelli cotti. Quanto tempo era rimasto in acqua per avere i palmi delle mani ridotti a pallide prugne raggrinzite?

Si issò barcollando, reggendosi al muro per non cadere. Un vociare sommesso lo fece ringalluzzire, così decise di appostarsi dietro una colonna al sicuro e spiare le figure che si avvicinavano.

Tre persone sorpassarono la colonna, poi attraversarono il ponte che sovrastava il canale e sparirono lungo un viottolo.

Raccogliendo il coraggio, Riccardo uscì allo scoperto, si accostò al ponticello e seguì i tre individui senza rendersi conto che altre persone stavano arrivando dietro di lui e lo stavano sorpassando. Sembravano un uomo e una donna, quest'ultima aveva un passo aggraziato e indossavano entrambi delle mantelle, quella della donna era bianca e i suoi capelli ondeggiavano leggeri, come spostati da delicati soffi di vento. Quando entrambi furono a qualche metro di distanza da lui, Riccardo riprese a camminare, seguendoli, e dopo pochi passi la donna si accorse di lui, perché si voltò appena a guardarlo. Portava una maschera bianca, con due fessure a mandorla per gli occhi, la forma di un naso al centro e delle labbra carnose che scoccarono al ragazzo un sorriso immutabile e accattivante,. Riccardo non si fermò e la donna torno a ridacchiare con il compagno al suo fianco che vestiva un mantello nero.

Il ragazzo credette di sognare, ma si arrese alla strana sensazione, come a quella più spaventosa di essere morto e che fosse destinato a sognare in eterno di svegliarsi in quella città semi deserta, senza i suoi affetti, a causa della colpa di essere stato avido di possedere quella dannata maschera.

Tornò a guardarsi i palmi delle mani e si accorse che faticava a vedere bene e sentì un peso leggero sul viso. Portava una maschera, indossava sicuramente ancora quella maledetta maschera. Mentre valutava di strapparsela di dosso, un altro gruppo di persone mascherate lo superò, ridendo e parlando. Dove stavano andando tutti?

La risposta alla sua domanda fu esaudita pochissimi minuti dopo, quando davanti a lui si aprì piazza San Marco e scorse un nugolo di persone sostare dinnanzi a un'ampio portone. Vi si avvicinò mentre, uno ad uno, gli individui entravano salutati da un uomo alto, anch'esso mascherato. La donna vestita interamente di bianco, con la folta chioma leggera e la maschera sorridente, era sull'uscio proprio in quel momento. Si voltò a guardarlo e poi entrò, seguita dagli altri.

Negli occhi di BaphometWhere stories live. Discover now