Zackary Hunt

Legami indissolubili

Partecipa al contest "I ❤️ 20s" de Il club dell'inchiostro.

-Alakstar.- La voce che chiamava il demone era debole. - Perché fanno così le persone?-
La succubus che era rimasta lontana fino a quel momento, relegata nella mente di Zackary, impossibilitata a qualsiasi azione se non a quella di semplice spettatore ci pensò un po' prima di rispondere.
-Dalla mia esperienza è normale per gli umani difendersi quando sono attaccati. Non capisco perché me lo chiedi. Non é la prima volta che qualcuno cercati di ucciderti.- "E senza successo per mia sfortuna."

Zack si guardò la ferita. Non era grave. Grazie ai poteri di Alakstar sarebbe guarito presto e difatti non era a quello a cui si stava riferendo.

Si sedette sul divano evitando accuratamente il corpo riverso di una giovane ragazza.
-Sembra che un po' ti dispiaccia, non é vero demonietta?- Rise appena. -Alakstar, tu sai cos'è l'amore?-
"Ci risiamo. È uno di quei momenti in cui vuole parlare." Stava ancora decidendo se era peggio starlo ad ascoltare quando voleva parlare o quando scopava che il ragazzo aveva già iniziato il suo monologo.
-... magari, tu lo sai.-
- Cosa? -, chiese distrattamente.
- L'amore. Ti ho chiesto: sai perché le persone si innamorano? Cos'è che li spinge a cercarsi, a conoscersi? A morire.- Adesso lo sguardo era rivolto al ragazzo immerso in una pozza di sangue.
- Mi chiedo, perché è morto?-
- Credo che le coltellate al ventre che gli hai dato, lo squarcio nel petto e il cuore estratto possano pienamente rispondere alla tua domanda.- Rispose in tono piatto.
- Dì la verità, ti é piaciuto.-
- Troppo teatrale. Soprattutto troppo sporco.-
Zackary sapeva che con 'sporco' si stava riferendo a lui. Avrebbe dovuto farsi una doccia prima di uscire da quella casa per togliersi di dosso tutto il sangue.
- Avrà più o meno la mia taglia.- Pensò ad alta voce guardando ancora il cadavere a terra. - In ogni caso non mi hai risposto.-
- Sono una succubus. Non conosco l'amore. Sai benissimo di cosa mi nutrivo prima.-
Il demone ripensò un momento ai giorni passati: la paura, la disperazione, le speranze infrante.
Un brivido le scese per la schiena fino alla punta della coda. Che bei momenti.
- Oh si, lo so.- 
Ed ecco quella voce odiosa che la trascinava lontana dalla sua fantasia, in quella grigia realtà fatta di carne e di ossa di quel ragazzo nel quale era imprigionata.
- Cercavi delle prede facili, persone piene di problemi e nei sogni le tormentavi fino a quando non si suicidavano, o sbaglio?-
- Non usare quel tono supponente con me ragazzino. Pensi sia tanto diverso da quello che fai tu? Giochi con le persone come se fossero dei topi in gabbia. Gli mostri i loro desideri più reconditi e li realizzi nel peggiore dei modi.-
Zackary sorrise. - Hai detto bene, realizzo sogni. Cosa ci sarebbe di male?-
- Chiedilo a lui.-
-Voleva donare il suo cuore alla donna che amava.-
- E tu lo hai preso alla lettera. Le pugnalate precedenti cosa erano quindi? Un di più come quando al bar ti mettono il cacao non richiesto sul cappuccino? -
- Hey! Ma qui stiamo attenti ai dettagli, non ti credevo così puntigliosa. -
- Vogliamo parlare del fatto che ti ci sei fatto trovare a letto? -
- È un divano. - Diede una pacca allo schienale.
- Adesso chi sarebbe il puntiglioso? -
Ad Alakstar stava iniziando il mal di testa.
Possibile che doveva sempre finire così? Non poteva essere intrappolata in qualcuno di normale? No, a lei era toccato un sociopatico di prim'ordine che aveva imparato fin da subito a padroneggiare i suoi poteri.
- In ogni caso volevo fargli vedere che non meritava il suo cuore, né il suo amore.-
- Com'è che dite voi? Oltre il danno anche la beffa.-
- Per fortuna che ci sei tu.- Disse improvvisamente il ragazzo.
-L'amore, é una cosa labile e senza senso. Le persone sono incostanti e incoerenti. Tradiscono, mentono e si giurano amore eterno nel giro di una giornata.- Appoggiò la testa sul petto privo di vita della ragazza al suo fianco.
- Cosa stai cercando di dire? - Domandò stranita.
- È come se tu fossi mia madre. Non mi lascerai mai.-
Se avesse potuto vomitare lo avrebbe fatto. - Tua madre? - 
- Se non ti piace possiamo dire anche sorella, amica o amante. Di fatto sei la sola che non può lasciarmi. - Sbadigliò sonoramente. - Le persone sono disposte a donarsi per convincere coloro che amano che staranno insieme per sempre.
Finche morte non li separi. Ma alla fine sono tutte illusioni. Tu invece sei dentro di me e non puoi uscire. Non puoi andartene. Non hai scelta. Si potrebbe dire che questo rapporto tra di noi sia più onesto quelli visti finora. Si direi che questo può essere amore. Noi abbiamo veramente un per sempre insieme.-
Il demone tremò a quel pensiero. Erano già vent'anni che sopportava quell'esistenza abominevole. Il per sempre era una condanna umiliante che non avrebbe mai accettato.
Ogni volta che qualcuno lo attaccava sperava con tutta se stessa che fosse la volta buona.
Sfortunatamente riusciva sempre.a cavarsela grazie al suo potere.
Che maledizione!
Tutto solo per un piccolo errore di calcolo.
Un'inezia.
Se fosse stato un normale umano, nell'infanzia, si sarebbe suicidato per quante volte gli aveva fatto rivivere in sogno la sua nascita sciagurata.
Invece, quelle immagini di orrore e sangue avevano sviluppato in lui un insano fascino e lo avevano trasformato in una creatura in cerca di altra carne da lacerare.

Zackary Sbadigliò nuovamente abbracciando io corpo che iniziava a freddarsi.
L'unico momento di pace per lei era quello in cui lui dormiva. L'unico momento in cui il 'sempre e per sempre' che li univa veniva dissolto dalle nebbie dei sogni e in cui entrambi conducevano un'esistenza separata.
- Mi sembri stanco, che ne dici se adesso riposi un po' Zack?-
- Umm..- Biascicò sistemandosi sul divano, crollando finalmente e lasciando Alakstar sola coi suoi pensieri.
Prima o poi avrebbe trovato il modo di recidere quell'amore malato.