Capitolo 36

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Ecografia del sesto mese

La mano di Ale tiene salda la mia. Siamo da Alice, per l'ecografia del sesto mese.
Sono stesa sul lettino come al solito, e il mio fidanzato, mi sta stringendo la mano.
- Bene, Susan cresce in forma. È abbastanza vivace, guardandola avrà tirato almeno due calci in poco tempo.-
- Si, non si ferma un attimo.-
Commento io.
- Okay ragazzi. Ci vediamo il prossimo mese!-
Salutiamo la dottoressa e usciamo.
- O mio Dio, non vedo l'ora di tenere tra le braccia la mia splendida principessa!-
Esclama Ale, visibilmente euforico.
Mi scappa una risatina.
- Si, anche io non vedo l'ora. Così non ci sarà più nessuno che mi tu
tira calci!-
Lui scoppia in una risata così sincera che è anche contagiosa.
- Che ne dici di fare qualcosa di... Diverso?-
Se ne esce lui. Io alzo un sopracciglio.
- Diverso?-
- Si, e ho già in mente qualcosa.-
Sul suo volto si dipinge una specie di ghigno malefico.
- Vengo con te solo se ti levi dalla faccia quell'espressione da ebete!-
Ribatto con una nota di divertimento nella voce.
- Ok, ok.-
Saliamo in macchina. Passa una mezz'oretta ma non siamo ancora scesi.
Accendo la radio, dove sta passando una canzone di Camila Cabello.
Alzo il volume e inizio a canticchiarla.
- Hai una bella voce.-
Dice il ragazzo al posto di guida.
- Grazie.-
Dopo un'ora di macchina, scendiamo.
Siamo in campagna, in mezzo al nulla.
- Dove siamo? -
- Ora vedrai!-
Mi sussurra all'orecchio.
Mi prende la mano e mi porta vicino ad una stalla.
Entriamo e dentro c'è un bellissimo cavallo nero.
- È bellissimo!-
Dico sorpresa dal maestoso animale che ho davanti.
Mi avvicino per accarezzargli la criniera.
La bimba ha appena calciato, così metto una mano sulla pancia.
Il cavallo, avvicina il muso alla mano appoggiata alla mia bambina. A quel punto sento il rumore di un cellulare che scatta una foto.
Alzo lo sguardo e noto Ale con gli occhi piantati sul telefono.
Gira lo schermo e osservo la fotografia appena scattata.
Alessandro sorride e si avvicina a me.
Mi abbraccia da dietro e mi posa un bacio tra i capelli.
- Allora piccola, vuoi fare un giro?-
Mi domanda.
- Che? Ma sei matto? Io mi uccido se ci salgo sopra!-
Gli urlo sgranando gli occhi.
- Shh! Che lo spaventi! -
- Di chi è questo cavallo?-
- Era di mio padre.-
Vedendo la sua faccia intristita, cambio argomento.
- Ok, salgo solo se ci sali anche tu.-
Gli si illuminano nuovamente gli occhi.
- Va bene. Prima, però, ti devi cambiare!-
Mi prende per mano e mi porge degli stivaletti.
- Ma non servono dei pantaloni o delle maglie apposite?-
Chiedo con evidente ignoranza.
- Si, ma quelle sono nella casetta laggiù.-
E mi indica una casetta bianca, graziosa.
Mi prende a mo' di sposa e mi porta dentro quell'accogliente abitazione.
Entriamo, giriamo a destra e ci troviamo in una camera da letto. Dentro c'è un letto ad una piazza e mezza, e un armadio in legno.
Ale, apre quest'ultimo e tira fuori  una delle sue inconfondibili maglie bianche, e due paia di pantaloni della tuta.
- Mettiteli.-
Mi dice.  Inizio a spogliarmi, rimanendo in intimo.
Lui mi guarda, non smette di fissarmi.
Faccio finta di niente e indosso la sua maglia. Mi arriva un po' sotto i glutei.
Sto per infilarmi anche i pantaloni ma Alessandro mi blocca.
- Ferma!-
Mi giro verso di lui e lo vedo avanzare verso di me.
- Così sei perfetta.-
Sorrido alla sua affermazione.
Si avvicina e mi posa un bacio sulle labbra.
Un bacio che, inizialmente, era pacato, che poi però si fa appassionato.
Il mio fidanzato si siede sul bordo del letto e io mi accomodo sulle sue ginocchia. Pian piano si sdraia e io mi ritrovo inginocchiata su di lui.
Ale, come al solito, capovolge tutto e si posiziona su di me.
Lo aiuto a levarsi la maglietta, per poi ricominciare a baciarlo. Mi stacco dalle sue labbra e gli poso un bacio nell'incavo tra il collo e la spalla.
Con le mani, gli accarezzo la schiena.
Lui inizia a baciarmi prima il collo, poi la pancia.
Con un gesto veloce, mi sfila la maglietta e riprende a baciarmi la pancia.
Poi le sue labbra si fermano all'altezza del mio ombelico.
Iniziano a salire e a lasciarmi baci ovunque.
Quando arriva al collo, si ferma e mi guarda.
- Sei sicura di voler salire sul cavallo?-
Mi domanda con fare malizioso.
Gli prendo il viso tra le mani, lo tiro giù e lo bacio.
- Ah, fanculo al cavallo.-
Sussurra con le labbra sulle mie.
- Ma poverino! Ci andremo dopo sul cavallo.-
Lo rimprovero io.
Lui annuisce e inizia a lasciarmi dei piccoli baci sulla spalla.
Quando la sua mano scivola dietro la mia schiena e inizia a cercare di slacciare il reggiseno, si sente una porta sbattere.
- Ma siamo soli?-
Chiedo allarmata.
- Merda. È la contadina che viene a controllare i campi. Questa casa è sua, ma mi ha sempre permesso di rimanerci. Purché non portassi ragazze. -
- Oh merda!-
Mi riaggancio il reggiseno e mi precipito sulla maglietta bianca di Ale. Poi mi infilo velocemente i suoi pantaloni della tuta.
- Perché non vuole ragazze qui?-
Chiedo mentre cerco di allacciare i pantaloni.
- Non vuole che facciamo cose... Bhe..-
- Ok, ho capito. Ma tanto noi due non possiamo fare nulla!-
- Si, lo so. Ma questa qui è testarda come un mulo!-
Dopo esserci rivestiti, apriamo la finestra.
- Scendiamo giù di qua, non è tanto alto!-
Propone il mio ragazzo.
Lui si cala giù per primo, poi tende le braccia verso di me.
Io mi siedo sul piccolo davanzale, metto le gambe fuori e afferro le mani di Alessandro. Lui cerca di prendermi da dietro, facendo molta attenzione a Susan.
Finalmente tocco terra senza nemmeno un graffio.
Ale mi prende la mano e iniziamo a scappare verso la stalla dove c'era il cavallo.
Lui mette tutte le redini necessarie, la sella e poi mi fa salire. Lui si accomoda dietro di me, prendendo le briglie.
Le scuote e poi l'animale inizia a camminare.
Passiamo per un sentiero attraverso la campagna.
Io mi appoggio ad Alessandro, che continua a guardare avanti.
Dopo un'ora circa, sopra al cavallo, ritorniamo nella stalla.
Con un gesto atletico, entra dalla finestra e recupera i vestiti che avevamo prima.
Poi torniamo a casa, stanchissimi.

Lo sbaglio migliore della mia vita.Onde histórias criam vida. Descubra agora