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Nubi e spettri, muri e ghiaccio, specchi e occhi, porte e silenzio.

Silenzio e rumore.

Una tenda che viene tirata dalle mani di una giovane principessa, che vive felice, ma che è intrappolata in una gabbia dorata. 15 gennaio 1533, i prati del castello, elegantemente curati dai giardinieri, sono sepolti sotto una spessa coltre di neve, bianca e candida, che a guardarla ti si ghiaccia il sangue nelle vene, nei corridoi del castello le dame girano con pesanti pellicce sulle spalle, in ogni stanza c'è un focolare che riscalda l'ambiente ma non basta, il vociare della gente inizia a farsi sentire presto la mattina ma per Edmé non è un problema, la servitù che provoca tutto il rumore mattutino si ritrova molti piani più in basso rispetto a quello dove è collocata la stanza della principessa. Potrebbe sembrare una mattina come le altre: le serve preparano i pasti per la famiglia reale e gli innumerevoli ospiti, le dame svegliano le proprie padrone e gli uomini si preparano per uscire a caccia anche con il gelido vento che soffia dal mare e che raggiunge Edimburgo nonostante la distanza.

Non è una giornata normale, diverse cose la differiscono dalle altre, due sono le principali: il compleanno della principessa; la misteriosa scomparsa di una bambina, figlia di un Conte in visita a Giacomo IV di Scozia, padre di Edmé.

Quando la fanciulla scende le scale quella mattina tutto è pronto per i festeggiamenti del suo quindicesimo compleanno, lei indossa un lungo vestito rosa con dei dettagli ricamati, una spessa pelliccia di ermellino sulle spalle, delle scarpe dello stesso colore del vestito, i capelli sono raccolti in una lunga ed elaborata treccia. Saluta gentilmente tutti coloro che le rivolgono la parola durante il tragitto per il salone del castello, ringrazia ad ogni complimento e regala alle bambine presenti un sorriso sincero. Solo una bambina è abbastanza coraggiosa da rivolgerle la parola dopo aver ricevuto il sorriso di Edmé: la contessina Charlotte, dalla contea di Caithness.

"Buongiorno, sua maestà. Nel giorno della vostra nascita vi regalo una rosa bianca", la bambina, di circa sei anni, si inchina profondamente e alza, per sbirciare la principessa, i suoi grandi occhi verdi incorniciati da lunghi capelli biondi e una pelle diafana.

"Buongiorno a voi, Charlotte, vi auguro una buona giornata".
Edmé si affretta verso il salone, non sapendo di essere in ritardo per il ricevimento degli ospiti invitati ai festeggiamenti del fidanzamento ufficiale con il principe Philips di Galles: i due giovani si sono incontrati un'unica volta quando avevano solo cinque anni ma da allora non si erano più visti. Al suo ingresso nella sala tutti gli ospiti sono già riuniti al cospetto del re, la principessa fa un profondo inchino e poi si siede sulla sedia più piccola e a sinistra del trono reale. La cerimonia si prospetta sicuramente lunga e noiosa ma Edmé non vede l'ora di incontrare nuovamente il suo promesso sposo, se lo immagina alto e bellissimo e gentile e romantico, ma sa che nessun uomo è così: tutti troppo impegnati nella ricerca del potere e a cercare un erede maschio che erediti il potere accumulato durante la loro misera vita e che ricominci il ciclo da capo. Un girotondo infinito di monotone esistenze.

Gli ospiti si succedo con incredibile lentezza: principi e conti, baroni e baronesse, eredi al trono e bastardi figli di qualche re di qualche reame improbabile; Edmé scorge ancora un paio di volte la contessina Charlotte, più pensierosa rispetto a poche ore prima quando ha parlato con lei. Il vento soffia con una forza sempre più potente e la neve inizia a scendere con più insistenza, delle porte sbattono e alcuni candelabri vengono spenti da folate di vento. Passata un'ora, gli ospiti sono finiti, il principe Philips non si era visto. Quando Edmé apre la porta per tornare nelle sue stanze, la scena che si presenta davanti ai suoi occhi è a dir poco bizzarra: il conte George di Caithness , che urla come un matto davanti a tutti i presenti. Edmé si avvicina con passo felpato ad una dama e, quando domanda cosa è successo, la risposta è agghiacciante: "La contessina Charlotte di Caithness è scomparsa e non si trova da nessuna parte".

"Impossibile, assolutamente impossibile, una bambina di sei anni non sparisce nel nulla, soprattutto perché non sarà passato molto dall'ultima volta che l'ho vista nel salone, dev'essere per forza da qualche parte nei dintorni, chiama le guardie e dì che la principessa ordina di cercare anche tutto il giorno e tutta la notte finché non verrà ritrovata la contessina Charlotte!"

Per tutto il giorno si poterono sentire le guardie andare avanti e indietro per i corridoi del castello, sbatterono porte e perlustrarono ogni singola stanza presente nell'enorme castello, verso sera tutti ormai avevano sentito dell'accaduto, anche coloro che non erano abitanti del castello sapevano ciò che era successo alla giovane contessa.

Il resto della giornata per tutti i reali passò normalmente, ma non per Edmé, ragazza molto più sensibile ai problemi degli altri. Le dame erano passate spesso nelle sue stanze per invitarla a fare una camminata nei giardini ora che la neve aveva smesso di cadere, ma lei aveva sempre rifiutato: mancanza di voglia, in parte, e paura.

Nel castello non era mai successo nulla di tanto misterioso, mai in tutta la sua storia. Ogni guardia era occupata nella ricerca della bambina, mentre tutti gli altri giovanissimi reali erano tenuti sotto custodia in una stanza controllata dalle guardie personali del re. Ma la volpe non sceglie lo stesso pollaio due volte, anche se questo non è ancora il momento per raccontarlo.

Edmé continuò a guardare fuori dalla finestra sperando di vedere due persone: la contessina e il principe Philips. Nessuno dei due apparve quel giorno, né durante i giorni successivi.

I giorni infatti passarono: due, tre, quattro giorni; Charlotte non si era più vista e Philips non era ancora arrivato in città. La festa di fidanzamento era stata rimandata per ovvie ragioni e il conte George girava come un fantasma per i corridoi, guardando in ogni angolo del castello alla ricerca della figlioletta perduta, con una faccia ogni giorno più stanca.

Al quinto giorno la principessa scozzese uscì finalmente dalle sue stanze, ma lo fece solo per aiutare le guardie a cercare la bambina, inutile dirlo, senza successo.

Dopo sei giorni di ricerche fu chiaro a tutti che la contessina non era più presente nel castello da molto tempo e, dopo quasi due settimane alla corte di Edimburgo, il conte George decise di ritornare nella contea di Caithness, senza la figlia e con il cuore rotto nel petto, i cocci conficcati nella pelle

Quella notte Edmé non riuscì a dormire, impensierita dal povero conte e dalla inspiegabile mancanza del suo principe a pochi giorni dalla festa di fidanzamento. Si addormentò solo quando il sole era già quasi sorto e sognò Charlotte.



 Si addormentò solo quando il sole era già quasi sorto e sognò Charlotte

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Charlotte di Caithness

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⏰ Poslední aktualizace: Jul 01, 2019 ⏰

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